Mariasilvia Spolato

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Voce scritta da Riccardo Strappaghetti e Francesco Bennardo, liberamente modificabile.
Mariasilvia Spolato alla manifestazione del 1 maggio 1972 a Roma

Mariasilvia Spolato (Padova, 26 giugno 1935[1] - Bolzano, 31 ottobre 2018[2]) è stata un'intellettuale, femminista e attivista LGBT italiana, è considerata una delle fondatrici del primo movimento LGBT italiano, e la prima lesbica visibile in Italia o meglio: il primo omosessuale italiano (maschio o femmina), visibile come tale.

Probabilmente a causa della sua militanza nel Movimento di liberazione omosessuale venne privata del posto di lavoro come docente di matematica presso un istituto scolastico, cadde in povertà e perse la ragione diventando una barbona che dormiva per strada o nelle stazioni. Passò gli ultimi anni della sua vita in un istituto di accoglienza a Bolzano.

Biografia

Una delle ultime foto raffiguranti Mariasilvia Spolato

Mariaslvia Spolato nacque il 26 giugno 1935 a Padova, dove si laureò con in scienze matematiche. Successivamente si trasferì a Milano dove lavorò alla Pirelli. Nel capoluogo meneghino in quel periodo avrebbe potuto venire in contatto con i movimenti del 1968 e quindi avvicinarsi agli ideali della sinistra.

Spolato è tra le fondatrici del movimento di liberazione omosessuale italiano; fa risalire all'estate 1971 una sua visita a Consoli in Olanda, poiché però Consoli ritiene che la visita di Mariasilvia Spolato fosse conseguente ad una lettera da lui inviata a "Men" e pubblicata nel dicembre 1969, sorge il dubbio se l'anno fosse effettivamente il 1971 e non il 1970. Con l'aiuto di Massimo Consoli in Olanda raccoglie una notevole quantità di documenti riguardanti i movimenti di liberazione omosessuali che si stavano organizzando nel mondo. Alcuni di questi materiali furono pubblicati a partire dal numero zero nel periodico Fuori! e una loro selezione scelta e curata da Spolato nell'antologia del 1972 a titolo I movimenti omosessuali di liberazione. Documenti, testimonianze e foto della rivoluzione[3].

La visita di Spolato a Consoli in Olanda sarebbe avvenuta, secondo quanto scrisse Consoli, a seguito dell'appello per la formazione di gruppi di liberazione omosessuale in Italia fatto da Consoli stesso in una lettera pubblicata su Men nel 1969 [4].

Conseguenza del suo attivismo e della sua visibilità su quotidiani e periodici fu, secondo lei, il licenziamento dalla scuola pubblica per lesbismo; senza mezzi di sostentamento a partire dal 1973 iniziò a vivere per strada. Continuò a frequentare sporadicamente le compagne del collettivo femminista "Pompeo Magno" di Roma dalle quali ricevette aiuto; Edda Billi, storica femminista del Collettivo Pompeo Magno, ricorda di lei:

« Mariasilvia era molto attiva e intelligente. Purtroppo molto presto ha iniziato a degenerare mentalmente e a poco a poco si è persa. La ricordo più come amica che come militante, pur sapendo che era molto attiva. La sua caratteristica principale, oltre ad essere intelligente e spiritosa, era anche il suo essere kamikaze in questo suo uscire come lesbica, era per lei un'esigenza fortissima. Senza fissa dimora, si faceva l'abbonamento dei treni per poter passare le notti in un posto dove stare al coperto, quindi era sempre in viaggio»

Dopo il 1976 Spolato scompare dalla vista anche delle compagne del collettivo femminista. Si hanno di nuovo sue notizie a partire dal 1999 a seguito di un'intervista che esce sulla stampa[5] quando venne accolta presso "Casa Margherita", una casa di riposo gestita dalla Caritas a Bolzano a seguito di una grave infezione alla gamba. Successivamente fu ospitata a Villa Armonia sempre a Bolzano, istituto presso il quale è deceduta il 31 ottobre 2018. Nell'intervista del 1999 Sposato racconta che: «Ero stufa di vagabondare. Solo che fino ad oggi non avevo mai avuto la possibilità di smettere, di lasciare alle spalle il passato. E poi, avevo sempre paura di non essere più libera. E io invece voglio essere libera».

L'oblio che ha circondato la sua figura per molti decenni da parte del movimento LGBT, quello che Mariasilvia aveva contribuito pioneristicamente a costruire, era stato interrotto da un appello di Massimo Consoli che chiedeva notizie su di lei (Chi l'ha Vista?) pubblicato su fuoricampo.net blog di cultura lesbica non più online.”</ref> e da un gruppo di lesbiche che volle manifestarle gratitudine e riconoscenza avendo contatti con lei regolarmente nel periodo in cui viveva nella casa di riposo. La notizia della morte, circolata anche all'estero[6][7] ha fatto rinascere l'interesse per la sua figura.

Attivismo LGBT

Spolato muove i primi passi da femminista e da attivista nel collettivo femminista di via Pompeo Magno di Roma; lei stessa ricordava che fin dal dicembre 1970 alcune femministe a Roma nell'ambito del Collettivo di via Pompeo Magno prospettano un discorso sull'omosessualità ma si rese subito conto che il femminismo, muovendo ancora i primi passi in Italia, non era sensibile al problema dell'omosessualità [8]. Per questo motivo nell'agosto del 1971 decide di fondare il "Fronte di Liberazione Omossesuale (FLO)"[9], movimento poi confluito nel Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano (F.U.O.R.I.).

Il neonato FLO prende contatti con il FHAR francese: gli attivisti del futuro FUORI! e del FLO vengono a conoscenza delle loro reciproche iniziative in un incontro a Parigi organizzato dal FHAR. Gli attivisti del FUORI non conoscevano il FLO perché nessuna testata giornalistica ne aveva dato notizia, e chi militava nel FLO non poteva conoscere il FUORI dal momento che non aveva ancora dato avvio ad alcuna iniziativa pubblica. Dopo l'incontro di Parigi i due gruppi iniziarono a lavorare insieme e la prima assemblea pubblica viene fatta a Roma nell'ottobre 1971 presso la Libreria "Uscita", la seconda riunione viene fatta nel dicembre 1971 presso il Rising Workshop, un locale adibito alla proiezione di VHS. Esce sulla stampa nel dicembre 1971 la notizia di tali attività.

Nel 1972 partecipò alla manifestazione dell'8 marzo a Roma dove espresse pubblicamente il suo essere lesbica tramite un cartello che riportava lo slogan "Liberazione omosessuale". Edda Billi, storica femminista del Collettivo di Via Pompeo Magno e amica di Spolato ricorda come Spolato fosse la prima e l'unica lesbica ad esporsi in quella manifestazione, affermando in un'intervista[10] che «lei era dannatamente sola in quella piazza». La fotografia della sua partecipazione alla manifestazione venne pubblicata dal settimanale Panorama[11] anche se il testo dell'articolo non parlava della manifestazione a cui aveva preso parte Spolato.

Nell'aprile del 1972 Spolato è a Sanremo[12]. Il 1° maggio 1972 partecipa a una manifestazione per il lavoro a Roma in cui per la prima volta il gruppo del FUORI! romano esce allo scoperto nelle vie della propria città[9] dopo la manifestazione di Sanremo del mese precedente. Prese parte alla manifestazione anche Spolato; lei stessa afferma di aver fatto uno "show personale": «Ho addobbato una pattumiera a pedale in modo da esprimere l'uscita fuori delle lesbiche dal mondo capitalistico borghese. Aprendola, col premere del pedale, si dice FUORI! Con questa e con alcuni fiori di carta variopinti mi sono recata sul luogo della manifestazione. Sono stata accolta da applausi, fotografata e ho dovuto ripetere la scena ad ogni arrivo di persona amica»[13].

Il 13 e il 14 maggio 1972 insieme al FUORI! romano Spolato si reca a Parigi a sostenere le femministe impegnate nella "denuncia dei crimini contro la donna". La manifestazione comprende anche un happening delle lesbiche, invitate a denunciare le repressioni subite in quanto donne omosessuali. In questa occasione Spolato ha la possibilità di far conoscere il FLO e il FUORI! alle/ai francesi distribuendo il manifesto del FLO e il numero zero di FUORI! L'evento si svolge presso la sede del MLF (Mouvement de libération des femmes) a Parigi. Successivamente Spolato, insieme al gruppo del FUORI! di Roma, organizzò il 13 e 14 ottobre 1973 il Primo Congresso di Controinformazione sulla sessualità a Roma.

Attivismo nel collettivo femminista Pompeo Magno

La frizione che esisteva tra movimento femminista e movimento omosessuale all'inizio degli anni Settanta è stata risolta da Spolato con la scelta di partecipare ad entrambi i movimenti e di portare le proprie istanze in entrambi gli spazi di attivismo. Se è vero che nel movimento femminista, ancora agli albori, non trovava spazio sufficiente l'elaborazione della soggettività omosessuale e lesbica, tanto da indurre Spolato a fondare un gruppo indipendente come il FLO e a confluire successivamente nel FUORI!, è altrettanto vero che Spolato denunciò il sessismo dei compagni gay e non abbandonò l'attivismo femminista, rimase infatti sempre legata al Collettivo romano di Via Pompeo Magno.

Spolato si impegnò nell'ambito del FUORI a incrementare la partecipazione femminile anche promuovendo al suo interno spazi riservati alle donne come il FUORI DONNA, pur riconoscendo ai collettivi femministi il valore di spazi di socialità lesbica che non potevano essere sostituiti dal FUORI romano, che rimaneva un'ambiente prevalentemente maschile. Alcune testimonianze ricordano come molte lesbiche furono introdotte nel collettivo Pompeo Magno proprio da Spolato dopo averla contattata tramite il FUORI[10].

Simonetta Spinelli, attivista del Collettivo Pompeo Magno, scomparsa nel 2017, ricorda: «Ho conosciuto Mariasilvia da giovanissima, ed ero terrorizzata da lei. Io sapevo che mi piacevano solo le donne, ed ero terrorizzata quando la vedevo perché un mio amico, che poi è sparito, che mi raccontò che quando aveva presentato una sua amica a Mariasilvia, lei l'aveva guardata e aveva detto "tu sei lesbica", l'amica rispose "no, veramente no", e Mariasilvia ribatté "ancora non lo sai ma lo sei!". Io ero terrorizzata all'idea di incontrare questa donna che potesse dire lo stesso a me. Pensavo che sarei potuta morire per strada».

FLO (Fronte di Liberazione Omosessuale)

Spolato è la fondatrice del primo gruppo di liberazione omosessuale in italia di cui estende il manifesto qui riportato:

« Nel mese di agosto [1971, ndr] si è costituito a Roma il Fronte di Liberazione Omosessuale.

Lo scopo fondamentale del fronte è di opporsi alla discriminazione contro gli omosessuali considerata come ulteriore tecnica di repressione della società organizzata. Il fronte si allea naturalmente a tutti quei gruppi che combattono contro i razzismi sociali, ideologici e sessuali.
Il fronte non vuole isolare sessualmente l'omosessualità come un fatto identificante un certo tipo di persone, bensì vuole respingere ogni tentativo di sfruttare la libertà di pensiero-sessuale raggiunta da pochi individui, oggi, come arma contro gli stessi.
Noi siamo per la libera espressione della sessualità così come ogni altro mezzo comunicativo della persona umana. Ci opporremo con tutti i mezzi alla violenza attuata dalla società repressiva contro l'amore tra le persone[14]»

Probabilmente il FLO si trattava di una sigla creata da Spolato per favorire l'aggregazione di altre lesbiche, e forse dietro tale sigla non c'erano altre che lei. Tra il 1973 e il 1974 il FLO fa uscire un bollettino "LIB", settimanale nelle aspirazioni, il cui primo numero è dedicato all'autocoscienza. Si tratta di un giornale ciclostilato e dattiloscritto. Nel bollettino, come ricorda Daniela Danna [15], «viene documentato il terrorismo giornalistico con cui è stata data la notizia del ferimento di una donna lesbica a Roma, attribuito al "losco mondo collegato al vizio organizzato" che le lesbiche costituirebbero. La protesta contro la stampa avviene con una manifestazione non autorizzata fuori da un cinema dove si proiettano film sulle donne. Gli slogan sono: "Lesbiche uniamoci", "Donne, impariamo ad amarci tra noi", "No ai ghetti", "Usciamo fuori"».

Nel 1973 il FLO organizza un dibattito sul tema "L'amore tra donne" in cui gli uomini erano ammessi soltanto se accompagnati[15], per riflettere sulla scarsa affluenza femminile al FUORI!, e invece si concentra sul rapporto tra sessualità e rivoluzione. II FLO inoltre organizza il 27 e 28 aprile 1974 a Roma, presso la sede del Partito Radicale, insieme con il Movimento di Liberazione della Donna e ad altri gruppi femministi, un congresso sulla sessualità in particolare sulle tematiche della situazione sociale e di classe degli omosessuali, informazione e mass media, legge, e oppressione medica[16][17]

Il congresso ebbe luogo sulla spinta del fatto che la proporzione femminile nel FUORI! ammontava alla decima parte di quella maschile: le lesbiche del FUORI! cercano una propria autonomia, tramite la convocazione di un congresso per sole lesbiche, ma all'appello rispondono pochissime donne.

Il licenziamento per lesbismo

Mariasilvia Spolato alla manifestazione dell'8 marzo 1972 a Roma nella foto pubblicata da Panorama.

La rivista era allora molto popolare e certo in molti la riconobbero. Denunciò in moltissime occasioni che il suo coming out come lesbica e il suo attivismo nel movimento femminista e omosessuale le avessero fatto perdere il posto di insegnante di matematica presso l'Istituto Maffeo Pantaleoni di Frascati[1]. Il Ministero della Pubblica Istruzione, sembra su richiesta di una "buona" famiglia, arrivò a licenziarla per incapacità all'insegnamento anche se, come sostiene anche Myriam Cristallo (sua coetanea e pure lei autrice per il Fuori! benché eterosessuale), in realtà l'avrebbero licenziata per "sospetto lesbismo"[18]. Spolato fu tra l'altro autrice di un libro di testo pubblicato da Zanichelli nel 1970.[19]. Più fonti confermano che il licenziamento fosse avvenuto perché era lesbica[18][1]. Edda Billi ricorda un particolare centrale nella ricostruzione della vicenda:

« L'avevano cacciata da scuola, e io sono andata con Mariasilvia al Provveditorato in cui abbiamo avuto accesso alla cartella in cui c'era la foto pubblicata su Panorama. Non ricordo con quale scusa Mariasilvia ebbe accesso al suo fascicolo personale, ma ricordo di averla accompagnata. »

La motivazione ufficiale del licenziamento però non è chiara: alcune si ricordano che il licenziamento avvenne per "indegnità", altre che la causa fosse lo "scarso rendimento", tuttavia il particolare ricordato da Edda Billi, cioè la presenza nel suo fascicolo della foto pubblicata da Panorama di Spolato con il cartello "Liberazione Omosessuale" è dirimente e rivela che il reale motivo del licenziamento era la sua visibilità in quanto lesbica e attivista femminista.

Attività redazionale

Spolato eseguiva anche servizi fotografici per i bollettini con cui collaborava e scriveva su MEN e ABC[18]. Mariasivlia Spolato ha fatto parte del primo nucleo di collaboratori della rivista FUORI! insieme con Carlo Sismondi, Francis Padovani, Alfredo Choen, Emma Allais, e Myriam Cristallo e Angelo Pezzana che fondarono la rivista Fuori! nel 1971[20]. A dicembre del 1971 viene chiuso il numero zero del FUORI che però viene distribuito a marzo del 1972.

É stata curatrice di Lib, bollettino settimanale delle Edizioni SEF (Torino) ma ciclostilato in proprio. Si tratta del bollettino del FLO e successivamente del FUORI! di Roma redatto con una certa regolarità tra il 1973 e il 1974[21]. La redazione di LIB si riuniva vicino Roma a Roccapriora[18]. Utilizzava una casella postale di Frascati per l'invio del bollettino e per ricevere la corrispondenza di Lib. Nel 1973 Spolato collaborò alla rivista femminista Effe, impaginando i primi 3 numeri di febbraio, novembre e dicembre 1973. Daniela Colombo ricorda che Spolato, già licenziata per lesbismo, per il periodo della collaborazione con la rivista femminista «viveva in redazione in compagnia di un enorme cane nero», non senza suscitare l'insofferenza delle altre redattrici[22].

L'eredità di Spolato

Secondo Nerina Milletti:

« Spolato è stata l'iniziatrice del movimento omosessuale italiano; è stata cioè una donna a fondare il primo gruppo omosessuale italiano, a rendersi visibile in piazza con un cartello ed anche la prima a produrre un libro sul movimento di liberazione omosessuale; senza di lei non ci sarebbe nemmeno stata la manifestazione di protesta a Sanremo per il convegno dei sessuologi. Provenendo dai gruppi femministi romani (frequentava quello di Pompeo Magno), insieme a pochissime altre riuscì, finché rimase nel Fuori!, a portare le istanze delle donne nel movimento omosessuale, che allora era formato quasi esclusivamente da uomini[3] »

Secondo Daniela Danna

« L'infrazione del silenzio e lo svelamento del segreto avvengono nei primissimi anni Settanta: è Mariasilvia Spolato a prendere per prima la parola, incarnando le aspirazioni di liberazione delle lesbiche che sono finalmente maturate nei movimenti sessantottini. Verrà, in seguito, cacciata dalla scuola pubblica con un pretesto. Perderà la ragione, finendo per vivere vagabondando. Come casa, ha i treni che percorrono l'Italia.[…] Sempre suo sarà il primo coming out nell'ambito del femminismo, presentandosi alla manifestazione dell'8 marzo 1972 a Campo de' Fiori con il cartello: "Liberazione omosessuale".[15] »

Opere, articoli, interventi, poesie

  • Mariasilvia Spolato, I movimenti omosessuali di liberazione, Samonà e Savelli, 1972.
  • Intervento di Mariasilvia Spolato al congresso provinciale dell'UDI il 27 ottobre 1973 alla Sala Borromini a Roma [23].
  • Mariasilvia Spolato, Lesbiche uniamoci, FUORI! n.1, giugno 1972.
  • Mariasilvia Spolato, Lesbiche riuniamoci, FUORI! n.2
  • Mariasilvia Spolato, Intervista con Simone de Beauvoir, FUORI! n. 5.
  • Mariasilvia Spolato, PRIMA E(xtra) S(ensorial) P(erception) ERIENZA, poesia pubblicata sul FUORI, n.1 giugno 1972, p.13. La poesia è datata "Padova, gennaio 1968".
  • Mariasilvia Spolato, Te lo dico io perché non ci credi, FUORI! n. 7, gennaio febbraio 1973, pag. 19.

I documenti del movimento omosessuale di liberazione raccolti da Spolato

Copertina del libro di Mariasilvia Spolato

Spolato ha lasciato un basilare contributo al nascente movimento LGBT italiano attraverso l'opera di raccolta della documentazione avvenuta anche attraverso viaggi all'estero, poi confluiti nel libro I movimenti omosessuali di liberazione. Documenti, testimonianze e foto della rivoluzione, Roma, Samonà e Savelli, 1972. Di seguito l'elenco dei documenti raccolti e tradotti nel libro da Spolato:

Documenti dal Gay Liberation Front (Usa)

  • Manifesto omosessuale di Carl Wittman. Traduzione di Carl Wittman Refugees from Amerika: A Gay Manifesto pubblicato da Red Butterfly Publication, New York. (1970) consultabile online su http://paganpressbooks.com/jpl/TRB-WITT.PDF

Il Manifesto, scritto nel 1969, è stato pubblicato dal The Red Butterfly un gruppo della Gay Liberation Front January nel 1970. Viene considerato uno degli scritti più importanti per il movimento di liberazione omosessuale degli anni '70.

  • Articolo dal primo di numero di "Gay Sunshine" di agosto/settembre 1970 intitolato: "Migliaia di omosessuali si organizzano nelle università americane. Vogliono essere accettati apertamente dalla comunità. traduzione di ?
  • Gay is Good Martha Shelley, traduzione dell'articolo di Martha Shelley Gay is good pubblicato in Out of the closets : voices of gay liberation. Douglas Books. 1972

Martha Shelley è stata la fondatrice del New York's Gay Liberation Front; è stata inoltre attiva nel gruppo omofilo lesbuci Daughters of Bilitis, gruppo fondato negli anni '50 ma frustrato dalle sue modalità non rivoluzionarie. L'articolo scritto nel 1969 descrive il desiderio di venir fuori per celebrare l'essere omosessuali senza preoccupazioni.

  • Third World Gay Liberation articolo in "Come Out!", New York, settembre/ottobre 1970.
  • Third World Gay Revolution Platform, articolo in "Gay Flames", numero 7.
  • Dachau in USA di Don Jackson pubblicato in Gay Sunshine numero 3 novembre 1970. Probabilmente è lo stesso articolo di Don Jackson, "Dachau for queers" pubblicato in The Gay Liberation Book, Ramparts Press, San Francisco 1973, pp. 42-49
  • Lettera di Huey alle sorelle e ai fratelli rivoluzionari sul Women's Liberation e il Gay Liberation Front, lettera di Huey Percy Newton, leader del Black Panther Party, pubblicata in The Black Panther, 21 agosto 1970.
  • Può una donna amare un'altra donna? articolo pubblicato nel numero zero di Ms. - The New Magazine for Women, New York, primavera 1972.
  • Dichiarazione al 1^ congresso nazionale di educazione e cultura, estratto dall'edizione del 9 maggio 1971 del Granma, l'organo ufficiale del comitato centrale del Partito Comunista di Cuba.

Il testo prova come il governo cubano aveva attivato una repressione anti-omosessuale.

  • Cuba e Machismo Oppression in Come Out!, primavera/estate 1971. Articolo di risposta al documento di Granma firmato "Gay Revolution Party".

Documenti dalla Spagna

  • Stralcio di un testo di legge spagnolo di criminalizzazione degli omosessuali.

Documenti dal Gay Liberation Front della Gran Bretagna

Documenti dal FHAR francese

  • Adresse a ceux qui se croient normaux, in Tout, numero 12.
  • A ceux qui sont comme nous, in Tout, numero 12.
  • Lesbiche e omosessuali, in Tout, numero 12.
  • Lettera aperta agli eterosessuali comunisti, in Tout, numero 12.
  • La canzone del Fhar
  • La canzone delle Gouines

Documenti dal Fuori! italiano

  • Omosessuali ma Felici, articolo di Vacchi su Panorama
  • L'Occasione di un'azione rivoluzionaria, articolo pubblicato sul numero zero del FUORI!.
  • Fronte di Liberazione Omosessuale. Ciclostilato del FLO distribuito a partire dell'agosto del 1971.
  • Fronte di Liberazione Omosessuale. Manifestazione antifascista. Ciclostilato del FLO distribuito durante la manifestazione antifascista tenutasi a Roma il 28 novembre 1971.
  • Ai compagni rivoluzionari

Scritti su Mariasilvia Spolato

  • Sara Poma, Il coraggio verrà, Harper Collins, Milano 2022. (Romanzo biografico).

Note

  1. 1,0 1,1 1,2 Massimo Consoli, Gayday, 2005, p. 127.
  2. La data di morte è riportata in Luca Fregona, Addio a Mariasilvia Spolato, la prima a dire «io amo una donna» http://www.altoadige.it/cronaca/bolzano/addio-a-mariasilvia-spolato-la-prima-a-dire-io-amo-una-donna-1.1804407
  3. 3,0 3,1 Liana Borghi, Connessioni transatlantiche: lesbismo femminista anni ’60-‘70 in "Genesis", X/2, anno 2011, pp. 41-64, edizioni Viella. Consultabile online in formato .pdf qui.
  4. Si tratta del numero 52 di Men del 29 dicembre 1969. Episodio citato in Massimo Consoli, Independence gay. Alle origini del Gay Pride, p. 66.
  5. Pierangelo Giovanetti, Mai più sotto i ponti - Bolzano: una casa per le "clochard" in Jesus n. 6 - giugno 1999, consultabile online su https://www.stpauls.it/jesus00/0699je/0699je46.htm
  6. https://www.thelocal.it/20181109/mariasilvia-spolato-first-italian-woman-lesbian-to-come-out-dies
  7. https://www.pinknews.co.uk/2018/11/10/mariasilvia-spolato-publicly-gay-italy-dies/
  8. Testimonianza di Mariasilvia Spolato in I Movimenti Omosessuali di Liberazione. Documenti, testimonianze e foto della rivoluzione, p. 117.
  9. 9,0 9,1 >Gianni Rossi Barilli, Il movimento gay in Italia, Feltrinelli, 1999, p. 48
  10. 10,0 10,1 Intervista ad Edda Billi in ricordo di Spolato per i microfoni di Radio Ondarossa andata in onda il 13 novembre 2018, ascoltabile in podcast su http://www.ondarossa.info/redazionali/2018/11/mariasilvia-spolato-pioniera-del
  11. La foto viene pubblicata a pagina 86 di Panorama del numero 310 del 30 marzo 1972 come foto di repertorio a corredo dell'articolo La Donna Domani. Intervista con Simone de Beauvoir con la seguente didascalia:"Manifestazione a Roma del fronte di liberazione omosessuale. Secondo Simone de Beauvoir anche le omosessuali possono essere utili al movimento femminista
  12. citata con nome e cognome in un articolo sulle proteste di Sanremo. E.B, I gruppuscoli del terzo sesso, Corriere della Sera, 7 aprile 1972, p. 4.
  13. I Movimenti Omosessuali di Liberazione. Documenti, testimonianze e foto della rivoluzione, Roma, Samonà e Savelli, 1972, p. 121.
  14. Ciclostilato inviato in tutta Italia, ad omosessuali e ad eterosessuali simpatizzanti a partire dall'agosto 1971. Riportato in I Movimenti Omosessuali di Liberazione. Documenti, testimonianze e foto della rivoluzione, p. 128.
  15. 15,0 15,1 15,2 Daniela Danna, Cronache recenti di lesbiche in movimento. Consultabile online su http://www.danieladanna.it/wordpress/wp-content/uploads/2015/08/QV-70-80-90.pdf
  16. Resoconto del congresso in Poche ma buone in FUORI! DONNA n. 13 Estate 1974, p. 46
  17. Il movimento delle lesbiche in Italia, p. 26
  18. 18,0 18,1 18,2 18,3 Myriam Cristallo, Uscir fuori. Dieci anni di lotte omosessuali in Italia: 1971/1981, p. 28.
  19. Mariasilvia Spolato, Gli insiemi e la matematica: Con 120 esercizi 1969/1972, Bologna, Zanichelli, 1970.
  20. Myriam Cristallo, op. cit., p. 27.
  21. Gianni Rossi Barilli, op. cit., p. 71.
  22. Daniela Colombo, Ricordando Effe, http://efferivistafemminista.it/ricordando-effe/ .
  23. Pubblicato su LIB n. 23 del 30 ottobre 1973 consultabile online su http://www.herstory.it/wp-content/uploads/2015/05/44_tutto.jpg

Voci correlate