Caterina Vizzani

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File:Vizzani, Caterina (1718-1743).jpg
Caterina Vizzani vestita da uomo, in una stampa del 1755.

Caterina Vizzani (Roma 1718 o 1719 - Siena, 16 giugno 1743), è stata una passing woman italiana, che visse otto anni della sua breve esistenza in abiti maschili, sotto il nome di Giovanni Bordoni, essendo ritenuta di sesso maschile da tutti i suoi contemporanei. In base agli elementi tramandatici, il suo caso si configura come quello di una persona transessuale f-t-m.

Vita[modifica]

La Vizzani era attratta esclusivamente dalle donne (l'autopsia rivelò che era ancora vergine) ed ostentava un comportamento aggressivamente "maschile", con vanterie e spacconate tanto eccessive da costarle la vita. Morì infatti per le conseguenze di un'archibugiata sparatagli da una guardia inviata al suo inseguimento dopo che era fuggita assieme alla nipote d'un sacerdote, e sua sorella. La memoria del suo caso è stata tramandata dal medico Giovanni Bianchi (Iano Planco, 1693-1775), vivace intellettuale e grande sostenitore dell'osservazione diretta nella ricerca scientifica, che insegnava a Siena quando vi morì, nell'ospedale, Giovanni Bordoni, che Planco aveva avuto modo d'incontrare come servitore d'un suo conoscente. Appreso che Bordoni era in realtà una donna, Bianchi individuò nel comportamento della Vizzani un "problema" bisognoso di spiegazione col solo ausilio dell'indagine scientifica, lasciando completamente da parte le spiegazioni religiose.

L'autopsia aveva permesso di escludere che la Vizzani rientrasse nella categoria degli ermafroditi, che era molto di moda evocare, nella prima metà del XVIII secolo, quando si parlava di comportamenti omosessuali e soprattutto (come in questo caso) transessuali. Gli organi sessuali della Vizzani erano infatti risultati perfettamente conformati. Bianchi si rivolse allora a un tentativo di anamnesi (scoprendo che Caterina veniva da una famiglia rispettabile, il che permetteva di scartare anche la "spiegazione" della "dissolutezza"), interrogando i genitori, originari di Milano ma abitanti a Roma, dove Caterina aveva dato segni della sua inclinazione per le donne fin dall'età dei quattordici anni. A quest'età aveva infatti corteggiato, a quanto pare corrisposta, una coetanea, Margherita, iniziando a vestirsi da uomo per potere uscire di notte di casa e andare a trovarla. La cosa era andata avanti per due anni, fino a che il padre di Margherita aveva minacciato Caterina di denunciarla alle autorità (al di là degli atti lesbici, la cui prosecuzione non era peraltro molto frequente, il travestimento era un reato).

Ebbe così inizio la vita vagabonda della Vizzani, che riuscì a mantenersi come servitore, meritando l'apprezzamento dei suoi datori di lavoro per la sua diligenza nell'eseguire i propri compiti, ma anche il loro biasimo per il corteggiamento ossessivo che riservava alle donne, che diede occasione a qualche problema. Stupisce peraltro il fatto che la famiglia, da quanto è dato a leggere dal resoconto di Bianchi, avesse palesemente accettato la "stranezza" di Caterina, prendendola come il suo (bizzarro) modo di essere, non rompendo mai i ponti con lei ed anzi aiutandola ed assistendola quando la cosa si era rivelata necessaria.

Lo studio di Iano Planco[modifica]

L'opuscolo di Bianchi (purtroppo appesantito dall'ostentazione di "preziose" riesumazioni di parole trecentesche), è palesemente scritto per raccontare un caso clinico ed esporre i nudi fatti, senza lanciarsi in ipotesi avventate, anzi constatando come la spiegazione della natura "ermafrodita" andasse scartata. Quello di Bianchi è pertanto un importante segnale del nascente interesse "scientifico" mirato a capire le cause di comportamenti per i quali la spiegazione morale e religiosa non era più sentita come sufficiente, ma sui quali la medicina non aveva praticamente nulla da dire. Da un punto di vista della storia della scienza la teoria dell'ermafroditismo avrebbe avuto ulteriori sviluppi, grazie al superamento della tesi dell'ermafroditismo fisico (che ripetute osservazioni permisero di smentire), per arrivare a una tesi di un "ermafroditismo della mente" (termine effettivamente attestato nel 1739 parlando dei sodomiti olandesi[1]) che si sarebbe evoluto di lì a poco nella tesi del "terzo sesso".

La novità dell'approccio di Bianchi lo costrinse a stampare "alla macchia" a Firenze (con falsa indicazione di Venezia) dopo che le autorità religiose sia di Firenze che di Venezia gli avevano negato l'imprimatur, ma gli garantì l'attenzione del pubblico straniero (e la messa all'Indice del suo opuscolo). John Cleland tradusse infatti il suo opuscolo nel 1751, non senza aggiungere commenti moralistici e di condanna che modificavano il tono generale dello scritto. Questa traduzione fu ulteriormente tradotta in tedesco su una rivista accademica nel 1755. Nel 2014 il sociologo Marzio Barbagli ha dedicato una lucida monografia (Storia di Caterina, che per ott'anni vestì abiti da uomo) al caso di Caterina Vizzani, a partire dal quale analizza il modo di operare rigorosamente scientifico e sperimentale di Giovanni Bianchi, nonché l'attenzione scientifica del XVIII secolo ai comportamenti omosessuali e alle loro possibili "cause" (specie di tipo anatomico). La monografia di Barbagli discute inoltre sulla presenza e visibilità del lesbismo nel XVIII e XIX secolo.

Note[modifica]

  1. Citato da Leo Boon, "Those damned sodomites: public images of sodomy in the eighteenth century Netherlands", in Kent Gerard and Gert Hekma (curr.), The pursuit of sodomy: male homosexuality in Renaissance and Enlightenment Europe, Harrington Park Press, New York 1989, a p. 246.

Voci correlate[modifica]

Bibliografia[modifica]

  • [Giovanni Bianchi], Breve storia della vita di Catterina Vizzani romana che per ott'anni vestì abito da uomo in qualità di servidore, Occhi, Venezia (ma Firenze) 1744.
  • G. G. Carli, Scritture del dott. G. G. Carli sanese intorno a varie toscane e latine operette del sig. dott. Gio. Paolo Simone Bianchi di Rimini che si fa chiamare Giano Planco, tomo primo, Firenze 1749.
  • [Giovanni Bianchi], An historical and physical dissertation on the case of Catherine Vizzani, containing the adventures of a young woman... who for eight years passed in the habit of a man, Meyer, London 1751.
  • [Giovanni Bianchi], The true history and adventures of Catharine Vizzani, a young gentlewoman a native of Rome, who for many years past in the habit of a man, Reeve, London 1755. Il testo di questa edizione è interamente online sul sito di Rictor Norton.
  • [Giovanni Bianchi], Historische und physikalische Beschreibung des merk-wuerdigen Falles mit Catharina Vizzani, in: "Allgemeines Magazin der Natur, Kunst und Wissenschaftern", V 1755, pp. 101-126.
  • P. Tabarrani, Lettera al sig. dot. Giovanni Bianchi da Rimino, "Atti dell'Accademia delle Scienze di Siena detta de' Fisiocratici", III 1771, pp. 77-128.
  • Paula Findlen, "The anatomy of a lesbian: medicine, pornography, and culture in Eighteenth-century Italy", in: Paula Findlen et all. (curr.), Italy's eighteenth century: gender and culture in the age of the Grand Tour, Stanford University Press, Stanford 2009, pp. 216-250 e 418-430.
  • Marzio Barbagli, Storia di Caterina, che per ott'anni vestì abiti da uomo, Il mulino, Bologna 2014. Alle pagine 167-179 ripubblica l'opuscolo di Bianchi.
  • Clorinda Donato, The life and legend of Catterina Vizzani. Sexual identity, science and sensationalism in eighteenth-century Italy and England, Liverpool University Press, Liverpool 2020. ISBN 9781789622218.

Link esterni[modifica]