Differenze tra le versioni di "Carlo Siligato"
(33 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate) | |||
Riga 1: | Riga 1: | ||
Voce a cura di Giovanni Dall'Orto, liberamente modificabile. | Voce a cura di Giovanni Dall'Orto, liberamente modificabile. | ||
− | Carlo Siligato (1875-1959) è stato un pittore di Taormina, ricordato per essere stato il compagno di vita dell'espatriato britannico [[Robert Hawthorn Kitson]] (1873–1947), col quale convisse a [[Casa Cuseni]], la villa-museo fatta costruire a Taormina da Kitson.<br> | + | Carlo Alberto Siligato (20 luglio 1875-1959) è stato un pittore di Taormina, ricordato per essere stato il compagno di vita dell'espatriato britannico [[Robert Hawthorn Kitson]] (1873–1947), col quale convisse a [[Casa Cuseni]], la villa-museo fatta costruire a Taormina da Kitson.<br> |
− | [[File:Taormina - Casa Cuseni - Ritratto di Carlo Siligato.jpg|right| | + | [[File:Taormina - Casa Cuseni - Ritratto di Carlo Siligato 2.jpg|thumb|right|150px|Siligato a Casa Cuseni negli anni Dieci o Venti.]] |
==Vita fino al 1905== | ==Vita fino al 1905== | ||
− | Carlo non era il tipico ragazzo proletario che di solito associamo alle relazioni con i "forestieri" che si stabilirono a Taormina. Al contrario, era | + | Carlo (anzi, "don Carlo", com'era chiamato dai taorminesi) non era il tipico ragazzo proletario che di solito associamo alle relazioni con i "forestieri" che si stabilirono a Taormina. Al contrario, era |
− | {{Quote|"''il figlio d'un capomastro e d'una famiglia proprietaria di hotel, | + | {{Quote|"''il figlio d'un capomastro e d'una famiglia proprietaria di hotel ''<ref>Secondo Dino Papale, (''Taormina segreta. La Belle Epoque 1876-1914'', Edizioni P&M, Messina 1995, p. 37), l'hotel posseduto dai Siligato era il "Naumachie", oggi "Hotel Circe".</ref> ''viveva di reddito fisso derivato da queste fonti. Pertanto si godeva la vita, libera da preoccupazioni, di giovanotto gaudente. Esile e con baffi neri, appare leggero ed elegante nelle prime fotografie al confronto dell'aspetto straordinariamente bello ed eretto, quasi militaresco, di Robert Kitson''"<ref>David Boswell, ''[https://etheses.whiterose.ac.uk/14161/1/261119_vol1.pdf The Kitsons and the arts: a Leeding family in Sicily and the West Riding]'', The University of York, York 1994, vol. 1, p. 108.</ref>.}} |
Siligato s'era diplomato all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dipingendo (com'era costume all'epoca) ad olio, fino a quando l'incontro con Kitson, che prediligeva l'acquarello, lo indusse a preferire anch'egli la stessa tecnica.<br> | Siligato s'era diplomato all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dipingendo (com'era costume all'epoca) ad olio, fino a quando l'incontro con Kitson, che prediligeva l'acquarello, lo indusse a preferire anch'egli la stessa tecnica.<br> | ||
Riga 17: | Riga 17: | ||
==Casa Cuseni (1901-1905)== | ==Casa Cuseni (1901-1905)== | ||
[[Casa Cuseni]] fu costruita fra il 1901 e il 1905, e nell'edificazione ebbe un ruolo di primissimo piano la famiglia di Siligato. Kitson, infatti: | [[Casa Cuseni]] fu costruita fra il 1901 e il 1905, e nell'edificazione ebbe un ruolo di primissimo piano la famiglia di Siligato. Kitson, infatti: | ||
− | {{Quote|"''Lavorò a stretto contatto con alcuni dei più abili artigiani locali e, nel ruolo di costruttore, con un capomastro, Antonino Siligato, padre del suo caro amico. Don Carlo stesso ebbe il ruolo d'intermediario, "spiccia facenne | + | {{Quote|"''Lavorò a stretto contatto con alcuni dei più abili artigiani locali e, nel ruolo di costruttore, con un capomastro, Antonino Siligato, padre del suo caro amico. Don Carlo stesso ebbe il ruolo d'intermediario'', "spiccia facenne"<ref>David Boswell, ''[https://etheses.whiterose.ac.uk/14161/1/261119_vol1.pdf The Kitsons and the arts: a Leeding family in Sicily and the West Riding]'', The University of York, York 1994, vol. 1, p. 110.</ref>.}} |
Dopo la fine del cantiere di Casa Cuseni, Robert Kitson e Carlo Siligato fecero molti viaggi assieme: | Dopo la fine del cantiere di Casa Cuseni, Robert Kitson e Carlo Siligato fecero molti viaggi assieme: | ||
− | {{Quote|''Grande amico di R. Kitson, "fratelli e amici" - li ha definiti il figlio durante l'intervista - proprio con Kitson, tra il 1905 ed il 1910, Siligato visitò molti paesi, tra cui l'Africa'' | + | {{Quote|''Grande amico di R. Kitson, "fratelli e amici" - li ha definiti il figlio durante l'intervista - proprio con Kitson, tra il 1905 ed il 1910, Siligato visitò molti paesi, tra cui'' (sic) ''l'Africa''<ref>Nunzia Giammona, ''Don Carlo, il pittore taorminese amico di Robert Kitson'', "[https://digilander.libero.it/nicknicola/documenti/Jo/numero_1.pdf L'im...piccione viaggiatore]", n. 1, 23 aprile 2002, pp. 10-11.</ref>.}} |
La loro relazione fu comunque discreta, come richiedevano i costumi dell'epoca, anche se i due vivevano assieme.<br> | La loro relazione fu comunque discreta, come richiedevano i costumi dell'epoca, anche se i due vivevano assieme.<br> | ||
Riga 31: | Riga 31: | ||
Prevedibilmente, questa insolita "[[famiglie omogenitoriali|famiglia omogenitoriale]]" ''ante-litteram'' scatenò pettegolezzi: nella memoria locale sopravvive infatti la voce che il bambino fosse stato addirittura "rubato" e tenuto nascosto per non fare scoprire l'atto illegale<ref>''Robert e Carlo vedono un piccolo bimbo, Francesco, egli è solo al mondo, privo dei genitori periti nel terremoto, abbandonato ad un certo e triste destino, nasce in loro due un profondo desiderio di protezione, nasce un desiderio materno e paterno, decidono di prendere quel piccolo bimbo con loro pur sapendo che stanno rischiando moltissimo (!), quello che vogliono fare è una cosa assolutamente impensabile in quel periodo storico, loro sono una coppia omosessuale, quello che stanno per fare è assolutamente proibito (!), ma oramai c'è Francesco nella loro vita, divenendo così, di fatto, la prima famiglia omogenitoriale (con termine più generico, famiglia arcobaleno) nella storia mondiale: da qui la necessità di tenere assolutamente nascosta tutta la vicenda''. Testo da: https://www.flickr.com/photos/33714681@N06/51834774643/ .</ref>.<br> | Prevedibilmente, questa insolita "[[famiglie omogenitoriali|famiglia omogenitoriale]]" ''ante-litteram'' scatenò pettegolezzi: nella memoria locale sopravvive infatti la voce che il bambino fosse stato addirittura "rubato" e tenuto nascosto per non fare scoprire l'atto illegale<ref>''Robert e Carlo vedono un piccolo bimbo, Francesco, egli è solo al mondo, privo dei genitori periti nel terremoto, abbandonato ad un certo e triste destino, nasce in loro due un profondo desiderio di protezione, nasce un desiderio materno e paterno, decidono di prendere quel piccolo bimbo con loro pur sapendo che stanno rischiando moltissimo (!), quello che vogliono fare è una cosa assolutamente impensabile in quel periodo storico, loro sono una coppia omosessuale, quello che stanno per fare è assolutamente proibito (!), ma oramai c'è Francesco nella loro vita, divenendo così, di fatto, la prima famiglia omogenitoriale (con termine più generico, famiglia arcobaleno) nella storia mondiale: da qui la necessità di tenere assolutamente nascosta tutta la vicenda''. Testo da: https://www.flickr.com/photos/33714681@N06/51834774643/ .</ref>.<br> | ||
− | L'attuale proprietario di Casa Cuseni, Francesco Spadaro, sottolinea invece come in realtà la casa fosse stata trasformata | + | L'attuale proprietario di Casa Cuseni, Francesco Spadaro, sottolinea invece come in realtà la casa fosse stata trasformata in ospedale di fortuna per i feriti del terremoto. Semplicemente, in quei giorni in cui le istituzioni d'assistenza erano al collasso, un bambino privo di parenti poteva trovarsi collocato informalmente presso chi si fosse fatto carico della sua assistenza<ref>Comunicazione personale di Francesco Spadaro: "''Immagino che il bimbo (sono mie riflessioni) sia arrivato con i profughi, e che solo successivamente si siano resi conto del fatto che era orfano. In qualche modo il bambino è rimasto qua. In uno dei documenti di Casa Siligato leggo: "''Ho saputo che è nato tuo figlio: voglio restituirti il fucilo che mi hai donato, perché è giusto che adesso lo abbia il tuo vero figlio. Con affetto, tuo nipote''". Lo firma Antonio, ma io penso che si tratti di quel bambino che a casa nostra era chiamato Francesco e che poi, durante la nascita del figlio di Carlo, era in guerra".</ref>.<br> |
+ | |||
+ | Lo storico dell'arte Alfred Barr (1902-1981) diede nel dopoguerra a Daphne Phelps, nipote ed erede di Kitson, un'interpretazione simbolica degli affreschi della sala da pranzo (la "stanza segreta" della villa), eseguiti da Frank Brangwyn (1867-1956), grazie alla quale è stata oggi proposta una lettura forse un po' anacronistica, ma senz'altro suggestiva nel proiettare in un dettaglio del dipinto il desiderio di omogenitorialità di Kitson e Siligato<ref>Così Pancrazio Famà descrive l'affresco: "''Sulla terza parete si assiste alla nascita della famiglia omogenitoriale, entrambi (allegoricamente Carlo e Kitson col bimbo in braccio) sono di profilo, sono in cammino, l'uomo più giovane ha una veste lunga, alla greca, posto sul davanti, accanto a lui, alle sue spalle, il compagno più robusto sostiene in braccio e protegge con dolcezza il piccolo bimbo, quasi a voler risparmiare al compagno la fatica di un lungo ed incerto percorso, vi è nella rappresentazione della famiglia l'idea di un lungo percorso. Infatti l'uomo che regge il bimbo indossa delle calzature pesanti, i loro volti sono carichi di apprensione e preoccupazione: davanti a loro una parete vuota, così volutamente lasciata da Frank Brangwin, poiché il loro futuro è ignoto, davanti hanno un destino pieno di incognite (al tempo stesso, il loro cammino indica l'est, vanno verso il sole nascente: aprendo la grande finestra il sole inonda ogni cosa nella stanza''". Testo da: https://www.flickr.com/photos/33714681@N06/51834774643/ .</ref>. | ||
− | + | ==Fra le due guerre== | |
+ | [[File:Taormina - Casa Cuseni - Ritratto di Carlo Siligato.jpg|right|thumb|280px|Carlo Siligato da vecchio.]] | ||
+ | Nell'elenco dei contribuenti di Taormina del 1924 "Siligato Carlo Alberto" figura come "albergatore" con un reddito di 6000 lire<ref>Ministero delle finanze, ''Imposta sui redditi di ricchezza mobile: elenco dei contribuenti privati possessori di redditi incerti e variabili delle categorie B e C (esclusa la rivalsa). Provincia di Messina'', Libreria dello Stato, Roma dicembre 1924, p. 176. [https://books.google.it/books?id=DqgJ2Q4HLtUC&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=siligato&f=false Online su Google libri]. Nell'elenco successivo, [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=iZ6jFC7lTTgC&dq=%22Imposta+sui+redditi+di+ricchezza+mobile%22.+%22Provincia+di+Messina%22+1930&q=Gloeden#v=onepage&q=siligato&f=false quella del 1930], il suo nome non appare, mentre è presente quello del padre.</ref>. | ||
− | + | Non è ancora chiaro se e quando la relazione con Kitson sia terminata, ma nel 1931 Carlo Siligato risulta infine sposato e padre d'un bambino, Nino Siligato. Ezio Famà racconta che: | |
− | Non è ancora chiaro se e quando la relazione con Kitson | ||
{{Quote|''Carlo Siligato, successivamente, si sposò con Costanza, una sorella della nonna di mio padre, da lei ebbe un figlio, Nino, il quale per tantissimi anni ha vissuto e lavorato come commerciante nella bottega d'arte del padre''<ref>Testo tratto dalla galleria su Flickr che Famà ha dedicato alla storia taorminese: https://www.flickr.com/photos/33714681@N06/51834774643/ . Il post riproduce anche un'immagine della tomba di Siligato a Taormina.</ref>}} | {{Quote|''Carlo Siligato, successivamente, si sposò con Costanza, una sorella della nonna di mio padre, da lei ebbe un figlio, Nino, il quale per tantissimi anni ha vissuto e lavorato come commerciante nella bottega d'arte del padre''<ref>Testo tratto dalla galleria su Flickr che Famà ha dedicato alla storia taorminese: https://www.flickr.com/photos/33714681@N06/51834774643/ . Il post riproduce anche un'immagine della tomba di Siligato a Taormina.</ref>}} | ||
− | Il matrimonio, tardivo e con la figlia della governante di Casa Cuseni, può essere sospettato di avere almeno in parte carattere "di copertura", vista | + | Il matrimonio, tardivo e con la figlia della governante di Casa Cuseni, può peraltro essere sospettato di avere almeno in parte carattere "di copertura", vista [https://www.finanze.gov.it/it/il-dipartimento/fisco-e-storia/i-tributi-nella-storia-ditalia/1927-1943-imposta-sui-celibi/ la guerra dichiarata dal sempre più repressivo regime fascista ai celibi]. Se Kitson, suddito straniero, non preoccupava il regime (che non nutriva la minima ambizione di aumentare la popolazione britannica), per Siligato, suddito italiano, la situazione era invece diversa<ref>A Taormina la moglie di Carlo è ricordata come "la donna che non sorrideva mai". La sua sepoltura non si trova assieme a quella del marito. È quindi lecito sospettare che il matrimonio possa avere attraversato difficoltà. </ref>. |
Nonostante la fine della tolleranza che aveva caratterizzato Taormina mezzo secolo prima, nel 1939 troviamo un atto coraggioso di Siligato, ossia la testimonianza, in quanto artista, a favore di [[Pancrazio Buciunì]] e dell'arte di [[Wilhelm von Gloeden]], [http://www.giovannidallorto.com/gloeden/gloeden1939.html nel processo per "pornografia" intentato dal governo fascista]. | Nonostante la fine della tolleranza che aveva caratterizzato Taormina mezzo secolo prima, nel 1939 troviamo un atto coraggioso di Siligato, ossia la testimonianza, in quanto artista, a favore di [[Pancrazio Buciunì]] e dell'arte di [[Wilhelm von Gloeden]], [http://www.giovannidallorto.com/gloeden/gloeden1939.html nel processo per "pornografia" intentato dal governo fascista]. | ||
− | La morte arrivò nel 1959, | + | Durante la guerra "don Carlo" figura come "in possesso" della casa di Kitson, prudentemente rientrato in patria. Quando però arriva l'ordine di sequestro dell'edificio, in quanto bene d'un suddito nemico, Carlo è preavvisato sottobanco e organizza, nel corso di una sola notte, l'asportazione e il trasferimento di tutta la mobilia antica e delle opere d'arte presso i vicini, che conservano i beni per tutta la guerra, salvandoli. |
+ | |||
+ | ==Il dopoguerra== | ||
+ | Quando Kitson annuncia il ritorno per riprendere possesso della casa (vi morirà nel 1946, dopo appena due notti), i taorminesi restituiscono i beni asportati e gliela fanno ritrovare com'era prima della guerra, nonostante fosse stata occupata e usata dalle truppe tedesche prima e da quelle britanniche poi.<br> | ||
+ | Per un paragone si noti che l'hotel Schuler, parimenti sequestrato e usato dalle truppe britanniche, perdette l'intera suppellettile, fino alle tubature dell'acqua, e l'intero archivio prebellico<ref>Testimonianze orali raccolte dal dott. Spadaro e dal dott. Schuler nell'aprile 2023. Spadaro è figlio della governante e coerede di Daphne Phelps, a sua volta erede di Kitson.</ref>.<br> | ||
+ | Alla morte di Kitson nel 1946, la nipote (figlia della sorella ed erede di Kitson) Daphne Phelps, conscia dell'ingombrante presenza di Carlo, arriva di corsa dall'Inghilterra e ottiene di porre sotto sequestro tutti i beni di Kitson, inclusi quelli "in possesso di don Carlo Siligato". Che peraltro si dimostra cooperativo, anche grazie a un "nipote" (con ogni probabilità il figlio adottivo) che parla inglese e fa da interprete | ||
+ | <ref>Comunicazione orale del dott. Franco Spadaro, 27 aprile 2023.</ref>. | ||
+ | |||
+ | La morte arrivò per "don Carlo" nel 1959, | ||
{{quote|''ma il suo studio, che era originariamente quello di Miss Wallace, un'artista inglese, è rimasto come negozio di souvenir. Suo figlio ha recuperato l'Hotel Naumachie e l'ha ristrutturato in appartamentini turistici, ma le rovine ammuffite del Casinò costruito solo a metà, giù dalla collina, tradiscono ambizioni ben più vaste dei Siligato, che non sono arrivate ad alcun compimento''"<ref>David Boswell, ''[https://etheses.whiterose.ac.uk/14161/1/261119_vol1.pdf The Kitsons and the arts: a Leeding family in Sicily and the West Riding]'', The University of York, York 1994, vol. 1, p. 282.</ref>.}} | {{quote|''ma il suo studio, che era originariamente quello di Miss Wallace, un'artista inglese, è rimasto come negozio di souvenir. Suo figlio ha recuperato l'Hotel Naumachie e l'ha ristrutturato in appartamentini turistici, ma le rovine ammuffite del Casinò costruito solo a metà, giù dalla collina, tradiscono ambizioni ben più vaste dei Siligato, che non sono arrivate ad alcun compimento''"<ref>David Boswell, ''[https://etheses.whiterose.ac.uk/14161/1/261119_vol1.pdf The Kitsons and the arts: a Leeding family in Sicily and the West Riding]'', The University of York, York 1994, vol. 1, p. 282.</ref>.}} | ||
+ | <gallery> | ||
+ | File:Studio di Carlo Siligato.jpg | ||
+ | File:Studio di Carlo Siligato a Taormina - Photo by Giovanni Dall'ìOrto, May 3 2023 1.jpg | ||
+ | File:Studio di Carlo Siligato a Taormina - Photo by Giovanni Dall'ìOrto, May 3 2023 2.jpg | ||
+ | File:Studio di Carlo Siligato a Taormina - Photo by Giovanni Dall'ìOrto, May 3 2023 3.jpg | ||
+ | File:Studio di Carlo Siligato a Taormina - Photo by Giovanni Dall'ìOrto, May 3 2023 4.jpg | ||
+ | </gallery> | ||
− | Siligato è sepolto nel cimitero di Taormina; la sua tomba mostra un medaglione in bronzo che lo ritrae di profilo. | + | Siligato è sepolto nel cimitero di Taormina; la sua tomba, di elegante disegno modernista, mostra un medaglione in bronzo che lo ritrae di profilo. Il figlio Nino (1931-dopo il 2013) è sepolto a poca distanza, assieme al nonno Antonino (1843-1908) e alla moglie<ref>Purtroppo, secondo la testimonianza del nipote di Carlo, il figlio Nino vendette o cestinò l'intero contenuto dell'archivio di Carlo durante la ristrutturazione dell'hotel Naumachie. In effetti la Fondazione Alinari di Firenze possiede, nella scatola delle foto di Gloeden pervenute per acquisto, una cartelletta intitolata "Siligato".</ref>. |
− | |||
==Bibliografia== | ==Bibliografia== | ||
* Nunzia Giammona, ''Don Carlo, il pittore taorminese amico di Robert Kitson'', "[https://digilander.libero.it/nicknicola/documenti/Jo/numero_1.pdf L'im...piccione viaggiatore]", n. 1, 23 aprile 2002, pp. 10-11. (Il link scarica in automatico un .pdf). | * Nunzia Giammona, ''Don Carlo, il pittore taorminese amico di Robert Kitson'', "[https://digilander.libero.it/nicknicola/documenti/Jo/numero_1.pdf L'im...piccione viaggiatore]", n. 1, 23 aprile 2002, pp. 10-11. (Il link scarica in automatico un .pdf). | ||
* David Boswell, ''The Kitsons and the arts: a Leeding family in Sicily and the West Riding'', The University of York, York 1994, Passim. [https://etheses.whiterose.ac.uk/14161/1/261119_vol1.pdf Il .pdf del volume 1 è scaricabile gratuitamente da qui]. | * David Boswell, ''The Kitsons and the arts: a Leeding family in Sicily and the West Riding'', The University of York, York 1994, Passim. [https://etheses.whiterose.ac.uk/14161/1/261119_vol1.pdf Il .pdf del volume 1 è scaricabile gratuitamente da qui]. | ||
+ | |||
+ | [[File:Carlo Siligato - Isola Bella (1927).jpg|center|thumb|300px|Carlo Siligato, ''Isola Bella'' (1927). Acquerello.]] | ||
==Link esterni== | ==Link esterni== |
Versione attuale delle 16:01, 9 giu 2025
Voce a cura di Giovanni Dall'Orto, liberamente modificabile.
Carlo Alberto Siligato (20 luglio 1875-1959) è stato un pittore di Taormina, ricordato per essere stato il compagno di vita dell'espatriato britannico Robert Hawthorn Kitson (1873–1947), col quale convisse a Casa Cuseni, la villa-museo fatta costruire a Taormina da Kitson.
Vita fino al 1905[modifica]
Carlo (anzi, "don Carlo", com'era chiamato dai taorminesi) non era il tipico ragazzo proletario che di solito associamo alle relazioni con i "forestieri" che si stabilirono a Taormina. Al contrario, era
« "il figlio d'un capomastro e d'una famiglia proprietaria di hotel [1] viveva di reddito fisso derivato da queste fonti. Pertanto si godeva la vita, libera da preoccupazioni, di giovanotto gaudente. Esile e con baffi neri, appare leggero ed elegante nelle prime fotografie al confronto dell'aspetto straordinariamente bello ed eretto, quasi militaresco, di Robert Kitson"[2]. » |
Siligato s'era diplomato all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dipingendo (com'era costume all'epoca) ad olio, fino a quando l'incontro con Kitson, che prediligeva l'acquarello, lo indusse a preferire anch'egli la stessa tecnica.
Carlo possedeva uno studio d'arte in via Teatro Greco, la cui insegna può essere vista ancora oggi, nel quale dipingeva, vendeva le sue opere ai turisti e dava lezioni di pittura. Inoltre la Guida-annuario Galàtola - Sicilia orientale, anno I, 1910-1911 lo elenca tra i sei studi fotografici attivi a Taormina in quegli anni, assieme a Gaetano D'Agata, "G. Pinotti" (al medesimo indirizzo), e "W. Von Gloden".
Prima ancora di conoscere Kitson (subito dopo il suo arrivo a Taormina nel 1901) Siligato era anche stato[3], modello di Wilhelm von Gloeden, anzi secondo la memoria orale rimasta a Taormina (ovviamente, non si sa fino a che punto verificabile) sarebbe stato proprio Gloeden a presentare Siligato a Kitson.
Casa Cuseni (1901-1905)[modifica]
Casa Cuseni fu costruita fra il 1901 e il 1905, e nell'edificazione ebbe un ruolo di primissimo piano la famiglia di Siligato. Kitson, infatti:
« "Lavorò a stretto contatto con alcuni dei più abili artigiani locali e, nel ruolo di costruttore, con un capomastro, Antonino Siligato, padre del suo caro amico. Don Carlo stesso ebbe il ruolo d'intermediario, "spiccia facenne"[4]. » |
Dopo la fine del cantiere di Casa Cuseni, Robert Kitson e Carlo Siligato fecero molti viaggi assieme:
« Grande amico di R. Kitson, "fratelli e amici" - li ha definiti il figlio durante l'intervista - proprio con Kitson, tra il 1905 ed il 1910, Siligato visitò molti paesi, tra cui (sic) l'Africa[5]. » |
La loro relazione fu comunque discreta, come richiedevano i costumi dell'epoca, anche se i due vivevano assieme.
Famiglia omogenitoriale (1909)[modifica]
Il 28 dicembre 1908 un terribile terremoto rase al suolo Messina e Reggio Calabria.
Casa Cuseni si trasformò temporaneamente in luogo di cura per i feriti sfollati da Messina (ciò meritò a Kitson una medaglia, che è tuttora conservata a Casa Cuseni).
In quest'occasione la coppia conobbe un bambino rimasto privo di qualsiasi parente, lo accolse in casa e lo fece crescere "come un figlio".
Prevedibilmente, questa insolita "famiglia omogenitoriale" ante-litteram scatenò pettegolezzi: nella memoria locale sopravvive infatti la voce che il bambino fosse stato addirittura "rubato" e tenuto nascosto per non fare scoprire l'atto illegale[6].
L'attuale proprietario di Casa Cuseni, Francesco Spadaro, sottolinea invece come in realtà la casa fosse stata trasformata in ospedale di fortuna per i feriti del terremoto. Semplicemente, in quei giorni in cui le istituzioni d'assistenza erano al collasso, un bambino privo di parenti poteva trovarsi collocato informalmente presso chi si fosse fatto carico della sua assistenza[7].
Lo storico dell'arte Alfred Barr (1902-1981) diede nel dopoguerra a Daphne Phelps, nipote ed erede di Kitson, un'interpretazione simbolica degli affreschi della sala da pranzo (la "stanza segreta" della villa), eseguiti da Frank Brangwyn (1867-1956), grazie alla quale è stata oggi proposta una lettura forse un po' anacronistica, ma senz'altro suggestiva nel proiettare in un dettaglio del dipinto il desiderio di omogenitorialità di Kitson e Siligato[8].
Fra le due guerre[modifica]
Nell'elenco dei contribuenti di Taormina del 1924 "Siligato Carlo Alberto" figura come "albergatore" con un reddito di 6000 lire[9].
Non è ancora chiaro se e quando la relazione con Kitson sia terminata, ma nel 1931 Carlo Siligato risulta infine sposato e padre d'un bambino, Nino Siligato. Ezio Famà racconta che:
« Carlo Siligato, successivamente, si sposò con Costanza, una sorella della nonna di mio padre, da lei ebbe un figlio, Nino, il quale per tantissimi anni ha vissuto e lavorato come commerciante nella bottega d'arte del padre[10] » |
Il matrimonio, tardivo e con la figlia della governante di Casa Cuseni, può peraltro essere sospettato di avere almeno in parte carattere "di copertura", vista la guerra dichiarata dal sempre più repressivo regime fascista ai celibi. Se Kitson, suddito straniero, non preoccupava il regime (che non nutriva la minima ambizione di aumentare la popolazione britannica), per Siligato, suddito italiano, la situazione era invece diversa[11].
Nonostante la fine della tolleranza che aveva caratterizzato Taormina mezzo secolo prima, nel 1939 troviamo un atto coraggioso di Siligato, ossia la testimonianza, in quanto artista, a favore di Pancrazio Buciunì e dell'arte di Wilhelm von Gloeden, nel processo per "pornografia" intentato dal governo fascista.
Durante la guerra "don Carlo" figura come "in possesso" della casa di Kitson, prudentemente rientrato in patria. Quando però arriva l'ordine di sequestro dell'edificio, in quanto bene d'un suddito nemico, Carlo è preavvisato sottobanco e organizza, nel corso di una sola notte, l'asportazione e il trasferimento di tutta la mobilia antica e delle opere d'arte presso i vicini, che conservano i beni per tutta la guerra, salvandoli.
Il dopoguerra[modifica]
Quando Kitson annuncia il ritorno per riprendere possesso della casa (vi morirà nel 1946, dopo appena due notti), i taorminesi restituiscono i beni asportati e gliela fanno ritrovare com'era prima della guerra, nonostante fosse stata occupata e usata dalle truppe tedesche prima e da quelle britanniche poi.
Per un paragone si noti che l'hotel Schuler, parimenti sequestrato e usato dalle truppe britanniche, perdette l'intera suppellettile, fino alle tubature dell'acqua, e l'intero archivio prebellico[12].
Alla morte di Kitson nel 1946, la nipote (figlia della sorella ed erede di Kitson) Daphne Phelps, conscia dell'ingombrante presenza di Carlo, arriva di corsa dall'Inghilterra e ottiene di porre sotto sequestro tutti i beni di Kitson, inclusi quelli "in possesso di don Carlo Siligato". Che peraltro si dimostra cooperativo, anche grazie a un "nipote" (con ogni probabilità il figlio adottivo) che parla inglese e fa da interprete
[13].
La morte arrivò per "don Carlo" nel 1959,
« ma il suo studio, che era originariamente quello di Miss Wallace, un'artista inglese, è rimasto come negozio di souvenir. Suo figlio ha recuperato l'Hotel Naumachie e l'ha ristrutturato in appartamentini turistici, ma le rovine ammuffite del Casinò costruito solo a metà, giù dalla collina, tradiscono ambizioni ben più vaste dei Siligato, che non sono arrivate ad alcun compimento"[14]. » |
Siligato è sepolto nel cimitero di Taormina; la sua tomba, di elegante disegno modernista, mostra un medaglione in bronzo che lo ritrae di profilo. Il figlio Nino (1931-dopo il 2013) è sepolto a poca distanza, assieme al nonno Antonino (1843-1908) e alla moglie[15].
Bibliografia[modifica]
- Nunzia Giammona, Don Carlo, il pittore taorminese amico di Robert Kitson, "L'im...piccione viaggiatore", n. 1, 23 aprile 2002, pp. 10-11. (Il link scarica in automatico un .pdf).
- David Boswell, The Kitsons and the arts: a Leeding family in Sicily and the West Riding, The University of York, York 1994, Passim. Il .pdf del volume 1 è scaricabile gratuitamente da qui.
Link esterni[modifica]
- Le foto di nudo scattate da Gloeden
- Foto della tomba.
- Foto dello studio, che conserva ancora l'insegna.
- L'insegna dello studio.
Note[modifica]
- ↑ Secondo Dino Papale, (Taormina segreta. La Belle Epoque 1876-1914, Edizioni P&M, Messina 1995, p. 37), l'hotel posseduto dai Siligato era il "Naumachie", oggi "Hotel Circe".
- ↑ David Boswell, The Kitsons and the arts: a Leeding family in Sicily and the West Riding, The University of York, York 1994, vol. 1, p. 108.
- ↑ During this same period Von Gloeden was romantically recording the youthful beauty of Kitson's handsome Taorminese lover in portraits and nudes and Brangwyn is known to have painted him during his visit in 1906. Così Charles Leslie, A memoir of Taormina, 1977. Leslie, di solito ben documentato di prima mano, purtroppo qui ha confuso i tempi: poiché nelle foto di Gloeden Carlo dimostra fra i 15 e i 18 anni, i ritratti saranno stati scattati fra il 1890 e il 1893, ossia prima che Carlo andasse a studiare a Venezia e prima che incontrasse Kitson, nel 1901.
- ↑ David Boswell, The Kitsons and the arts: a Leeding family in Sicily and the West Riding, The University of York, York 1994, vol. 1, p. 110.
- ↑ Nunzia Giammona, Don Carlo, il pittore taorminese amico di Robert Kitson, "L'im...piccione viaggiatore", n. 1, 23 aprile 2002, pp. 10-11.
- ↑ Robert e Carlo vedono un piccolo bimbo, Francesco, egli è solo al mondo, privo dei genitori periti nel terremoto, abbandonato ad un certo e triste destino, nasce in loro due un profondo desiderio di protezione, nasce un desiderio materno e paterno, decidono di prendere quel piccolo bimbo con loro pur sapendo che stanno rischiando moltissimo (!), quello che vogliono fare è una cosa assolutamente impensabile in quel periodo storico, loro sono una coppia omosessuale, quello che stanno per fare è assolutamente proibito (!), ma oramai c'è Francesco nella loro vita, divenendo così, di fatto, la prima famiglia omogenitoriale (con termine più generico, famiglia arcobaleno) nella storia mondiale: da qui la necessità di tenere assolutamente nascosta tutta la vicenda. Testo da: https://www.flickr.com/photos/33714681@N06/51834774643/ .
- ↑ Comunicazione personale di Francesco Spadaro: "Immagino che il bimbo (sono mie riflessioni) sia arrivato con i profughi, e che solo successivamente si siano resi conto del fatto che era orfano. In qualche modo il bambino è rimasto qua. In uno dei documenti di Casa Siligato leggo: "Ho saputo che è nato tuo figlio: voglio restituirti il fucilo che mi hai donato, perché è giusto che adesso lo abbia il tuo vero figlio. Con affetto, tuo nipote". Lo firma Antonio, ma io penso che si tratti di quel bambino che a casa nostra era chiamato Francesco e che poi, durante la nascita del figlio di Carlo, era in guerra".
- ↑ Così Pancrazio Famà descrive l'affresco: "Sulla terza parete si assiste alla nascita della famiglia omogenitoriale, entrambi (allegoricamente Carlo e Kitson col bimbo in braccio) sono di profilo, sono in cammino, l'uomo più giovane ha una veste lunga, alla greca, posto sul davanti, accanto a lui, alle sue spalle, il compagno più robusto sostiene in braccio e protegge con dolcezza il piccolo bimbo, quasi a voler risparmiare al compagno la fatica di un lungo ed incerto percorso, vi è nella rappresentazione della famiglia l'idea di un lungo percorso. Infatti l'uomo che regge il bimbo indossa delle calzature pesanti, i loro volti sono carichi di apprensione e preoccupazione: davanti a loro una parete vuota, così volutamente lasciata da Frank Brangwin, poiché il loro futuro è ignoto, davanti hanno un destino pieno di incognite (al tempo stesso, il loro cammino indica l'est, vanno verso il sole nascente: aprendo la grande finestra il sole inonda ogni cosa nella stanza". Testo da: https://www.flickr.com/photos/33714681@N06/51834774643/ .
- ↑ Ministero delle finanze, Imposta sui redditi di ricchezza mobile: elenco dei contribuenti privati possessori di redditi incerti e variabili delle categorie B e C (esclusa la rivalsa). Provincia di Messina, Libreria dello Stato, Roma dicembre 1924, p. 176. Online su Google libri. Nell'elenco successivo, quella del 1930, il suo nome non appare, mentre è presente quello del padre.
- ↑ Testo tratto dalla galleria su Flickr che Famà ha dedicato alla storia taorminese: https://www.flickr.com/photos/33714681@N06/51834774643/ . Il post riproduce anche un'immagine della tomba di Siligato a Taormina.
- ↑ A Taormina la moglie di Carlo è ricordata come "la donna che non sorrideva mai". La sua sepoltura non si trova assieme a quella del marito. È quindi lecito sospettare che il matrimonio possa avere attraversato difficoltà.
- ↑ Testimonianze orali raccolte dal dott. Spadaro e dal dott. Schuler nell'aprile 2023. Spadaro è figlio della governante e coerede di Daphne Phelps, a sua volta erede di Kitson.
- ↑ Comunicazione orale del dott. Franco Spadaro, 27 aprile 2023.
- ↑ David Boswell, The Kitsons and the arts: a Leeding family in Sicily and the West Riding, The University of York, York 1994, vol. 1, p. 282.
- ↑ Purtroppo, secondo la testimonianza del nipote di Carlo, il figlio Nino vendette o cestinò l'intero contenuto dell'archivio di Carlo durante la ristrutturazione dell'hotel Naumachie. In effetti la Fondazione Alinari di Firenze possiede, nella scatola delle foto di Gloeden pervenute per acquisto, una cartelletta intitolata "Siligato".