Cisgender

Da Wikipink - L'Enciclopedia LGBT+ italiana.
Jump to navigation Jump to search
Voce a cura di Giovanni Dall'Orto, liberamente modificabile.

Nel gergo queer, la parola cisgénder (anche italianizzata in gisgénere) è utilizzata come antonimo (ossia come opposto) di transgender.

Origine

Il termine nasce originariamente in tedesco come "zissexuell" in opposizione a "transsexuell", utilizzando la simmetria fra i prefissi latini "cis-" e "trans-", che indicano rispettivamente "al di qua" e "al di là" di un punto geografico preciso (come per esempio in "cispadano" e "transpadano", "Ciswaal" e "Transwaal", "Cisgiordania" e "Transgiordania", "cisalpino" e "transalpino".
Come autore del conio viene oggi indicato il sessuologo tedesco Volkmar Sigusch, che lo avrebbe usato per primo in un saggio del 1991[1].

L' Oxford English dictionary ne segnala l'apparizione in inglese, già tramutato in cisgender "alla fine degli anni Novanta"[2], ma un suo utilizzo online è già segnalato nel 1994[3].
L' Oxford English dictionary così definisce il significato di "cisgender":

« Designa una persona il cui senso dell'identità personale e il genere corrispondono al suo sesso alla nascita; o a qualcosa relativa a persona di questo tipo"»

Per Wikipedia,

« Il termine cisgenere (in inglese cisgender) indica le persone la cui identità di genere corrisponde al genere e al sesso biologico alla nascita[4]»

Storia

L'antonimo di cisgender, ossia transgender, era già ampiamente in uso in inglese prima del conio di "cisgender", quindi la nascita di un simmetrico per indicare il "non-transgender" era praticamente scontata. Dopo un utilizzo quasi esclusivo all'interno del mondo queer e dell'attivismo trans, "cisgender" è stato popolarizzato fra il grande pubblico nel 2007 dal successo del libro Whipping girl dell'attivista trans Julia Serrano.
Non è stata ancora fatta una ricerca sull'anno della prima attestazione in italiano di "cisgender" e "cisgenere". Il vocabolario Treccani, che non riporta "cisgender" in quanto termine straniero, segnala però l'espandersi del suo derivato "cissessuale" a partire dal 2015 circa, non casualmente in traduzioni dall'inglese americano o in riviste possedute da editori americani (come "Vice")[5]. Quindi è ragionevole datarne la diffusione in italiano grosso a partire dal 2015/2018.
Il prefisso cis-, risignificato per definire "non-transgender", è entrato inoltre a far parte di una serie di neologismi creati dal gergo queer, particolarmente diffusi sui social media e nella generazione più giovane di attivisti LGBTQ. Oltre al già citato "cissessuale" abbiamo infatti l'usatissimo diminutivo "cis", nonché "cisnormativo" e "cisnormatività", o "cissessista" e "cissessimo" ed altri ancora.

Polemiche

In considerazione del carattere estremamente polemico dell dibattito sul cosiddetto "genere", l'uso stesso di questo termine ha scatenato polemiche molto accese.

A favore

Da un lato, i sostenitori del suo uso indicano che questa parola è logica e necessaria in un dibattito sulle persone transgender, così come quando si parla dei problemi e dei diritti delle persone non-udenti è necessario disporre del termine "udenti" per chiarire di chi si sta, di volta in volta, parlando, senza dover ricorrere a termini discriminatori e spesso insultanti, come "normale" o "sano".
In particolare, nel dibattito di lingua inglese s'è diffusa una paraetimologia che fa derivare la simmetria fra "cisgender" e "transgender" non dalla geografia bensì dalla chimica, dove "trans" e "cis" indica due possibili conformazioni di molecole esattamente simmetriche e speculari fra loro. "Cisgender" sarebbe quindi, secondo questa falsa etimologia, solo un termine neutro, designativo, che indica una condizione simmetrica a quella indicata da "transgender".

Questo argomento avrebbe avuto una fondata ragione d'esistere se purtroppo, nel clima surriscaldato dei social media, "cisgender" (più spesso abbreviato in "cis") non fosse rapidamente divenuto un termine ingiurioso, anche in associazione con altri, come "maschio bianco cis" o "cis gay". In questo uso, "cisgender" indica l'individuo non solo non-trasngender, ma anche profondamente transfobico, arroccato su privilegi che la sua condizione di non-trasngender gli dà, che rifiuta di condividere con "la più oppressa minoranza al mondo". L'individuo "cisgender" è cocciutamente arroccato su posizioni patriarcali, trans-escludenti, borghesi, coloniali, razziste. Questo è particolarmente vero se si tratta di una persona omosessuale (dato che la maggioranza delle persone "transgender", una volta fatta la transizione di genere, risulta "omosessuale").

Ovviamente il rifiuto opposto dalle persone "gender critical a identificarsi come "cisgender" è letto qui come un chiaro esempio di "privilegio cis", consentito solo a chi, facendo parte di un gruppo che detiene il potere, può permettersi di negare l'evidenza[6], in quanto così facendo nega e nasconde l'esistenza stessa di tale posizione di privilegio e potere.
Perlopiù, oggi, l'utilizzo del concetto di "cisgender" da parte di una persona indica simpatia per le posizioni filosofiche e politiche queer e dell'attivismo trans.

Contro

Esempio.jpg Dall'altro lato, dopo un breve periodo in cui "cisgender" è stato usato come termine designativo, si è sviluppato un atteggiamento di puro e semplice rifiuto di utilizzarlo[7].
Le obiezioni al suo utilizzo si concentrano su due punti:

  • Il primo è che il concetto di "cisgender" dà per scontato che ogni persona debba necessariamente avere una identità di genere, concetto che la posizione "gender critical rifiuta. Per questa posizione, infatti, il genere è solo una gabbia socialmente costruita, artificiale, imposta dall'esterno, che va distrutta e non certo abbracciata. E chi rifiuta il concetto stesso di genere non può certo possedere un "genere", in accordo o disaccordo col sesso di appartenenza che sia. Quindi essere "cisgender", in questa prospettiva, significa semplicemente aderire ad alcuni stereotipi sociali: niente che possa costituire una "identità".
  • Il secondo è che si tratta di un'identità imposta dall'esterno proprio da chi, ironia della storia, afferma di battersi contro l'"inscatolamento" delle persone in identità preconfezionate e standardizzate. Imporre a forza l'identità di "cisgender" a chi non ci si identifica corrisponde, quindi, a ciò che nel linguaggio queer è definito "misgendering", ossia l'atto di rivolgersi a una persona usando un genere in cui essa non s'identifica. Questa azione è stata battezzata "cisgendering" (in italiano: "cisgenderare").

In generale il pensiero "gender critical" afferma che, nella misura in cui nessun essere umano desidera vivere come l'incarnazione di uno stereotipo imposto dall'esterno, esistono sette miliardi d'identità di genere: una per ogni essere umano, tutte diverse l'una dalle altre. Dunque è impossibile essere "cisgender", ossia essere l'incarnazione di uno stereotipo sociale.

Infine, per quanto riguarda la necessità di una simmetria fra "trans" e "cis", viene obiettato che i due prefissi latini hanno due utilizzi distinti: nel primo indicano una collocazione geografica "al di quà" e "al di là", e quindi presuppongono una simmetria, tuttavia nel secondo indicano un movimento da una cosa a un altra, e in questo caso non presuppongono nessuna simmetria. E questo è proprio il senso originale del termine "trans/sessuale", che indicava una trasformazione, cosa che non presuppone nessun simmetria inversa. "L'inverso di una traduzione (translation) non è una cisduzione (cislation): è il testo originale"[8].

Perlopiù, oggi, il rifiuto di utilizzare il concetto di "cisgender" da parte di una persona indica simpatia per le posizioni filosofiche e politiche "gender critical" ("TERF" per gli avversari).

Meme femminista che invita a non "cisgenderare".

Note

  1. Genevieve Gluck, "Cis" coined by "pedosexual" physician, "4W", 05 Jan 2022.
  2. Katherine Connor Martin, New words notes, June 2015, "Oxford English Dictionary", June 2015.
  3. Avery Dame, Tracing terminology. Researching early uses of "cisgender", "Perspectives in history", May 22, 2017.
  4. Anonimo, Cissessualità, Wikipedia. Versione del 06.01.2022. Si notino due fatti significativi. Primo, l'uso del concetto di "sesso biologico", che sui social media sarebbe immediatamente bandito in quanto transfobico (non esiste un sesso "biologico", il sesso essendo arbitrariamente "attribuito alla nascita"). Secondo, "Wikipedia" possiede solo questa scarna voce di poche righe, non contenendo rimandi a "cisgender" o altre voci d'uso comune sui social media. Ciò palesa come il dibattito che fa uso del termine cisgender sia tipico del mondo dei social media, con scarse ricadute sul resto della realtà italiana.
  5. Anonimo, voce: Cissessuale, VOcabolario Treccani online, 2018.
  6. Aoife Martin,‘Whether John Boyne likes it or not, he is a cis man with cis privilege’, "The Irish Times", 15.04.2019.
  7. Le ragioni del rifiuto sono esposte in gran dettaglio da Cinzia Sciuto, Cisgender sarà lei! Il genere fra identità e stereotipi, "MicroMega", 25.06.2021.
  8. Argomenti presentati sul forum "Mumsnet" nel febbraio 2021 nel thread: "How many women (or men) identify as cisgender?". Quello qui presentata è una sintesi e non una citazione esatta.

Bibliografia