Valdismo e omosessualità

Da Wikipink - L'Enciclopedia LGBT+ italiana.
Jump to navigation Jump to search
Valdesi al Gay pride di Milano nel 2008.

La chiesa valdese nacque nel XII secolo come movimento pauperistico a Lione ma si diffuse anche nel nord Italia. I valdesi furono considerati eretici perché non condividevano alcuni principi della chiesa cattolica, dunque vennero a lungo perseguitati. Solo nel 1848 Carlo Alberto riconobbe loro i diritti civili, ed in questo modo il movimento si diffuse in tutta Italia. Attualmente le chiese valdesi sono diffuse, oltre che in Nord Italia, anche in Svizzera, in Argentina e in Uruguay.

La chiesa valdese si distingue per la sua apertura teologica nei confronti di tematiche come l'aborto, l'eutanasia, il testamento biologico, la ricerca sulle cellule staminali e l'omosessualità.

Posizione nei confronti degli omosessuali[modifica]

I valdesi reclamano l'accoglienza di tutte le diversità (inclusi gli omosessuali), rifacendosi ai versetti di san Paolo:

« Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio. (Epistola ai Romani, 15:7). »
« 26 Perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù. 27 Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. 28 Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. 29 Se siete di Cristo, siete dunque discendenza d'Abraamo, eredi secondo la promessa. (Epistola ai Galati 3:24-26). »

I valdesi dichiarano di avere come obiettivo quello la costruzione di una cultura basata sul rispetto e sull'apertura, e condannano fermamente ogni forma di persecuzione o discriminazione verso gli omosessuali. Inoltre hanno una visione laica dello Stato, dunque sono contrari all'intromissione della chiesa nei riguardi dei diritti e libertà personali delle persone. Promuovono infatti l'uguaglianza sociale e sono a favore del matrimonio omosessuale e delle adozioni.
Ecco come si esprimono alcuni pastori valdesi in un comunicato, commentando il Gay pride di Torino nel 2010:

« Siamo convinti che la Bibbia non sia un codice di leggi, ma ci metta sempre in questione nelle nostre certezze e ci spinga ad amare l'altro e a confrontarci con esso. Per questo riteniamo fondamentale rimanere aperti alle molte, legittime istanze che provengono dal mondo contemporaneo, senza nasconderci i problemi e le ambiguità di ogni atteggiamento umano. In questa situazione, paradossalmente, ci sembra più evangelica la risposta degli organizzatori del Gay pride, aperta al confronto e alla vicinanza, che quella di coloro che tale prossimità rifiutano. Eppure, già nel Nuovo Testamento si parla di due cortei che si incontrano e da questo incontro rinasce la vita. [1] »
Il teologo valdese Paolo Ricca.

Importanti sono da considerare anche le parole del teologo valdese Paolo Ricca, che così si espresse alla domanda se l'omosessualità fosse un peccato:

« Lei mi chiede di dirLe "sinceramente"» se l'omosessualità sia peccato, oppure no. Le dirò "sinceramente" che, secondo me non lo è, anche se so benissimo che la Bibbia lo considera tale. Ma perché la Bibbia considera l'omosessualità un peccato? Perché gli autori biblici ritenevano che l'omosessualità fosse una scelta. Noi oggi sappiamo quello che gli autori biblici non sapevano e neppure lontanamente supponevano, e cioè che l'omosessualità non è una scelta, ma una condizione. E questo cambia tutto il discorso. [2] »

Il metodo con cui la chiesa valdese si approccia alla bibbia è storico-critico: viene rifiutata la traduzione letterale, operata da altre dottrine, come ad esempio il puritanesimo. I passi biblici che condannano l'attività omosessuale vengono cioè contestualizzati all'epoca storica e interpretati in modo diverso.
Ancora la moderatrice delle comunità valdesi e metodiste italiane, Maria Bonafede, difende la posizione liberale della sua chiesa con questo discorso:

« questa accoglienza [delle coppie omosessuali attraverso la benedizione] piena, senza remore e incertezze è biblica al cento per cento: di questo sono pienamente convinta, perché Gesù ha cercato, trovato e accolto chi era escluso, bandito e giudicato dalle forme religiose del suo tempo e dalla società, ha pranzato con coloro che erano reputati pubblici peccatori e peccatrici, ha incontrato, ascoltato gli uomini e le donne che nessuno voleva ascoltare - nemmeno i suoi discepoli - e che tutti giudicavano. [3] »

Matrimonio omosessuale e chiesa valdese[modifica]

Insieme alla chiesa luterana e alla chiesa metodista, la chiesa valdese benedice le unioni omosessuali. Tale apertura risale al 26 agosto 2010, giorno in cui il sinodo valdese riuscì a far approvare con una maggioranza di 105 voti a favore e 9 contrari un ordine che stabiliva l'uguaglianza delle coppie omosessuali:

« <Il sinodo>, esprime con forza la sua convinzione che le parole e la prassi di Gesù, così come esse ci sono testimoniate negli Evangeli, non possono che chiamarci all'accoglienza di ogni esperienza e di ogni scelta improntate all'amore quale dono di Dio, liberamente e consapevolmente vissuto e scelto. Il Sinodo invita pertanto le chiese:

- ad affrontare ed approfondire la riflessione sulla realtà omosessuale ed omoaffettiva all'interno delle chiese stesse e della società, avvalendosi del supporto del materiale prodotto nel corso degli anni da numerosi gruppi di lavoro sul tema e del servizio della rinnovata commissione "Fede e omosessualità";
- (...) ad intraprendere o approfondire la riflessione sulla benedizione delle coppie dello stesso sesso, nel contesto dellìanimazione teologica "Moltiplicare benedizioni" proposta dalla commissione di cui sopra.
Chiede di conseguenza alle chiese che, ove sorelle e fratelli membri della nostra Chiesa o appartenenti ad una Chiesa evangelica richiedano la benedizione di una unione omosessuale si proceda nel cammino di condivisione e testimonianza e, laddove la chiesa locale abbia raggiunto un consenso maturo e rispettoso delle diverse posizioni, essa si senta libera di prendere le decisioni conseguenti, rimanendo in costruttivo contatto con gli appositi organismi. [4] »

La prima benedizione di coppie gay è stata effettuata a Milano dalla pastora valdese Anne Zell, il 26 giugno 2011, in un culto domenicale presieduto dal pastore Giuseppe Platone. Nel suo sermone, Platone chiarì subito che non si trattava di un vero e proprio matrimonio, perché la legislazione italiana non lo riconosceva, bensì di una unione senza effetti civili. Il pastore ha poi aggiunto:

« L'intenzione dei valdesi non è quella di sacralizzare l'omosessualità. Noi prendiamo solo atto di un legame vissuto nella responsabilità e reciprocità. È una cosa bellissima! Mi scandalizza invece l'ipocrisia o quell'acido spirito che si serve delle Scritture per discriminare e oltraggiare: se dovessimo seguire ancora la Bibbia senza tener conto di quando fu scritta, dovremmo praticare ancora la lapidazione dell'adultera [5]»

Prima che la prassi della benedizione delle unioni fosse approvata a livello generale, a titolo individuale già nel 2007 Letizia Tomassone, pastore della chiesa metodista di La Spezia, ne aveva celebrata una, esprimendosi in questo modo:

« Per noi <protestanti> il matrimonio non è un sacramento. Due persone che decidono di iniziare la loro vita insieme chiedono la benedizione di Dio, al di là delle leggi. Nella norma, ciò accade davanti alla comunità. Ma poiché oggi gli omosessuali subiscono una discriminazione, è giusto compensarla anche in privato. [6] »

Critiche contro la chiesa valdese[modifica]

La chiesa valdese è stata fortemente criticata per la sua posizione liberale nei confronti degli omosessuali. L'accusa rivolta ai pastori valdesi è quella di aver legittimato un qualcosa di ripugnante e abominevole agli occhi di Dio. I ragionamenti e i discorsi di apologia di Letizia Tommassone sono stati definiti vani e perversi.
Lucio Malan, senatore di Forza Italia, nonché membro della Chiesa valdese di Luserna San Giovanni, si dichiara indignato dalla decisione dei valdesi di benedire le unioni omosessuali:

« Sono in aperto, radicale e profondissimo dissenso con ciò che sta facendo la Chiesa valdese. In questo momento dal punto di vista dottrinale sta rinnegando quella che è la sua storia e la sua confessione di fede che solo ufficialmente professa, anzi solo teoricamente. [...] Omosessualità: allora incominciamo col dire che in alcuni casi c'è un interesse privato di alcuni, ma quando si sostiene che questa, chiamiamola, opinione è coerente con la Bibbia si fa una forzatura. [...] C'è una deriva che rinnega tutte le radici della nostra storia e delle nostra fede.[7] »
« In ottocento anni di Storia valdese, una cosa simile non s’è mai vista. Tanto da far ritenere che, così com'è, la Chiesa valdese sia finita. [...] È un marasma. Approvando la benedizione alle coppie omosessuali, il Sinodo ha preso una decisione che non gli competeva. L'atto fondativo della Chiesa valdese, approvato nel 1561, dice chiaramente che il fondamento di ogni decisione deve essere la Bibbia, che il Sinodo è sovrano finché resta nell'ambito del "patto integrativo" tra le Chiese, e che non può concedere alcunché senza il consenso di tutte le Chiese. [...] Attenzione a non far dire alla Bibbia quello che vogliamo dica: se partiamo dal principio che ogni tipo di amore è lecito, come potremo condannare comportamenti come l'incesto? Una decisione raffazzonata come quella del Sinodo rischia di aprire una breccia, portando all'estensione verso altri tipi di rapporto.[8] »

Note[modifica]

  1. I responsabili delle chiese valdesi, battiste, luterane e avventiste, Gay Pride a Torino. "Diritti e dignità della persona", "chiesavaldese.org", 12 giugno 2012.
  2. Paolo Ricca, Il peccato e l'omosessualità, "Riforma", 26 gennaio 2007.
  3. Anonimo, "L'accoglienza (con benedizione) alle coppie gay è biblica al 100%". Ne faremo il terzo sacramento?, "Sentieri antichi valdesi", 16 agosto 2011.
  4. Sinodo 2010, Gli atti del sinodo, "www.chiesavaldese.it", [26 agosto 2010].
  5. <Giuseppe Platone>, Predicazione del past. Giuseppe Platone sul testo: I Giovanni 3:18-24. Culto di domenica 26 giugno 2011. Chiesa valdese di Milano. Benedizione dell'unione di vita dei fratelli Ciro e Guido (documento .doc sul sito "http://www.milanovaldese.it").
  6. Vera Schiavazzi, La pastora valdese: «Ho sposato coppie gay. Sono discriminati, così Dio li ricompensa», "Corriere della Sera", 8 febbraio 2007.
  7. Stefano Rizzi, Valdesi e Papa Francesco fanno troppa politica, "Lo spiffero", 25 agosto 2017
  8. Sinodo: che marasma, su "evangelici.net", 3 novembre 2010

Bibliografia[modifica]

  • Materiali di studio. Pagina web che raccoglie i link ai principali documenti scritti nel corso della discussione relativa all'accettazione delle persone omosessuali e delle coppie di persone dello stesso sesso. La maggior parte dei link permette di scaricare documenti in formato .pdf.

Link esterni[modifica]

Voci correlate[modifica]