Il vestito rosa del mio amico Piero

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Copertina originale di Il vestito rosa del mio amico Piero.

Il vestito rosa del mio amico Piero è un Lp pubblicato nel 1973 (e successivamente ristampato in Cd) dal cantante Gian Pieretti, ed è attualmente considerato come il primo Lp apparso in Italia ad essere interamente dedicato alla tematica omosessuale.

La vicenda[modifica]

L'intero disco è dedicato alla vicenda d'un ragazzo omosessuale, Piero. Poiché le canzoni seguono una logica consequenziale verranno qui di seguito elencate nell'ordine che hanno nel disco.
Come tutti i dischi "di denuncia" di quel periodo anche questo affronta la tematica omosessuale in modo ambivalente. Nel denunciare l'infelicità della condizione omosessuale, infatti, il cantante finisce per calcare la mano e per cadere a tratti nel pietismo, dando l'impressione che la vita dell'omosessuale sia intrinsecamente votata all'infelicità.
Nonostante il movimento di liberazione omosessuale in Italia fosse stato fondato nel 1971, questo Lp non sembra averne percepito la novità, non riuscendo così a parlare anche delle possibilità di felicità che esistono nella vita gay.
Ovviamente non si può negare che questo Lp fotografasse la vita autentica d'un omosessuale di provincia divorato dal senso di colpa, in piena crisi depressiva, sempre sull'orlo dell'esaurimento nervoso. E forse, a distanza di tanti anni, il pregio di questo Lp sta proprio nella restituzione di una condizione di vita all'epoca generalizzata, e priva di alternative.
Un discorso a sé merita infine la musica che, collocandosi nel filone del "rock progressivo", ha meritato a questo album una ristampa su Cd addirittura in Giappone.

Le canzoni[modifica]

Le canzoni presenti nell'Lp sono le seguenti:

00 - "Colloquio". La prima traccia esprime in poche battute la preoccupazione dei familiari per il carattere chiuso e introverso del ragazzo Piero, il personaggio di cui parla tutto l'Lp.

01 - "Meccanica di un'emozione nuova". La traccia è suddiviso in quattro canzoni e un intermezzo:

  • "La famiglia". La canzone parla brevemente del problema di rapporto che l'omosessuale sperimenta con la famiglia. "Voci / in casa mia / anche stasera / stanno parlando / solo di me. Io, / non sentirò/ e nella mia stanza / mi chiuderò. / Mamma, / scusami tanto / se tra i tuoi figli / io sono il solo / da giustificare, / ma / che posso fare / se nel mio corpo / forza non c'è?".
  • "Riflessione". Brevissimo "siparietto" fra un brano e l'altro. Le parole dicono soltanto "Com'è che in questa casa / non telefona nessuno / nemmeno una ragazza / che chieda "del mio uomo"?".
  • "L'amore". Si rivolge a una donna che ha creduto che Piero l'amasse, e non ha capito che l'affetto che costui le aveva dimostrato era solo "una carezza di un ragazzo in un momento di tristezza". E aggiunge: "Tu non ne hai colpa / tu eri bella / eri tu la verità / io ti ho amata da sorella / e tu, non hai capito. / Il profumo sopra la tua pelle / è un profumo uguale al mio / non esiste amore tra sorelle / perché non vuole Dio".
  • "Gli amici". Il coro degli amici afferma, spietato: "Quello lì è una pecora nera / ci fa far qualche brutta figura / fa le cose un po' contro natura, sarà meglio scordarsi di lui".}} E il deprimente Piero constata: {{quote|"Avevo degli amici tanto tempo fa / non hanno capito la mia triste realtà / non avevamo niente da dividere tra noi / i giochi e le ragazze non li ho amati mai. / Altri amici so che troverò / e nuovi giochi io dividerò".
  • "Il lavoro". Anche il lavoro è una catastrofe per Piero: "E come tutti i giorni della settimana / quando chiameranno la segretaria / ci sarà qualcuno che mi guarderà e riderà". Fino a quando Piero non ne potrà più e accennerà infine a un timidissimo gesto di ribellione: "Ma ieri io non ne potevo più / e quando il direttore si affacciò: / "La segretaria venga qui da me" / e sono andato io!".

02 - "Come il volo di un'allodola". Una canzone molto vicina per tono e musica a certe di Renato Zero: "Camminare in questo mondo non è facile / se tu sei diverso gli altri non capiscono. / Io non so come farò a difendermi / se è importante dimostrare chi non sei".

03 - "A est del sole e ovest della luna". Pausa poetica nella quale l'autore cerca di esprimere la sensazioni che prova il suo personaggio per mezzo di un linguaggio a metaforico, a tratti un po' oscuro: "Sopporto in silenzio, io vivo per me / voglio essere quello che sono / a est del sole, a ovest della luna. // Corpo da uomo cosa farai? / voglia di fare male non hai. / Giostra nel tempo, gira però / tu stai soffrendo un po'".

04 - "Il vestito rosa del mio amico Piero". Il brano che dà il titolo all'Lp: "Guardo il mio vestito rosa / e penso che più tardi/ io me lo metterò. / Fuori sta già venendo buio: / nell'ombra della sera / io mi nasconderò. / Sento che forse non è giusto / nascondersi per questo / ma la gente non saprà mai / com'è grande il dolore che mi dà. / (...) / forse nel buio il suo colore / non si potrà vedere / e la gente non saprà mai / com'è grande la mia felicità". Ed è la prima ed unica volta che la parola "felicità" è nominata nel disco.

05 - "Troppo grande la fatica". Riflessione sul senso della vita compiuta da un omosessuale in preda ad autentica disperazione: "Io lavoro tutti i giorni in un grande magazzino / ho giocato con le bambole / fin da quando ero bambino. // Amo un uomo molto bello / ma non gliene importa niente / io lo copro di regali / ma lo faccio inutilmente /. Troppo grande è la fatica / come è stupida la vita".
Questa canzone esprime compiutamente la difficoltà incontrata dal cantante nel trovare un tono che da un lato non lo esponesse al linciaggio (anche se l'Lp fu comunque boicottato e venne distribuito unicamente nei circuiti alternativi) e dall'altro non "esagerasse" con la simpatia verso la condizione umana della persona di cui parla. Ne esce un quadro della condizione omosessuale scoraggiante non solo per l'oppressione sociale (che pure viene qui, giustamente, denunciata), ma anche perché priva di qualsiasi alternativa. Alla denuncia non fa seguito la prospettiva di riscatto.
Basterà notare che in tutto l'Lp la prospettiva di un amore ricambiato non appare mai fra le opzioni disponibili alla persona omosessuale, e questa assenza non è palesemente attribuibile alla società, ma solo alla condizione omosessuale in quanto tale.

06 - "Fine". L'autore ci tiene a farci sapere (parlando con sottofondo musicale) che "questo disco non è un'invenzione. Piero esiste: l'ho conosciuto a otto anni alle elementari, e l'ho rivisto dopo venti. Mi ha parlato di questo suo problema, e così, come me ne ha parlato, io ho scritto".

Bibliografia[modifica]

  • LP: Il vestito rosa del mio amico Piero, 1973 (Dischi Ricordi, SMRL 6112)
  • CD: Il vestito rosa del mio amico Piero, Demand CDSMRL 6112

Collegamenti esterni[modifica]