Utente:Andrea.pizzocaro/Sandbox/Gender theory e teoria del gender

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Recentemente in italiano si è andata ad affermare l’espressione teoria del gender,[1] mentre in inglese l’equivalente gender theory è conosciuto da più tempo. Anche se facilmente il primo termine può essere inteso come la traduzione del secondo, è vero anche che le due espressioni non rinviano allo stesso significato. In inglese gender theory compare in almeno due tipi di discorsi, quello delle scienze come psicologia e sociologia e quello della teoria letteraria statunitense; in italiano invece il termine teoria del gender ha fatto solo di recente una rumorosa (ri)apparizione[2] nei discorsi che possiamo definire neo-reazionari. A questo si deve aggiungere una seconda questione problematica che ruota attorno ai significati dei termini «theory» e «gender». Theory è sia la rappresentazione di un sapere in maniera articolata sia il nome dato ad un tentativo statunitense di post-filosofia, fatto anche coincidere con lo sviluppo più recente della teoria letteraria americana. Gender, dall’altra parte, è sia una categoria analitica grazie alla quale è possibile studiare diversi fenomeni legati all’essere umano quanto, come inteso in Europa dai movimenti no-gender, un’ideologia che promuoverebbe l’“omosessualizzazione” della società e la cancellazione delle differenze sessuali.

Teoria e Theory

Distinguiamo qui due sensi di «theory»: l'uso tradizionale a cui possiamo riferirci tranquillamente con il termine teoria e quello inteso all'interno degli studi letterari angloamericani, per il quale adopriamo la parola Theory, con la t maiuscola come si è soliti fare riferimento. Il senso abituale di theory è quello di teoria dell'evoluzione, teoria della relatività, teoria della letteratura, teoria degli insiemi, ma pure di "teoria" del flogisto, "teoria" del geocentrismo e "teoria" delle scie chimiche. Queste teorie, anche quelle ritenute pseudoscientifiche o assurde, sono degli insiemi di affermazioni riguardanti un determinato argomento (L'evoluzione, le scie chimiche, etc.) espresse in maniera articolata e coerente. In altre parole, sono delle spiegazioni dei fenomeni che si manifestano attorno ai noi, sono delle rappresentazioni di un sapere, di una conoscenza.

La parola teoria deriva dal greco theoria. Nel suo lavoro risalente al 1982,[3][4] la studiosa tedesca Hannelore Rausch, ripercorrendo gli sviluppi del termine theoria, distingue due momenti: un momento pre-filosofico e uno filosofico, cioè prima e dopo i contributi di Platone e di Aristotele. Prima della filosofia, la theoria consisteva in una legazione ossia l’invio di cittadini verso una determinata meta alla volta di uno specifico obiettivo. Ad esempio le feste delie sono un tipo di theoria. Come racconta Tucidide, dopo aver “purgato” la città di Delo, gli ateniesi partivano per questa città per celebrare queste feste ogni cinque anni. Sempre secondo la ricostruzione della Rausch, gli scopi di un theoros (il cittadino inviato in missione) potevano consistere: (1) nella richiesta di un consulto ad uno oracolo; (2) nella partecipazione a giochi, danze e feste in qualità di spettatore; (3) in una missione diplomatica e (4) in un incarico pubblico. Questo senso "prefilosofico" di theoria è rimasto in espressioni come "il politico era seguito da una teoria di collaboratori", dove al posto di teoria si potrebbe usare la parola "processione".

Per soddisfazioni intellettuali, gli esseri umani cercano spesso di dare senso al mondo che li circonda.[5] Anticamente i miti e le leggende conseguivano questo scopo, invece nel mondo moderno e contemporaneo l’uomo si serve di congetture, ipotesi e teorie. Anche se si presentano come sinonimi, una congettura potrebbe essere definita come «un giudizio fondato su indizi o apparenze probabili»,[6] mentre un’ipotesi come «un enunciato che possa essere messo a prova».[7] La differenza risiederebbe tutta nelle intenzioni di chi afferma i due enunciati, nel primo caso chi congettura non ha interesse a vedersi controllare quanto dice, mentre chi ipotizza ritiene fondamentale questo passaggio. Ad esempio nei discorsi di tutti giorni facciamo congetture su quanto ci accade intorno, mentre uno scienziato, sperando in un miglioramento delle condizioni (sue) e umane, pretende un certo grado di serietà nelle proposizioni da lui formulate. Le teorie si situano su latitudini diverse. Una teoria consiste in una rappresentazione di una sapere in maniera articolata, o come avrebbe detto Karl Popper in delle «reti per catturare ciò che chiamiamo “il mondo”».[8]

Gender Theory nei discorsi delle scienze

Gender Theory nei discorsi della Theory

Il gender nei discorsi neo-reazionari

Note

  1. Potrei aggiungere anche in Francia si è cominciato a parlare di theorie du genre e in Germania di Gendertheorie.
  2. Come vedremo il termine era già apparso tempo come traduzione di "gender theory"
  3. Hannelore Rausch (1982) Theoria. Von ihrer sakralen zur philosphischen Bedeutung, Wilhelm Fink Verlag, München, pp. 222.
  4. Il libro della Rausch è possibile consultarlo anche online sul sito della biblioteca statale bavarese.
  5. Alison Jaggar (1993) Feminist framerworks. Alternative theoretical accounts of the relation between women and men, McGrawHill, 3° ed., p. 75.
  6. Vocabolario Treccani online, voce “Congettura”, visito l’ultima volta il 28 novenebre 2017.
  7. Nicola Abbagnano (1971) Dizionario di filosofia, UTET, 2° ed., p. 508.
  8. Karl Popper (2002) The logic of scientific discovery, Routledge, 2° ed., p.37.