Kuno von Moltke

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Il luogotenente generale, Kuno Augustus Friedrich Karl Detlev conte von Moltke (Neustrelitz, 13 dicembre 1847 – Breslavia, 19 marzo 1923), è stato un generale tedesco. Fu aiutante di campo dell'imperatore Guglielmo II e comandante militare di Berlino.


Le premesse dello Scandalo Moltke-Eulenburg[modifica]

Moltke proveniva da un'antica famiglia aristocratica tedesca ed apparteneva alla cerchia più intima dell'imperatore, nota come "Cerchia" o "Tavola Rotonda di Liebenberg". Era considerato come uno dei più influenti oppositori del "partito della guerra", che cercava di aumentare l'influenza della Germania per mezzo del confronto militare. In particolare Moltke era stata fra coloro che si erano opposti, con successo, all'entrata in guerra con la Francia nel corso della cosiddetta "crisi di Tangeri", nel 1905. Per questo motivo gli ambienti favorevoli alla guerra fornirono al giornalista Maximilian Harden informazioni relative a pratiche omosessuali di Moltke e di un altro componente della cerchia, Philipp zu Eulenburg, innescando in questo modo nel 1907 lo "Scandalo Moltke-Eulenburg" o "Scandalo della Tavola Rotonda" (dal nome con cui fu soprannominata la "Cerchia di Liebenberg", trasformata in una "camarilla" (cricca) di omosessuali). Lo scandalo ebbe un'immensa eco in tutta Europa, e mise completamente fuori gioco entrambi gli accusati, lasciando via libera allo scoppio del confronto militare.


Kuno von Moltke.

Inizia lo Scandalo Moltke-Eulenburg[modifica]

Moltke era stato sposato con Athalie von Kruse-Neetzow, ma il matrimonio s'era concluso con un divorzio nel 1899, in seguito alla scoperta da parte della moglie di lettere che provavano una relazione omosessuale fra suo marito e l'ambasciatore tedesco a Vienna, il principe Philipp zu Eulenburg-Hertefeld. Queste lettere furono messe a disposizione di Harden nel 1906 e Harden scatenò la sua campagna fra il 1906 e il 1907 sul periodico "Die Zukunft", insinuando che una cerchia di pervertiti poteva avere solo un'influenza malsana sull'imperatore e disastrosa per la Germania nel suo insieme. Il 27 aprile 1907 Harden fece i nomi su "Die Zukunft": Moltke ed Eulenburg. Moltke dovette dimettersi per richiesta dell'imperatore, che era stato tirato in ballo a sua volta, e reagì querelando Harden, e sfidandolo a duello.

Il primo processo Moltke vs. Harden[modifica]

Maximilian Harden. Harden non accettò il duello, e al processo di primo grado fu assolto. Decisiva per la sentenza furono le testimonianze della moglie, che dichiarò che dopo i primi giorni di matrimonio suo marito non aveva più avuto rapporti sessuali con lei, ma soprattutto la sconcertante deposizione di Magnus Hirschfeld che, chiamato a testimoniare come "esperto" della materia affermò che Moltke era "costituzionalmente" omosessuale. (Questa mossa quasi distrusse l'organizzazione creata da Hirschfeld, il WHK, nella quale gli omosessuali non dichiarati costituivano la maggioranza dei soci). Il giudice sentenziò quindi che Moltke era omosessuale, ed assolse Harden. L'avvocato di Moltke però riuscì a far annullare il processo per un vizio di forma, ed ottenne che fosse nuovamente celebrato nel 1908.

Il secondo processo Moltke vs. Harden[modifica]

Alla ripetizione del processo contro Harden, che si tenne dal 18 al 25 dicembre 1907, muovendo le sue pedine Moltke riuscì a fare dichiarare che la sua ex moglie era affetta da "isteria", e quindi s'era inventata tutto, mentre Magnus Hirschfeld, già sommerso dalle critiche di tutto quanto il mondo omosessuale, provvide da sé a rimangiarsi le dichiarazioni precedenti[1]. In questo modo Moltke stavolta vinse la causa, e Harden dovette scontare quattro mesi di prigione per diffamazione.

Il terzo processo Moltke vs. Harden[modifica]

A bocce ormai ferme, nell'aprile 1908 Harden venne nuovamente condannato senza clamore mediatico, questa volta al pagamento delle spese processuali di Moltke (4.000 marchi) oltre a 600 marchi di multa. Ma ormai i giochi erano fatti e quanto si voleva ottenere, l'allontanamento di Moltke ed Eulenburg dalla "stanza dei bottoni", era stato ottenuto. Il danno all'immagine era ormai stato fatto, e Moltke non ebbe più alcuna influenza sugli eventi successivi che avrebbero portato la Germania all'entrata in guerra sette anni dopo, e alla dissoluzione dell'Impero tedesco.

Note[modifica]

Sull'episodio si veda: Erwin Haeberle, Justitias zweischneidiges Schwert. Magnus Hirschfeld als Gutachter in der Eulenburg-Affäre, in: Klaus M. Beier (a cura di), Sexualität zwischen Medizin und Recht, Fischer Verlag, Stuttgart 1991, pp. 5-20; online sull' "Archiv für Sexualwissenschaft".

Bibliografia Guido Podrecca, La tavola rotonda in Germania, Mantegazza, Roma 1919. Riedito come: Guido Podrecca, Sessualità e politica della Germania imperiale, OET, Roma 1946. Isabel Hull, The entourage of Kaiser Wilhelm II, Cambridge 1982. John Röhl, Des Kaisers bester Freund, in: Kaiser, Hof und Staat. Wilhelm II. und die deutsche Politik, Munich 1988, pp. 35–77, 64 sgg. Nicolaus Sombart, Wilhelm II. Sündenbock und Herr der Mitte, Berlin 1996. Olaf Jessen, Die Moltkes. Biographie einer Familie, C. H. Beck, Munich 2010, ISBN 978-3-406-604997.

Voci correlate[modifica]

Scandalo Moltke-Eulenburg Maximilian Harden Omosessualità nella storia Paragrafo 175