Osho Rajneesh

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Voce a cura di Francesco Bennardo, liberamente modificabile.

Statua raffigurante Osho Osho Rajneesh, meglio noto come Osho (Kuchwada, 11 dicembre 1931 – Pune, 19 gennaio 1990), è stato un mistico e maestro spirituale indiano che riuscì a conseguire un vasto seguito internazionale soprattutto negli anni Settanta e Ottanta (ma la sua popolarità permane ancor oggi, visto che in questo momento ci sono più di 600 libri in commercio a lui attribuiti).

All'anagrafe il suo nome era Chandra Mohan Jain (hindi devanagari: चन्द्र मोहन जैन) ma negli anni Sessanta si faceva chiamare Acharya Rajneesh; in seguito fu noto come Bhagwan Shree Rajneesh mentre negli anni Ottanta adottò il nome di Osho Rajneesh, che poi ridusse semplicemente a Osho (dal termine "oceanico", pronunciato osheanic in inglese).

Considerazioni sull'omosessualità Osho si espresse in maniera non univoca, e a tratti contraddittoria, sull'omosessualità. Inizialmente affermò che l'omosessualità è un aspetto che fa parte della libertà dell'uomo ("è la tua vita, devi decidere tu; chi sono io?"), dunque non c'è nulla di sbagliato se due persone manifestano un certo stile di relazione sessuale, poichè non si tratta di un problema reale: "è un fatto che non dovrebbe interessare a nessuno...[1] Nessuna condanna, né giudizio, né valutazione. Se sei omosessuale, che c’è di male? Goditelo! Dio ti ha fatto così".[2] Spiegò che l’omosessualità è uno sfogo sessuale equivalente all’eterosessualità, ed è uno dei quattro stadi dello sviluppo sessuale dell’uomo: masturbazione, omosessualità, eterosessualità e brahmacharya (stadio asessuale); i primi tre stadi vanno superati e solo quando si raggiunge il quarto stadio è possibile accedere al nucleo più intimo del proprio essere.[3]

In altre occasioni, tuttavia (soprattutto nella prima metà degli anni Ottanta), Osho fu più aspro riguardo all’omosessualità, ritenendola il frutto di repressione e condizionamenti negativi, giungendo perfino a definirla "una perversione" poiché vissuta da soggetti inconsapevoli dello "schema fondamentale dell'energia umana e del suo movimento".[4] Affermò inoltre che l’omosessualità fosse responsabile della diffusione di gravi malattie, come l’AIDS, e che bisognasse impedire la libera circolazione degli omosessuali nella società[5] (a un discepolo gay disse che lui non era “ancora un essere umano... hai perso la dignità... l’omosessualità è una cattiva abitudine [sic!]”).[6] Non si oppose, comunque, ai matrimoni tra persone dello stesso sesso e sottolineò l'opportunità di individuare apposite tecniche di meditazione per gli omosessuali.[7]

Note ↑ Osho, Una perfetta imperfezione. Ama ciò che sei, Cairo Publishing, 2007 ↑ Osho, Philosophia perennis Vol. I, ECIG, 1986 ↑ Osho, The Divine Melody, Talks on songs of Kabir ↑ Osho, I segreti del risveglio, Bompiani 2007 ↑ Osho, Hari Om Tat Sat. The Divine Sound That is the Truth, Discorso 6 ↑ Osho, From Bondage to Freedom. Answers to the Seekers on the Path, Capitolo 16 ↑ Osho, From Bondage to Freedom, Discourse 16