Piero Santi

Da Wikipink - L'Enciclopedia LGBT+ italiana.
Jump to navigation Jump to search
Voce a cura di Andrea Papi, liberamente modificabile.
Copertina del Diario di Piero Santi (1950).

Piero Santi (Volterra, 5 aprile 1912 - Firenze, 5 marzo 1990).
Scrittore, critico d'arte. Figura centrale nella vita culturale fiorentina a partire dagli Anni Trenta, visse apertamente la sua omosessualità, a differenza della gran parte dei suoi contemporanei.

Vita[modifica]

Nel 1918 si trasferisce con la famiglia a Firenze. Si laurea prima in Giurisprudenza e poi in Lettere, con una tesi sulla rivista letteraria «La Ronda».

Insegna italiano, latino, greco, nel liceo classico degli Scolopi. La prima attività narrativa si intreccia con interventi critici su riviste che caratterizzano il clima politico culturale degli anni prima della guerra (anni 1937–1942)

Frequentò letterati, critici e artisti, tra cui Aldo Palazzeschi, Carlo Emilio Gadda, Sandro Penna.

Fu amico di Ottone Rosai, di Mario Luzi, di Alessandro Parronchi e di tutto il gruppo dei cosiddetti poeti ermetici, ed ebbe la stima dei migliori letterati dell'epoca.

Nel 1967 vince il Premio Teramo con il racconto Il Nove, il 10 Luglio. La Giuria è composta, tra gli altri, da Diego Valeri, Carlo Bo, Luigi Baldacci.

Nel 1970 ebbe la cattedra di Letteratura italiana all’Accademia di Ravenna, città che frequentò poi assiduamente.

Nel 1984 fu uno dei soli tre intellettuali che accettarono di farsi intervistare sul tema "omosessualità e cultura" all'interno del libro La pagina strappata, pubblicato in quell'anno a cura di Giovanni Dall'Orto.

Ha abitato a Firenze in via dell'Erta Canina 30/A con Sergio Miranda, suo erede, fino alla morte.

Attività letteraria: opere e giudizi critici[modifica]

  • Alessandro Parronchi, Diario, Letteratura Arte contemporanea, novembre-dicembre 1950.
  • Corrado Torrigiani, Le ombre rosse di Santi, Fiera Letteraria, 15 novembre 1953.
  • Giancarlo Vigorelli, Ombre nere su un abisso bianco, Fiera Letteraria, 26 settembre 1954.
  • Swann, Avvelenerà Firenze con la menta, L’Espresso, 3 marzo 1963.
  • Luigi Baldacci, Due fiorentini e l'ombra del Manzoni, Epoca, 26 Gennaio 1969.
  • Nino Palumbo, La sfida dei giorni, La Gazzetta del Mezzogiorno, 18 ottobre 1969.
  • Mario Sigfrido Metalli, articolo su OMPO n.61, aprile 1980, pp 34-37 (Recensione libri di Santi con particolare attenzione alla tematica gay).

Attività giornalistica[modifica]

Collabora con importanti riviste, fra cui "Frontespizio", dove tiene la rubrica "Tra le colonne di carta stampata" (nel 1938 firmò una delle prime rubriche cinematografiche apparse in Italia); collaborazioni anche con "Incontro", "Letteratura".
Collabora con il quotidiano "La Nazione", su cui nel 1939 scrive un importante articolo su Dino Campana.
Tiene, insieme a Romano Bilenchi, la rubrica "Specchio della giovane letteratura", con lo pseudonimo comune di "Moscabianca".
Nel 1950 fonda insieme a Mario Novi il mensile di letteratura "Ca Balà", nel quale si rispecchiò tutta una generazione di scrittori. Troveranno spazio Delfini, Gadda, Landolfi, Bo, Parronchi, con i quali intratterrà un rapporto di amicizia, come con Palazzeschi.
Collabora al quotidiano «Il Nuovo Corriere», dove tiene la rubrica "Mare mosso" (1953-1956).
Tiene sul "Giornale del Mattino" la rubrica "Controvento" (1958-1960) e una rubrica di critica cinematografica, con recensioni in difesa della "Nouvelle Vague", Antonioni (1959-1965).
Fino al 1982 è titolare della pagina culturale del quotidiano fiorentino "La Città".
Sulla rivista "Nuove Carte" cura la rubrica "Il Diario di Mephisto" (1982-1984).

Critica d'arte[modifica]

Fonda a Firenze la Galleria "L'Indiano", che chiuderà per riaprirla nel 1955 insieme a Paolo Marini. In seguito sarà direttore della sede di Milano. Scrive su cataloghi di mostre varie presentazioni di artisti. Nel 1963 crea la Mostra mercato d’Arte Contemporanea a Palazzo Strozzi (altre edizioni nel 1964 e nel '68). Per le Edizioni L’Upupa nel 1977 crea la collana di Minimonografie dedicate a vari artisti (Michel Tissot, Gabrio, Marcello Guasti, Andrea Papi). Pubblica con periodicità una serie di cartelle, Upupa Edizioni, collana "L'onda repentina", con parole di poeti e immagini di artisti, tra cui: Vacchi / Moravia, Tornabuoni / Maraini, Puliti / Miccini, Treccani / Betocchi, Faraoni / Luzi, Zancanaro / Zanzotto, Vignozzi / Gatto, Gabrio / Miranda, Penarette / Gadda, Papi / Grattacaso. Nella seconda metà degli anni ’80 fonda L’Upupa Spazio d’arte che curerà insieme a Sergio Miranda.

Nota bene: la sua opera critica non va confusa con quella del musicologo Piero Santi.

In memoriam[modifica]

In occasione del Ricordo per centenario della nascita (2012) il Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux di Firenze ha reso noto che è presente dal 2002 un Fondo Piero Santi (contenente carte personali e manoscritti inediti) presso il proprio "Archivio contemporaneo".

Scritti di Piero Santi[modifica]

Copertina di Ombre Rosse di Piero Santi (1954).

Narrativa e diaristica[modifica]

Poesia[modifica]

  • Piero Santi, 263 versi, L'upùpa, Firenze 1972.
  • Piero Santi, Diario con gli amici, Quaderni di Barbablù - IFI, Firenze 1980.
  • Piero Santi, Mi corazon - ohimè - no duerme, Taccuini di Barbablù, Siena 1981.

Teatro[modifica]

  • Piero Santi, Où les coeurs s'éprennent, Il fiore rosso, Firenze 1979.

Critica d'arte[modifica]

Vari gli scritti su cataloghi di mostre e le monografie di artisti:

  • Piero Santi, Gabrio, L' Indiano, Firenze 1972
  • Piero Santi, 30 tempere di Enzo Faraoni, L’Indiano, Firenze 1973
  • Piero Santi, Tre scritti per Pino Reggiani, L’Indiano, Firenze 1983
  • Piero Santi e Anna Maria Amonaci, Andrea Papi, L'Upupa, Firenze 1984.

Scritti su Piero Santi[modifica]

Voci correlate[modifica]