Unioni civili in Italia
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[Nota: Questo testo, di Stefano Bolognini, è stato scritto nel 2005 ed ha bisogno di un aggiornamento al presente].
In Italia non esiste alcun riconoscimento legislativo per le coppie non sposate, sia dello stesso che di diverso sesso.
Nel tempo sono state depositate, sia alla Camera dei Deputati che al Senato, numerose proposte di legge per garantire la tutela giuridica delle unioni civili, ma nessuna è mai riuscita ad essere discussa ed approvata.
Le proposte di legge dal 1988 ad oggi[modifica]

Fu grazie all'"Interparlamentare donne Comuniste" e ad Arcigay che, nel 1986, si incomincia a discutere per la prima volta in ambito parlamentare di unioni civili. In particolare, furono la senatrice Ersilia Salvato e le onorevoli Romana Bianchi e Angela Bottari a presentare alle rispettive Camere di appartenenza un disegno di legge sulle unioni civili.
Nel 1988 poi, su insistenti pressioni di Arcigay Alma Agata Cappiello, avvocato e parlamentare socialista, presentò la prima proposta di legge (PDL N. 2340, Disciplina della famiglia di fatto, 12 febbraio 1988), mai calendarizzata, per il riconoscimento delle convivenze tra “persone”.
La proposta Cappiello, che ebbe ampia risonanza sulla stampa (che con una semplificazione giornalistica parlò di "matrimonio si serie b") adombrava il riconoscimento anche delle coppie omosessuali.
Dagli anni Novanta diventa consistente il numero di proposte di legge per disciplinare le unioni civili presentate sia alla Camera che al Senato, così come diventano pressanti gli inviti del Parlamento Europeo (come la Risoluzione per la parità dei diritti degli omosessuali e delle lesbiche nella Comunità europea dell'8 febbraio del 1994 o la Relazione annuale sui diritti umani, nella quale si propone la parificazione dei diritti di coppie gay e coppie eterosessuali, 11350/1999 - C5-0265/1999 – 1999/2201 (INI)) a porre fine
« agli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto giuridico equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni. » |
Il dibattito politico registrò da parte della Chiesa cattolica, sin dall'inizio, forti obiezioni, ed aspre critiche, all'adozione di una legislazione per le unioni civili.
La risoluzione del Parlamento europeo sopracitata divenne oggetto del discorso dell'Angelus di Giovanni Paolo II del 20 febbraio 1994:
« Il pensiero va qui alla recente e ben nota risoluzione approvata dal Parlamento europeo. In essa non si sono semplicemente prese le difese delle persone con tendenze omosessuali, rifiutando ingiuste discriminazioni nei loro confronti. Su questo anche la Chiesa è d'accordo, anzi lo approva, lo fa suo, giacché ogni persona umana è degna di rispetto. |
Nel corso della XIII legislatura (dal maggio 1996 al febbraio 2001), a maggioranza di centro sinistra, fu presentata almeno una decina di disegni di legge (da Nichi Vendola, Luigi Manconi, Gloria Buffo, Ersilia Salvato, Graziano Cioni, Antonio Soda, Luciana Sbarbati, Antonio Lisi, Anna Maria De Luca, e Mauro Paissan). Nessuno di questi disegni arrivò mai all'ordine del giorno dei lavori delle Camere, anche per il veto espresso ed esplicito delle gerarchie cattoliche, influenti su entrambe le coalizioni.
Nella legislatura successiva, con l'attività politica dell'onorevole Franco Grillini e della militanza omosessuale, il dibattito sull'approvazione di una proposta per i Pacs ha trovato un consenso trasversale.
Franco Grillini, appena insediato, presentò una proposta di legge (Disposizioni in materia di istituzione del Registro delle unioni civili di coppie dello stesso sesso o di sesso diverso e di possibilità per le persone dello stesso sesso di accedere all'istituto del matrimonio (2982), l'8 luglio 2002) molto simile a quella firmata nella precedente legislatura dall'onorevole Soda, che ricalcava il matrimonio sul modello delle leggi nel frattempo approvate nei paesi di area scandinava a partire dalla Danimarca.
Un avvenimento che ha dato notevole risonanza ai Pacs è stata l'unione, il 21 ottobre 2002, presso il Consolato francese a Roma, tra Alessio De Giorgi e Christian Pierre Panicucci (che possiede anche la cittadinanza francese, la Francia essendosi dotata di una legge sul Pacs nell'ottobre 1999), imprenditori e animatori della comunità virtuale "Gay.it" su Internet, nonché impegnati da anni nel movimento di liberazione omosessuale italiano.
Il giorno stesso Franco Grillini presentava la proposta di legge, sottoscritta da 161 parlamentari di centro sinistra. Di nessuna di queste proposte si fece niente.
I registri simbolici delle unioni civili[modifica]
Il movimento LGBT, per sollecitare l'approvazione di una legge nazionale sulle unioni civili, dagli anni '90, ha chiesto in diverse città italiane l'istituzione a livello comunale di simbolici registri anagrafici delle unioni civili.
Per una coppia, gay e non, la registrazione anagrafica della convivenza avrebbe assunto solo un significato simbolico, a meno che il singolo Comune non decidesse di aggiungere al valore simbolico dell'unione diritti reali (ad esempio, accesso agli alloggi popolari).
Il primo comune a dotarsi di un registro, con una delibera del 21 ottobre 1993, fu Empoli; tuttavia il Co.Re.Co, il Comitato regionale di controllo, bocciò nemmeno un mese dopo la delibera comunale. Solo nel 2001 il Tar della Toscana ha accolto il ricorso del Comune di Empoli contro la sentenza del Co.Re.Co, dando ufficialmente il via libera a quel registro.
Pisa seguì immediatamente l'esempio di Empoli, il 7 giugno 1996, ma ancora una volta la delibera fu bocciata dal Co.Re.Co della Toscana, con una sentenza datata 28 giugno, che è la Giornata mondiale dell'orgoglio gay e lesbico. Il 7 luglio La città toscana riuscì a dotarsi di un registro e la prima coppia ad iscriversi civilmente, il 20 febbraio 1998, è stata eterosessuale.
Attualmente sono molto numerose le città italiane che si sono dotate di un registro anagrafico delle unioni civili.
Le Regioni e le unioni civili[modifica]
Oltre ai Comuni anche alcune Regioni italiane hanno approvato statuti che contengono segnali di apertura per una legge sulle unioni civili, anche omosessuali.
Tra le prime regioni a dotarsi di uno statuto c'è stata la Calabria, il 6 luglio 2004.
Un articolo di tale statuto sostiene il "riconoscimento delle formazioni sociali, culturali, economiche e politiche nelle quali la personalità umana, promuovendo il libero svolgimento delle loro funzioni ed attività". Il riferimento alle nuove famiglie, per quanto velato, è chiaro.
Maggiore è la chiarezza nello statuto della Toscana, approvato il 19 luglio 2004, che "tutela la valorizzazione della famiglia fondata sul matrimonio" e che, tra le finalità prioritarie della regione, individua "il riconoscimento delle altre forme di convivenza" rifiutando "ogni forma di xenofobia e di discriminazione legata all’etnia, all'orientamento sessuale".
Anche lo Statuto dell'Umbria, approvato il 2 settembre 2004 è favorevole alle unioni civili.
La regione riconosce "i diritti della famiglia e adotta ogni misura idonea a favorire l'adempimento dei compiti che la Costituzione le affida” e “tutela altresì forme di convivenza".
L'Emilia Romagna, infine, il 14 settembre 2004, ha riconosciuto l'importanza "delle formazioni sociali attraverso le quali si esprime e si sviluppa la dignità della persona e, in questo quadro, lo specifico ruolo sociale proprio della famiglia, promuovendo le condizioni per il suo efficace svolgimento".
La maggior parte degli statuti si rifà alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che all’articolo 9 sancisce, tra i diritti fondamentali della persona, il “Diritto di sposarsi e di costituire una famiglia”.
L'apertura alle nuove famiglie negli Statuti regionali è stata oggetto di un conflitto tra istituzioni. Il Governo in carica, di centro-destra, ha impugnato lo Statuto della Toscana, dell'Umbria e dell'Emilia Romagna, facendo ricorso alla Corte Costituzionale contestando “profili di illegittimità costituzionale per talune disposizioni".
La Corte Costituzionale ha respinto sia il ricorso contro l'Umbria che quello contro la Toscana.
Cronologia delle proposte di legge sulle unioni civili al Parlamento italiano (1986-2005)[modifica]
- 1986 - L'"Interparlamentare donne comuniste" presenta una proposta di legge sia al Senato (prima firmataria on. Ersilia Salvato) che alla Camera dei deputati (prime firmatarie erano le onorevoli Romana Bianchi e Angela Bottari).
- 1987 - Arcigay presenta ad un convegno in Parlamento una Legge per il riconoscimento legale delle convivenze di fatto (vedi: Arci gay nazionale (a cura di), Omosessuali e Stato, Cassero, Bologna 1988, p. 70).
- 12 febbraio 1988 - Alma Agata Cappiello presenta alla Camera dei Deputati la proposta di legge Disciplina della famiglia di fatto (2340).
- 2 dicembre 1993 - Graziano Cioni presenta alla Camera dei Deputati la proposta di legge In materia di unioni civili (3426).
- 1994
- 7 giugno 1994 - Nichi Vendola presenta alla Camera dei Deputati la proposta di legge Disposizioni in materia di unioni civili.
- 27 ottobre 1994 - Graziano Cioni presenta alla Camera dei Deputati la proposta di legge Disposizioni in materia di unioni civili.
- 1996
- 17 maggio 1996 - Nichi Vendola presenta alla Camera dei Deputati la proposta di legge Disciplina delle Unioni civili (1020)
- 11 luglio 1996 - Luigi Manconi presenta al Senato la proposta di legge Normativa sulle unioni civili (935).
- 22 ottobre 1996 - Ersilia Salvato presenta la proposta di legge Disciplina delle unioni civili (1518).
- 11 dicembre 1996 - Gloria Buffo presenta la proposta di legge Norme sulle unioni civili (2870).
- 1997
- 30 luglio 1997 - Graziano Cioni presenta la proposta di legge Disposizioni in materia di unioni civili (2725).
- 1998
- [[12 marzo 1998 - Antonio Soda presenta la proposta di legge Disciplina dell'unione affettiva(4657).
- 2000
- 15 settembre 2000 - Maurizio Paissan presenta la proposta di legge Norme sulle unioni civili (7292).
Nel corso del 2000 sono presentate proposte di legge sulle unioni civili da Luciana Sbarbati, Antonio Lisi e Anna Maria De Luca.
- 2001
- 31 maggio 2001 - Fiorello Cortiana presenta al Senato la proposta di legge Normativa sulle unoni civili(47).
- 12 giugno 2001 - Titti de Simone presenta alla Camera dei Deputati la proposta di legge Disciplina delle unioni civili(716).
- 13 giugno 2001 - Katia Bellillo presenta la proposta di legge 795 sulle unioni civili.
- 25 giugno 2001 - Luigi Malabarba presenta al Senato la proposta di legge Disciplina delle unioni civili(305).
- 5 luglio 2001 - Alfonso Pecoraro Scanio presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Norme sulle unioni civili (1232).
- 20 settembre 2001 - Antonio Soda presenta la proposta 1610 sulle unioni civili.
- 2002
- 8 luglio 2002 - Franco Grillini presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Istituzione del registro delle unioni civili di coppie dello stesso sesso o di sesso diverso e possibilità per le persone dello stesso sesso di accedere all’istituto del matrimonio (2982).
- 21 ottobre 2002 - Franco Grillini presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Disciplina del patto civile di solidarietà e delle unioni di fatto (3296).
- 2003
- 14 aprile 2003 - Franco Grillini presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Disciplina dell'unione affettiva (3893)
- 2 ottobre 2003 - Dario Rivolta presenta la proposta 4334 sulle unioni civili.
- 21 ottobre 2003 - Alessandra Mussolini presenta la proposta 4405 sulle unioni civili.
- 29 ottobre 2003 - Enrico Buemi presenta la proposta 4442 sulle unioni civili.
- 12 novembre 2003 - Katia Bellillo presenta la proposta 44782 sulle unioni civili.
- 22 dicembre 2003 - Chiara Moroni presenta la proposta 4585 sulle unioni civili.
- 29 dicembre 2003 - Il Consiglio regionale toscana presenta la proposta 4588 sulle unioni civili.
- 2004
- 1 ottobre 2004 - Titti De Simone presenta alla Camera dei Deputati la proposta di legge Disciplina delle unioni civili (5321).
Note[modifica]
Voci correlate[modifica]
- Cus
- Dico
- Didore
- Elenco dei comuni che hanno approvato il registro delle unioni civili
- Famiglia
- Kiss2Pacs
- Matrimonio fra persone dello stesso sesso
- Matrimoni e unioni di coppie italiane dello stesso sesso all'estero
- Pacs
- Pacs day 2005
- Riconoscimento in Italia di unioni celebrate all'estero
- Tutti in Pacs
- Unioni civili
Bibliografia[modifica]
- Annamaria Bernardini de Pace, La truffa delle unioni civili. Una gabbia senza garanzie, "Il giornale", 23 luglio 2012.
- Matteo Bonini Baraldi, Le nuove convivenze tra discipline straniere e diritto interno, Ipsoa, 2005.
- AA.VV., Bioetica. Rivista interdisciplinare, Guerini e associati, Anno XII, n. 1, 2005. Numero speciale sulle unioni civili. Tiene conto anche del punto di vista laico.
- Francesco Brunetta d'Usseaux e Antonio D'Angelo, Matrimonio, matrimonii, Giuffrè, Milano 2000.
- Giovanni Paolo II, Le unioni omosessuali non sono una realtà coniugale, in "La Famiglia", n. 194, 1999, pp. 78-81. Riaffermazione del rifiuto cattolico di considerare "famiglia" l'unione fra persone dello stesso sesso.
Link esterni[modifica]
- Proposta di legge Soda e altri (Ds e FI) su unioni affettive e antidiscriminatoria, 10 marzo 1998. La prima proposta di legge in Italia. Non è mai stata discussa ed è decaduta.
- Pontificio Consiglio per la famiglia, Famiglia, matrimonio e unioni di fatto. Presa di posizione del 26 luglio 2000. Esamina il fenomeno delle "coppie di fatto" per ribadire che solo il matrimonio cattolico è moralmente accettabile.
- Card. Joseph Ratzinger / Congregazione per la dottrina della fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali. Presa di posizione ufficiale cattolica contro l'approvazione delle "unioni civili", del 31 luglio 2003. Ne è autore l'attuale pontefice Benedetto XVI.
- Disciplina del patto civile di solidarietà e delle unioni di fatto (3296). Proposta da Franco Grillini il primo luglio 2004.
- Proposta di legge di Franco Grillini ed altri del Patto civile di solidarietà e Unioni di fatto, 20 ottobre 2002. Non è mai stata discussa in Parlamento.