Das lila Lied

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"Das Lila Lied" è una canzone di cabaret scritta nel 1920 con testo di Kurt Schwabach e la musica di Mischa Spoliansky (noto con lo pseudonimo di Arno Billing) ed è considerata uno delle prime canzoni di liberazione gay. Il titolo tedesco si può tradurre in italiano "La canzone color lavanda", "La canzone lillà".

Storia[modifica]

Durante la repubblica di Weimar gay e lesbiche godettero un periodo di maggior libertà grazie alle basiche democratiche della nuova repubblica. Berlino inoltre era una città in cui fin dalla fine del XIX secolo si era sviluppata una sottocultura LGBT che consisteva in una rete di associazioni, locali e posti di ritrovo (il più famoso era l'Eldorado) in cui venne a consolidarsi l'identità della comunità gay e lesbica d'Europa. La canzone è stata scritta dopo che l' Institut für Sexualwissenschaft (l'istituto di scienze sessuali) di Magnus Hirschfeld sparse la notizia che la prima conferenza internazionale per la riforma sessuale aveva spinto per una regolamentazione del comportamento sessuale sulla base di dati scientifici anziché sulla religione o sulla tradizione.

Significato[modifica]

Kurt Schwabach il musicista e l’amico Mischa Spoliansky, il paroliere, dedicarono a Hirschfeld "Das Lila Lied”. Il lilla era già ritenuto un colore identificativo della comunità gay perché era a metà tra l'azzurro e il rosa[1]. Per questo la canzone è considerata uno dei primi inni di liberazione gay. La canzone ebbe un grande successo nella versione orchestrale diretta dal violinista Marek Weber.

Testo[modifica]

Was will man nur? Ist das Kultur, daß jeder Mensch verpönt ist, der klug und gut, jedoch mit Blut von eig'ner Art durchströmt ist, daß g'rade die Kategorie vor dem Gesetz verbannt ist, die im Gefühl bei Lust und Spiel und in der Art verwandt ist?

Und dennoch sind die Meisten stolz, daß sie von ander'm Holz! Refrain Wir sind nun einmal anders als die Andern, die nur im Gleichschritt der Moral geliebt, neugierig erst durch tausend Wunder wandern, und für die's doch nur das Banale gibt. Wir aber wissen nicht, wie das Gefühl ist, denn wir sind alle and'rer Welten Kind, wir lieben nur die lila Nacht, die schwül ist, weil wir ja anders als die Andern sind.

Wozu die Qual, uns die Moral der Andern aufzudrängen? Wir, hört geschwind, sind wie wir sind, selbst wollte man uns hängen. Wer aber denkt, daß man uns hängt, den müßte man beweinen, doch bald, gebt acht, wird über Nacht auch uns're Sonne scheinen.

Dann haben wir das gleiche Recht erstritten, wir leiden nicht mehr, sondern sind gelitten!


Traduzione[modifica]

La canzone lillà

Ditemi un po' se questa è civiltà prendersela con delle persone buone e intelligenti nelle cui vene tuttavia scorre un sangue un po' speciale, dichiarare fuorilegge proprio quella categoria che vive in sintonia di carattere, sentimenti, passioni e divertimenti?

Siamo diversi di natura da quelli che in amore seguono la morale dominante, scegliendo fra mille meraviglie sempre e soltanto la banalità. Noi invece, ignari del sentimento perché siam figli di altri mondi amiamo solo la notte rosa, afosa e gaia perché siamo diversi dagli altri.

Perché sforzarsi d'imporci la morale altrui? State a sentire: noi siamo come siamo anche se c'impiccate! Chi però pensa d'impiccarci è proprio da compatire perché entro breve - state attenti! - splenderà anche il nostro sole.

Allora avremo uguali diritti, e non soffriremo più: sarete voi a soffrirci!

La riscoperta[modifica]

Nel 2001 la canzone è stata raccolta nell'album "Die schwule Plattenkiste - vom Hirschfeldlied zum lila Lied", Schwules und lesbisches in historischen Aufnahmen 1908/1933 - Edition Berliner Musenkinder.

Collegamenti esterni[modifica]

Note[modifica]

  1. Negli anni '50 in USA il color lilla era identificativo delle persone omosessuali. Vedi la voce sul Lavender scare