Bugchasing

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Bugchasing (letteralmente: "caccia di bestioline") è un termine slang anglosassone che indica una presunta pratica sessuale in base alla quale alcuni individui praticherebbero sesso non protetto con individui sieropositivi con l'intento deliberato di contrarre il virus dell'Hiv.

Chi pratica il bugchasing cercherebbe quindi persone sieropositive per avere rapporti sessuali non protetti ed effettuare la sieroconversione; i gift givers (donatori) sarebbero invece gli individui sieropositivi che consentono ai bug chasers d'infettarsi col virus dell'Hiv.

I motivi del bugchasing[modifica]

Secondo alcune inchieste giornalistiche che ne hanno parlato, i bugchasers dichiarano diverse motivazioni per la loro scelta: per alcuni il rischio relativo a contrarre il virus dell'Hiv aumenterebbe il desiderio durante l'atto sessuale, anche se questi soggetti dichiarano di non avere necessariamente un vero e proprio desiderio di contrarre il virus [1].

Alcune ricerche dicono che il comportamento potrebbe dipendere da una "resistenza alla morale ed alle norme eterosessuali dominanti" che innescherebbero un meccanismo di difesa negli uomini gay che cercherebbero così tenere lontano la stigmatizzazione ed il rifiuto della società [2]. Può essere quindi il risultato di emarginazione della società eterosessuale, ma anche di quella parte del mondo omosessuale incentrato sul materialismo e sul sesso promiscuo.

Alcuni infine, sempre secondo le inchieste giornalistiche, considerano l'essere infettati come qualcosa di estremamente erotico, l'ultimo tabù, l'estremo atto sessuale rimasto da compiere.

Diverso invece il fenomeno delle coppie discordanti, formate da una persona sieronegativa ed una persona sieropositiva. In quel caso la sieroconversione sarebbe vista come un modo per tenere insieme la coppia perché spesso il partner sieropositivo interrompe il rapporto proprio per paura d'infettare il partner. Ovviamente sfugge quale logica ci sia nel comportamento di chi prima intende lasciare il partner per paura d'infettarlo, e poi invece lo infetta deliberatamente su sua richiesta.

Aspetti psichici[modifica]

Al di là delle motivazioni dichiarate, un comportamento autolesionistico quale il bugchasing può essere spiegato solo come una reazione disfunzionale, provocata da un livello intollerabile d'angoscia in una persona convinta (per sensi di colpa, per odio di sé, per omofobia interiorizzata) della inevitabilità del contagio, e quindi decisa a porre termine all'incertezza e a quella che vive come un'agonia interminabile.
Ciò è emerge perfino dalle inchieste giornalistiche che hanno "creato" il concetto di bugchasing, come quella di Marie Caloz [3], nel corso della quale il bugchasing è stato esplicitamente motivato da un intervistato con il bisogno di "liberarsi dell'ansietà di doversi sempre preoccupare del fatto di prendersi il virus". Un'altra persona nella stessa intervista dichiara di "volere avere il controllo del momento, luogo e metodo della propria morte, in modo da non dover morire da solo". In effetti, la morte è inevitabile, ma quando ci si suicida, ciò avviene scegliendone il momento e la modalità...
Anche Michael Shernoff (p. 169) nota fra le motivazioni la circostanza per cui, dato che alcuni barebacker ritenevano che il contagio fosse inevitabile, invece di vivere nel timore che arrivasse hanno "modificato paradigma" convincendosi che fosse desiderabile.

Aspetti legali[modifica]

In Italia avere un rapporto sessuale con l'intenzione deliberata di contagiare il o la partner espone a una denuncia per lesioni personali, indipendentemente dal fatto che la persona contagiata fosse consenziente o meno al momento del rapporto.

Aspetti politici[modifica]

In Italia la pratica del bugchasing è sconosciuta, se non come pratica del barebacking (nel quale però manca il l'intenzione deliberata d'infettarsi e si riscontra solo la mancanza di precauzioni), ed anche all'estero la sua portata sembra essere stata notevolmente esagerata, al punto che Wikipedia in lingua inglese inizia la voce dedicata al fenomeno definendolo "presunto". Sempre Wikipedia in lingua inglese segnala che l'esistenza stessa dei bugchasers è considerata da alcuni una semplice "leggenda urbana" [4]. E ancora nella stessa voce di en.Wikipedia, gli "studi" citati sono tutti segnalati come privi di fonti e di riferimenti esatti. In effetti, le fonti su cui si basa la voce sono spesso comuni inchieste giornalistiche.

Tra i maggiori sostenitori della sua esistenza troviamo peraltro il Narth, l'associazione religiosa per la cura degli omosessuali, che pubblica o ripubblica sul suo sito numerosi saggi a dimostrazione del fatto che l'omosessualità è una forma di desiderio di morte, contrapposta all'eterosessualità, che è desiderio di vita [5].
Marshall Forstein, direttore dei servizi mentali d'una comunità terapeutica a Boston, al quale un articolo sulla rivista "Rolling stones" [6] aveva fatto dichiarare di vedere con regolarità bugchasers, ha dichiarato che la sua dichiarazione era stata interamente falsificata ("entirely a fabrication") [7]. "Rolling stones" s'è limitata a ribadire che invece era vera, tuttavia Dan Savage ha ribadito l'accusa in un articolo di contestazione a quello di Freeman. [8]

Date queste premesse, è forte il sospetto che quella relativa al "bugchasing" sia almeno in parte l'ennesima leggenda urbana fabbricata per sottolineare la natura psicopatica e suicidale delle persone omosessuali, e non a caso solo loro (infatti alquanto stranamente, dalla pratica del bugchasing le persone eterosessuali sembrerebbero "misteriosamente" immuni).
Pertanto, benché l'esistenza reale di persone con problemi psichiatrici non renda purtroppo impossibile il fatto che alcuni individui abbiano effettivamente comportamenti suicidali ed autolesionistici, esattamente come esistono effettivamente individui che si strappano un occhio o si tagliano un orecchio, arrivare a prospettare come fa Freeman nel suo articolo che i due terzi delle persone omosessuali infettate ogni anno dall'Hiv siano rimaste contagiate intenzionalmente e deliberatamente, risponde più ad un'agenda politica anti-gay che ad effettivi dati scientifici.

Note[modifica]

  1. Crossley, Michelle, 'Resistance' and health promotion, "British Journal of Social Psychology", Vol. 43, 2004, pp. 225–244
  2. >Crossley, Michelle, 'Resistance' and health promotion, "British Journal of Social Psychology", Vol. 43, 2004, pp. 225–244
  3. Caloz, Marie, "Russian Roulette", CBC News Canada, 20 November 2001.
  4. Rousseau, Caryn Bug chasers: Wanting to contract AIDS, "Aiken Standard", 2006
  5. Gerald Schoenewolf, Ph.D., NARTH Advisory Board Member, A psychoanalyst's perspective: AIDS and the death wish.
  6. Gregory A. Freeman, In search of death, "Rolling Stone", 23 gennaio 2003. Freeman, che basa il suo racconto sull'intervista a una persona, anonima, che chiama "Carlos", si è spinto a stimare che circa 10.000 dei 40.000 casi annui di sieroconversione negli Usa fossero causati dal bugchasing all'interno della comunità gay, tuttavia siccome solo il 36% dei nuovi casi di sieroconversione aveva per causa un rapporto omosessuale, ne conseguiva che la grande maggioranza delle infezioni fra omosessuali (il 25% sul 36%) era deliberata.
  7. Bugged out over AIDS story, New York Post, 26 gennaio 2003, p. 10, ed anche: Mnookin, Seth, Is Rolling Stone's HIV story wildly exaggerated?, "Newsweek", 23 gennaio 2003.
  8. Savage, Dan, Savage love: are gay men intentionally contracting Hiv?, "The village voice", 29 gennaio-4 febbraio 2003.

Voci correlate[modifica]

Bibliografia[modifica]