Modifica di Wilhelm von Gloeden

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Hermann von Gloeden (di cui sopravvive un ritratto, a lungo creduto a torto del figlio<ref>Cfr. Italo Mussa (a cura di), ''Wilhelm von Gloeden'', Malambrì, Taormina 1980, p. 9, e Wilhelm von Gloeden, ''Amore e arte'', Nino Malambrì, Taormina 1999, p. 28, [https://commons.wikimedia.org/wiki/File:%C2%A7Gloeden._Wilhem_von_(1856-1931)_-_Painted_portrait_of_his_father_as_a_young_man.jpg online qui]</ref>), morì quando Wilhelm aveva solo sei anni, per cui la madre (Charlotte von Gloeden, née Maaßen (1824–1904), già in precedenza vedova d'un precedente matrimonio con un von Ramm, da cui era nata almeno una figlia, Sofia) s'era risposata nel 1864 con il ricco barone Wilhelm Joachim von Hammerstein (1838-1904)<ref>''Gesellschaft von Berlin. Hand- und Adreßbuch für die Gesellschaft von Berlin und Umgebung, Charlottenburg'', [https://digital.zlb.de/viewer/image/34275029_1893_94/209/LOG_0024/ Adolph Hein, Berlin 1889–1893, p. 149].</ref>, 14 anni più giovane di lei, destinato a una carriera di giornalista di estrema destra e antisemita, parlamentare, nonché consigliere e amico del Kaiser. Da questo matrimonio nacquero due figlie, Frida<ref>Frida sopravvisse al fratellastro. Una sua lettera a [[Pancrazio Buciunì]] per chiedergli la copia del testamento di Wilhelm, in cambio della cessione dell'attività di fotografo a Taormina, è conservata fra le carte della Fondazione Alinari di Firenze. Nella lettera si definisce "unica erede" di Wilhelm, quindi per quella data anche Magdalena doveva essere già morta.</ref> e Magdalena von Hammerstein.
 
Hermann von Gloeden (di cui sopravvive un ritratto, a lungo creduto a torto del figlio<ref>Cfr. Italo Mussa (a cura di), ''Wilhelm von Gloeden'', Malambrì, Taormina 1980, p. 9, e Wilhelm von Gloeden, ''Amore e arte'', Nino Malambrì, Taormina 1999, p. 28, [https://commons.wikimedia.org/wiki/File:%C2%A7Gloeden._Wilhem_von_(1856-1931)_-_Painted_portrait_of_his_father_as_a_young_man.jpg online qui]</ref>), morì quando Wilhelm aveva solo sei anni, per cui la madre (Charlotte von Gloeden, née Maaßen (1824–1904), già in precedenza vedova d'un precedente matrimonio con un von Ramm, da cui era nata almeno una figlia, Sofia) s'era risposata nel 1864 con il ricco barone Wilhelm Joachim von Hammerstein (1838-1904)<ref>''Gesellschaft von Berlin. Hand- und Adreßbuch für die Gesellschaft von Berlin und Umgebung, Charlottenburg'', [https://digital.zlb.de/viewer/image/34275029_1893_94/209/LOG_0024/ Adolph Hein, Berlin 1889–1893, p. 149].</ref>, 14 anni più giovane di lei, destinato a una carriera di giornalista di estrema destra e antisemita, parlamentare, nonché consigliere e amico del Kaiser. Da questo matrimonio nacquero due figlie, Frida<ref>Frida sopravvisse al fratellastro. Una sua lettera a [[Pancrazio Buciunì]] per chiedergli la copia del testamento di Wilhelm, in cambio della cessione dell'attività di fotografo a Taormina, è conservata fra le carte della Fondazione Alinari di Firenze. Nella lettera si definisce "unica erede" di Wilhelm, quindi per quella data anche Magdalena doveva essere già morta.</ref> e Magdalena von Hammerstein.
  
Nonostante Wilhelm amasse presentarsi come "barone" o addirittura "conte"<ref>Le recensioni alle prime apparizioni di Gloeden a Londra nel 1893/4 lo nominano quasi unanimemente "Count Gloeden". Ancora nel catalogo d'una mostra collettiva tenuta nel 1906 a New York (American Federation of Photographic Societies, ''Exhibition of pictures consisting of foreign and American work. Exhibit no. 5. Season of 1906'', [https://archive.org/details/federationofphotog00amer online qui], Gloeden si definisce "conte".</ref>: lui né  suo padre appaiono in alcun [https://de.wikipedia.org/wiki/Gloeden_%28Adelsgeschlecht%29 albero genealogico dei von Glöden].<br>   
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È stato osservato in passato che Wilhelm non fu tanto nobile quanto egli pretendeva presentandosi come "barone" o addirittura "conte"<ref>Nel mondo anglosassone, che avendo una tradizione diversa non rispettava molto i titoli nobiliari europei, Gloeden amava farsi passare per conte, un titolo superiore a quello di barone. Le recensioni alle prime apparizioni di Gloeden a Londra nel 1893/4 lo nominano quasi unanimemente "Count Gloeden". Ancora nel catalogo d'una mostra collettiva tenuta nel 1906 a New York (American Federation of Photographic Societies, ''Exhibition of pictures consisting of foreign and American work. Exhibit no. 5. Season of 1906'', [https://archive.org/details/federationofphotog00amer online qui], Gloeden si definisce "conte".</ref>: lui e suo padre non appaiono infatti in alcun [https://de.wikipedia.org/wiki/Gloeden_%28Adelsgeschlecht%29 albero genealogico dei von Glöden].<br>   
 
[[Roger Peyrefitte]] ci fa sapere, [http://www.culturagay.it/recensione/10270 nel suo romanzo biografico su Gloeden], che in effetti la sua famiglia non avrebbe avuto nulla a che spartire con quella antica, e omonima, dei baroni Gloeden: il loro titolo era ''de courtoisie'', ovvero concesso (secondo una tradizione prussiana e anche inglese) in soprannumero rispetto al numero massimo che ogni signore feudale dell'impero tedesco aveva il diritto di concedere<ref>[[Roger Peyrefitte]], ''Eccentrici amori'', Longanesi, Milano 1967, p. 143.</ref>.<br>
 
[[Roger Peyrefitte]] ci fa sapere, [http://www.culturagay.it/recensione/10270 nel suo romanzo biografico su Gloeden], che in effetti la sua famiglia non avrebbe avuto nulla a che spartire con quella antica, e omonima, dei baroni Gloeden: il loro titolo era ''de courtoisie'', ovvero concesso (secondo una tradizione prussiana e anche inglese) in soprannumero rispetto al numero massimo che ogni signore feudale dell'impero tedesco aveva il diritto di concedere<ref>[[Roger Peyrefitte]], ''Eccentrici amori'', Longanesi, Milano 1967, p. 143.</ref>.<br>
Ciononostante l'album delle foto di famiglia di Wilhelm von Gloeden, acquisito dal Comune di Taormina nel 2023, reca sbalzato in copertina proprio lo stemma nobiliare di tale casata, ciò che indica una pretesa di parentela con tale famiglia. Tale debolezza umana smise comunque di avere importanza quando il titolo baronale dei Gloeden si estinse, nel 1885, in Falko von Gloeden (1847-1885), ultimo titolare legittimo e morto senza eredi maschi.
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Quello di "barone della corte degli Hohenzollerns" era dunque un titolo decorativo, onorifico, ma privo di potere effettivo, a differenza di quello del patrigno, discendente dell'aristocrazia baronale degli Hammerstein. Pertanto, benché la famiglia di Gloeden appartenesse senza dubbio alla media borghesia ed era tutt'altro che priva di mezzi, Wilhelm non poteva vantare alcun diritto sul titolo baronale dei von Gloeden. Ciononostante, l'album delle foto di famiglia di Wilhelm von Gloeden, acquisito dal Comune di Taormina nel 2023, reca sbalzato in copertina proprio lo stemma nobiliare di tale casata, il che indica una sua pretesa di parentela con tale famiglia. Tale debolezza umana smise comunque di avere importanza quando il titolo baronale dei Gloeden si estinse, nel 1885, in Falko von Gloeden (1847-1885), ultimo titolare legittimo e morto senza eredi maschi.
  
 
== Vita ==
 
== Vita ==

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