Flavio Romani

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Flavio Romani

Flavio Romani (Lendinara, Rovigo 8 settembre 1967 – vivente) attivista per i diritti lgbt e presidente nazionale di Arcigay dal 25 novembre 2012.

Biografia[modifica]

Segue il ciclo di studi in Letteratura Nordamericana presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere moderne dell’Università di Bologna. Vive a Ferrara dove lavora per un’agenzia di comunicazione.

Militanza gay[modifica]

Fin dalla fondazione di Arcigay Ferrara, dal 2001, partecipa alle attività dell’associazione prima come attivista e, in seguito, come presidente. E’ stato coordinatore di Arcigay Emilia-Romagna e presidente del Comitato Pride Bologna 2008.

E’ eletto presidente nazionale di Arcigay[1] il 25 novembre 2012 nel corso del quattordicesimo congresso nazionale dell’associazione. Dopo l’investitura dichiara:

« Il nostro compito principale resta quello di garantire diritti ed una legge che ci protegga da assalti e insulti[2] »

.

Il progetto politico[modifica]

Flavio Romani si candida a presidente di Arcigay con una mozione congressuale intitolata Uguaglianza e libertà.

La mozione individua una fase transitoria “per riconsegnare ad Arcigay un progetto associativo condiviso” con l’avvio di “un’importante fase costituente in grado di ripensare e riformare l’associazione nel cuore dei cambiamenti che stanno attraversando tutta la società italiana”. Tra i “pilastri” per il rilancio dell’attività dell’associazione:

  • una maggiore collegialità e capacità di comunicazione interna orientata all’intesa e alla sintesi;
  • una revisione laica della struttura associativa in un’ottica non-pregiudiziale e anti-ideologica, orientata alla soluzione dei problemi, quindi il più possibile snella e volutamente sburocratizzata;
  • un recupero del rapporto concreto tra “centro” e “periferia”, sia nella comunicazione che nella collaborazione biunivoca tra la Segreteria e i territori;
  • un recupero della vocazione di Arcigay ad essere network, connettore di comitati e circoli, mettendo in rete risorse, esperienze, competenze ad oggi sparse sul territorio e scarsamente reciprocamente comunicanti;
  • un maggiore orientamento ai bisogni concreti della comunità e delle persone lgbt, sia come capacità di raggiungere risultati concreti su precise istanze fondamentali, che come capacità di creare servizi e condizioni di empowerment reale per le persone lgbt.

Nella mozione sono poi numerosi gli obiettivi che il candidato alla presidenza dell’associazione propone di raggiungere. In sintesi Romani si impegna a “raggiungere risultati concreti entro fine mandato” su questi obiettivi:

  1. Riorganizzazione interna: rendere Arcigay operativa, snella e sburocratizzata; contare su tutte le energie umane che sono in campo, senza che queste siano marginalizzate; colmare velocemente la “zona grigia” tra l’organo esecutivo (Presidente, Segretario e Segreteria nazionali) e l’organo assembleare (Consiglio nazionale e tutte le sue commissioni) introducendo un livello consultivo intermedio;
  2. Ruolo della comunità e dei soci: riprendere la missione originaria; dare voce alla comunità lgbt; offrirle un luogo per riconoscersi e uno strumento efficace di mobilitazione delle proprie istanze;
  3. Circuito ricreativo: fondare un nuovo percorso che oltre a risolvere alcuni nodi cruciali, consenta di avere un orizzonte condiviso preciso e certo, basato sulla reciproca fiducia e sulla solidità dei rapporti reciproci;
  4. Razzionalizzazione delle spese e risorse alternative: riuscire ad accedere in modo continuativo a fonti di finanziamento locali, ministeriali ed europee; esplorare vie innovative fino ad oggi scarsamente prese in considerazione per il reperimento di risorse;
  5. Attività politica: sviluppare la battaglia per l'estensione del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso e proseguire nell’azione, concertata con altre associazioni, di proposta di legge d’iniziativa popolare; farsi promotrice di una convergenza comune con le altre associazioni per l’elaborazione giuridica e la proposta politica di una riforma laica e moderna del diritto di famiglia che includa innanzitutto l’uguaglianza piena in senso matrimonialista; sviluppare un’azione sinergica su tutto il territorio nazionale, affinché le discriminazioni, l’omofobia e la transfobia diventino ovunque oggetto di azione istituzionale di contrasto in alleanza con la comunità lgbt e affinché il nostro Paese si doti finalmente di una legge organica contro tutti i comportamenti discriminatori; elaborare una proposta per una legge quadro – ed eventualmente per leggi regionali - che metta ordine, indichi una direzione chiara e dia forza e respiro alle strategie di testing community-based (ovvero gestite dalle associazioni LGBT e di lotta all’HIV), sviluppare un’azione di campaigning permanente sullo stile di campagne efficaci già sperimentate all’estero a favore del coming out;
  6. Rappresentanza pubblica: dialogo con tutti i soggetti, al fine di rafforzare la presenza delle tematiche lgbt in un’ottica trasversale al di là degli schieramenti politici, anche sollecitando la presenza e l'elezione di candidati lgbt; rafforzare la strategia di “costruzione di reti” e di alleanze con gli altri soggetti portatori di interessi e di istanze sui diritti; consolidare la presenza di Arcigay nella dimensione europea e internazionale.

Note[modifica]