Hans Blüher

Da Wikipink - L'Enciclopedia LGBT+ italiana.
(Reindirizzamento da Hans Bluher)
Jump to navigation Jump to search
Voce scritta da Giovanni Dall'Orto, liberamente editabile.
Hans Blüher.

Hans Blüher (Friburgo, Germania, 17 febbraio 1888 - Berlino, 4 febbraio 1955) è stato un giornalista e scrittore tedesco. Egli fu inoltre l'esponente di maggiore spicco della piccola ma agguerrita ala di estrema destra del movimento di liberazione omosessuale tedesco anteriore al nazismo.

Vita[modifica]

Politicamente reazionario e monarchico, antisemita, antifemminista e anticomunista, come giornalista Blüher fu un accanito oppositore della Repubblica di Weimar.
Le sue posizioni razziste (in particolar modo antisemite) ed antifemministe, che vennero spesso criticate, lo portarono a simpatizzare per il nazismo, facendo riferimento alla cerchia omosessuale di Ernst Röhm e Karl-Günther Heimsoth (che, più giovane di Blüher, subì palesemente l'influenza delle sue teorie). Tuttavia quando questo gruppo fu fisicamente liquidato nella "notte di lunghi coltelli" (1934) Blüher comprese che qualsiasi ulteriore attività politica avrebbe fatto precipitare la sua situazione, già compromessa dalla sua nota vicinanza al gruppo epurato, e da quel momento smise prudentemente di pubblicare fino alla caduta del nazismo. In cambio le autorità gli permisero di vivere indisturbato, risparmiandogli il destino di migliaia di altri omosessuali.
Avendo conosciuto Sigmund Freud, ne ottenne il benestare a iniziare a praticare come psicoanalista (all'epoca non era ancora richiesta la laurea in medicina), attività con cui si mantenne fino alla fine dei suoi giorni.

Blüher riprese a pubblicare nel dopoguerra, iniziando dall'ambizioso "sistema filosofico" a cui aveva lavorato durante gli anni del silenzio (Die Achse der Natur. System der Philosophie als Lehre von den reinen Ergebnissen der Natur, 1949), tuttavia le sue idee risultavano ormai troppo legate al clima culturale della Repubblica di Weimar (oltre tutto facendo riferimento agli stessi luoghi comuni in cui il nazismo aveva affondato le sue radici) per poter ottenere un qualche successo.

In anni recenti, un tentativo di rilanciare il suo pensiero, compiuto da un gruppo di gay francesi di estrema destra, ha portato a tradurre in lingua francese alcune sue opere, ma non ha avuto seguito.
Significativamente, nel XXI secolo le ristampe anastatiche delle sue opere si concentrano sui testi a carattere antisemitico.
In un'ottica gay oggi l'interesse di Blüher e del suo lavoro è solo di tipo storico, anche a causa della sua marcata ostilità verso il movimento di liberazione omosessuale, di cui fu nemico e non certo pioniere. Ciononostante singole persone di simpatie neonaziste continuano a guardare con approvazione alle sue tesi, come dimostrano gli articoli online su Blüher prodotti da quest'area politica.

Tesi[modifica]

Blüher divenne celebre nel periodo della prima guerra mondiale con la pubblicazione di Wandervogel (1912) e di Die Rolle der Erotik in der männlichen Gesellschaft (Il ruolo dell'erotismo nella società maschile), pubblicato in due volumi nel 1917 e 1919.
La tesi centrale di queste opere era che la cooperazione maschile avrebbe dominato le strutture sociali (prendendo ad esempio il movimento giovanile dei Wandervogel, e più in generale, l'esercito e lo stato).
"Ben" (pseud.) in un blog di estrema destra così riassume le tesi di Bluher:

« Anche se Blüher pare collocarsi nella riga della tradizione di altri uomini di pensiero, in realtà rappresenta una rottura, o meglio un forte sviluppo in avanti.

In Germania, all'inizio del Novecento, ci sono tre tendenze principali all'interno del movimento maschile: In primo luogo c'è la tradizione intellettuale derivata da Otto Weininger e la tradizione dell'insegnamento del Dr. Gustav Wyneken. In secondo luogo, la Gemeinschaft der Eigenen (Comunità dei propri), fondata ufficialmente da Adolf Brand nel 1902 e che ha pubblicato la propria rivista "Der Eigene" tra il 1899 e il 1931. Brand e "Der Eigene" sostengono le teorie di Blüher sul ruolo decisivo del Männerbund - l'antica comunità guerriera - per la creazione dello Stato. Naturalmente, nessuno ha mai sostenuto che queste Männerbünde fossero esclusivamente omosessuali, ma basta ricordare che prima dell'arrivo del cristianesimo/giudaismo in Europa l'omosessualità non era un problema morale. Wilhelm Jansen, che ha cofondato la Gemeinschaft con Brand, è stato introdotto attraverso il Wandervogel da Blüher, divenendo in seguito un importante leader. Il gruppo sostiene che l'amore maschio-maschio è un semplice aspetto della virilità piuttosto che una condizione speciale dell'uomo[1]»

Particolare interessante, Bluher attinge allo stesso filone di pensiero a cui si rifà oggi la teoria queer e l'antibinarismo, affermando che il sesso non è un dato biologico a cui la cultura offre poi un significato culturale, ma che l'astratto "Eros" è la vera realtà psicologica umana che guida la riproduzione e che costituisce la base della società, laddove il il sesso "biologico" è un mero dato culturale, a cui viene attribuito dalla cultura un falso fondamento "naturale" (viene "naturalizzato", direbbe Eve Kosofsky-Sedgwick).
Ancora "Ben" così riassume questo aspetto del suo pensiero:

« Hans Blüher abbandona le teorie della sessualità basate sulla biologia o su matematiche supplementari o complementari basate sulla dualità maschio-femmina. Egli invece torna a nozioni di base e insiste su una singola coscienza unificata come origine della sessualità. Per Blüher il sesso, ovvero l'origine biologica putativa, è un'astrazione, mentre l'eros, cioè i fatti culturali del desiderio, è il solo motivo dell'analisi. Naturalmente questo approccio disarma l'obiezione che l'omosessualità sia contronatura. Per citare Blüher:
  • "Non è qualcosa che deve essere spiegato, ma piuttosto qualcosa che – come l'Eros – dà una spiegazione e rende possibile il significato".
  • "L'Eros è un fenomeno significativo e significato-costitutivo che non può essere ridotto a mero sintomo, né alla biologia".
  • "Ogni volta che la sessualità si fa notare in un uomo, è già stata ripresa nel funzionamento dell'Eros e in tal modo ha acquisito un significato".
  • "La sessualità crea (anzi deve creare) due tipi pienamente sviluppati, ancestrali e indistruttibili di uomini; uno che desidera gli uomini, l'altro le donne".
  • "L'Eros è la filosofia del particolare".

(...)
Questa affermazione della supremazia della cultura rappresenta la prima grande frattura tra Blüher e i precedenti pensatori e allo stesso tempo porta Blüher in linea con il pensiero della nuova e moderna destra europea, soprattutto con il concetto del filosofo e antropologo Arnold Gehlen dell'individuo come bio-cultura, un mix inseparabile di razza e cultura[2]»

Questa linea di pensiero porta a negare l'esistenza dell'omosessuale come persona di tipologia "speciale" appartenente a una minoranza, e quindi a prendere come bersaglio il movimento di liberazione omosessuale. Per Blüher, come già per Otto Weininger, quella omosessuale non è una "condizione" (salvo per gli individui degenerati, come quelli che hanno fondato il movimento di liberazione omosessuale) ma una funzione di cui sono potenzialmente capaci tutti i maschi virili, ossia una capacità psichica innata in tutti i maschi della razza umana.
Essa è la base del sopra citato Männerbund, il legame di gruppo fra maschi virili, che è la vera e sola base della civiltà, e che è reso possibile proprio da questa capacità innata di creare legami (che sono veri e propri legami erotici) fra maschi. La donna è infatti un elemento svirilizzante, e come tale nemico della civilizzazione (per il bene della quale deve essere tenuta lontana dall'arena politica e culturale), per lo meno per quanto riguarda le razze superiori:

« Blüher respinge le precedenti teorie biologiche liberali di Karl Ulrichs e di Magnus Hirschfeld del "Comitato scientifico umanitario", nonché dei "maschilisti" come Weininger e Friedlaender.

La seconda rottura di Blüher con i precedenti filosofi politici rappresenta la sua predisposizione per il Männerbund: la polarità maschio / femmina ha distrutto le fondamenta dello Stato, ancorato com'è alla borghese rispettabilità domestica. (...)
Blüher ha respinto fermamente l'idea che la cultura ariana abbia creato spontaneamente individui e famiglie nucleari (...). Invece ha avanzato l'idea della Männerbund – il gruppo di guerrieri – come il catalizzatore principale per la formazione della struttura della società e dello stato"[3]»

Coerentemente con questa sua ideologia, Blüher si sposò ed ebbe due figli.

Il nazismo e Blüher[modifica]

Il nazismo non vide mai di buon occhio le tesi di Blüher e degli altri simpatizzanti omosessuali, da cui prese sempre le distanze pur riservandosi di servirsi di loro qualora potessero essere "utili alla causa", come nel caso di Roehm.
Se Blüher non subì mai una repressione diretta ciò si deve alla sua posizione defilata e tutto sommato marginale, nel gruppo dei simpatizzanti nazisti di gusti omosessuali. Questo non implica però che i nazisti non fossero ben consci delle sue teorizzazioni, e tanto meno che le approvassero. In un discorso segreto tenuto da Himmler alle SS nel 1937, le idee di Blüher sono espressamente indicate come pericolose e da contrastare:

« È catastrofico il fatto che un giovane sia preso in giro più del normale perché lui è innamorato di una ragazza e, per questo, non viene preso sul serio, lo consideriamo un debole e gli diciamo che i duri non si occupano delle ragazze. "Esistono soltanto le amicizie tra ragazzi. Sono gli uomini che decidono, sulla Terra", gli diciamo. La tappa seguente è l'omosessualità. Sono le idee del signor Blüher:
"In generale, la più alta forma d'amore non è quella che esiste tra un uomo e una donna. A causa dei bambini, questo ha qualcosa di animalesco. La più alta forma d'amore è quella che unisce due uomini. Nel corso della Storia, è da qui che sono uscite le cose più grandi".

Ma è proprio questa la più spudorata bugia di questi uomini che rivendicano Federico il Grande e Bismarck. Non esiste un grande uomo che gli omosessuali non rivendichino tra i loro: Cesare, Silla, eccetera. Credo che, a parte Don Giovanni, li rivendichino tutti. Questo è presentato in maniera attraente ai giovani che appartengono a un movimento già molto mascolinizzato e che vivono in campi di uomini dove non hanno la possibilità di incontrare delle ragazze. Secondo me, non dobbiamo poi stupirci se abbiamo intrapreso il cammino verso l'omosessualità»

Significativo in questa presa di posizione è il fatto che nonostante la cura dedicata da Blüher a distanziare la propria posizione da quella dei militanti omosessuali, Himmler faccia di ogni erba un fascio, trattando le elucubrazioni di Blüher come il primo passo e l'anticamera verso una piena omosessualità. Cosa che, vista oggi in una prospettiva storica, era perfettamente vera.

Note[modifica]

Opere[modifica]

Bibliografia[modifica]

  • Bernd-Ulrich Hergemöller, Hans Blüher (1888-1955): annotierte und kommentierte Biobibliographie (1905-2004); nebst Erstveröffentlichung der Jugendgedichte “Böse Lieder”, HHL-Verlag, Hamburg 2004. ISBN 3-936152-04-7.
  • Lisa Heinrich, Zur Konstruktion des homoerotischen Männerbundes bei Hans Blüher, Grin Verlag, 2013. ISBN 978-3640974856.
  • Manfred Herzer, Asexuality as an element in the selfrepresentation of the right wing of the German gay movement before 1933 (Elisar von Kupffer, Benedict Friedlaender, Hans Blüher, Karl Günther Heimsoth), Atti del convegno "Among men, among women," Universiteit van Amsterdam, Amsterdam 1983, pp. 315-321 e 581.
  • Martin Lichtmesz, Autorenportrait: Hans Blüher, "Sezession", n. 15, 2006, pp. 2-7 (anche in .pdf).
  • Michael Morgenstern, Hans Blüher: les héros masculins, porteurs d'Etat, "Junge Freiheit", 1995, n. 6; poi su "Voxnr", 26/1/2003.
  • Harry Oosterhuis, Hubert Kennedy, Homosexuality and male bonding in Pre-Nazi Germany: The youth movement, the gay movement, and male bonding before Hitler's rise: original transcripts, Routledge, New York 1992. ISBN 978-1-56023-008-3.
  • G. Scholz, Wandervögel, Volk und Führer. Männergesellschaften und Antisemitismus bei Hans Blüher, in «Propheten des Nationalismus», a cura di K. Schwedhelm, München 1969.
  • B. Widdig, Männerbünde und Massen. Zur Krise männlicher Identität in der Literatur der Moderne, Opladen 1992.

Link[modifica]

Voci correlate[modifica]