Triangolo rosa

Da Wikipink - L'enciclopedia LGBT italiana.
Jump to navigation Jump to search
Triangolo rosa.

Il triangolo rosa (in tedesco, rosa Winkel) era il marchio, di stoffa, che veniva cucito sulla divisa degli internati per omosessualità, in base al paragrafo 175, nei campi di concentramento nazisti.
Il colore rosa era stato ovviamente scelto per scherno nei confronti di chi era giudicato intrinsecamente effeminato: alle (relativamente poche) lesbiche internate di cui si ha notizia fu imposto invece il triangolo nero delle "asociali".

Significati di "triangolo rosa"

In base a tale uso, era definita "triangolo rosa" ogni persona omosessuale internata come tale nei lager nazisti. Questo uso è stato ripreso oggi dalla storiografia che studia il fenomeno.
Dopo la nascita del movimento di liberazione omosessuale il triangolo rosa è stato rivendicato e riutilizzato, in gesto di sfida, da parte del movimento gay, diventando un simbolo politico gay, secondo per diffusione solo alla bandiera arcobaleno.
In una variante di tale uso politico, in particolare da parte del gruppo Act Up, il triangolo è stato invertito e la punta è stata girata verso l'alto anziché verso il basso, a significare il ribaltamento della simbologia omofoba.

Galleria fotografica

Bibliografia

  • Gad Beck, Dietro il vetro sottile: memorie di un ebreo omosessuale nella Berlino nazista (a c. di Frank Heibert), Einaudi, Torino 2010.
  • Circolo Pink (a cura di), Le ragioni di un silenzio. La persecuzione degli omosessuali durante il nazismo e il fascismo, Ombre corte, Verona 2002.
  • Massimo Consoli, Homocaust. Il nazismo e la persecuzione degli omosessuali, Kaos, Milano 1991. Lo studio più corposo fra quelli apparsi in lingua italiana.
  • Giovanni Dall'Orto, Il paradosso del razzismo fascista verso l'omosessualità, in: Alberto Burgio (cur.), Nel nome della razza – Il razzismo nella storia d'Italia 1870-1945, Il Mulino, Bologna 1999, pp. 515-525.
  • Gunter Grau, Claudia Shopmann (curr.), The hidden Holocaust? Gay and lesbian persecution in Germany 1933-45, Fitzroy Dearborn Publishers, 1995. ISBN 188496415X. Il primo studio d'archivio, reso possibile dall'apertura degli archivi ex nazisti a Berlino Est. Uno studio fondamentale.
  • Heinz Heger (pseud. Josef Kohout, 1917-1994), Gli uomini col triangolo rosa, Sonda, Torino 1991. Autobiografia di un ex "triangolo rosa".
  • Rudolf Höss, Comandante ad Auschwitz, Einaudi, Torino 1969 e 1985, pp. 79-90. Questo capitolo è online qui. Il trattamento degli internati omosessuali, nelle memorie dell'ex comandante di Auschwitz, scritte in attesa della condanna a morte.
  • {Burkhard Jellonnek, Homosexuelle unter dem Hakenkreuz: Die Verfolgung von Homosexuellen im Dritten Reich, Paderborn 1990. ISBN 3-50677-482-4
  • Rüdiger Lautmann, Categorisation in concentration camps as a collective fate: a comparison of homosexuals, Jeovah witnesses and political prisoners, "Journal of homosexuality", XIX (1) 1990, pp. 67-88. Anche online qui. Documenta i bassissimi tassi di sopravvivenza dei "triangoli rosa".
  • Jean Le Bitoux, Triangolo rosa. La memoria rimossa delle persecuzioni omosessuali, Manni, San Cesario di Lecce 2003.
  • George Mosse, Sessualità e nazionalismo, Laterza, Bari 1984 e 1996. Necessario più per l'inquadramento del contesto sociopolitico che per la vicenda dei "triangoli rosa" in senso stretto.
  • Piero Montana, Omocaust, Eugenio Maria Falcone, Palermo 2004. (Poesie).
  • Joachim Müller, Andreas Sternweiler; Schwules Museum Berlin (curr.), Homosexuelle Männer im KZ Sachsenhausen, Berlin 2000. ISBN 3-86149-097-8
  • Richard Plant, The pink triangle: the nazi war against homosexuals New Republic Books, 1986. ISBN 0-80-500600-1.
  • Andreas Pretzel, Als Homosexueller in Erscheinung getreten. In: 'Kulturring in Berlin e. V. (curr.): "Wegen der zu erwartenden hohen Strafe": Homosexuellenverfolgung in Berlin 1933 – 1945, Berlin 2000. ISBN 3-86149-095-1
  • Pierre Seel, Liberation was for others: memoirs of a gay survivor of the Nazi holocaust, Perseus Book Group, 1997. ISBN 0306807564.
  • Martin Sherman, Bent, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984. Testo teatrale; è stato messo in scena in Italia da Marco Mattolini e ne è stato anche tratto un film.

Filmografia

Link esterni