Alfonso Pecoraro Scanio

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Voce a cura di Francesco Bennardo, liberamente modificabile.


Alfonso Pecoraro Scanio (Salerno 13 marzo 1959) è un uomo politico italiano.

Lontano dalla politica dal luglio 2008, attualmente è Presidente della Fondazione UniVerde e docente presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca e l'Università Tor Vergata di Roma[1]. Risulta essere iscritto ai Verdi (sezione di San Benetto del Tronto) e al Partito Radicale Transanazionale[2].

Indice 1 Biografia e carriera politica 2 Bisessualità 3 Critiche e aspetti controversi 4 Note Biografia e carriera politica Figlio dell'avvocato Giuseppe e dell'insegnante elementare Ileana Petretta, Pecoraro Scanio consegue nel 1977 la maturità classico presso il liceo "Torquato Tasso" di Salerno; successivamente segue le orme paterne, si laurea nel 1982 in Giurisprudenza con una tesi sul diritto di petizione popolare e, complice anche la prematura scomparsa del genitore, ne eredita lo studio legale esercitando la professione forense per dieci anni.

Pacifista, radicale e nonviolento, nel 1979 è eletto Presidente del Consiglio Federale del Partito Radicale della Campania. Successivamente passa alla neonata formazione dei Verdi, con cui divene consigliere comunale (1985) e assessore (1987) del paese natio. Nel 1989 viene nominato coordinatore dei Verdi europei e l'anno seguente approda al Consiglio regionale della Campania.

Nel 1992 entra alla Camera, eletto nel collegio di Napoli, città della quale diventa nello stesso anno consigliere comunale. Sempre riconfermato a Montecitorio sino al 2008, nel 2000 divene il primo esponente dei Verdi a livello internazionale a ricoprire l'incarico di Ministro delle politiche agricole e forestali (Governo Amato II).

Nel dicembre del 2001 viene eletto presidente della Federazione dei Verdi. Nel 2005 si candida alle primarie dell'Unione, che avrebbero deciso il candidato premier della coalizione: nella circostanza ottiene il 2.2% dei voti e si piazza al quinto posto su sette concorrenti.

Il 17 maggio 2006 diventa Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nel Governo Prodi II. Nel 2008 viene presentata in Parlamento una mozione di sfiducia nei suoi confronti dalle forze politiche d'opposizione che lo ritengono tra i principali responsabili della emergenza dei rifiuti in Campania. La mozione, che sarebbe stata appoggiata anche da alcuni esponenti della maggioranza[3], non arriva al voto a Palazzo Madama per la caduta anticipata del governo guidato dal "Professore".

Alle elezioni del 2008 è candidato in Puglia ma non viene eletto poichè il partito La Sinistra - L'Arcobaleno, in cui i Verdi erano temporaneamente confluiti, non supera il quorum. Pochi giorni dopo, il 19 luglio, viene sostituito alla presidenza degli ambientalisti da Grazia Francescato: da quel giorno in poi Pecoraro Scanio non ricoprirà più incarichi pubblici.

Bisessualità Il 2 giugno 2000, quando è Ministro del secondo governo Amato, concede un'intervista a Panorama nella quale dichiara la propria bisessualità[4]. Questa fu la prima volta nella Storia d'Italia che il titolare di un dicastero fece coming out[5].

In realtà, Pecoraro Scanio non aveva intenzione di palesarsi: mentre si trovava in Portogallo per una riunione dei Ministri dell'Agricoltura dell'Unione fu avvicinato da un giornalista che gli pose la questione in maniera cruda («Mi scusi la brutalità, ministro: si dice che lei sia omosessuale. È vero?») ed egli rispose a bruciapelo:

« Sono contrario sia a una scelta di sola omosessualità che a una eterosessualità rigida, vecchio stile: io, per me, scelgo l'assoluta libertà sessuale... » ([2]) L'inviato di Panorama gli domandò se quello fosse un modo per dichiararsi bisessuale:

« Faccia lei. Certo, non vivrei con un uomo, però... La sessualità è importante, ma non è il problema centrale della mia vita. Per quanto riguarda il mio privato, ribadisco che considero qualsiasi scelta a senso unico un'autolimitazione. Né eterosessuale, né omosessuale. » ([2]) Il giorno dopo, di fronte al polverone sollevato da quell'intervista, egli venne contattato dal giornalista de La Repubblica Sebastiano Messina, che ricordò come in Parlamento ci fossero molti gay "velati". A tale considerazione Pecoraro Scanio rispose così:

« Francamente io non mi ritengo gay. Non ho mai vissuto con un uomo, e non penso nemmeno di farlo in futuro. Se decido di avere famiglia, mi sposo con una donna, questo è sicuro » ([4]) Messina gli chiese se intedesse farlo in Chiesa, e Pecoraro chiosò:

« Perchè no? Io sono battezzato, sono cattolico. In chiesa o in municipio, si vedrà quando capiterà » ([4]) Successivamente il politico puntualizzò il proprio "rispetto" verso "il valore della famiglia tradizionale"; da questa frase il giornalista ipotizzò che egli fosse contrario al matrimonio tra gay e glielo chiese:

« Se dev'essere una brutta copia del matrimonio tradizionale, sì, sono contrario. Le convivenze sono un'altra cosa. E quelle vanno tutelate, a prescindere dal sesso delle persone e prescindere dall'esistenza di rapporti sessuali, sui quali uno Stato laico non deve indagare. Un esempio concreto: se due sorelle convivono per tutta la vita, perchè non debbono poter ereditare reciprocamente l'affitto della casa? » ([4]) Riguardo invece questioni più personali e biografiche, Pecoraro Scanio affermò di esser stato un eterosessuale "abbastanza rigido" fino a 27- 28 anni e che non avrebbe partecipato allo storico Gay Pride di quell'anno per quel giorno sarebbe stato all'estero: "Prima di tutto", puntualizzò a fine intervista, "io devo fare il ministro dell'Agricoltura"[4].

Nello stesso giorno (3 giugno 2000) ripetè al Corriere della Sera gli stessi concetti; rispondendo al giornalista Roberto Zuccolini, che gli chiese cosa ne pensasse del fatto che il premier Giuliano Amato si fosse dichiarato contro il Gay Pride, disse:

« Non capisco perché non dovrei rispettare il suo convincimento. Ha il sacrosanto diritto di dire ciò che pensa. Senza la pretesa di imporsi. (...) Io comunque sono convinto che se Berlusconi andasse al governo non farebbe obiezioni al raduno. Perché si comportano allo stesso modo i sindaci di Parigi e di New York[5]. » Molti anni dopo, il 2 febbraio 2015, Pecoraro Scanio in un'intervista a Il Giornale affermò che quel suo coming out fu "inutile", ma che non si è pentito d'averlo fatto[2]; aggiunse inoltre che la collega di governo Katia Bellillo gli mandò un bigliettino con scritto "Dì la verità: non sei gay, cerchi i voti!"[2].

Critiche e aspetti controversi Venne accusato di nepotismo in occasione della candidatura al Senato del fratello Marco Pecoraro Scanio come capolista della lista "Insieme con l'Unione" nel collegio della regione Campania nelle elezioni politiche del 2006[6]. Un'inchiesta della procura della Repubblica di Potenza lo ha coinvolto quale ministro dell'Ambiente, indagandolo per associazione a delinquere e corruzione per alcuni rapporti ipotizzati dai magistrati con imprenditori legati allo smaltimento dei rifiuti e al titolare di un'agenzia di viaggi specializzata in vacanze di lusso, affitto di yacht e velivoli oltre che nel provvedere anche a organizzazione di servizi di scorta. Gli atti di chiusura dell'indagine sono stati trasmessi per competenza al Tribunale dei ministri. Pecoraro Scanio avrebbe usufruito di vari favori a titolo di ricompensa per la concessione di appalti ed incarichi di consulenza: voli privati in elicottero, vacanze verso mete esotiche e soggiorni in un hotel di sette stelle a Milano a spese dell'imprenditore che noleggiava i trasporti in elicottero. Inoltre, secondo i magistrati, lo stesso imprenditore avrebbe acquistato un terreno per conto del ministro nella zona di Viterbo e la locazione di un immobile a Roma che sarebbe dovuta diventare la sede di una fondazione riconducibile al ministro. Pecoraro Scanio ha smentito ogni addebito e la sua difesa si è detta pronta a dimostrare che i viaggi in elicottero privato sono stati effettuati in quanto più economici dei costi degli stessi viaggi compiuti con i mezzi della Forestale.[7] Nell'ambito dell’indagine sulle tangenti che sarebbero state pagate per autorizzare la nascita di alcune centrali elettriche, venne accusato di tentata concussione ma fu assolto: le indagini e la successiva archiviazione disposta dal Tribunale di Crotone hanno confermato la sua completa estraneità ai fatti.[8] Note ↑ Curriculum Vitae di Alfonso Pecoraro Scanio | DidatticaWEB ↑ 2,0 2,1 2,2 2,3 2,4 Fu il primo politico italiano a dichiararsi bisessuale: "Inutile, ma non ho rimpianti", Il Giornale, 16 febbraio 2015 ↑ Ma non da Beppe Grillo, che nel suo blog gli ha dedicato un post intitolato Il Pecoraro Espiatorio, in cui l'esponente verde veniva sollevato dalle responsabilità a lui attribuite per indicare altri responsabili. ↑ 4,0 4,1 4,2 4,3 4,4 "Sono bisessuale ma cattolico se mi sposo sarà con una donna", La Repubblica, 3 giugno 2000. ↑ 5,0 5,1 «Bisessuale e cattolico, sposerei solo una donna», Corriere della Sera, 3 giugno 2000. ↑ La sfida di «Pecoraro Dolly», fratello-clone «Protetto? No, sono io che aiuto Alfonso», Corriere della Sera, 28 febbraio 2006. ↑ «Viaggi in elicottero e terreni». Ecco le accuse a Pecoraro Scanio, Corriere della Sera, 21 aprile 2008 ↑ Archiviazione per Pecoraro Scanio. Newz.it - 18 giugno 2010