Modifica di Wilhelm von Gloeden

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Gloeden uscì dall'attacco apparentemente indenne, sia per la stima che aveva ormai conseguito in quanto artista, sia grazie a una reazione di tipo omertoso della stampa locale, che accusò con veemenza Bianchi d'essere un forestiero (era toscano) che nulla sapeva della realtà locale, d'essere un settentrionale razzista che intendeva calunniare una bella e sana cittadina, col rischio di causarle un grave danno economico<ref>Su tutto l'episodio si legge oggi: Enrico Oliari, "Catania, 1908: von Gloeden e il commercio di giovani da parte dei tedeschi". In: ''L'omo delinquente. Scandali e delitti gay dall'Unità d'Italia a Giolitti'', Prospettiva editrice, Roma 2006.</ref>.  
 
Gloeden uscì dall'attacco apparentemente indenne, sia per la stima che aveva ormai conseguito in quanto artista, sia grazie a una reazione di tipo omertoso della stampa locale, che accusò con veemenza Bianchi d'essere un forestiero (era toscano) che nulla sapeva della realtà locale, d'essere un settentrionale razzista che intendeva calunniare una bella e sana cittadina, col rischio di causarle un grave danno economico<ref>Su tutto l'episodio si legge oggi: Enrico Oliari, "Catania, 1908: von Gloeden e il commercio di giovani da parte dei tedeschi". In: ''L'omo delinquente. Scandali e delitti gay dall'Unità d'Italia a Giolitti'', Prospettiva editrice, Roma 2006.</ref>.  
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Nonostante all'apparenza la denuncia di Bianchi fosse così caduta nel vuoto, i fatti raccontano una storia diversa: nel catalogo commerciale di Gloeden cessa infatti quasi del tutto l'aggiunta di nuove immagini di nudo che si possono grosso modo a datare a questa fase. Le ultime centinaia di immagini del catalogo sono infatti o paesaggi, o nudi risalenti agli anni precedenti, o (rari) nudi che denunciano una diversa autografia.<ref>Il crollo della produzione è implicitamente confermato anche dalla presenza, fra le ultime centinaia di numeri del catalogo, di lastre molto pesantemente ritoccate, chiaramente "di seconda scelta", come se le circostanze avessero spinto ad accontentarsi di materiale più scadente pur di aggiungere qualche novità.</ref>.<br>
 
Nonostante all'apparenza la denuncia di Bianchi fosse così caduta nel vuoto, i fatti raccontano una storia diversa: nel catalogo commerciale di Gloeden cessa infatti quasi del tutto l'aggiunta di nuove immagini di nudo che si possono grosso modo a datare a questa fase. Le ultime centinaia di immagini del catalogo sono infatti o paesaggi, o nudi risalenti agli anni precedenti, o (rari) nudi che denunciano una diversa autografia.<ref>Il crollo della produzione è implicitamente confermato anche dalla presenza, fra le ultime centinaia di numeri del catalogo, di lastre molto pesantemente ritoccate, chiaramente "di seconda scelta", come se le circostanze avessero spinto ad accontentarsi di materiale più scadente pur di aggiungere qualche novità.</ref>.<br>
 
Il fatto che questa riduzione dell'attività non sia dipesa da una scelta autonoma del fotografo è dimostrato da un opuscolo scoperto da Mario Bolognari, che riporta il testo d'un sermone tenuto in cattedrale (letteralmente a un tiro di sasso dalla casa di Gloeden) [http://www.giovannidallorto.com/gloeden/marziani/marziani.html da don Giovanni Battista Marziani, due settimane dopo l'ultimo articolo di Bianchi], il 14 giugno 1908<ref>Giovanni Battista Marziani, ''Un grido d'allarme. All'indirizzo di tutti i taorminesi. Discorso 14 giugno 1908'', Tipografia S. Giuseppe, Messina 1908. Su questo sermone si veda Bolognari, ''Op. cit.'', pp. 241-245.</ref>. In esso, con un prudenza e una reticenza d'altri tempi, si denunciava la cattiva influenza e il cattivo esempio che alcuni turisti e stranieri potevano avere sulla fibra morale della cittadina.<br>
 
Il fatto che questa riduzione dell'attività non sia dipesa da una scelta autonoma del fotografo è dimostrato da un opuscolo scoperto da Mario Bolognari, che riporta il testo d'un sermone tenuto in cattedrale (letteralmente a un tiro di sasso dalla casa di Gloeden) [http://www.giovannidallorto.com/gloeden/marziani/marziani.html da don Giovanni Battista Marziani, due settimane dopo l'ultimo articolo di Bianchi], il 14 giugno 1908<ref>Giovanni Battista Marziani, ''Un grido d'allarme. All'indirizzo di tutti i taorminesi. Discorso 14 giugno 1908'', Tipografia S. Giuseppe, Messina 1908. Su questo sermone si veda Bolognari, ''Op. cit.'', pp. 241-245.</ref>. In esso, con un prudenza e una reticenza d'altri tempi, si denunciava la cattiva influenza e il cattivo esempio che alcuni turisti e stranieri potevano avere sulla fibra morale della cittadina.<br>
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Gloeden s'era fatto insomma dei nemici, che spaziavano dai clericali ai socialisti, e questo non rimase senza conseguenza. Infatti nel 1910, nel corso di un'ondata moralizzatrice su scala nazionale (ispirata dalle associazioni cattoliche) contro la "cattiva stampa" e la "pornografia", una denuncia alle autorità centrali di polizia segnalava espressamente "Guglielmo von Gloeden" come produttore e venditore di pornografia<ref>La vicenda - è tratteggiata da Luigi Tomassini, ''[http://rivista.aft.it/aftriv/controller.jsp?action=rivista_browse&rivista_id=12&rivista_pagina=65#pag_65 Fotografia, pornografia e polizia in Francia e Italia tra ottocento e novecento]'', "AFT", n. 2, 1985, pp. 46-67, alle pagine 65-67.</ref>. Significativamente, però, le autorità locali di polizia difesero l'operato di Gloeden:
 
Gloeden s'era fatto insomma dei nemici, che spaziavano dai clericali ai socialisti, e questo non rimase senza conseguenza. Infatti nel 1910, nel corso di un'ondata moralizzatrice su scala nazionale (ispirata dalle associazioni cattoliche) contro la "cattiva stampa" e la "pornografia", una denuncia alle autorità centrali di polizia segnalava espressamente "Guglielmo von Gloeden" come produttore e venditore di pornografia<ref>La vicenda - è tratteggiata da Luigi Tomassini, ''[http://rivista.aft.it/aftriv/controller.jsp?action=rivista_browse&rivista_id=12&rivista_pagina=65#pag_65 Fotografia, pornografia e polizia in Francia e Italia tra ottocento e novecento]'', "AFT", n. 2, 1985, pp. 46-67, alle pagine 65-67.</ref>. Significativamente, però, le autorità locali di polizia difesero l'operato di Gloeden:
 
{{quote|''Il prefetto di [[Messina]] rispondeva infatti sottolineando che il v. G. gestiva un gabinetto fotografico «''di gran pregio artistico, essendo stati i suoi lavori premiati in varie esposizioni italiane ed estere''». Il delegato di polizia di [[Taormina]], che era la fonte del prefetto, insinuava che la denunzia contro il fotografo tedesco poteva «''essere effetto della gelosia che egli destava negli altri fotografi, i quali sono meno ricercati e apprezzati di lui...''». L'accorto delegato, faceva capire che non gli era sfuggito il carattere particolare della posizione di v. G., assicurando che «''la vigilanza per la repressione delle sozzure [[omosessuali]]... in Taormina viene continuamente esercitata''» ed inviava ad ogni buon conto una serie di fotografie di v. G., perché la superiore autorità potesse giudicare; sottolineava però che non le aveva sequestrate, non ricorrendo a suo parere gli estremi di reato''<ref>Luigi Tomassini, ''[http://rivista.aft.it/aftriv/controller.jsp?action=rivista_browse&rivista_id=12&rivista_pagina=65#pag_65 Op. cit.]'', p. 66. Tomassini trae queste informazioni dal fascicolo dedicato al caso ora in: Archivio centrale dello Stato, fondo "Polizia Giudiziaria", busta 151.</ref>.}}  
 
{{quote|''Il prefetto di [[Messina]] rispondeva infatti sottolineando che il v. G. gestiva un gabinetto fotografico «''di gran pregio artistico, essendo stati i suoi lavori premiati in varie esposizioni italiane ed estere''». Il delegato di polizia di [[Taormina]], che era la fonte del prefetto, insinuava che la denunzia contro il fotografo tedesco poteva «''essere effetto della gelosia che egli destava negli altri fotografi, i quali sono meno ricercati e apprezzati di lui...''». L'accorto delegato, faceva capire che non gli era sfuggito il carattere particolare della posizione di v. G., assicurando che «''la vigilanza per la repressione delle sozzure [[omosessuali]]... in Taormina viene continuamente esercitata''» ed inviava ad ogni buon conto una serie di fotografie di v. G., perché la superiore autorità potesse giudicare; sottolineava però che non le aveva sequestrate, non ricorrendo a suo parere gli estremi di reato''<ref>Luigi Tomassini, ''[http://rivista.aft.it/aftriv/controller.jsp?action=rivista_browse&rivista_id=12&rivista_pagina=65#pag_65 Op. cit.]'', p. 66. Tomassini trae queste informazioni dal fascicolo dedicato al caso ora in: Archivio centrale dello Stato, fondo "Polizia Giudiziaria", busta 151.</ref>.}}  
La vicenda finì per trascinarsi, in un rimbalzo tra uffici del Ministero di grazia e giustizia a Roma e il Procuratore del re a Messina e viceversa, fino a quando, nel 1914, il Ministero decise di lasciar cadere la segnalazione, avendo deciso che le foto di Gloeden non erano pornografiche. Aggiungendo che inoltre egli non aveva mai posto in vendita le immagini più audaci, facendo mancare così lo scopo di lucro, elemento necessario per l'incriminazione per smercio d'immagini pornografiche.<br>
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La vicenda finì per trascinarsi, in un rimbalzo tra uffici del Ministero di grazia e giustizia a Roma e il Procuratore del re a Messina e viceversa, senza trovare una soluzione che mettesse d'accordo tutti fino al 1914, quando lo scoppio del conflitto mondiale indusse infine a dedicare l'attenzione a pericoli più concreti e immediati, dimenticando così la pratica in qualche cassetto.<br>
  
 
[[File:Gloeden, Wilhelm von (1856-1931) - n. 1409 v.jpg|thumb|right|200px|Retro d'immagine con timbro di Buciunì, datata 1914.]]
 
[[File:Gloeden, Wilhelm von (1856-1931) - n. 1409 v.jpg|thumb|right|200px|Retro d'immagine con timbro di Buciunì, datata 1914.]]
Per uscire dai guai da un lato Gloeden iniziò a muoversi con la massima prudenza: alla già segnalata rarefazione o forse addirittura cessazione della produzione d'immagini di nudo, va aggiunta l'apparizione del nuovo timbro "[[Pancrazio Buciunì]] Moro * W. von Gloeden" sul retro d'immagini gloedeniane, [http://www.wikipink.org/index.php?title=File:Gloeden,_Wilhelm_von_%281856-1931%29_-_n._1409_v.jpg una delle quali porta come data di stampa il 16 maggio 1914]. (In ogni caso, nel 1914 l'annuario ''La Trinacria'' registra il "b.ne Gloeden Guglielmo" tra i quattro fotografi attivi a Taormina<ref>F. Pravatà (cur.), ''La Trinacria. Annuario di Sicilia'', anno XIV, Pravatà, Palermo 1914, p. 787. [https://books.google.it/books?id=p306RHwK2RgC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=Gloeden&f=false Online su Google libri].</ref>.) Ciò mostra che a un momento non ancora precisato la gestione della ditta fu affidata all'assistente di Gloeden, presumibilmente come prestanome o come fiduciario "locale" che mediasse con la parte ostile della cittadinanza.<br>  
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Per uscire dai guai da un lato Gloeden iniziò a muoversi con la massima prudenza: alla già segnalata rarefazione o forse addirittura la cessazione della produzione d'immagini di nudo, va aggiunta l'apparizione del nuovo timbro "[[Pancrazio Buciunì]] Moro * W. von Gloeden" sul retro d'immagini gloedeniane, [http://www.wikipink.org/index.php?title=File:Gloeden,_Wilhelm_von_%281856-1931%29_-_n._1409_v.jpg una delle quali porta come data di stampa il 16 maggio 1914], Ciò mostra che a un momento non ancora precisato la gestione della ditta fu affidata all'assistente di Gloeden, presumibilmente come prestanome o come fiduciario "locale" che mediasse con la parte ostile della cittadinanza.<br>  
 
Dall'altro lato Gloeden contrattaccò, facendo leva sui suoi amici ed alleati locali per una vera e propria campagna di "pubbliche relazioni". Ad esempio, è significativa l'improvvisa pubblicazione nel 1910 d'un rapsodico articolo di Nina Matteucci sul periodico "Varietas"<ref>[http://www.giovannidallorto.com/gloeden/gloeden1910.html Nina Matteucci, ''William (sic) von Gloeden]'', "Varietas" n. 75, luglio 1910, pp. 401-406.</ref>, che costituisce il primo tentativo d'analisi critica dell'opera di Gloeden apparso in Italia, ma soprattutto un'apologia palesemente ispirata (se non commissionata) da Gloeden stesso, che insiste fino alla nausea sul valore artistico e altamente morale della sua produzione.<br>
 
Dall'altro lato Gloeden contrattaccò, facendo leva sui suoi amici ed alleati locali per una vera e propria campagna di "pubbliche relazioni". Ad esempio, è significativa l'improvvisa pubblicazione nel 1910 d'un rapsodico articolo di Nina Matteucci sul periodico "Varietas"<ref>[http://www.giovannidallorto.com/gloeden/gloeden1910.html Nina Matteucci, ''William (sic) von Gloeden]'', "Varietas" n. 75, luglio 1910, pp. 401-406.</ref>, che costituisce il primo tentativo d'analisi critica dell'opera di Gloeden apparso in Italia, ma soprattutto un'apologia palesemente ispirata (se non commissionata) da Gloeden stesso, che insiste fino alla nausea sul valore artistico e altamente morale della sua produzione.<br>
  

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