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− | * '''Golden Gay. Il fotoromanzo dei porno-divi internazionali'''. Mensile edito da International Press Srl dall'aprile del 1981 al ___ | + | * '''Golden Gay. Il fotoromanzo dei porno-divi internazionali'''. Mensile edito da International Press Srl dall'aprile del 1981 al ___ per un totale di 12 numeri al prezzo di copertina 5.000 lire. Fotoromanzo di produzione francese del medesimo editore di '''Supersex''' rivolto espressamente al pubblico gay. I contenuti rappresentano scene di sesso miste, eterosessuale e omosessuale. |
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Testo di Stefano Bolognini, liberamente editabile.
Riviste pornografiche italiane
- Golden Gay. Il fotoromanzo dei porno-divi internazionali. Mensile edito da International Press Srl dall'aprile del 1981 al ___ per un totale di 12 numeri al prezzo di copertina 5.000 lire. Fotoromanzo di produzione francese del medesimo editore di Supersex rivolto espressamente al pubblico gay. I contenuti rappresentano scene di sesso miste, eterosessuale e omosessuale.
Intro
Non esistono analisi complessive in Italia sul rapporto tra servizi segreti e omosessualità. A partire dalla fine dell'Ottocento però, in numerose occasioni, sono emerse testimonianze dirette dell'uso dell'intelligence italiana dell'omosessualità (o della pedofilia) per screditare o proteggere dagli scandali personaggi pubblici. E' stata vivace inoltre l'attività dei servizi segreti di dossieraggio e raccolta d'informazioni relative alle preferenze sessuali di politici e uomini di potere.
Il campo di studio è ancora inesplorato ad eccezione di un'intervista del mensile Pride a Aldo Giannuli pubblicata nel marzo 2016. In questa voce sono raccolti alcuni casi che aiutano a fare luce sui metodi dei servizi.
Il caso Lobbia (1869)
Il 5 giugno 1869 il deputato Cristiano Lobbia denuncia, nel corso di una seduta del Parlamento, di essere in possesso di documenti sullo scandalo e la corruzione nella concessione sui monopoli dei tabacchi alla “Regia manifattura dei tabacchi”. Dapprima subisce, nella notte fra il 15 e il 16 giugno 1869 in via dell'Amorino a Firenze, un'aggressione con un tentativo di accoltellamento. Dopo l'attentato Lobbia continuamente seguito e spiato: "strani figuri sparivano dietro gli angoli delle strade, o sbucavano improvvisamente sulle scale. La magistratura tentava in tutti i modi di demolire l'attentato di via dell'Amorino, mettendo sotto accusa Lobbia e i suoi amici, che avevano costretto il Parlamento a votare l'inchiesta[1]". Con una montatura ben congegnata venne poi accusato di omosessualità e, dopo un processo che ebbe ampia eco sulla stampa[2], messo a tacere mettendo definitivamente la parola fine alla sua carriera politica[3].
Il metodo Giolitti (Fine '800)
Massimo Consoli spiega che la prassi di screditare personaggi politici scomodi facendoli passare per omosessuali o per pedofili era una metodologia tutt’altro che rara nell'Italia repubblicana:
« “Giorgio Bocca, bravissimo come sempre ed altrettanto come sempre informatissimo, nella sua rubrica “Il Cittadino e il Potere”, che cura settimanalmente su L’Espresso, ci informa di una particolare “strategia politica” giolittiana (n. 14 del 6 aprile 1975). Giovanni Giolitti, capo del governo dal maggio 1892 al novembre 1893, poi leader della corrente non-interventista agli albori della Prima Guerra Mondiale, ancora al governo nel giugno del 1920 fino al 1 luglio dell’anno successivo, il “grande” Giolitti, dunque, quando non riusciva a contrastare con i fatti e con la dialettica un proprio avversario politico, gli metteva alle calcagna i propri scagnozzi fin quando il malcapitato entrava, per necessità fisiologiche, in una toilette pubblica, o di un ristorante, o di un vagone letto. All’improvviso, gli veniva infilato nella “ritirata” un ragazzino sui dieci anni preventivamente istruito, che urlava, sbraitava, chiedeva aiuto, fino a far accorrere gente e, naturalmente, il commissario di polizia che si trovava “stranamente” nei paraggi, proprio lì vicino, che prendeva atto del “fattaccio”, delle testimonianze, della situazione “evidentemente” scabrosa, e relazionava a chi di dovere, a chi se ne sarebbe servito per rovinare l’uomo politico, per ricattarlo, per imbavagliarlo”[4] » |
.
Il caso in oggetto manca di documentazione a supporto ed è qui riportato per attestare che la prassi risulterebbe continuativa nella recente storia italiana. Andrebbe però approfondito il coinvolgimento diretto dei servizi segreti.
Il dossieraggio del SIFAR (1959)
Il Servizio informazioni forze armate (SIFAR), il servizio segreto militare italiano attivo dal 1949 al 1996, aggiorna gli schedari e avvia un dossieraggio esteso nel febbraio 1959 a tutti i parlamentari. Secondo Mimmo Franzinelli che richiama una direttiva:
« Di ogni deputato e senatore si registrano "note sulle qualità intellettuali e di carattere; precedenti penali e politici; cenni sul servizio militare; attività; contratti; incarichi ricoperti ed ogni altra notizia che possa comunque interessare l'Ufficio". La direttiva non tiene conto delle garanzie parlamentari. Lo spionaggio riguarda più la sfera provata della vita pubblica, con la solerte raccolta di vociferazioni - più o meno fondate - su relazioni extraconiugali, figliolanze illegittime, frequentazioni omosessuali, episodi di nepotismo, casi di corruzione e quant'altro[5]. » |
I controlli sul Generale di Corpo d'Armata (1962)
Nella Relazione sulla documentazione, concernente gli «omissis» dell'inchiesta SIFAR[6] della Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, trasmessa il 28 dicembre 1990 al Presidente del Consiglio dei ministri ai Presidenti delle due Camere e alla Commissione stessa emerge come l'attività di spionaggio in Italia, tra il 1956 e il 1962, si concentrasse anche nella ricerca di "notizie scandalistiche sulle massime cariche militari" relative all'omosessualità.
In particolare il generale Giovanni de Lorenzo, "sia come Capo del SIFAR dal 1956 al 15 ottobre 1962, sia come Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, ha impiegato direttamente i Centri C.S. di Roma e periferici per il controllo sistematico della vita privata di taluni Ufficiali Generali di Corpo d'Armata in servizio, con il preciso intento di scoprire notizie scandalistiche da sottoporre al Capo di Staio Maggiore della Difesa e dell'Esercito e direttamente al Ministro della Difesa" giustificando l'attività "con la doverosa preoccupazione di salvaguardare il prestigio delle massime cariche militari".
Tra i casi ritenuti rilevanti ("gravi", ndr.) dalla Commissione quello di "un anziano Generale di Corpo d'Armata che ricopriva una delle massime cariche militari, alla quale aspirava lo stesso Capo Servizio":
« Questi , nel 1962,"incaricava personalmente un sottufficiale dei Carabinieri di un Centro C.S. periferico di effettuare delle ricerche presso un alto comando ed individuare gli indirizzi degli ex attendenti di quel Generale nel periodo-1954/1957; quindi vedere di rintracciarli presso le loro abitazioni e cercare di raccogliere e registrare occultamente eventuali confidenze che si potevano ricavare su presunti rapporti omosessuali del loro superiore. (Omissis) A malgrado lo zelo del sottufficiale, che si preoccupa va di non deludere l'aspettativa del Capo Servizio, i risultati furono negativi in quanto nemmeno l'intervento di un ufficiale tecnico altamente qualificato riuscì a far trarre notizie concrete dalle registrazioni raccolte. » |
Per la Commissione "Quest'episodio è stato assai significativo perché era più che mai evidente l'intenzione di trovare comunque dei gravi motivi di scandalo tali da rendere impossibile la permanenza di quel rispettabile Generale nella carica che ricopriva con tanta serietà e dignità".
L'Ufficiale di stato maggiore (Anni '60)
Nel 1961 Giò Stajano, tra i primi omosessuali visibili in Italia, è coinvolto dai servizi segreti per far dimettere un ufficiale dello Stato maggiore dell’esercito. Fu sufficiente che alloggiasse, a Verona, nello stesso albergo del generale per tre giorni senza mai incontrarlo, per sollevare un grande scandalo pubblico e raggiungere l’obiettivo. Stajano racconta:
« (un capo di stato maggiore dell'esercito, ndr.) era inviso a un altro graduato che ambiva a prendere il suo posto, per cui un parente di questo generale mi avvicinò tramite un amico gay, eravamo intorno al '62 '63, proponendomi un compenso di 500 000 lire se avessi alloggiato per due giorni a Verona nelo stesso albergo in cui era ospite questo generale, cosa che io feci. Dovevo soltanto cercare di avvicinarlo - mi avevano fatto vedere una sua foto (...). Dopo qualche giorno a Roma mi contattarono uomini dei servizi segreti, io ero stata preavvisata, per domandarmi se fosse vero che avevo avuto rapporti con questo generale... e io ovviamente negai, così come mi era stato suggerito, per far loro credere invece che era vero! Mi vennero a prendere a casa un mattino (...) e là c'era un tavolo lungo con un sacco di gente seduta, alcuni in divisa, e cominciarono a chiedermi se conoscevo questo generale L.R., però il nome non lo mettere... Io dissi che non lo conoscevo che ero stata in quell'albergo per motivi miei, che era stata una combinazione (...) e alla fine mi fecero firmare una dichiarazione. Fatto sta che la settimana dopo i giornali pubblicarono la notizia che il generale L.R. aveva dato le dimissioni e che al suo posto era succeduto il generale A. Adesso sono morti tutti e due. Ero diventata un elemento destabilizzante[7]. » |
L'Onorevole Emilio Colombo (1971)
Il generale Gianadelio Maletti durante la sua audizione davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, il 3 marzo 1997, relativa a fatti occorsi nel 1971, dichiara:
« Il nostro paese non era politicamente sano. I Servizi venivano usati per schedare, per – diciamolo pure – ricattare; di quei circa 100.000 fascicoli, forse un po’ meno, che sono stati bruciati, molti riguardavano beghe personali, “corna” di uomini politici, di cardinali, di professionisti e così via. Ora, in un clima del genere, un Servizio che con il generale De Lorenzo si era già orientato a un impiego politico più che ad un impiego professionale, di intelligence, non ha fatto che scendere lungo una china di adesione alla domanda politica, di resa alle pretese di alcuni uomini politici. Non è per un caso, per esempio, che poco dopo l’arrivo al Servizio fui convocato dal mio caposervizio, il quale mi chiese se potevamo far pubblicare delle fotografie, nelle quali si vedeva un noto ed importante personaggio democristiano in costume da bagno sul terrazzo della sua casa (credo in un quartiere alto di Roma) accanto ad un efebo, in carne e ossa. La domanda fu questa: “possiamo far pubblicare questa fotografia?”. Risposi al generale che quella fotografia era chiaramente un collage. Sono state appiccicate insieme due fotografie: un signore che sta facendo un bagno di sole in terrazzo e un giovanotto nudo o seminudo che gli sta di fronte in piedi. (...) Questo era il Servizio nel 1971, quando i due episodi si sono verificati a breve distanza di tempo l'uno dall'altro. Mi dispiace parlarne qui perché sono pettegolezzi. Ne parlo a una Commissione di signori parlamentari e ritengo che sia mio dovere dire che il Servizio non era un vero servizio informazioni all'epoca: era un servizio di pettegolezzi, purtroppo abbandonato a se stesso, senza un appoggio politico, senza un avallo politico, lasciato andare per i fatti suoi e, qualora avesse sbagliato, colpito duramente per questa sua autonomia e queste sue iniziative. [8]. » |
Il deputato Grimoldi, di Rifondazione Comunista, replica "Lei ha affermato precedentemente che i Servizi erano, in un certo senso, subalterni ai politici e ai servizi di altri paesi. Generale, questa non è una novità perché l'esempio da lei presentato di un uomo politico fotografato con un giovane nudo era noto a tutta l'Italia e tutta l'Italia rideva di questo, come del fatto che la moglie di un importante uomo politico avesse delle relazioni addirittura con degli autisti. Ma i servizi non si potevano servire di queste notizie, generale, perché qui non siamo in America; in America, il candidato alla Presidenza che ha una "scappatella" con una segretaria ci rimette la candidatura, mentre in Italia, fortunatamente, non siamo mai arrivati a questo livello.".
Aldo Giannuli, nel 2009, riconosce nell'onorevole Emilio Colombo, allora presidente del Consiglio della Democrazia Cristiana, l'uomo oggetto dell'interesse dei servizi segreti:
« Ancora, l'ex capo dell'Ufficio D, Gianadelio Maletti, durante la sua audizione davanti alla Commissione Stragi dichiarò tranquillamente che il servizio controllava un Presidente del Consiglio democristiano notoriamente omosessuale e, un giorno, fotografò «un giovane in tenuta adamitica» sulla terrazza del suo attico[9]. » |
Questa interpretazione sarà ripresa successivamente da numerose testate[10] e, al di là della veridicità del coinvolgimento del politico nella vicenda (Meletti parla solo di un noto ed importante personaggio democristiano ), le dichiarazioni del generale gettano luce sul modus operandi ricattatorio dei servizi segreti italiani in relazione all'omosessualità dei personaggi pubblici.
Il Caso Regeni (2016)
Giulio Regeni, un dottorando in commercio e sviluppo internazionale al dipartimento di politica e studi internazionali dell’università di Cambridge, scompare a Il Cairo, dove si trovava per lavorare alla sua tesi, il 25 gennaio 2016 ed è trovato assassinato, il 3 febbraio, all'estrema periferia della città. Il cadavere si presenta semi nudo[11] e con segni di tortura. Le circostanze della morte, la reticenza delle autorità egiziane nel fornire informazioni agli inquirenti italiani, lo scontro tra Governo italiano e egiziano susseguente all'omicidio e il coinvolgimento (ipotizzato dai commentatori) degli apparati di sicurezza civili e militari e della polizia egiziana nel sequestro del giovane rimandano a una responsabilità diretta dei servizi segreti egiziani nell'omicidio.
Immediatamente dopo la scoperta del cadavere incominciano a circolare voci[12] sulla presunta omosessualità di Regeni che lasciano intendere che l'omicidio potrebbe avere un movente sessuale o legato all'omofobia islamica[13]. Ma non è l'unica spiegazione della morte che cortocircuita sui media: si passa, versione dopo versione, dall'incidente stradale, all'omicidio a sfondo omosessuale, all'atto criminale fino all'uccisione per mano di spie dei Fratelli Musulmani compiuto per creare imbarazzo al governo di Al Sisi.
Una fonte anonima (ritenuta non credibile[14]), il 6 aprile 2016, rivela al quotidiano "La Repubblica" l'uso strumentale dell'omosessualità nel caso Regeni come depistaggio:
« Dopo la sua morte, sempre secondo quello che sostiene l'anonimo, "Giulio viene messo in una cella frigorifera dell'ospedale militare di Kobri al Qubba, sotto stretta sorveglianza e in attesa che si decida che farne". La "decisione viene presa in una riunione tra Al Sisi, il ministro dell'Interno, i capi dei due Servizi segreti, il capo di gabinetto della Presidenza e la consigliera per la sicurezza nazionale Fayza Abu al Naja", nelle stesse ore in cui il ministro Guidi arriva al Cairo chiedendo conto della scomparsa di Regeni. "Nella riunione venne deciso di far apparire la questione come un reato a scopo di rapina a sfondo omosessuale e di gettare il corpo sul ciglio di una strada denudandone la parte inferiore. Il corpo fu quindi trasferito di notte dall'ospedale militare di Kobri a bordo di un'ambulanza scortata dai Servizi segreti e lasciato lungo la strada Cairo-Alessandria"[15]. » |
Note
- ↑ Pietro Citati, L'affare tabacchi, il primo scandalo, "www.corriere.it", 6 novembre 2012.
- ↑ Enrico Oliari, 27 agosto 1869, processo a Firenze: il deputato Cristiano Lobbia contro l'ex frate Giuseppe Lai, "www.culturagay.it", 22 febbraio 2004.
- ↑ Sul caso esiste un ampia bibliografia. Si veda per esempio: Arianna Arisi Rota, 1869: il Risorgimento alla deriva. Affari e politica nel caso Lobbia, Il Mulino, Bologna 2015 e Gian Antonio Stella, I misteri di via dell'amorino, Rizzoli, Milano 2012.
- ↑ Massimo Consoli, “Ompo”, n. 1, aprile 1975.
- ↑ Mimmo Franzinelli, Il piano Solo. I servizi segreti, il centro-sinistra e il «golpe» del 1964, Mondadori, Milano 2010.
- ↑ Relazione sulla documentazione, concernente gli «omissis» dell'inchiesta SIFAR, 28 dicembre 1990, pp. 62-66.
- ↑ Andrea Pini, Quando eravamo froci, Il Saggiatore, Milano 2011, pp. 40-41.
- ↑ Audizione Gianadelio Maletti, seconda parte, resoconto stenografico, 3 marzo 1997,
- ↑ Aldo Giannuli, Da Crispi a Scelba Lo scandalo sessuale nella lotta politica , "l'Unità", 30 agosto 2009, p.7.
- ↑ v. Concetto Vecchio, Come lavorano gli 007 italiani, in "La Repubblica", 28 gennaio 2010.
- ↑ Amina Ismail, Body of Italian student shows signs of torture: Egyptian officials, "www.reuters.com", 4 febbraio 2016.
- ↑ Giulia Paci, “Così hanno ammazzato Giulio”, "www.lastampa.it", 6 febbraio 2016.
- ↑ Anonimo, Cairo Giulio Regeni Condannato a morte perchè omosessuale?, "www.corsera.it", s.d. ma 2016.
- ↑ Viviana Mazza, Mail anonime: «Vertici implicati nelle torture a Giulio Regeni». Il contenuto era su Facebook già due mesi fa, "www.corriere.it", 6 aprile 2016.
- ↑ Carlo Bonini, "Ecco chi ha ucciso Giulio": l'accusa anonima ai vertici con tre dettagli segreti sul caso Regeni, "La Repubblica", 6 aprile 2016, p. 3.
Bibliografia
- Stefano Bolognini, "Giochi" di spie, "Pride", marzo 2016, pp. 8-9.
Il disegno di legge introduce le unioni civili fra persone dello stesso sesso, un nuovo istituto giuridico fondato sull’art.2 della Costituzione, che riconosce i diritti sociali oggi riservati alle coppie eterosessuali unite in matrimonio, compresa la pensione di reversibilità. Rimangono precluse le adozioni, con l’unica eccezione della possibilità di adottare il figlio del/la partner. I matrimoni stipulati all’estero, così come i matrimoni nei quali un coniuge abbia cambiato sesso, potranno essere riconosciuti come unioni civili. Numerosi sono i contrasti presenti in seno al parlamento, espressi con migliaia di emendamenti ostruzionisti; inoltre nello stesso partito di maggioranza ci sono idee diverse, in particolare per quanto riguarda le adozioni e la Stepchild.
CASI HIV
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Italia
2012. "Si stima che le persone che in Italia vivono con il virus Hiv siano fra 143 e 165 mila, delle quali 22 mila hanno l¥Aids e almeno 30 mila non sanno di avere l¥infezione. Le donne sono circa il 40 per cento e sono in aumento costante. Ogni due ore avviene un contagio, fino a 4000 nuovi casi ogni anno" [1].
Lombardia
Mantova
2012. " stato infatti stimato che in provincia di Mantova vi siano 1.100 persone colpite dal virus da immunodeficienza acquisita, 400 delle quali non ancora intercettate dai servizi sanitari, che vivono senza sapere di avere contratto l'infezione ed esponendo quindi i partner al contagio. Il nuovo servizio Ë stato presentato ieri all'Asl dal direttore sanitario Maurizio Galavotti, insieme alla dottoressa Fabrizia Zaffanella, che gestir‡ la nuova postazione con l'infettivologa Chiara Stentarelli, e il primario del reparto Malattie Infettive dell'azienda ospedaliera Carlo Poma, Paolo Costa. Ad un anno di distanza dalla proposta di mettere in campo qualcosa di concreto per favorire la prevenzione, adesso si Ë arrivati al termine di un percorso laborioso, offrendo supporto specialistico, integrandosi con l'ospedale qualora si rendesse necessario prendere in cura dei pazienti. ´Una nuova attivit‡ che riveste un ruolo importante per la sanit‡ mantovanaª, hanno commentato Galavotti e Zaffanella, sottolineando che ´non si puÚ pi˘ parlare di categorie a rischio, ma di comportamenti rischiosi che sfociano in rapporti sessuali non protettiª. Nel 60% dei casi a livello nazionale si scopre la malattia dell'Aids senza sapere di essere stati sieropositivi, non potendo pi˘ accedere alle terapie che rallentano l'evolversi della patologia. Dai dati illustrati da Costa, si apprende che nel Mantovano dall'inizio dell'epidemia ad oggi sono stati segnalati 1.178 pazienti, di cui 250 deceduti, mentre le notifiche di Aids sono state 417 e le persone in carico ambulatoriale sono attualmente 750 (580 in terapia, 2/3 uomini con un'et‡ media di 49 anni, 1/3 donne tra i 45 anni). ´Vediamo ogni anno dai 20 ai 30 nuovi casi da infezione Hiv ñ ha spiegato il primario Costa ñ. Nel 2012 sono stati finora 23. La trasmissione al 90% avviene per via sessuale. L'et‡ Ë molto variegataª. Ha poi precisato che quest'anno il 66% delle nuove diagnosi sono state effettuate su persone con infezioni contratte di recente, ´forse comincia a passare il messaggio della precocit‡ di interventoª[2] ".
Friuli Venezia Giulia
Udine
2012. "8 nuovi casi di positivit‡ ogni 100 mila residenti, stando agli ultimi dati forniti dalla Clinica malattie infettive dellíAzienda ospedaliero universitaria Santa Maria della Misericordia, e líincidenza sembra stabile fra gli italiani, ma in aumento fra gli stranieri. Il 72% delle persone che hanno scoperto di essere Hiv positive nel 2011 erano uomini. Nel 2001 il numero di maschi diagnosticati era doppio rispetto a quello delle femmine, nel 2011 Ë diventato il triplo. Líet‡ media Ë di 39 anni per i maschi e di 34 anni per le femmine. In crescita la quota di nuove infezioni attribuibili a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono il 97% di tutte le segnalazioni (55% eterosessuali, 33% omosessuali). Pi˘ di una persona su 3 diagnosticate come nuovi casi di Hiv Ë di nazionalit‡ straniera. Líincidenza Ë di 1,9 nuovi casi Hiv per 100 mila italiani residenti e 17 per 100 mila stranieri residenti. La met‡ dei casi segnalati con una nuova diagnosi di Hiv lo scorso anno era gi‡ in fase avanzata di malattia. Il pi˘ delle volte fanno il test dopo aver notato sintomi sospetti, cosÏ il 41% dei nuovi malati in provincia di Udine ha scoperto di aver contratto líinfezione, il 33% lo ha fatto in seguito a rapporti sessuali non protetti [3].
Piemonte
2012. "Dal 1999, circa 4.000 persone che vivono in Piemonte hanno scoperto di aver contratto l'infezione da Hiv. Nel 2011, le nuove diagnosi di infezione da Hiv sono state in totale 262, le diagnosi di malattia (Aids) sono state 68. E' quanto rende noto la Regione in occasione della Giornata mondiale per la lotta contro l'Aids che si celebra ogni anno il 1* dicembre. L'andamento dal 1999 al 2011 appare stabile, mentre in valore assoluto, nel 2011, si registra un calo di 37 casi rispetto all'anno precedente. Nel 2011, continua la nota, le province con piu' elevato tasso di incidenza (per 100.000 abitanti) di infezione da Hiv/Aids sono Novara (7,5), Torino (6,9), Alessandria (5,9) e Verbano-Cusio-Ossola (4,9). Nel 2011, tra i nuovi casi di diagnosi di infezione da Hiv/Aids, i maschi rappresentano circa il 74% del totale. Le donne sono piu' presenti nelle classi di eta' giovani-adulte (19-34 anni) mentre i maschi sono piu' numerosi delle donne dai 35 anni in avanti. Negli ultimi cinque anni (2007-2011), la fascia di eta' piu' frequente tra le nuove diagnosi di infezione da Hiv e' quella che va dai 34 ai 44 anni. Nel 2011 tra i nuovi casi di diagnosi di infezione da Hiv/Aids gli stranieri rappresentano il 34%. L'infezione da Hiv in Piemonte cosi' come a livello nazionale ed europeo, si trasmette per via sessuale in 3 casi su 4. Dal 2008 si registra una crescita dei rapporti omo e bisessuali non protetti tra le modalita' di trasmissione. Negli ultimi tre anni, tra gli uomini, questa modalita' risulta la piu' frequente (48%). Sono in costante calo dal 1999 le infezioni attribuibili allo scambio di siringhe non sterili tra consumatori di droghe per via endovenosa (6% dei casi totali del 2011), nel 1999 questa modalita' rappresentava il 22% delle diagnosi dell'anno. " [4] .
Sicilia
2012. "Secondo i dati del triennio 2009-2011 provenienti da tutti i centri siciliani di diagnosi e cura dell'HIV, raccolti ed elaborati dall'Osservatorio Epidemiologico dell'assessorato, in Sicilia ogni anno si osservano circa 160 nuove infezioni, soprattutto fra i maschi (che sono il 73% del totale) di eta' fra 20 e 49 anni e fra gli stranieri, in particolare donne; gli stranieri costituiscono circa il 30% dei nuovi casi, e provengono in massima parte dall'Africa. I rapporti eterosessuali sono la causa principale della trasmissione dell'infezione (52%), seguiti dai rapporti omosessuali (40%)"[5].
Note
- ↑ Irene Panighetti, Aids, Ë sempre emergenza E la Loggia si colora di rosso, "Bresciaoggi", 1 dicembre 2012, p. 13.
- ↑ Graziella Scavazza, Pi˘ di mille malati di Aids E 400 sono sconosciuti, "La Gazzetta di Mantova", 1 dicembre 2012, p. 15.
- ↑ a.c., Aids, sieropositivi in aumento fra i maschi, "Il Messaggero Veneto", 18 dicembre 2012, p. 26.
- ↑ Anonimo, Piemonte: Aids, lo scorso anno 262 nuove diagnosi infezione, "Asca", 1 dicembre 2012.
- ↑ Anonimo, Aids: Borsellino, al via test per monitoraggio infezione Hiv , ASCA, 1 dicembre 2012.
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