Differenze tra le versioni di "Giuseppe Bruno"

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Fu il maestro di [[Wilhelm von Gloeden]] (come quest'ultimo riconobbe [http://www.giovannidallorto.com/gloeden/gloeden1898.html nel 1898 in uno scritto autobiografico]), e gli trasmise la passione per gli esperimenti con le tecniche d'impressione e di stampa.<br>
 
Fu il maestro di [[Wilhelm von Gloeden]] (come quest'ultimo riconobbe [http://www.giovannidallorto.com/gloeden/gloeden1898.html nel 1898 in uno scritto autobiografico]), e gli trasmise la passione per gli esperimenti con le tecniche d'impressione e di stampa.<br>
È verosimile che sia stato maestro anche di [[Giovanni Crupi]], per quanto non restino documenti sulla formazione di quest'ultimo.
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Secondo Giuseppe Vanzella è verosimile che sia stato maestro anche di [[Giovanni Crupi]], per quanto non restino documenti sulla formazione di quest'ultimo:
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{{quote|''Anche Giovanni Crupi (Taormina 1859-1925) non è escluso abbia appreso, fin da giovinetto, i rudimenti dell'arte fotografica frequentando l'atelier di Giuseppe Bruno''<ref>Giuseppe Vanzella in: Vincenzo Mirisola e Giuseppe Vanzella (a cura di), Sicilia mitica Arcadia. Von Gloeden e la "Scuola" di Taormina, Edizioni gente di fotografia, Palermo 2004, come citato in: ''[http://www.lanternamagica.eu/news-628/Lanterna-Magica-compie-10-anni-Mostra-di-Crupi.aspx All'ombra di Von Gloeden. Giovanni Crupi fotografo a Taormina]'', Galleria Lanterna Magica, via Goethe 43, Palermo. 8 dicembre 2013 - 31 gennaio 2014.</ref>.}}
  
 
La produzione di Bruno fu dedicata soprattutto ai paesaggi e ai monumenti della zona, o al massimo della Sicilia, dividendosi fra bozzetti di gusto verista di "tipi popolari" e raffigurazioni di contesti paesaggistici.<br>
 
La produzione di Bruno fu dedicata soprattutto ai paesaggi e ai monumenti della zona, o al massimo della Sicilia, dividendosi fra bozzetti di gusto verista di "tipi popolari" e raffigurazioni di contesti paesaggistici.<br>
 
Nei paesaggi, la sua produzione è sempre tecnicamente d'alto livello, e pur spingendosi raramente al di là di una nitida documentazione dei luoghi ritratti, rivela un gusto sicuro e una competenza tecnica di tutto rispetto.<br>
 
Nei paesaggi, la sua produzione è sempre tecnicamente d'alto livello, e pur spingendosi raramente al di là di una nitida documentazione dei luoghi ritratti, rivela un gusto sicuro e una competenza tecnica di tutto rispetto.<br>
 
D'altro canto, i suoi ritratti di contadini siciliani rivelano un'ottica nettamente classista, nella quale è assente la denuncia sociale. I segnali della povertà (come nei bambini luridi, vestiti di cenci stracciati) entrano a far parte d'un generico "pittoresco" turistico, che suscita curiosità e magari sconcerto, ma difficilmente solidarietà umana, in quanto i suoi modelli ostentano un abbrutimento totale, senza dare alcun segnale di tentare almeno di raggiungere una qualche dignità e riscatto. L'atteggiamento di Bruno in questi ritratti è insomma troppo spesso quello della foto-ricordo del visitatore d'uno zoo, e non quello di chi intende documentare ai fini d'una denuncia sociale.<br>
 
D'altro canto, i suoi ritratti di contadini siciliani rivelano un'ottica nettamente classista, nella quale è assente la denuncia sociale. I segnali della povertà (come nei bambini luridi, vestiti di cenci stracciati) entrano a far parte d'un generico "pittoresco" turistico, che suscita curiosità e magari sconcerto, ma difficilmente solidarietà umana, in quanto i suoi modelli ostentano un abbrutimento totale, senza dare alcun segnale di tentare almeno di raggiungere una qualche dignità e riscatto. L'atteggiamento di Bruno in questi ritratti è insomma troppo spesso quello della foto-ricordo del visitatore d'uno zoo, e non quello di chi intende documentare ai fini d'una denuncia sociale.<br>
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Secondo la testimonianza di un libro uscito nel 1905 risulta che Bruno aveva aperto un negozio di fotografia lungo il Corso Umberto:
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{{quote|''Bruno, Sig. È un fotografo affermato da lungo tempo e molto artistico. È il fotografo della famiglia di Lord Bridport, duca di Bronte, e vende stampe di tutte le superbe fotografie di Maniace e del distretto circostante scattate dall'onorevole A. Nelson Hood, con il generoso permesso del signor Hood. Il suo negozio è in Corso Umberto e i suoi commessi sono persone molto cortesi''<ref>Douglas Sladen, ''Sicily, the new winter resort. An encyclopaedia of Sicily'', Methuen, London 1908 (prima edizione: 1905), p. 559.</ref>.}}
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[[File:Tomba di Giuseppe Bruno (1836-1904). Cimitero di Taormina. Foto di Giovanni Dall'Orto, 25 aprile 2023 1.JPG|center|200px|thumb|Tomba di Giuseppe Bruno a Taormina.]]
  
 
==Bruno e il mercato==
 
==Bruno e il mercato==
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File:Bruno, Giuseppe (1836-1904) - Cavea del Teatro - Taormina.jpg
 
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Voce a cura di Giovanni Dall'Orto, liberamente modificabile.
Ritratto di Giuseppe Bruno risalente all'anno della morte.

Giuseppe Bruno (Capizzi, 1836 - Taormina, 1904) è stato un fotografo italiano, attivo a Taormina e in Sicilia nel XIX secolo. Non va confuso con l'omonimo fotografo veneto (1926-1999).

Un dilettante di talento[modifica]

Timbro delle foto di Giuseppe Bruno.

Di formazione ingegnere, sposò una donna facoltosa e, potendo vivere di rendita, si dedicò alla sua passione, la fotografia, che era allora un'arte relativamente "nuova" e piuttosto complessa dal punto di vista tecnico. Amò sperimentare nelle tecniche di impressione e stampa delle immagini, arrivando a firmarsi "chimico-fotografo".

Fu il maestro di Wilhelm von Gloeden (come quest'ultimo riconobbe nel 1898 in uno scritto autobiografico), e gli trasmise la passione per gli esperimenti con le tecniche d'impressione e di stampa.
Secondo Giuseppe Vanzella è verosimile che sia stato maestro anche di Giovanni Crupi, per quanto non restino documenti sulla formazione di quest'ultimo:

« Anche Giovanni Crupi (Taormina 1859-1925) non è escluso abbia appreso, fin da giovinetto, i rudimenti dell'arte fotografica frequentando l'atelier di Giuseppe Bruno[1]»

La produzione di Bruno fu dedicata soprattutto ai paesaggi e ai monumenti della zona, o al massimo della Sicilia, dividendosi fra bozzetti di gusto verista di "tipi popolari" e raffigurazioni di contesti paesaggistici.
Nei paesaggi, la sua produzione è sempre tecnicamente d'alto livello, e pur spingendosi raramente al di là di una nitida documentazione dei luoghi ritratti, rivela un gusto sicuro e una competenza tecnica di tutto rispetto.
D'altro canto, i suoi ritratti di contadini siciliani rivelano un'ottica nettamente classista, nella quale è assente la denuncia sociale. I segnali della povertà (come nei bambini luridi, vestiti di cenci stracciati) entrano a far parte d'un generico "pittoresco" turistico, che suscita curiosità e magari sconcerto, ma difficilmente solidarietà umana, in quanto i suoi modelli ostentano un abbrutimento totale, senza dare alcun segnale di tentare almeno di raggiungere una qualche dignità e riscatto. L'atteggiamento di Bruno in questi ritratti è insomma troppo spesso quello della foto-ricordo del visitatore d'uno zoo, e non quello di chi intende documentare ai fini d'una denuncia sociale.

Secondo la testimonianza di un libro uscito nel 1905 risulta che Bruno aveva aperto un negozio di fotografia lungo il Corso Umberto:

« Bruno, Sig. È un fotografo affermato da lungo tempo e molto artistico. È il fotografo della famiglia di Lord Bridport, duca di Bronte, e vende stampe di tutte le superbe fotografie di Maniace e del distretto circostante scattate dall'onorevole A. Nelson Hood, con il generoso permesso del signor Hood. Il suo negozio è in Corso Umberto e i suoi commessi sono persone molto cortesi[2]»
Tomba di Giuseppe Bruno a Taormina.

Bruno e il mercato[modifica]

Giuseppe Bruno: Taormina, chiesa di san Michele e palazzo dei duchi di santo Stefano, 1885 circa.

Una serie d'immagini (riconoscibile come tale per il ripetersi degli stessi modelli) di questo tipo fu scattata nel paesino montano di Limina, in provincia di Messina. Immagini di questa serie, note in passato come esempi della primissima produzione "bozzettistica" di Wilhelm von Gloeden, sono di recente apparse sul mercato con il timbro di Bruno, rendendo possibili due ipotesi: (1) alla morte di Bruno, Gloeden acquistò dagli eredi l'archivio delle negative, commercializzando poi le stampe assieme alle proprie (una prassi che all'epoca, visto il costo e la difficoltà di produzione d'ogni singolo negativo, era comune). (2) Parte delle immagini fu scattata da Gloeden durante l'apprendistato con Bruno, e fu da lui rifotografata e commercializzata a nome proprio quando trasformò l'hobby in professione.
La prima ipotesi è più verosimile, ma al momento attuale nessuna delle due è supportata da alcuna prova.
Certo, le foto di Limina sono estranee alla sensibilità di Gloeden, che al contrario di Bruno cerca di nascondere per quanto può i segni della "materialità", puntando a un'idealizzazione dei suoi modelli non meno classista ma almeno estetizzante, tuttavia questa discrepanza potrebbe essere spiegata proprio con l'influsso di Bruno sul più giovane fotografo (la "messa in posa" era all'epoca spesso concepita come la vera parte "artistica", separata rispetto al "semplice" scatto fotografico, considerato impresa tecnica e non artistica).

Nell'ultima parte della sua vita Bruno si confrontò anche col mercato, con cui si erano già cimentati i suoi due più noti allievi, sia pure con una produzione ridotta, come rivela la rarità delle sue foto conosciute. Alcuni dei suoi ritratti e paesaggi furono addirittura stampati, spesso senza firma, sotto forma di cartolina destinata al nascente turismo di massa.
Purtroppo mancano studi monografici su Giuseppe Bruno, e le sue foto appaiono sul mercato di rado, pertanto non è ancora possibile definire appieno la figura di questo artista, soprattutto per quanto riguarda i suoi rapporti esatti con Gloeden e Crupi, sui quali indubbiamente molto resta ancora da scoprire. È infatti possibile che più d'un "bozzetto" verista di popolano di Gloeden sia in realtà opera di Bruno.

Galleria[modifica]

Giuseppe Bruno: Vecchio taorminese. Cartolina per il turismo di massa

Famiglia contadina a Limina:

Vedute:

Note[modifica]

  1. Giuseppe Vanzella in: Vincenzo Mirisola e Giuseppe Vanzella (a cura di), Sicilia mitica Arcadia. Von Gloeden e la "Scuola" di Taormina, Edizioni gente di fotografia, Palermo 2004, come citato in: All'ombra di Von Gloeden. Giovanni Crupi fotografo a Taormina, Galleria Lanterna Magica, via Goethe 43, Palermo. 8 dicembre 2013 - 31 gennaio 2014.
  2. Douglas Sladen, Sicily, the new winter resort. An encyclopaedia of Sicily, Methuen, London 1908 (prima edizione: 1905), p. 559.

Bibliografia[modifica]

  • Vincenzo Mirisola e Giuseppe Vanzella (a cura di), Sicilia mitica Arcadia. Von Gloeden e la "Scuola" di Taormina, Edizioni gente di fotografia, Palermo 2004, pp. 19-21.
  • Salvatore Pagliaro Borbone, Notizie storiche sulla città di Capizzi, Catania 1904.

Voci correlate[modifica]

Link esterni[modifica]