Romano Prodi

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Prova

Romano Prodi

Romano Prodi (Scandiano, 9 agosto 1939 - vivente) è un politico ed economista italiano. Ha militato nella Democrazia Cristiana e nel Partito Democratico. E' stato Presidente del Consiglio dei ministri dal 1996 al 1998 e dal 2006 al 2008.

No al matrimonio gay, sì alle unioni civili

Di seguito le dichiarazioni rilasciate da Romano Prodi sulle questioni gay.

2005

9 febbraio - Dichiarazione all'emittente emiliana "E-Tv"

« Quante persone usano il concetto di famiglia e poi lo distorcono. Famiglia e matrimonio non si usano per persone dello stesso stesso. Non c'è alcun dubbio che io sono contrario al matrimonio fra i gay. Ho discusso di questi problemi con Zapatero ed altri leader europei. Bisogna usare bene i termini e capire la sostanza dei problemi[1]»

24 aprile - Dichiarazioni al "Corriere della Sera

« Dopo la cerimonia (di ratifica della Costituzione europea del 30 ottobre 2004, ndr.), parlai con il premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero, ero curioso di capire in quale direzione si stava muovendo il suo governo. Ricordo che c'era anche il ministro degli Esteri, Miguel Angel Moratinos [...]

Zapatero mi anticipò la sua intenzione di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, varando al più presto una legge che riconoscesse il matrimonio e l'adozione tra persone dello stesso sesso [...] Gli dissi con la massima schiettezza che non ero d' accordo, che la pensavo diversamente. Fu una discussione lunga, molto stimolante, ma che lasciò entrambi sulle proprie posizioni [...]

Primo: sono contrario al riconoscimento delle nozze tra gay e credo inoltre sia sbagliato utilizzare termini come "famiglia" e "matrimonio" nei rapporti tra persone dello stesso sesso. Secondo: penso invece sia possibile, e soprattutto giusto, impegnarsi a promuovere azioni politiche che siano in grado di garantire sostegno e assistenza alle coppie di fatto, e quindi anche a quelle omosessuali [...]

(Prodi interroga sulla stessa questione anche altri capi di stato, ndr.) Volevo cercare di capire anche le posizioni più distanti. Su un tema di questo tipo, credo che i punti di vista e le soluzioni risentano inevitabilmente delle varie culture, dei modelli di società. E ricordo perfettamente che, così come espressi la mia distanza dalla formula Zapatero, altrettanto feci nei confronti di soluzioni improntate ad un estremismo opposto, che ipotizzavano totale chiusura verso le coppie di fatto [...]

Intanto mi permetto di notare come i professionisti della strumentalizzazione siano già in azione, mentre invece ci vorrebbe un atteggiamento più eticamente consapevole sui temi religiosi [...] è vero o no che la prima dote di un cattolico dovrebbe essere il pudore? [...]

Quando parlo di assistenza e sostegno mi riferisco a interventi concreti e questi lo sono (il Pacs, ndr.). Quanto agli strumenti, però, aspettiamo: non è detto che importare modelli da altri Paesi, come dalla Francia nel caso del "Pacs", sia la soluzione più adatta[2] »

20 luglio - Dichiarazioni alla stampa estera

« Ritengo che un governo debba disciplinare i problemi giuridici e civili di chi sceglie di vivere stabilmente in forme diverse dal matrimonio[3] »

9 settembre - Lettera a Franco Grillini

« Carissimo Franco,

apprendo dalle colonne di un quotidiano nazionale di aver provocato "delusione" tra quanti, nell'Arcigay, si attendevano uno specifico riferimento ai PACS già nel breve testo che riassume solo le linee generali del mio programma per le primarie. Voglio perciò rassicurare te e quanti, eventualmente, avessero condiviso un sentimento di tal genere.
Da parte mia, come tu stesso ricordi, il problema non è stato affatto cestinato. Ma, al contrario, troverà certamente soluzione nel programma finale dell’Unione. Come ho detto più volte nei mesi scorsi, e come sai, condivido con gli altri leader dei partiti dell’Unione l'ipotesi di una proposta universalistica che affronti, regolamenti e risolva il tema dei diritti delle coppie di fatto basate su un vincolo diverso da quello del matrimonio. Una proposta avanzata già in Parlamento da 161 parlamentari dell'Unione e che trova la mia condivisione.
Con molta amicizia,
Romano Prodi[4] »

13 settembre - Risposta alle critiche per la lettera a Franco Grillini

« Io non ho mai equiparato le coppie di fatto ai matrimoni e non ho mai parlato delle adozioni. Ho anzi messo in chiaro la differenza completa con le proposte di Zapatero. Tutti i Paesi europei hanno delle leggi sulle coppie di fatto e in Spagna sono state fatte da Aznar e non da Zapatero. Su questo tema c’è una linea concorde in tutta l'’Unione[5]»


Il giudizio della militanza e il silenzio

Nel giugno del 2007 dal palco del Roma Pride 2007 Imma Battaglia si lascia andare ad insulti rivolti al Presidente del Consiglio con un "Prodi sei un grasso di m.[6]".

E' un poco più articolato, nell'agosto del 2007, il bilancio dell'attività del premier espresso da Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay [7]:

« è un bugiardo, non ha mantenuto le promesse. Prima delle elezioni lettere pubbliche, poi il silenzio. È assente nel suo ruolo»

Nell'ottobre del 2007 il Presidente del Consiglio consegna, e scambia qualche battuta, con i 50 migliori studenti neolaureati dell'Alma Graduate School di Bologna.

Tra questi Pasquale Quaranta, un giornalista gay,che chiede a Prodi quanto tempo avrebbero dovuto attendere le coppie omosessuali prima che fosse approvata una legge.

Il Presidente del Consiglio non risponde[8] e interviene il Ministro della difesa Arturo Parisi, presente in sala, dichiarando che spetta al Parlamento legiferare in materia.

Il Governo Prodi II e gli errori sull'omofobia

Nel dicembre dello stesso anno si consuma un ulteriore strappo, sintomatico anche della debolezza dell'esecutivo, sul contrasto e la prevenzione di omofobia e transfobia.

Il Governo inserisce, grazie al lavoro dei Ministri Barbara Pollastrini e Paolo Ferrero[9], un emendamento di contrasto all'omofobia in un decreto sicurezza al voto in Senato. L'emendamento passa per un voto soltanto, che divide l'area cattolica dell'Unione di centro-sinistra. La senatrice teodem Paola Binetti, per esempio, voterà contro l'emendamento.

Dopo l'approvazione si scoprirà che nel decreto, proprio nel passaggio relativo al contrasto dell'omofobia, c'è un errore formale e si fa riferimento al trattato di Amsterdam invece che a quello costitutivo della Comunità europea. L'errore sarebbe sanabile solo con un ulteriore passaggio alla Camere, impensabile perché, in Senato non ci sarebbero stati i numeri sufficienti per riottenere la maggioranza sul decreto, e c'è concretamente il rischio di una crisi di Governo.

A risolvere l'impasse interviene[10] il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non firmando il decreto sicurezza. La questione omofobia sarà rinviata, "la parte sull'omofobia verrà invece affidata ad un'altra norma, da approvare separatamente[11]" che non vedrà mai la luce, dato che il Governo Prodi II cadrà il 7 maggio 2008.

Note

  1. Anonimo, Prodi: sono contrario al matrimonio tra gay, "L'Eco di Bergamo", 9 febbraio 2005.
  2. Francesco Alberti, Prodi e l' incontro con Zapatero: sul matrimonio sbagli, "Corriere della Sera", 24 aprile 2005, p. 16. Ultima visita 19 aprile 2013.
  3. Francesco Alberti, Coppie gay, Prodi apre «Sì alle unioni di fatto», "Corriere della Sera", 21 luglio 2005, p. 9. Ultima visita 19 aprile 2013.
  4. Romano Prodi, Prodi a Grillini: Sono per il PACS, "Gay.it", settembre 2005. Ultima visita 18 aprile 2013.
  5. Massimiliano Scafi, Il Vaticano scomunica Prodi: «Cerca voti e lacera la famiglia», "Il Giornale", 13 settembre 2005. Ultima visita 19 aprile 2013.
  6. Il video era disponibile a questo link di Gay.it. Oggi non esiste più
  7. Cesare Damiano, L' Arcigay boccia Prodi. D' Alema? Sufficiente, "Corriere della Sera", 8 agosto 2007, p. 8.
  8. Anonimo, Prodi non risponde alla domanda di un giovane gay, "Arcigay.it", 2 ottobre 2007. Ultima visita 19 aprile 2013.
  9. Cf. Marco Cremonesi, Penati accusa Prodi «Troppi errori», "Corriere della Sera", 7 maggio 2008, p.2. Ultima visita 18 aprile 2013.
  10. Franco Massimo, Il capo dello Stato detta l' agenda «parallela» per i due schieramenti, "Corriere della Sera", 20 dicembre 2007, p. 19.
  11. Franco Massimo, E sulle espulsioni il governo si salva con una marcia indietro, "Corriere della Sera", 19 dicembre 2007, p. 8. Ultima visita 18 aprile 2013.