Modifica di Mariasilvia Spolato

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'''Mariasilvia Spolato''' (Padova, 26 giugno 1935<ref name="consoli">[[Massimo Consoli]], Gayday, 2005, p. 127.</ref> - Bolzano, 31 ottobre 2018<ref>La data di morte è riportata in Luca Fregona, ''Addio a Mariasilvia Spolato, la prima a dire «io amo una donna»''  http://www.altoadige.it/cronaca/bolzano/addio-a-mariasilvia-spolato-la-prima-a-dire-io-amo-una-donna-1.1804407</ref>) è stata un'intellettuale, femminista e attivista [[LGBT]] italiana, è considerata una delle fondatrici del primo movimento LGBT italiano, e la prima lesbica visibile in Italia o meglio: il primo omosessuale italiano (maschio o femmina), visibile come tale.  
 
'''Mariasilvia Spolato''' (Padova, 26 giugno 1935<ref name="consoli">[[Massimo Consoli]], Gayday, 2005, p. 127.</ref> - Bolzano, 31 ottobre 2018<ref>La data di morte è riportata in Luca Fregona, ''Addio a Mariasilvia Spolato, la prima a dire «io amo una donna»''  http://www.altoadige.it/cronaca/bolzano/addio-a-mariasilvia-spolato-la-prima-a-dire-io-amo-una-donna-1.1804407</ref>) è stata un'intellettuale, femminista e attivista [[LGBT]] italiana, è considerata una delle fondatrici del primo movimento LGBT italiano, e la prima lesbica visibile in Italia o meglio: il primo omosessuale italiano (maschio o femmina), visibile come tale.  
  
Probabilmente a causa della sua militanza nel Movimento di liberazione omosessuale venne privata del posto di lavoro come docente di matematica presso un istituto scolastico, cadde in povertà e perse la ragione diventando una barbona che dormiva per strada o nelle stazioni. Passò gli ultimi anni della sua vita in un istituto di accoglienza a Bolzano.
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A causa della sua militanza venne privata del posto di lavoro che aveva presso un istituto scolastico, cadde rapidamente in povertà e perse la ragione. Passò gli ultimi decenni della sua vita presso un istituto di accoglienza a Bolzano.
  
 
==Biografia==
 
==Biografia==
 
[[File:Maria Silvia Spolato 3.jpg|thumb|200px|Una delle ultime foto raffiguranti Mariasilvia Spolato]]
 
[[File:Maria Silvia Spolato 3.jpg|thumb|200px|Una delle ultime foto raffiguranti Mariasilvia Spolato]]
Mariaslvia Spolato nacque il 26 giugno 1935 a [[Padova]], dove si laureò con in scienze matematiche. Successivamente si trasferì a [[Milano]] dove lavorò alla Pirelli. Nel capoluogo meneghino in quel periodo avrebbe potuto venire in contatto con i movimenti del 1968 e quindi avvicinarsi agli ideali della sinistra.  
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Mariaslvia Spolato nacque il 26 giugno 1935 a [[Padova]], dove si laureò con il massimo dei voti in scienze matematiche. Successivamente si trasferì a [[Milano]] per intraprendere la carriera di insegnante; proprio nel capoluogo meneghino prese parte ai movimenti del 1968 che segnarono la sua formazione di attivista.
  
Spolato è tra le fondatrici del movimento di liberazione omosessuale italiano; fa risalire all'estate 1971 una sua visita a Consoli in Olanda, poiché però Consoli ritiene che la visita di Mariasilvia Spolato fosse conseguente ad una lettera da lui inviata a "Men" e pubblicata nel dicembre 1969, sorge il dubbio se l'anno fosse effettivamente il 1971 e non il 1970. Con l'aiuto di [[Massimo Consoli]] in [[Olanda]] raccoglie una notevole quantità di documenti riguardanti i movimenti di liberazione omosessuali che si stavano organizzando nel mondo. Alcuni di questi materiali furono pubblicati a partire dal numero zero nel periodico ''[[Fuori! (rivista)|Fuori!]]'' e una loro selezione scelta e curata da Spolato nell'antologia del 1972 a titolo ''I movimenti omosessuali di liberazione. Documenti, testimonianze e foto della rivoluzione''<ref name="borghi">Liana Borghi, ''Connessioni transatlantiche: lesbismo femminista anni ’60-‘70'' in "Genesis", X/2, anno 2011, pp. 41-64, edizioni Viella. Consultabile  online in formato .pdf [http://www.ilgiardinodeiciliegi.firenze.it/old/nuovosito/attivita/Incontri-seminari/Incontri/anno%202014-2015/Archivio%20Sentimenti/File/Borghi%20Connessioni%20transatlantiche.pdf qui].</ref>.
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Spolato è tra le fondatrici del movimento di liberazione omosessuale italiano: nell'estate del 1971<ref>[[Liliana Borghi]] fa risalire la visita in Olanda all'estate del 1971, tuttavia Consoli pare collegare la visita come conseguenza alla pubblicazione della sua lettera su "Men" nel dicembre 1969: sorge il dubbio se l'anno sia effettivamente il 1971 e non il 1970.</ref> visita [[Massimo Consoli]] in [[Olanda]] e raccoglie col suo aiuto una notevole quantità di documenti riguardanti i movimenti di liberazione omosessuali che si stavano organizzando nel mondo. Alcuni di questi documenti furono pubblicati a partire dal numero zero del periodico ''[[Fuori! (rivista)|Fuori!]]'', e una selezione di essi fu pubblicata nel 1972 col titolo ''I movimenti omosessuali di liberazione. Documenti, testimonianze e foto della rivoluzione''<ref name="borghi">Liana Borghi, ''Connessioni transatlantiche: lesbismo femminista anni ’60-‘70'' in "Genesis", X/2, anno 2011, pp. 41-64, edizioni Viella. Consultabile  online in formato .pdf [http://www.ilgiardinodeiciliegi.firenze.it/old/nuovosito/attivita/Incontri-seminari/Incontri/anno%202014-2015/Archivio%20Sentimenti/File/Borghi%20Connessioni%20transatlantiche.pdf qui].</ref>.
  
La visita di Spolato a Consoli in Olanda sarebbe avvenuta, secondo quanto scrisse Consoli, a seguito dell'appello per la formazione di gruppi di liberazione omosessuale in Italia fatto da Consoli stesso in una lettera pubblicata su ''[[Men]]'' nel 1969 <ref>Si tratta del numero 52 di ''Men'' del 29 dicembre 1969. Episodio citato in Massimo Consoli, ''Independence gay. Alle origini del Gay Pride'', p. 66.</ref>.  
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La visita di Spolato a Consoli in Olanda sarebbe avvenuta, secondo quanto scrisse Consoli, a seguito dell'appello per la formazione di gruppi di liberazione omosessuale in Italia fatto da Consoli stesso in una lettera pubblicata su ''[[Men]]'' nel 1969 <ref>Si tratta del numero 52 di ''Men'' del 29 dicembre 1969. Episodio citato in Massimo Consoli, ''Independence gay. Alle origini del Gay Pride'', p. 66.</ref>. Conseguenza di questo attivismo fu il licenziamento dalla scuola pubblica per [[lesbismo]] di Spolato, che cadde in povertà e a poco a poco, a partire dal 1973, iniziò a vivere per strada. Continuò a frequentare le compagne del collettivo femminista "Pompeo Magno" di Roma, dalle quali ricevette aiuto. Edda Billi, storica femminista del Collettivo Pompeo Magno, ricorda di lei: {{quote|''Mariasilvia era molto attiva e intelligente. Purtroppo molto presto ha iniziato a degenerare mentalmente e a poco a poco si è persa. La ricordo più come amica che come militante, pur sapendo che era molto attiva. La sua caratteristica principale, oltre ad essere intelligente e spiritosa, era anche il suo essere kamikaze in questo suo uscire come lesbica, era per lei un'esigenza fortissima. Senza fissa dimora, si faceva l'abbonamento dei treni per poter passare le notti in un posto dove stare al coperto, quindi era sempre in viaggio''.}}
  
Conseguenza del suo attivismo e della sua visibilità su quotidiani e periodici fu, secondo lei, il licenziamento dalla scuola pubblica per [[lesbismo]]; senza mezzi di sostentamento a partire dal 1973 iniziò a vivere per strada. Continuò a frequentare sporadicamente le compagne del collettivo femminista "Pompeo Magno" di Roma dalle quali ricevette aiuto; Edda Billi, storica femminista del Collettivo Pompeo Magno, ricorda di lei: {{quote|''Mariasilvia era molto attiva e intelligente. Purtroppo molto presto ha iniziato a degenerare mentalmente e a poco a poco si è persa. La ricordo più come amica che come militante, pur sapendo che era molto attiva. La sua caratteristica principale, oltre ad essere intelligente e spiritosa, era anche il suo essere kamikaze in questo suo uscire come lesbica, era per lei un'esigenza fortissima. Senza fissa dimora, si faceva l'abbonamento dei treni per poter passare le notti in un posto dove stare al coperto, quindi era sempre in viaggio''.}}
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Dopo il 1976 Spolato scompare dalla vita anche delle compagne del collettivo femminista. Si hanno di nuovo sue notizie a partire dal 1999 a seguito di un'intervista che esce sulla stampa<ref>Pierangelo Giovanetti, ''Mai più sotto i ponti - Bolzano: una casa per le "clochard"'' in ''Jesus'' n. 6 - giugno 1999, consultabile online su https://www.stpauls.it/jesus00/0699je/0699je46.htm </ref> quando è stata accolta presso "Casa Margherita", una casa di riposo gestita dalla Caritas a Bolzano a seguito di una grave infezione alla gamba. Successivamente viene accolta a Villa Armonia sempre a Bolzano, istituto presso il quale è deceduta il 31 ottobre 2018. Nell'intervista Sposato riferisce: «''Ero stufa di vagabondare. Solo che fino ad oggi non avevo mai avuto la possibilità di smettere, di lasciare alle spalle il passato. E poi, avevo sempre paura di non essere più libera. E io invece voglio essere libera''».
  
Dopo il 1976 Spolato scompare dalla vista anche delle compagne del collettivo femminista. Si hanno di nuovo sue notizie a partire dal 1999 a seguito di un'intervista che esce sulla stampa<ref>Pierangelo Giovanetti, ''Mai più sotto i ponti - Bolzano: una casa per le "clochard"'' in ''Jesus'' n. 6 - giugno 1999, consultabile online su https://www.stpauls.it/jesus00/0699je/0699je46.htm </ref> quando venne accolta presso "Casa Margherita", una casa di riposo gestita dalla Caritas a Bolzano a seguito di una grave infezione alla gamba. Successivamente fu ospitata a Villa Armonia sempre a Bolzano, istituto presso il quale è deceduta il 31 ottobre 2018. Nell'intervista del 1999 Sposato racconta che: «''Ero stufa di vagabondare. Solo che fino ad oggi non avevo mai avuto la possibilità di smettere, di lasciare alle spalle il passato. E poi, avevo sempre paura di non essere più libera. E io invece voglio essere libera''».
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L'oblio che ha circondato la sua figura per molti decenni da parte del movimento LGBT, quello che aveva contribuito pioneristicamente a costruire, è stato interrotto da un gruppo di lesbiche che ha continuato a manifestarle gratitudine e riconoscenza avendo contatti con lei regolarmente per il periodo della degenza presso la casa di riposo. Altre testimonianze riportano però di come fosse difficile intervistarla perché l'istituto di cui era ospite non lo consentiva. Massimo Consoli, tra i fondatori del movimento LGBT italiano, ha più volte ricordato la figura di Spolato, sollecitando un intervento in suo favore<ref>“Da segnalare: Appello di M. Consoli a favore di Mariasilvia Spolato (e non solo), pubblicato su www.fuorispazio.net [non più online] e l'articolo, sempre di Massimo Consoli, ''Chi l'ha Vista?'' di Massimo Consoli su fuoricampo.net blog di cultura lesbica non più online.”</ref>. La notizia della morte, circolata anche all'estero<ref>https://www.thelocal.it/20181109/mariasilvia-spolato-first-italian-woman-lesbian-to-come-out-dies</ref><ref>https://www.pinknews.co.uk/2018/11/10/mariasilvia-spolato-publicly-gay-italy-dies/</ref>, ha infranto l'oblio che per decenni ha caratterizzato la sua figura.
 
 
L'oblio che ha circondato la sua figura per molti decenni da parte del movimento LGBT, quello che Mariasilvia aveva contribuito pioneristicamente a costruire, era stato interrotto da un appello di Massimo Consoli che chiedeva notizie su di lei (''Chi l'ha Vista?'') pubblicato su fuoricampo.net blog di cultura lesbica non più online.”</ref> e da un gruppo di lesbiche che volle manifestarle gratitudine e riconoscenza avendo contatti con lei regolarmente nel periodo in cui viveva nella casa di riposo. La notizia della morte, circolata anche all'estero<ref>https://www.thelocal.it/20181109/mariasilvia-spolato-first-italian-woman-lesbian-to-come-out-dies</ref><ref>https://www.pinknews.co.uk/2018/11/10/mariasilvia-spolato-publicly-gay-italy-dies/</ref> ha fatto rinascere l'interesse per la sua figura.
 
  
 
==Attivismo LGBT==
 
==Attivismo LGBT==
Spolato muove i primi passi da femminista e da attivista nel collettivo femminista di via Pompeo Magno di Roma; lei stessa ricordava che fin dal dicembre 1970 alcune femministe a Roma nell'ambito del Collettivo di via Pompeo Magno prospettano un discorso sull'omosessualità ma si rese subito conto che il femminismo, muovendo ancora i primi passi in Italia, non era sensibile al problema dell'omosessualità <ref>Testimonianza di Mariasilvia Spolato in ''I Movimenti Omosessuali di Liberazione. Documenti, testimonianze e foto della rivoluzione'', p. 117. </ref>. Per questo motivo nell'agosto del 1971 decide di fondare il "Fronte di Liberazione Omossesuale (FLO)"<ref name="barilli>>Gianni Rossi Barilli, ''Il movimento gay in Italia'', Feltrinelli, 1999, p. 48</ref>, movimento poi confluito nel Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano (F.U.O.R.I.).
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Spolato muove i primi passi da femminista e da attivista nel collettivo femminista di via Pompeo Magno di Roma; lei stessa ricordava che fin dal dicembre 1970 alcune femministe a Roma nell'ambito del Collettivo di via Pompeo Magno prospettano un discorso sull'omosessualità, ma si rese subito conto che il femminismo, muovendo ancora i primi passi in Italia, non era sensibile al problema dell'omosessualità<ref>Testimonianza di Mariasilvia Spolato in ''I Movimenti Omosessuali di Liberazione. Documenti, testimonianze e foto della rivoluzione'', p. 117. </ref>, per questo decide di staccarsi e costituire nell'agosto del 1971 il Fronte di Liberazione Omossesuale (FLO)<ref name="barilli>>Gianni Rossi Barilli, ''Il movimento gay in Italia'', Feltrinelli, 1999, p. 48</ref>, movimento poi confluito nel Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano (F.U.O.R.I.).
  
Il neonato FLO prende contatti con il FHAR francese: gli attivisti del futuro [[FUORI!]] e del FLO vengono a conoscenza delle loro reciproche iniziative in un incontro a Parigi organizzato dal FHAR. Gli attivisti del FUORI non conoscevano il FLO perché nessuna testata giornalistica ne aveva dato notizia, e chi militava nel FLO non poteva conoscere il FUORI dal momento che non aveva ancora dato avvio ad alcuna iniziativa pubblica. Dopo l'incontro di Parigi i due gruppi iniziarono a lavorare insieme e la prima assemblea pubblica viene fatta a Roma nell'ottobre 1971 presso la Libreria "Uscita", la seconda riunione viene fatta nel dicembre 1971 presso il Rising Workshop, un locale adibito alla proiezione di VHS. Esce sulla stampa nel dicembre 1971 la notizia di tali attività.
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Il neonato FLO prende contatti con il FHAR francese: gli attivisti del futuro [[FUORI!]] e del FLO prendono conoscenza delle loro iniziative reciproche in un incontro a Parigi organizzato dal FHAR. Gli attivisti del FUORI non conoscevano il FLO perché nessuna testata giornalistica ne aveva dato notizia, e chi militava nel FLO non poteva conoscere il FUORI dal momento che non aveva ancora dato avvio ad alcuna iniziativa pubblica. Dopo l'incontro di Parigi i due gruppi iniziarono a lavorare insieme e la prima assemblea pubblica viene fatta a Roma nell'ottobre 1971 presso la Libreria "Uscita", la seconda riunione viene fatta nel dicembre 1971 presso il Rising Workshop, un locale adibito alla proiezione di VHS. Esce sulla stampa nel dicembre 1971 la notizia di tali attività.
  
Nel 1972 partecipò alla manifestazione dell'8 marzo a Roma dove espresse pubblicamente il suo essere lesbica tramite un cartello che riportava lo slogan "Liberazione omosessuale". Edda Billi, storica femminista del Collettivo di Via Pompeo Magno e amica di Spolato ricorda come Spolato fosse la prima e l'unica lesbica ad esporsi in quella manifestazione, affermando in un'intervista<ref name="intervista">Intervista ad Edda Billi in ricordo di Spolato per i microfoni di Radio Ondarossa andata in onda il 13 novembre 2018, ascoltabile in podcast su http://www.ondarossa.info/redazionali/2018/11/mariasilvia-spolato-pioniera-del</ref> che «lei era dannatamente sola in quella piazza». La fotografia della sua partecipazione alla manifestazione venne pubblicata dal settimanale ''Panorama''<ref> La foto viene pubblicata a pagina 86 di Panorama del numero 310 del 30 marzo 1972 come foto di repertorio a corredo dell'articolo ''La Donna Domani. Intervista con Simone de Beauvoir'' con la seguente didascalia:"Manifestazione a Roma del fronte di liberazione omosessuale. Secondo Simone de Beauvoir anche le omosessuali possono essere utili al movimento femminista</ref> anche se il testo dell'articolo non parlava della manifestazione a cui aveva preso parte Spolato.
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Nel 1972 partecipò alla manifestazione dell'8 marzo a Roma dove espresse pubblicamente il suo essere lesbica tramite un cartello che riportava lo slogan "Liberazione omosessuale". Edda Billi, storica femminista del Collettivo di Via Pompeo Magno e amica di Spolato ricorda come Spolato fosse la prima e l'unica lesbica ad esporsi in quella manifestazione, affermando in un'intervista<ref name="intervista">Intervista ad Edda Billi in ricordo di Spolato per i microfoni di Radio Ondarossa andata in onda il 13 novembre 2018, ascoltabile in podcast su http://www.ondarossa.info/redazionali/2018/11/mariasilvia-spolato-pioniera-del</ref> che «lei era dannatamente sola in quella piazza». La fotografia della sua partecipazione alla manifestazione venne pubblicata dal settimanale ''Panorama''<ref> La foto viene pubblicata a pagina 86 di Panorama del numero 310 del 30 marzo 1972 come foto di repertorio a corredo dell'articolo ''La Donna Domani. Intervista con Simone de Beauvoir''. La foto reca la seguente didascalia:"Manifestazione a Roma del fronte di liberazione omosessuale. Secondo Simone de Beauvoir anche le omosessuali possono essere utili al movimento femminista.</ref> come foto di repertorio in un articolo che non parlava direttamente della manifestazione a cui aveva preso parte Spolato.
  
Nell'aprile del 1972 Spolato è a Sanremo<ref>citata con nome e cognome in un articolo sulle proteste di Sanremo. E.B, ''I gruppuscoli del terzo sesso'', ''Corriere della Sera'', 7 aprile 1972, p. 4.</ref>. Il 1° maggio 1972 partecipa a una manifestazione per il lavoro a Roma in cui per la prima volta il gruppo del FUORI! romano esce allo scoperto nelle vie della propria città<ref name=barilli/> dopo la manifestazione di Sanremo del mese precedente. Prese parte alla manifestazione anche Spolato; lei stessa afferma di aver fatto uno "show personale": «Ho addobbato una pattumiera a pedale in modo da esprimere l'uscita fuori delle lesbiche dal mondo capitalistico borghese. Aprendola, col premere del pedale, si dice FUORI! Con questa e con alcuni fiori di carta variopinti mi sono recata sul luogo della manifestazione. Sono stata accolta da applausi, fotografata e ho dovuto ripetere la scena ad ogni arrivo di persona amica»<ref>''I Movimenti Omosessuali di Liberazione. Documenti, testimonianze e foto della rivoluzione'', Roma, Samonà e Savelli, 1972, p. 121.</ref>.  
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Nell'aprile del 1972 Spolato partecipa alla manifestazione di Sanremo<ref>Spolato viene citata in un articolo sulle proteste di Sanremo. E.B, ''I gruppuscoli del terzo sesso'', ''Corriere della Sera'', 7 aprile 1972, p. 4.</ref>. Il 1° maggio 1972 partecipa a una manifestazione per il lavoro a Roma in cui per la prima volta il gruppo del FUORI! romano esce allo scoperto nelle vie della propria città<ref name=barilli/> dopo la manifestazione di Sanremo del mese precedente. Prese parte alla manifestazione anche Spolato manifestando come lei stessa afferma facendo uno "show personale": «Ho addobbato una pattumiera a pedale in modo da esprimere l'uscita fuori delle lesbiche dal mondo capitalistico borghese. Aprendola, col premere del pedale, si dice FUORI! Con questa e con alcuni fiori di carta variopinti mi sono recata sul luogo della manifestazione. Sono stata accolta da applausi, fotografata e ho dovuto ripetere la scena ad ogni arrivo di persona amica»<ref>''I Movimenti Omosessuali di Liberazione. Documenti, testimonianze e foto della rivoluzione'', Roma, Samonà e Savelli, 1972, p. 121.</ref>.  
  
Il 13 e il 14 maggio 1972 insieme al FUORI! romano Spolato si reca a Parigi a sostenere le femministe impegnate nella "denuncia dei crimini contro la donna". La manifestazione comprende anche un happening delle lesbiche, invitate a denunciare le repressioni subite in quanto donne omosessuali. In questa occasione  Spolato ha la possibilità di far conoscere il FLO e il FUORI! alle/ai francesi distribuendo il manifesto del FLO e il numero zero di FUORI! L'evento si svolge presso la sede del MLF (Mouvement de libération des femmes) a Parigi. Successivamente Spolato, insieme al gruppo del FUORI! di Roma, organizzò il 13 e 14 ottobre 1973 il Primo Congresso di Controinformazione sulla sessualità a Roma.
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Il 13 e il 14 maggio 1972 insieme al FUORI! romano Spolato si reca a Parigi a sostenere le femministe impegnate nella "denuncia dei crimini contro la donna". La manifestazione comprende anche un happening delle lesbiche che sono invitate a denunciare le repressioni subite in quanto donne omosessuali. In tale evento Spolato ha la possibilità di far conoscere il FLO e il FUORI! distribuendo il manifesto del FLO e il numero zero di FUORI! L'evento si svolge presso la sede del MLF (Mouvement de libération des femmes) a Parigi. Spolato, insieme al gruppo del FUORI! di Roma, organizzò il 13 e 14 ottobre 1973 il Primo Congresso di Controinformazione sulla sessualità a Roma.
  
 
==Attivismo nel collettivo femminista Pompeo Magno==
 
==Attivismo nel collettivo femminista Pompeo Magno==
La frizione che esisteva tra movimento femminista e movimento omosessuale all'inizio degli anni Settanta è stata risolta da Spolato con la scelta di partecipare ad entrambi i movimenti e di portare le proprie istanze in entrambi gli spazi di attivismo. Se è vero che nel movimento femminista, ancora agli albori, non trovava spazio sufficiente l'elaborazione della soggettività omosessuale e lesbica, tanto da indurre Spolato a fondare un gruppo indipendente come il FLO e a confluire successivamente nel FUORI!, è altrettanto vero che Spolato denunciò il sessismo dei compagni gay e non abbandonò l'attivismo femminista, rimase infatti sempre legata al Collettivo romano di Via Pompeo Magno.
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La frizione che esisteva tra movimento femminista e movimento omosessuale all'inizio degli anni Settanta è stata risolta da Spolato con la scelta di partecipare ad entrambi i movimenti e di portare le proprie istanze in entrambi gli spazi di attivismo. Se è vero che nel movimento femminista, ancora agli albori, non trovava spazio sufficiente l'elaborazione della soggettività omosessuale e lesbica, tanto da indurre Spolato a fondare un gruppo indipendente come il FLO e a confluire successivamente nel FUORI!, è altrettanto vero che Spolato non abbandonò l'attivismo femminista, rimase infatti sempre legata al Collettivo romano di Via Pompeo Magno.
  
Spolato si impegnò nell'ambito del FUORI a incrementare la partecipazione femminile anche promuovendo al suo interno spazi riservati alle donne come il FUORI DONNA, pur riconoscendo ai collettivi femministi il valore di spazi di socialità lesbica che non potevano essere sostituiti dal FUORI romano, che rimaneva un'ambiente prevalentemente maschile. Alcune testimonianze ricordano come molte lesbiche furono introdotte nel collettivo Pompeo Magno proprio da Spolato dopo averla contattata tramite il FUORI<ref name=intervista/>.
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Spolato si impegnò nell'ambito del FUORI a incrementare la partecipazione femminile anche promuovendo spazi per donne come il FUORI DONNA, pur riconoscendo nel collettivo femminista il valore di uno spazio di socialità lesbica che non poteva essere sostituito dal FUORI romano che rimaneva, suo malgrado, un ambiente prevalentemente maschile. Alcune testimonianze ricordano come molte lesbiche furono introdotte nel collettivo Pompeo Magno proprio da Spolato dopo averla contattata tramite il FUORI<ref name=intervista/>.
  
Simonetta Spinelli, attivista del Collettivo Pompeo Magno, scomparsa nel 2017, ricorda: «Ho conosciuto Mariasilvia da giovanissima, ed ero terrorizzata da lei. Io sapevo che mi piacevano solo le donne, ed ero terrorizzata quando la vedevo perché un mio amico, che poi è sparito, che mi raccontò che quando aveva presentato una sua amica a Mariasilvia, lei l'aveva guardata e aveva detto "tu sei lesbica", l'amica rispose "no, veramente no", e Mariasilvia ribatté "ancora non lo sai ma lo sei!". Io ero terrorizzata all'idea di incontrare questa donna che potesse dire lo stesso a me. Pensavo che sarei potuta morire per strada».
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Simonetta Spinelli, attivista del Collettivo Pompeo Magno, scomparsa nel 2017, ricorda: «Ho conosciuto Mariasilvia da giovanissima, ed ero terrorizzata da lei. Io sapevo che mi piacevano solo le donne, ed terrorizzata quando la vedevo perché un mio amico, che poi è sparito, che mi raccontò che quando aveva presentato una sua amica a Mariasilvia, lei l'aveva guardata e aveva detto "tu sei lesbica", l'amica rispose "no, veramente no", e Mariasilvia ribatté "ancora non lo sai ma lo sei!". Io ero terrorizzata all'idea di incontrare questa donna che potesse dire lo stesso a me. Pensavo che sarei potuta morire per strada».
  
 
==FLO (Fronte di Liberazione Omosessuale)==
 
==FLO (Fronte di Liberazione Omosessuale)==
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Ci opporremo con tutti i mezzi alla violenza attuata dalla società repressiva contro l'amore tra le persone<ref>Ciclostilato inviato in tutta Italia, ad omosessuali e ad eterosessuali simpatizzanti a partire dall'agosto 1971. Riportato in I Movimenti Omosessuali di Liberazione. Documenti, testimonianze e foto della rivoluzione, p. 128.</ref>.}}
 
Ci opporremo con tutti i mezzi alla violenza attuata dalla società repressiva contro l'amore tra le persone<ref>Ciclostilato inviato in tutta Italia, ad omosessuali e ad eterosessuali simpatizzanti a partire dall'agosto 1971. Riportato in I Movimenti Omosessuali di Liberazione. Documenti, testimonianze e foto della rivoluzione, p. 128.</ref>.}}
  
Probabilmente il FLO si trattava di una sigla creata da Spolato per favorire l'aggregazione di altre lesbiche, e forse dietro tale sigla non c'erano altre che lei. Tra il 1973 e il 1974 il FLO fa uscire un bollettino "LIB", settimanale nelle aspirazioni, il cui primo numero è dedicato all'autocoscienza. Si tratta di un giornale ciclostilato e dattiloscritto. Nel bollettino, come ricorda Daniela Danna <ref name="danna">Daniela Danna, Cronache recenti di lesbiche in movimento. Consultabile online su http://www.danieladanna.it/wordpress/wp-content/uploads/2015/08/QV-70-80-90.pdf </ref>, «viene documentato il terrorismo giornalistico con cui è stata data la notizia del ferimento di una donna lesbica a Roma, attribuito al "losco mondo collegato al vizio organizzato" che le lesbiche costituirebbero. La protesta contro la stampa avviene con una manifestazione non autorizzata fuori da un cinema dove si proiettano film sulle donne. Gli slogan sono: "Lesbiche uniamoci", "Donne, impariamo ad amarci tra noi", "No ai ghetti", "Usciamo fuori"».
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Probabilmente il FLO si trattava di una silga creata da Spolato per creare l'aggregazione di altre lesbiche, e forse dietro tale sigla non c'erano altre che lei. Tra il 1973 e il 1974 il FLO fa uscire un bollettino "LIB", settimanale nelle aspirazioni, il cui primo numero è dedicato all'autocoscienza. Si tratta di un giornale ciclostilato e dattiloscritto. Nel bollettino, come ricorda Daniela Danna <ref name="danna">Daniela Danna, Cronache recenti di lesbiche in movimento. Consultabile online su http://www.danieladanna.it/wordpress/wp-content/uploads/2015/08/QV-70-80-90.pdf </ref>, «viene documentato il terrorismo giornalistico con cui è stata data la notizia del ferimento di una donna lesbica a Roma, attribuito al "losco mondo collegato al vizio organizzato" che le lesbiche costituirebbero. La protesta contro la stampa avviene con una manifestazione non autorizzata fuori da un cinema dove si proiettano film sulle donne. Gli slogan sono: "Lesbiche uniamoci", "Donne, impariamo ad amarci tra noi", "No ai ghetti", "Usciamo fuori"».
  
 
Nel 1973 il FLO organizza un dibattito sul tema "L'amore tra donne" in cui gli uomini erano ammessi soltanto se accompagnati<ref name=danna/>, per riflettere sulla scarsa affluenza femminile al FUORI!, e invece si concentra sul rapporto tra sessualità e rivoluzione. II FLO inoltre organizza il 27 e 28 aprile 1974 a Roma, presso la sede del Partito Radicale, insieme con il Movimento di Liberazione della Donna e ad altri gruppi femministi, un congresso sulla sessualità in particolare sulle tematiche della situazione sociale e di classe degli omosessuali, informazione e mass media, legge, e oppressione medica<ref>Resoconto del congresso in ''Poche ma buone'' in FUORI! DONNA n. 13 Estate 1974, p. 46</ref><ref>''Il movimento delle lesbiche in Italia'', p. 26</ref>
 
Nel 1973 il FLO organizza un dibattito sul tema "L'amore tra donne" in cui gli uomini erano ammessi soltanto se accompagnati<ref name=danna/>, per riflettere sulla scarsa affluenza femminile al FUORI!, e invece si concentra sul rapporto tra sessualità e rivoluzione. II FLO inoltre organizza il 27 e 28 aprile 1974 a Roma, presso la sede del Partito Radicale, insieme con il Movimento di Liberazione della Donna e ad altri gruppi femministi, un congresso sulla sessualità in particolare sulle tematiche della situazione sociale e di classe degli omosessuali, informazione e mass media, legge, e oppressione medica<ref>Resoconto del congresso in ''Poche ma buone'' in FUORI! DONNA n. 13 Estate 1974, p. 46</ref><ref>''Il movimento delle lesbiche in Italia'', p. 26</ref>
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==Il licenziamento per lesbismo==
 
==Il licenziamento per lesbismo==
  
[[File:Spolato panorama.jpg|thumb|right|250px|Mariasilvia Spolato alla manifestazione dell'8 marzo 1972 a Roma nella foto pubblicata da Panorama.]]
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[[File:Spolato panorama.jpg|thumb|right|250px|Mariasilvia Spolato alla manifestazione dell'8 marzo 1972 a Roma nella foto pubblicata da Panorama. La foto ha causato il suo licenziamento dalla scuola pubblica per lesbismo.]]
La rivista era allora molto popolare e certo in molti la riconobbero. Denunciò in moltissime occasioni che il suo [[coming out]] come lesbica e il suo attivismo nel movimento femminista e omosessuale le avessero fatto perdere il posto di insegnante di matematica presso l'Istituto Maffeo Pantaleoni di Frascati<ref name=consoli/>. Il Ministero della Pubblica Istruzione, sembra su richiesta di una "buona" famiglia, arrivò a licenziarla per incapacità all'insegnamento anche se, come sostiene anche Myriam Cristallo (sua coetanea e pure lei autrice per il Fuori! benché eterosessuale), in realtà l'avrebbero licenziata per "sospetto lesbismo"<ref name="cristallo">Myriam Cristallo, ''Uscir fuori. Dieci anni di lotte omosessuali in Italia: 1971/1981'', p. 28.</ref>. Spolato fu tra l'altro autrice di un libro di testo pubblicato da Zanichelli nel 1970.<ref>Mariasilvia Spolato, ''Gli insiemi e la matematica: Con 120 esercizi 1969/1972'', Bologna, Zanichelli, 1970.</ref>. Più fonti confermano che il licenziamento fosse avvenuto perché era lesbica<ref name=cristallo/><ref name=consoli/>. Edda Billi ricorda un particolare centrale nella ricostruzione della vicenda:
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Il suo [[coming out]] come lesbica e il suo attivismo nel movimento femminista e omosessuale le fecero perdere il posto di insegnante di matematica presso l'Istituto Maffeo Pantaleoni di Frascati<ref name=consoli/>. Il Ministero della Pubblica Istruzione, su denuncia di una "buona" famiglia, arrivò a licenziarla per incapacità all'insegnamento, ma in realtà fu licenziata per "sospetto lesbismo"<ref name="cristallo">Myriam Cristallo, ''Uscir fuori. Dieci anni di lotte omosessuali in Italia: 1971/1981'', p. 28.</ref>. Spolato fu tra l'altro autrice di un libro di testo pubblicato da Zanichelli nel 1970.<ref>Mariasilvia Spolato, ''Gli insiemi e la matematica: Con 120 esercizi 1969/1972'', Bologna, Zanichelli, 1970.</ref>. Più fonti confermano che il licenziamento sia avvenuto per il fatto che fosse lesbica<ref name=cristallo/><ref name=consoli/>. Edda Billi ricorda un particolare centrale nella ricostruzione della vicenda:
  
 
{{quote|L'avevano cacciata da scuola, e io sono andata con Mariasilvia al Provveditorato in cui abbiamo avuto accesso alla cartella in cui c'era la foto pubblicata su ''Panorama''. Non ricordo con quale scusa Mariasilvia ebbe accesso al suo fascicolo personale, ma ricordo di averla accompagnata.}}
 
{{quote|L'avevano cacciata da scuola, e io sono andata con Mariasilvia al Provveditorato in cui abbiamo avuto accesso alla cartella in cui c'era la foto pubblicata su ''Panorama''. Non ricordo con quale scusa Mariasilvia ebbe accesso al suo fascicolo personale, ma ricordo di averla accompagnata.}}
  
La motivazione ufficiale del licenziamento però non è chiara: alcune si ricordano che il licenziamento avvenne per "indegnità", altre  che la causa fosse lo "scarso rendimento", tuttavia il particolare ricordato da Edda Billi, cioè la presenza nel suo fascicolo della foto pubblicata da Panorama di Spolato con il cartello "Liberazione Omosessuale" è dirimente e rivela che il reale motivo del licenziamento era la sua visibilità in quanto lesbica e attivista femminista.
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Come emerge dall'intervista la motivazione ufficiale del licenziamento non è chiaro: alcuni si ricordano che il licenziamento avvenne per "indegnità", altri per "scarso rendimento", tuttavia il particolare ricordato da Edda Billi, cioè la presenza nel suo fascicolo della foto pubblicata su ''Panorama'' di Spolato con il cartello "Liberazione Omosessuale" chiarisce il reale motivo del licenziamento: la sua visibilità in quanto lesbica e attivista femminista.
  
 
==Attività redazionale==
 
==Attività redazionale==
 
Spolato eseguiva anche servizi fotografici per i bollettini con cui collaborava e scriveva su ''MEN'' e ''ABC''<ref name=cristallo/>.
 
Spolato eseguiva anche servizi fotografici per i bollettini con cui collaborava e scriveva su ''MEN'' e ''ABC''<ref name=cristallo/>.
Mariasivlia Spolato ha fatto parte del primo nucleo di collaboratori della rivista FUORI! insieme con Carlo Sismondi, Francis Padovani, Alfredo Choen, Emma Allais, e Myriam Cristallo e Angelo Pezzana che fondarono la rivista Fuori! nel 1971<ref>Myriam Cristallo, op. cit., p. 27.</ref>. A dicembre del 1971 viene chiuso il numero zero del ''FUORI'' che però viene distribuito a marzo del 1972.
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Mariasivlia Spolato ha fatto parte del primo nucleo di collaboratori della rivista FUORI! insieme con Carlo Sismondi, Francis Padovani, Alfredo Choen, Emma Allais, e Myriam Cristalli e Angelo Pezzana che fondarono la rivista Fuori! nel 1971<ref>Myriam Cristallo, op. cit., p. 27.</ref>. A dicembre del 1971 viene chiuso il numero zero del ''FUORI'' che però viene distribuito a marzo del 1972.
  
 
É stata curatrice di ''Lib'', bollettino settimanale delle Edizioni SEF (Torino) ma ciclostilato in proprio. Si tratta del bollettino del FLO e successivamente del FUORI! di Roma redatto con una certa regolarità tra il 1973 e il 1974<ref>Gianni Rossi Barilli, op. cit., p. 71.</ref>. La redazione di LIB si riuniva vicino Roma a Roccapriora<ref name=cristallo/>. Utilizzava una casella postale di Frascati per l'invio del bollettino e per ricevere la corrispondenza di Lib. Nel 1973 Spolato collaborò alla rivista femminista ''Effe'', impaginando i primi 3 numeri di febbraio, novembre e dicembre 1973. Daniela Colombo ricorda che Spolato, già licenziata per lesbismo, per il periodo della collaborazione con la rivista femminista «viveva in redazione in compagnia di un enorme cane nero», non senza suscitare l'insofferenza delle altre redattrici<ref>Daniela Colombo, ''Ricordando Effe'', http://efferivistafemminista.it/ricordando-effe/ .</ref>.
 
É stata curatrice di ''Lib'', bollettino settimanale delle Edizioni SEF (Torino) ma ciclostilato in proprio. Si tratta del bollettino del FLO e successivamente del FUORI! di Roma redatto con una certa regolarità tra il 1973 e il 1974<ref>Gianni Rossi Barilli, op. cit., p. 71.</ref>. La redazione di LIB si riuniva vicino Roma a Roccapriora<ref name=cristallo/>. Utilizzava una casella postale di Frascati per l'invio del bollettino e per ricevere la corrispondenza di Lib. Nel 1973 Spolato collaborò alla rivista femminista ''Effe'', impaginando i primi 3 numeri di febbraio, novembre e dicembre 1973. Daniela Colombo ricorda che Spolato, già licenziata per lesbismo, per il periodo della collaborazione con la rivista femminista «viveva in redazione in compagnia di un enorme cane nero», non senza suscitare l'insofferenza delle altre redattrici<ref>Daniela Colombo, ''Ricordando Effe'', http://efferivistafemminista.it/ricordando-effe/ .</ref>.

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