Unioni civili

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Situazione legislativa in Europa. Blu = Matrimonio omosessuale. Azzurro = Unioni civili. Azzurro pallido = Riconoscimento delle convivenze. Grigio = Nessun riconoscimento o dati non disponibili. Rosso = La costituzione stabilisce che il matrimonio è un privilegio riservato alle sole coppie eterosessuali.

In tutto il mondo il concetto di "famiglia" sta cambiando, si stanno diffondendo sempre più tipi di convivenza, regolamentati attraverso un contratto disciplinato da leggi specifiche, che garantisce alcuni diritti e doveri a persone legate da vincoli affettivi e economici siano esse dello stesso sesso che di sesso di verso, coabitanti o meno. Sotto il nome di unione civile esistono una amplissima varietà di modelli legislativi che possono garantire diritti doveri sostanzialmente identici a quelli del matrimonio civile, diversi o anche molto differenti.

diversi dal matrimonio tradizionale. L'evoluzione dei costumi ha portato così all'approvazione di un gran numero di leggi per disciplinare queste nuove unioni.

Data però l'estrema varietà di regole e modelli previsti, e le differenze di nome usato nelle leggi dei vari Stati, con una semplificazione qui di seguito abbiamo chiamato Unione civile tutti quei legami giuridici, diversi dal matrimonio, che garantiscono ad una coppia regole certe, dettate dal diritto, dirette a regolarne la convivenza.

Queste forme di unione si possono avere tra persone legate da vincoli affettivi ed economici, che di loro spontanea volontà non vogliono ricorrere al matrimonio (come è comune anche nelle coppie eterosessuali), o che non possono contrarlo (come è spesso il caso delle coppie omosessuali).

Il dibattito in Italia[modifica]

Per le informazioni relative all'Italia si veda la voce Unioni civili in Italia.

Le Unioni civili nell'Unione Europea[modifica]

La rilevanza statistica delle convivenze, e l'ampio dibattito sulla parità dei diritti tra eterosessuali ed omosessuali promosso dai militanti gay, ha fatto sì che numerosi Paesi si siano dotati, negli ultimi anni, di una legislazione mirata a riconoscere e garantire diritti ai componenti di queste relazioni affettive. In alcuni casi, tuttavia, i legislatori hanno approntato misure volte a tutelare anche quelle convivenze instaurate per ragioni diverse, di mutuo supporto economico (ad es. convivenze tra anziani o studenti legati da un rapporto amicale o di semplice coabitazione).

In Europa il quadro relativo alla legislazione sulle convivenze ricomprende una vasta gamma di esperienze giuridiche, che assumono almeno due chiare fisionomie[1]: è possibile così distinguere un modello del tutto omogeneo fatto proprio dai Paesi scandinavi e un modello diversamente variegato con riferimento agli istituti nati e cresciuti negli altri Paesi dell'Europa continentale.

Appartengono al modello scandinavo quelle Unioni civili che prendono il nome di partnership registrate, nate con il preciso scopo di regolamentare in via esclusiva la vita delle coppie formate da persone dello stesso sesso. Capofila, in ordine cronologico, la Danimarca (1993), cui seguirono nel tempo la Norvegia (1993), la Svezia (1994), l'Irlanda (1996) e la Finlandia (2002). Questo modello fa perno su una logica definibile del parallelismo[2] e cioè sull'estensione all'unione civile di tutti i diritti, i doveri e le regole proprie del matrimonio, a volte inizialmente “con l'espressa eccezione [...] del regime delle adozioni e dell'inseminazione artificiale”[3]. In quest'ottica, matrimonio e partnership registrata posseggono la stessa dimensione giuridica e sociale, differenziandosi poi per il nome e per i soggetti interessati: se il matrimonio è riservato alle coppie eterosessuali, la partnership registrata è dedicata alle sole coppie omosessuali[4].

Nel modello dell'Europa continentale troviamo una pluralità di istituti giuridici, tra loro anche molto diversi, volti ad “estendere alle coppie gay e lesbiche non tutti “ma solo alcuni” dei diritti e degli obblighi derivanti dal matrimonio”[5]. Si tratta di “istituzioni simili ma più leggere”[6] se paragonate all'istituto matrimoniale, in quanto più povere di diritti e obblighi e, quando assumono la veste contrattuale e non sia sottratta loro la possibilità di intervenire nella pattuizione, risultano più malleabili dalla parti. Rientrano in questo modello, ad esempio, le convivenze registrate della Germania (2001), il partenariato registrato del Lussemburgo (2004), l'unione domestica in Svizzera (2004), il Pacs (Pacte civil de solidarieté) in Francia (1999), gli istituti della "economia comune" e delle "unioni di fatto" in Portogallo (2001), la civil partnership nel Regno Unito (2004) o ancora la convivenza legale in Belgio (1998). Salvo alcuni casi, anche queste forme di unioni civili sono indirizzate esclusivamente alle coppie omosessuali, ma la dimensione giuridica e sociale risulta, se non di minore intensità, diversa rispetto a quella consegnata dagli ordinamenti al matrimonio.

Le Unioni civili si distinguono ancora per la diversa forma giuridica adottata dai legislatori nazionali, talvolta rispondente più a logiche contrattuali, come nel caso dei Pacs francesi, e in altri casi invece aderente a quella valenza pubblicistica propria del matrimonio, in toto, come nel caso delle partnership registrate di origine scandinava, o solo in parte, come nelle convivenze registrate tedesche[7].

Nella maggior parte dei casi, l'unione civile nasce in seguito ad una manifestazione di consenso, contestuale alla registrazione o alla contrattualizzazione della convivenza, mentre in altri casi è la stesso “stare insieme” protratto per un certo periodo di tempo a sancire la nascita di diritti e doveri in capo ai partners, come nel caso della “economia comune” e delle “unioni di fatto” portoghesi[8].

Numerose differenze poi si riscontrano nella scelta adottata per i regimi patrimoniali[9] e personali[10], per l'aspetto legato all'accesso ai diritti sociali e ancora per quanto attiene lo scioglimento del rapporto[11] instauratosi con l'unione civile.

Per quanto attiene i diritti e i doveri legati alla filiazione, se in un primo tempo le legislazioni non prevedevano disposizioni in materia di adozione e inseminazione artificiale, "oggi la tendenza si è invertita [prevedendo] ormai la possibilità per i partner, anche se non uniti in matrimonio [ma legati da unione civile], di ricorrere all'istituto dell'adozione sia di un bambino esterno alla coppia, terzo rispetto alla coppia, sia del bambino dell'altro partner”[12].

Tabella riassuntiva[modifica]

Tra i sei Paesi fondatori della Comunità Economica Europea, dalla quale poi trarrà vita l'Unione Europea, solo l'Italia non garantisce alcuna forma di regolamentazione alle coppie omosessuali. Prima degli allargamenti ai Paesi dell'Est, nell'Unione Europa solo Italia e Grecia non prevedevano alcun tipo di unione civile.

Dei 27 Stati attualmente membri dell'Unione Europea, solo in 11 non garantiscono alcun diritto alle coppie formate da persone dello stesso sesso, tra questi: Italia, Grecia, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Bulgaria, Slovacchia e Romania.

Nazione Unione Civile Anno Nome Adozione Note aggiuntive
Francia
1999[13]
  • Pacte civil de solidarité (Pacs)[14]
  • Concubinage[15]
No
Entrambi gli istituti sono aperti a coppie eterosessuali e omosessuali.

Il Pacs francese ha veste contrattuale, nasce su volontà delle parti e l'autonomia negoziale dei partners è molto ampia.

Al concubinage (convivenza) invece sono riconnessi effetti più limitati che discendono dal protrarsi nel tempo di una vita in comune.

Germania
2001[16]
  • "Unioni di vita insieme"
No
Le unioni civili tedesche sono aperte solo alle coppie omosessuali.

La legge, pur non rinviando alle norme sul matrimonio, predispone un elenco di diriti e doveri in gran parte analoghi a quelli dell'istituto matrimoniale. La Corte Costituzionale tedesca è intervenuta più volte nella materia[17], estendendo a queste "unioni di vita insieme" quei diritti e quei doveri propri del matrimonio che inizialmente la legge non prevedeva.

Italia
No
Lussemburgo
2004[18]
  • Partenariat légal
No
Il "partenariato legale" è aperto sia alle coppie omosessuali che eterosessuali

Questa unioni civile garantisce solo alcuni dei diritti e dei doveri propri del matrimonio.

Paesi Bassi
1999
  • Unione Registrata
Già nel 1979, i Paesi Bassi riconoscevano alcuni basilari diritti alle coppie dello stesso sesso, in quanto conviventi. L'introduzione di una qualche forma di regolamentazione delle coppie dello stesso, ma anche di sesso opposto, ha occupato il dibattito parlamentare per quasi tutti gli anni '90 fino ad approdare ad una legge del 1998, la quale garantisce alle coppie unite civilmente l'estensione di tutti i diritti e doveri propri dei coniugati.

Dal 2001, anche il matrimonio è aperto alle coppie formate da persone dello stesso sesso.

Danimarca
1989
  • Partnership registrata
La Partnership registrata danese è aperte sia alle coppie omosessuali che eterosessuali.

La Danimarca è stata capofila, non solo in Europa ma nel mondo, nell'aprire al riconoscimento delle coppie omosessuali, con una disciplina che equipara in toto la partnership al matrimonio, salvo inizialmente l'adozione, che tuttavia dal 2009 è permessa.

Irlanda
2005
  • Civil partnership
No
La Civil partnership irlandese è aperta sia alle coppie omosessuali che eterosessuali.
Regno Unito
2005
  • Civil partnership
  • Coabitazioni non registrate
La Civil partnershp inglese è aperta solo alle coppie omosessuali.

Le coabitazioni non registrate garantiscono ai conviventi, sia di una coppia omosessuale che eterosessuale, alcuni diritti basilari.

Grecia
No
Portogallo
2001
  • "Economia comune"
  • "Unioni di fatto"
No
Entrambi gli istituti sono aperti alle coppe omosessuali ed eterosessuali.

La differenza tra i due istituti riguarda la quantità di diritti assegnati alle coppie che scelgono di accedere all'uno o all'altro istituto, basandosi entrambi sul protrarsi nel tempo della convivenza. Dal 2010, anche le coppie omosessuali possono accedere al matrimonio.

Spagna
1998
  • Unioni stabili
Le leggi che hanno regolamentato le Unioni civili sono aperte sia alle coppie omosessuali che eterosessuali.

La regolamentazione delle Unioni civili in Spagna è avvenuta su base regionale, capofila la Catalogna. Dal 2005, anche le coppie formate da persone dello stesso sesso possono accedere al matrimonio.

Austria
2010
  • Unione civile
No
L'Unione civile austriaca è aperta alle sole coppie omosessuali.
Finlandia
2002
  • Partnership registrata
No
La Partnership registrata finlandese è riservata alle sole coppie omosessuali.

È un istituto che garantisce gli stessi diritti e doveri, nonché le stesse regole del rapporto matrimoniale, salva la possibilità delle parti di disporre diversamente di alcuni diritti e doveri.

Svezia
1994
  • Partnership registrata
La Partnership registrata è riservata alle sole coppie omosessuali.

Fin dal 1988, alle convivenze, sia tra persone dello stesso sesso che di sesso opposto, erano garantiti alcuni diritti, seppur in misura limitata. Nel 1994, l'introduzione della Partnership registrata ha permesso alle coppie formate da persone dello stesso sesso di accedere all'intero ventaglio di diritti e doveri propri del matrimonio.
Dal 2009 anche il matrimonio è aperto alle coppie formate da persone dello stesso sesso.

Cipro
No
Estonia
No
Lettonia
No
Lituania
No
Malta
No
Polonia
No
Repubblica Ceca
2006
  • Partnership registrata
No La Partnership registrata è riservata alle sole coppie omosessuali.

L'istituto garantisce una serie diritti e doveri, seppur in misura assai limitata rispetto alle altre partnership europee.

Slovacchia
No
Slovenia
2005
  • Convivenza registrata
No
La Convivenza registrata è riservata alle sole coppie omosessuali.

La legge istitutiva di questa forma di Unione civile è stata assai contratasta dal movimento lgbt sloveno, in quanto garantisce assai limitati diritti alle coppie conviventi. La stessa Corte costituzionale slovena ha giudicato discriminatorie alcune parti della normativa.
Nel 2012[19] un referendum ha bocciato, sia pure di stretta misura, l'estensione del matrimonio alle coppie formate da persone dello stesso sesso.

Ungheria
2009
  • Unione domestica registrata
No
L' unione domestica registrata è riservata alle coppie omosessuali.

La legge istitutiva di questa Unione civile richiama gran parte degli articoli del matrimonio.

Bulgaria
No
Romania
No
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[Nota: La parte che segue di questa voce è stata scrita da Stefano Bolognini nel 2005 ed ha bisogno di un aggiornamento al presente].

Paesi Candidati ad entrare nell'Unione Europea[modifica]

Tra i sei Paesi (Croazia, Ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Islanda, Montenegro, Serbia, Turchia) candidati ad entrare nell'Unione Europea, solo la Crozia[20] e l'Islanda[21] garantiscono alle coppie omosessuali che accedono alle Unioni civili diritti in buona parte simili a quelli delle coppie eteorsessuali coniugate. L'Islanda, inoltre, prevede anche la possibilità per gay e lesbiche di accedere alle procedure di adozione[22].

Altri paesi europei[modifica]

Tra gli altri Paesi europei, quelli che riconoscono una qualche forma di regolamentazione, alternativa al matrimonio, delle coppie omosessuali sono: la Norvegia[23], la Svizzera[24] e il Principato di Andorra[25].

Le unioni civili nel resto del mondo[modifica]

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Canada[modifica]

Stati Uniti[modifica]

Gli stati colorati in nero hanno inserito nella Costituzione la proibizione assoluta di concedere qualsiasi diritto alle coppie dello stesso sesso, in color mattone, la proibizione di matrimoni e unioni civili, in rosso, i soli matrimoni, in rosa hanno concesso al legislatore il diritto di proibire le unioni fra persone dello stesso sesso.
Gli stati colorati ijn blu ammettono il matrimonio fra persone dello stesso sesso, quelli in azzurro, le unioni civili.

Altri Stati[modifica]

  • Brasile - Buenos Aires ha emanato la Ley n 1.004 Uniòn Civil che istituisce un registro delle unioni civili indipendentemente dal sesso e orientamento sessuale.
  • Sudafrica - Nel 2004 la Corte suprema d'appello ha dato il via libera all'unione della coppia lesbica formata da Marie Fourie e Cecilia Bonthuys. L'1 dicembre 2005 la Corte costituzionale del Sudafrica ha bocciato una legge che avrebbe dovuto proibire le unioni tra persone dello stesso sesso e ha dato un anno di tempo all'assemblea legislativa per fare chiarezza.

Note[modifica]

  1. La classificazione in "modello scandinavo" e "modello dell'Europa continentale" è ripresa da L'abominevole diritto. Gay e lesbiche, giudici e legislatori, di Matteo Winkler e Gabriele Strazio, pagg. 131 e ss.
  2. Così, Nicola Pignatelli: "Questo modello è caratterizzato da una sorta di logica del "parallelismo", sulla base della quale si estendono alla partnership registrata le disposizioni del codice civile in materia di matrimonio e quelle contenute in altre leggi nazionali riferite ai coniugi, salvo talune limitazioni espressamente previste (generalmente in materia di adozione, di inseminazione artificiale ed in riferimento alle norme la cui ratio è connessa al sesso biologico). Queste discipline sono strutturalmente assai simili, utilizzano la medesima tecnica di "rinvio, salvo eccezione", hanno come esclusivi destinatari le coppie omosessuali (non accomunandole quindi alle coppie di fatto eterosessuali) e non si applicano presuntivamente ma soltanto previa registrazione dell'unione", citazione consultabile nel Dossier n° 99 del 2007 "Coppie di fatto, unioni registrate e matrimonio tra persone dello stesso sesso in Europa" del Senato e tratta da N. PIGNATELLI, "Nozione di matrimonio e disciplina delle coppie omosessuali in Europa", in Foro it., 2005, V, 260
  3. Cit. L'abominevole diritto. Gay e lesbiche, giudici e legislatori, di Matteo Winkler e Gabriele Strazio, pag. 137
  4. In Olanda, dal 1997, possono accedere alla partnership registrata sia le coppie omosessuali che quelle eterosessuali
  5. Cit. L'abominevole diritto. Gay e lesbiche, giudici e legislatori, di Matteo Winkler e Gabriele Strazio, pag. 141
  6. Cit. L'abominevole diritto. Gay e lesbiche, giudici e legislatori, di Matteo Winkler e Gabriele Strazio, pag. 141
  7. da verificare
  8. da verificare
  9. In alcuni casi, il regime patrimoniale adottato è quello proprio dell'istituto matrimoniale, in altri casi invece è la legge istitutiva delle unioni civili ad enumerare i diritti e i doveri di natura economica in capo ai partner, peraltro anche in questo caso ricalcando spesso le disposizioni del matrimonio ma evidenziando per questa via la volontà di differenziare gli schemi familiari nati attraverso l'uno o l'altro istituto
  10. “Spesso gli ordinamenti ignorano quale tipo di rapporti personali debbano esistere. Tale silenzio lascia intendere il massimo rispetto della libertà personale”: cit. Dossier n° 99 del 2007 "Coppie di fatto, unioni registrate e matrimonio tra persone dello stesso sesso in Europa" del Senato
  11. “Basta la semplice dichiarazione di volontà di uno dei partner per sciogliere, ad esempio, il PACS francese o la partnership registrata danese. L'ordinamento tedesco è un po' più rigoroso, in quanto occorre aspettare da uno a tre anni prima dello scioglimento. Dal punto di vista patrimoniale, in caso di scioglimento del rapporto quasi tutti gli ordinamenti dettano una disciplina ad hoc a tutela del partner più debole. Soltanto l'ordinamento francese rimette anche i rapporti patrimoniali conseguenti allo scioglimento del rapporto all'autonomia delle parti, sebbene vi sia un certo intervento del giudice”: cit. Dossier n° 99 del 2007 "Coppie di fatto, unioni registrate e matrimonio tra persone dello stesso sesso in Europa" del Senato
  12. cit. Dossier n° 99 del 2007 "Coppie di fatto, unioni registrate e matrimonio tra persone dello stesso sesso in Europa" del Senato
  13. Loi no. 99-944 du 15 novembre 1999 relative au pacte civil de solidarité
  14. Il Pacte civil de solidarité è “un contratto concluso tra due persone maggiorenni, dello stesso sesso o di sesso diverso, al fine di organizzare la loro vita in comune”, art. 515-1 del codice civile francese.
  15. Il concubinage, istituito con la stessa legge sui Pacs, è invece un'unione di fatto caratterizzata da una vita in comune stabile e continuativa tra due persone dello stesso o di diverso sesso che vivono in coppia, art. 515-8 del codice civile francese.
  16. Legge "Gesetz über die Eingetragene Lebenspartnerschaft" (sulla fine delle discriminazioni per le persone omosessuali) del 16 febbraio 2001
  17. Per alcuni riferimenti, "La giurisprudenza tedesca in materia di eingetragene Lebenspartnerschaft tra garanzie d’istituto e Abstandsgebot. Spunti di comparazione con la sent. n. 138 del 2010 della Corte costituzionale italiana", di Francesco Saitto
  18. Loi du 9 juillet 2004 relative aux effets légaux de certains partenariats
  19. Slovenia, referendum boccia nuovo Codice di famiglia da UAAR
  20. La Croazia dal 14 giugno 2003, con la(legge n. 01-081-03-2597/2, garantisce alle unioni civili dello stesso e di diverso sesso alcuni diritti sull'eredità e facilitazioni finanziarie.
  21. Dal 1996 è in vigore in Islanda un istituto (Legge n. 87 1 luglio 1996) noto come unione omologata che riconosce la registrazione di unioni omosessuali offrendo gli stessi diritti delle persone coniugate con alcune eccezioni. L'emanazione della legislazione sulle unioni è nata dalla volontà di attuare la raccomandazione n. 924/1981 del Parlamento del Consiglio d'Europa, che invita gli stati membri a prendere provvedimenti per eliminare la disuguaglianza tra omosessuali ed eterosessuali.
  22. Dal 2000 le coppie gay hanno la possibilità di adottare i figli del partner provenienti da una precedente relazione.
  23. La Norvegia riconosce, dall'1 agosto 1993 (Lov om registrert partnerskap, 30 aprile 1993 n. 40) la "convivenza registrata". Le coppie omosessuali hanno il diritto di registrare legalmente la propria convivenza garantendosi conseguenze legali pari a quelle del matrimonio, con l'eccezione del diritto di solennizzare la convivenza in un’istituzione religiosa e il diritto di adottare bambini congiuntamente. Uno dei partner registrati, dall'1 gennaio 2002, può comunque adottare il figlio dell’altro (sia biologici che adottati, a meno che il figlio adottato non provenga da un Paese che non permette ad omosessuali e lesbiche di adottare bambini) con gli stessi criteri di adozione del matrimonio. Il 18 dicembre 2003 sono entrate in vigore nuove normative relative all’affidamento di minori che riguardano gli omosessuali e le lesbiche. In particolare le coppie omosessuali possono essere selezionate per fungere da genitori adottivi nel caso in cui i servizi sociali competenti ritengano che ciò sia per il bene del bambino. Per la registrazione almeno uno dei partner deve essere cittadino norvegese, e uno o entrambi devono risiedere in Norvegia. Le convivenze registrate in Norvegia non sono necessariamente riconosciute dagli altri paesi e i partner possono non godere all'estero dello status di coniugi.
  24. L'unione civile esiste anche in alcuni cantoni svizzeri, come Ginevra o Neuchâtel. Tali riconoscimenti hanno spinto il parlamento elvetico ad accettare in seguito una legge federale sull'unione domestica registrata che riguarda però solo coppie dello stesso sesso. Un referendum contro questa legge ha fallito e la legge è stata approvata dal popolo svizzero, il primo ad esprimersi direttamente su questo argomento, il 5 giugno 2005 col 58% dei voti. Chi è vincolato da un'unione domestica registrata non può adottare né valersi di tecniche di procreazione medicalmente assistita (art. 28 della legge).
  25. Dal 2005, con la Llei 4/2005, del 21 de febrer, qualificada de les unions estables de parella il Principato di Andorra di dota di una “registrazione civile” in grado di garantire parecchi diritti simili a quelli propri del matrimonio, inclusa, per le sole coppie etero, l'adozione di bambini.

Voci correlate[modifica]

Bibliografia[modifica]

  • Matteo Bonini Baraldi, Le nuove convivenze tra discipline straniere e diritto interno, Ipsoa, 2005.
  • AA.VV., Bioetica. Rivista interdisciplinare, Guerini e associati, Anno XII, n. 1, 2005. Numero speciale sulle unioni civili. Tiene conto anche del punto di vista laico.
  • Francesco Brunetta d'Usseaux e Antonio D'Angelo, Matrimonio, matrimonii, Giuffrè, Milano 2000.
  • Cristina Caricato, La legge tedesca sulle convivenze registrate, in "Familia. Rivista di diritto della famiglia e delle successioni in Europa", aprile-giugno 2002, pp. 501-520.
  • Daniela Danna, Matrimonio omosessuale, Erre Emme, Pomezia 1997 (pp. 320).
  • Giovanni Dall'Orto, Manuale per coppie diverse, Editori Riuniti, Roma 1994 (pp. 285).
  • Gilda Ferrando, Gli accordi di convivenza: esperienze a confronto, in: "Rivista critica del diritto privato", anno XVIII, n. 1, marzo 2000, pp. 163-181.
  • Giovanni Paolo II, Le unioni omosessuali non sono una realtà coniugale, in "La Famiglia", n. 194, 1999, pp. 78-81. Riaffermazione del rifiuto cattolico di considerare "famiglia" l'unione fra persone dello stesso sesso.
  • Federica Giardini, Verso una disciplina giuridica della same-sex partnership in diritto inglese, in: "Familia. Rivista di diritto della famiglia e delle successioni in Europa", gennaio-febbraio 2004, pp. 149-171.
  • Federico Piccaluga, Famiglia di fatto e contratto: il pacte civil de solidarité, in "Contratto e impresa"", n. 1, Cedam, 2002, pp. 115-125.

Collegamenti esterni[modifica]

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