Discorsi parlamentari per il matrimonio egualitario

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Questa voce si propone di raccogliere i più significativi discorsi parlamentari che hanno contribuito nei vari paesi al dibattito parlamentare in favore del matrimonio egualitario e in opposizione agli attacchi omofobi dei parlamentari contrari all'uguaglianza.


2005, José Luis Rodríguez Zapatero - Spagna[modifica]

« Noi non stiamo legislando, onorevoli membri, per persone lontane o estranee, ma stiamo ampliando le opportunità di felicità per i nostri vicini, i nostri colleghi di lavoro, i nostri amici e i nostri familiari: allo stesso tempo stiamo rendendo più dignitosa la nostra società, perché una società dignitosa è quella che non umilia i suoi componenti.

In una poesia intitolata "La famiglia" il nostro poeta [gay] Luis Cernuda si lamentava "come vive ingannandosi invano l'uomo che si dà regole che proibiscono e condannano?" Oggi la società spagnola risponde a un gruppo di persone che, durante molti anni sono stati umiliati, i cui diritti sono stati ignorati, la cui dignità è stata offesa, le loro identità negate e la loro libertà oppressa. Oggi la società spagnola garantisce loro il rispetto che meritano, riconosce i loro diritti, restituisce la loro dignità, afferma la loro identità e restituisce la loro libertà. Vero è che sono soltanto una minoranza, ma il loro trionfo è il trionfo di tutti. E' anche il trionfo di quelli che si oppongono a questa legge, persino quelli che non la conoscono ancora, perché è il trionfo della libertà. La loro vittoria rende tutti noi migliori (persino quelli che si oppongono a questa legge), rende la nostra società migliore. Onorevoli membri, non c'è nessun danno al matrimonio o al concetto della famiglia autorizzando due persone dello stesso sesso a sposarsi. Al contrario quello che accade è che questo gruppo di cittadini spagnoli ottengono la possibilità di organizzare le loro vite con gli stessi diritti e privilegi del matrimonio e della famiglia. Non c'è alcun pericolo per l'istituzione del matrimonio, ma precisamente è l'opposto: questa legge migliora e rispetta il matrimonio.

Oggi, conscio che alcune persone e istituzioni sono in profondo disaccordo con questa riforma del nostro codice civile, vorrei esprimere che, come nelle altre riforme a codice matrimoniale che hanno preceduto questa, questa legge non genererà alcun male, che l'unica conseguenza sarà quella di evitare l'insensata sofferenza di esseri umani per bene. Una società che evita la sofferenza insensata di esseri umani per bene è una migliore società.

Con l'approvazione di questa legge, il nostro paese farà un altro passo nel cammino della libertà e della tolleranza che era iniziata col cambiamento democratico del governo. I nostri bambini ci guarderanno increduli se diremo loro che molti anni fa, le nostre madri avevano meno diritti dei nostri padri, o se diremo loro che le persone erano costrette a rimanere sposate contro la loro volontà anche se non erano più in grado di condividere le loro vite. Oggi possiamo offrire loro una bellissima lezione: ogni diritto garantito, ogni accesso alla libertà è stato il risultato della lotta e del sacrificio di molte persone che meritano il nostro riconoscimento e il nostro ringraziamento. Oggi dimostriamo con questa legge che le società possono migliorare se stesse e che possono attraversare le barriere e creare tolleranza ponendo un freno all'infelicità e all'umiliazione di alcuni nostri cittadini. Oggi , per alcuni dei nostri compatrioti, viene il giorno evocato da Kavafis un secolo fa: "Più avanti - in una società perfetta - apparirà di certo qualcun altro che mi somigli e come me sia libero". Grazie mille![1] »


2009, Diane Savino - Stato di New York[modifica]

« Raramente non prevediamo il risultato del progetto di legge prima della votazione. E raramente abbiamo affrontato un argomento tanto importante come questo senza conoscerne il risultato. Decine di migliaia di newyorkesi vedono in queste ora la loro vita appesa in questo dibattito. O torneranno a casa oggi sapendo che abbiamo fatto la storia qui nello stato di New York o torneranno a casa incredibilmente contrariati, ma certamente determinati e la battaglia continuerà. Ma io spero che andremo a fare questa storia oggi e qui. Io spero che faremo un passo avanti per continuare la promessa di Thomas Jefferson che il senatore Schneiderman così eloquentemente ha ricordato e che andremo a e radicare la disuguaglianza che il senatore Addams ha descritto così accuratamente.

Io spero che andremo a fare questa scelta perché io respingo- nonostante io abbia un grande rispetto del senatore Diaz anche se non è qui - e ho un grande rispetto per le sue convinzioni religiose. Ma questo voto non riguarda la politica, non riguarda la politica democratica né la politica repubblicana. Non riguarda chi ha contribuito e a quale campagna, non riguarda qual è partito ha cercato di ottenere la maggioranza in questo parlamento. Niente di tutto questo assolutamente ha a che fare con questo progetto di legge. Questo voto ha ad oggetto l’uguaglianza. La disuguaglianza. Non politica. Riguarda l’uguaglianza delle persone che sono nell’età giusta e nello stato di mente che scelgono di vivere insieme, condividere insieme ogni cosa e che vogliono avere la possibilità di vedere la protezione che il governo garantisce a quelli di noi che hanno il privilegio di sposarsi e di essere trattati con la stessa cavalleria nella nostra società. Questo è tutto quello di cui parliamo oggi. Il senatore Duaine il suo partner Lewis sono due tra le persone più legate che conosco - vi dirò, sono sopra la quarantina, e questo è tutto ciò che saprete da me, ma non sono mai stata capace di mantenere una relazione della lunghezza e della qualità che Tom Dwayne e Lewis hanno. Perché dovremmo negarsi il diritto di condividere le loro vite insieme? Io non conosco il partner del senatore O’Donnel ma io so che è legato a lui come Tom lo è con Louis, e il mio amico Matt Tutone lo è con il suo partner Josh. Queste sono relazioni che io invidio e infatti noi tutti dovremmo invidiare. E tutto quello che loro richiedono e che essi siano trattati ugualmente, e che siano in grado di prendere decisioni l’uno per l’altro in caso che qualcosa accada loro allo stesso modo con cui il senatore Lancet fa con sua moglie Marcele e il senatore Flanagan fa con la sua moglie, E che tutti quelli di noi qui che sono sposati sono in grado di prendere decisioni per proteggere le persone che amiamo. Voi sapete che rispetto a questo progetto di legge, sono stata chiamata a confrontarmi in modo molto interessante da persone di entrambi gli schieramenti. Vi racconterò una storia divertente. Ero sulla sesta strada a Manhattan, ero nella mia macchina, stavo guidando, stavo svoltando sulla 52ª strada ero ferma ad un semaforo e avevo il mio finestrino aperto. Un giovane uomo su un pedicab si è fermato, e ha infilato la sua testa nel finestrino della mia macchina, cosa che ho trovato un po’ strana. Lui aveva riconosciuto la targa della Senato nella mia macchina e questo fu esattamente durante la settimana in cui l’assemblea accettò di votare su questo progetto di legge all’inizio di quest’anno. E mi disse: mi scusi ci sarà il voto sul matrimonio gay questa settimana ad Albany? E io risposi sì l’assemblea sta per votare ma il Senato probabilmente avrebbe ritardato il voto. E mi disse voterà a favore? Risposi di sì e lui replicò perché? Io risposi: perché io credo che le persone dovrebbero essere in grado di condividere le loro vite con chiunque essi vogliano e il ruolo del governo è di amministrare questo contratto su cui essi si accordano. Lui si fermò e mi disse ma stanno cambiando la definizione di matrimonio. E io risposi non si agiti su queste questioni del matrimonio. Gli risposi pensa questo, noi ci siamo appena incontrati, tu ed io proprio qui al semaforo. Tu hai infilato la tua testa nel finestrino della mia macchina. Sai che domani noi potremmo andare in municipio e potremmo richiedere la licenza di matrimonio e potremmo sposarsi e nessuno si chiederà nulla riguardo la qualità della nostra relazione o se noi siamo fidanzati né nessuna di queste cose. Loro ci rilasceranno questa licenza di matrimonio e noi ci possiamo sposare. E non rispose sì questo è vero. Ho replicato pensi che saremo pronti per questo genere di impegno? E dopo aver riflettuto mi rispose capisco cosa intendi. E questo è proprio quello di cui stiamo parlando. Noi nel governo non determiniamo la qualità o la validità delle relazioni tra le persone. Se noi lo facessimo non dovremmo rilasciare i tre quarti delle licenze matrimoniali che rilasciamo. E so che ci sono molte persone nella comunità religiosa che sentono che noi stiamo imponendo loro questo quando in realtà non è vero non l’abbiamo mai fatto. Io sono una cattolica romana. La Chiesa cattolica ha il diritto di negarmi il sacramento del matrimonio se ritengono che la persona che io ho scelto di sposare non è adatta o la nostra relazione non raggiunge i loro standard. L’ufficiale di stato civile non a questo diritto. Questo non cambierà attraverso questa legge. Questo non cambierà mai. L’istituzione di Joseph possono continuare la discriminazione nel rispetto del sacramento del matrimonio. Noi no. Noi non dovremmo farlo per le coppie gay e lesbiche. So che molte persone sono preoccupate rispetta la distruzione della santità del matrimonio anche e che vedono questo come una minaccia. Ma signore signori lasciatemi dire una cosa: che cosa stiamo realmente proteggendo se guardate agli indici di divorzio nostra società? Accendete la televisione. Abbiamo un canale matrimoniale nella tv via cavo dedicato al comportamento delle persone quando si sposano. Spendono miliardi di dollari, si comportano nel modo più squallido, tutto con lo sforzo di essere principessa per un giorno. Non avete la tv via cavo? Basta accendere un qualsiasi canale tv. Ti amo via i nostri mariti in un gioco televisivo. Puoi vedere The Bachelor, dove e 30 donne disperate si fanno la lotta per sposare un uomo quarantenne che non è mai stato capace di mantenere una relazione dignitosa nella sua vita. E al contrario abbiamo anche The Bacholorette. È il mio preferito, che ringraziando Dio è durato soltanto una stagione perché era davvero un disastro, era The Littlest Groom”, Dove 30 donne disperate si contendevano di sposare un nano. Questo è quello che abbiamo fatto al matrimonio l’America, dove i giovani donne viene insegnato da quando hanno cinque anni ad essere nient’altro che una sposa. Pensano a tutto il giorno che cosa indosseranno come appariranno gli invitati l’intera faccenda. Non pensavo nemmeno cinque minuti a quello che significa essere una moglie. Le persone stanno di fronte a Dio e agli uomini - persino nella chiesa del senatore Diaz - e giurano di amare, di onorare e di obbedire, in realtà non intendono una parola di tutto questo.

Per questo se c’è qualcosa di sbagliato se c’è una minaccia alla santità del matrimonio in America essa viene da quelli di noi che hanno il privilegio e il diritto di sposarsi e che ne hanno abusato per decenni. Non abbiamo niente da temere da Tom Louis. Non abbiamo niente da temere da Dani a donna e il suo partner. Non abbiamo niente da temere da le persone che sono legate le une alle altre e che vogliono condividere le loro vite e proteggere e proteggersi l’un l’altro in caso di malanni, malattia o morte. Non abbiamo niente da temere dall’amore e dall’impegno di queste persone.

La mia unica speranza, Tom, è che noi approviamo questo progetto di legge, il governo lo firma, e che noi possiamo imparare da voi e che voi non impariate da noi. Io voto sì.

[2] »

2013, Maurice Williamson - Nuova Zelanda[modifica]

Il 18 aprile 2013 il deputato Maurice Williamson prende la parola[3] in difesa della proposta di legge per il matrimonio egualitario in Nuova Zelanda:

« Per prima cosa voglio congratularmi con Louisa Wall per questa proposta di legge sul matrimonio egualitario, e vorrei dire che la buona notizia riguardo agli anni spesi in Parlamento è che si impara a respingere tutte le abominevoli minacce di punizioni di fuoco eterno che si vanno verificando.

Ho avuto un reverendo nel mio collegio elettorale dichiarare che l'attacco gay sarebbe iniziato all'indomani dell'approvazione di questa propsota di legge. Siamo davvero in difficoltà ad immaginare come un attacco gay si manifesterà. Non sappiamo ancora se scenderà giù dall'autostrada di Pakuranga come una serie di truppe, o se sarà un gas che scorrerà sopra l'elettorato e ci bloccherà tutti. Ho anche avuto un prete cattolico che mi è venuto a dire che stavo incoraggiando un atto innaturale. L'ho trovato davvero molto interessante dal momento che questa affermazione veniva da qualcuno che ha fatto un giuramento di castezza per la sua intera vita.

[L'onorevole Amy Adams gli suggerisce che la corretta pronuncia in inglese è "castità" e dopo l'interruzione Maurice Williamson riprende.]

Castità. OK, userò "castità". OK. Non l'ho mai provata, quindi non ho idea di cosa sia. Ho anche ricevuto una lettera che mi ha detto che sarei bruciato tra le fiamme dell'inferno per l'eternità. Questo è stato un brutto errore, perché ho una laurea in fisica. Ho usato le leggi fisiche della termodinamica. Ho inserito il peso del mio corpo e i dati relativi alla mia umidità e così via. Ho considerato la fornace introno ai 5000 gradi. Il mio corpo durerebbe per appena 2,1 secondi. Difficilemente la chiamerei "eternità", non trovate? Ho anche ricevuto molte disgustose affermazioni riguardo l'adozione. Ecco, io ho tra fantastici bambini adottati. So quando buona sia l'adozione, e ho trovato alcune di questa affermazioni semplicemente vergognose. Ho trovato alcune di queste tattiche di bullismo davvero cattive. Ho smesso di avere paura dei bulli quando andavo alle elementari. Comunque una enorme parte delle opposizioni venivano dai moderati, da persone che erano preoccupate, che erano davvero allarmate rispetto a come questa proposta di legge avrebbe provocato nel tessuto della nostra società. Rispetto le loro preoccupazioni. Rispetto i loro turbamenti. Erano preoccupati riguardo a cosa sarebbe successo alle loro famiglie e così via. Lasciatemi ripetere ad essi che tutto quello che stiamo facendo con questa proposta di legge è permettere a due persone che si amano di vedersi riconosciuto questo amore attraverso il matrimonio. Questo è tutto quello che stiamo facendo. Non stiamo dichiarando una guerra nucleare a uno stato straniero. Non stiamo importando un virus che potrebbe spazzare via il nostro settore agricolo per sempre. Stiamo permettendo a due persone che si amano di vedersi questo amore riconosciuto, e io non riesco a vederci in nessun modo niente di sbagliato. Proprio non ci riesco. Non riesco a capire perché qualcuno dovrebbe opporsi. Capisco perché alla persone non piace quello che altri fanno fanno. Va bene così. Rientriamo tutti in questa categoria. Ma ho fatto una promessa a tutte quelle persone che si oppongono a questa proposta di legge ora. Vi ho fatto una promessa inoppugnabile e certa.

Il sole sorgerà ancora domattina.

La vostra figlia adolescente litigherà ancora con voi come se conoscesse tutto.

Il vostro mutuo non aumenterà.

Non avrete malattie della pelle o piaghe, o rospi nei vostri letti.

Il mondo andrà semplicemente avanti.

Per questo non dovete farne un grosso problema.

Questa proposta di legge è fantastica per le persone che ad essere si rivolge, ma per il resto di noi la vita andrà avanti. Infine, posso dire che uno dei messaggi che ho ricevuto era che questa proposta di legge è la causa della nostra siccità, questa legge era la causa della nostra siccità?

Bene, se qualcuno di voi mi segue su Twitter, vedrete che questa mattina nel distretto elettorale di Pakuranga stava piovendo a catinelle. Abbiamo avuto il più enorme arcobaleno gay sul nostro distretto. Deve essere un segno. E' un segno. Se siete credente, certamente è un segno.

Posso finire, per quelli che sono preoccupati per questo, con una citazione dalla Bibbia. Dal Deuteronomio. Pensavo che Deuteronomio fosse un gatto dal musical Cats, ma lasciamo perdere. La citazione è Deuteronomio 1:29: "Non abbiate paura". »

2013, Christiane Taubira - Francia[modifica]

Christiane Taubira è dal 2012 Ministra della Giustizia della Repubblica Francese, è stata relatrice e forte sostenitrice della legge che introduce il matrimonio egualitario in Francia, approvata il 23 aprile 2013. Discorso di apertura del dibattito sul matrimonio egualitario in Francia[4]:

« Signor Presidente, Signor Presidente della Commissione legislativa, Signora Presidente della Commissione per gli affari sociali, Signor Relatore, Signora Relatrice, Signore e Signori Deputati,

Dominique Bertinotti, Ministra della Famiglia, ed io abbiamo l'onore e il privilegio di presentarvi a nome del Governo un progetto di legge che traduce l'impegno del Presidente della Repubblica di aprire il matrimonio e l'adozione alle coppie dello stesso sesso.

Concernendo lo stato delle persone, saranno principalmente le norme del Codice civile relative al matrimonio, all'adozione e all'attribuzione del cognome ad essere modificate.

Dominique Bertinotti e io ci siamo impegnate a partecipare attivamente, e nel rispetto delle prerogative parlamentari, alle due sedute della Commissione legislativa, dal momento che, in seguito alle modifiche del Regolamento dell'Assemblée nationale, è sul testo risultante dai lavori della commissione che discuteremo durante le prossime due settimane, weekend compresi.

Non abbiamo mai sottovalutato l'importanza di questa riforma. È proprio per questo motivo che abbiamo accolto con il più grande rispetto tutte le persone che hanno accettato di essere ascoltate. Siamo consapevoli di quale sia l'utilità dei lavori della commissione. Essi hanno migliorato il testo e le disposizioni che sono state introdotte, vi saranno illustrate dai relatori.

Vorrei soffermarmi un istante sull'evoluzione del matrimonio affinché si possa comprendere meglio ciò che stiamo per fare.

In un contesto in cui si ama spesso citare il decano Jean Carbonnier, non mi sottrarrò io stessa dal farlo. Nel 1989, in occasione del convegno sul bicentenario della rivoluzione francese, egli definì il matrimonio civile come "la gloria nascosta" della Rivoluzione. Carbonnier faceva chiaramente riferimento ai vivaci dibattiti che avevano accompagnato l'introduzione del matrimonio civile, la sua natura contrattuale, la sua durata, ossia la possibilità di divorziare. A quell'epoca, due religioni riconoscevano il divorzio, la religione protestante e la religione ebraica, mentre la religione cattolica, maggioritaria, dichiarava il matrimonio indissolubile. Il decano Carbonnier ritiene pertanto che il costituente del 1791 abbia compiuto una vera è propria rivoluzione con l'introduzione del matrimonio civile. La secolarizzazione del matrimonio è stata così consacrata nella Costituzione del 1791.

Il matrimonio civile reca con sé il segno dell'uguaglianza. Si tratta di una vera e propria conquista fondatrice della Repubblica, all'interno di un movimento generale di laicizzazione della società.

Una tale conquista è stata importante soprattutto per coloro che erano esclusi dal matrimonio a quell'epoca. Dopo la revoca dell'editto di tolleranza, detto editto di Nantes, nel 1685, i protestanti non potevano contrarre matrimonio se non segretamente, rivolgendosi ai loro pastori. Essi non potevano costituire una famiglia e i loro figli erano considerati bastardi. A partire dal 1787, l'editto di tolleranza autorizza nuovamente i preti e i giudici a celebrare questi matrimoni, in quanto ufficiali dello stato civile. C'è dunque una prima apertura, due anni prima della rivoluzione, grazie a tale riconoscimento di pluralismo religioso e alla possibilità di includere nel matrimonio coloro che ne erano esclusi, in particolare i protestanti e gli ebrei. Ma il matrimonio include ancora soltanto i credenti.

Vengono ancora esclusi gli esercenti alcune professioni, ad esempio gli attori, perché la religione proclama che non può riconoscere le pratiche infami degli attori di teatro. É proprio il celebre attore Talma a rivolgersi alla Costituente dopo che il curato di Saint-Sulpice si era rifiutato di effettuare le pubblicazioni del suo matrimonio con una «donna di mondo», come si diceva all'epoca.

I costituenti decidono così di introdurre un matrimonio civile e prevedono nell'articolo 7 del titolo II della Costituzione del settembre 1791 che il matrimonio non è altro che un contratto e che il potere legislativo stabilirà per tutti i cittadini, senza distinzione, le modalità in base alle quali la nascita, il matrimonio e la morte saranno constatati e designerà gli ufficiali incaricati di constatarli e di registrarli.

Il matrimonio civile permette così non solo di includere i credenti non cattolici, ma è aperto a tutti, ossia tutti coloro che desiderano contrarre matrimonio possono disporre degli stessi diritti e devono rispettare gli stessi doveri.

Una tale concezione del matrimonio civile, che reca in sé l'impronta dell'uguaglianza, ne fa essenzialmente una libertà, perché fin dalla sua introduzione nell’ordinamento, anche il divorzio viene ugualmente riconosciuto. Nella relazione accompagnatoria della legge del 1792, vi si trova scritto che il divorzio è il portato di una libertà individuale, e l'esistenza di un legame indissolubile la negherebbe. Poiché il matrimonio è la libertà delle parti e non la sacralizzazione di una volontà divina, tale libertà di contrarre matrimonio non si può concepire se non congiuntamente alla libertà di divorziare e poiché il matrimonio viene disgiunto dal sacramento che l'aveva preceduto, potrà rappresentare i valori repubblicani e incorporare progressivamente i cambiamenti della società.

La migliore manifestazione di questa libertà si ritrova nell'articolo 146 del Code civil, che non è stato mai cambiato, e secondo il quale non vi è matrimonio senza il consenso. Quest'articolo stabilisce dunque la piena libertà dell'uno e dell'altro coniuge uniti nel matrimonio.

Se si ricorda che il matrimonio era originariamente un’unione di patrimoni, di eredità, di parentele, e che si passava dal notaio prima di passare al prete, il fatto di riconoscere la libertà di ciascuno dei coniugi è un progresso considerevole, a tutt'oggi iscritto nel codice civile.

Il divorzio, dunque, si accompagna fin da subito al matrimonio. Sarà proibito nel 1816, in un contesto in cui le correnti conservatrici sono dominanti e in cui si assiste a un regresso delle libertà, specialmente quelle delle donne. Sarà ristabilito nel 1884 attraverso la legge Naquet, ancora una volta nell'ambito di un movimento generale di laicizzazione della società. L'evoluzione del matrimonio reca in effetti in maniera molto marcata il segno della laicità, dell'uguaglianza e della libertà, che sono valori che si sono evoluti nel nostro diritto e nella nostra società, in base ad uno sviluppo diacronico che ha conosciuto a volte forti tensioni.

È dunque all'interno di un movimento di laicizzazione dello stato civile, delle libertà individuali, della società in generale che il divorzio sarà reintrodotto nel 1884. È in effetti nel corso di questo decennio che altre leggi relative alla libertà individuale, come la legge sulla stampa, le leggi relative alla libertà d'associazione o alla libertà sindacale, e subito dopo la legge sulla separazione della Chiesa dallo Stato, entrano in vigore. L'istituto del divorzio sarà consolidato nel 1975 dalla reintroduzione del consenso reciproco, che era stato già riconosciuto nel 1792, come anche dell'incompatibilità di carattere.

Il matrimonio, unitamente al divorzio, è espressione quindi di una libertà, compresa quella di non sposarsi, ed è questa la ragione per la quale la legge riconosce le famiglie fuori dal matrimonio e sta progressivamente riconoscendo i figli di queste famiglie. Il matrimonio, che è riuscito a separarsi dal sacramento, si sta ora separando allo stesso modo da un ordine sociale fondato su una concezione patriarcale della società, concezione che fa del marito e del padre il proprietario, il possessore del patrimonio, e allo stesso tempo anche della moglie e dei figli.

Questa evoluzione del matrimonio e del divorzio, che permetterà d'ora in avanti alle coppie di scegliere liberamente l'organizzazione della loro vita, sarà iscritto nella legge perché, dopo 10 secoli, l'istituzione del matrimonio conosce una evoluzione verso l'uguaglianza, ed è proprio quello che noi stiamo per fare oggi: completare l'evoluzione verso l'uguaglianza di questa istituzione nata con la laicizzazione della società e del matrimonio.

Tale evoluzione riguarda innanzitutto le donne, con l'eliminazione del riferimento al capo della famiglia, il riconoscimento della comunità di vita, la legge del 1970 e poi quella del 1975 che reintroduce il mutuo consenso. Il riconoscimento dei diritti delle donne sarà progressivamente sancito dalla legge. Siamo nell'anno 1970, ossia appena una quarantina d'anni fa, il che significa che oggi sono ancora in vita donne che hanno avuto bisogno dell'autorizzazione del proprio coniuge per aprire un conto in banca, per sottoscrivere un contratto o compiere atti di disposizione del proprio salario e, così, essere riconosciute come soggetti di diritto.

Questa evoluzione verso l'uguaglianza, che ha modernizzato la nostra istituzione del matrimonio riconoscendo la donna come soggetto di diritto, ha consentito anche un progressivo riconoscimento dei diritti dei minori. Con la legge del 1972, il legislatore eliminerà ogni differenza tra i figli legittimi e i figli naturali. Procederà, pertanto, ad una riscrittura delle norme sull'affiliazione, così da riconoscere l'uguaglianza dei diritti dei figli siano essi legittimi o naturali.

Nel 2000, una sentenza della Corte europea dei diritti umani, la sentenza Mazurek, costringerà la Francia a porre fine alle discriminazioni subite dai figli adulterini, e solo grazie ad una ordonnance del 2005, convertita in legge nel 2009, le nozioni di figlio legittimo e di figlio naturale sono scomparse dal nostro codice civile. Il figlio diviene quindi a sua volta un soggetto di diritto.

Nel presentarvi oggi questo progetto di legge, che contiene norme che aprono il matrimonio e l'adozione alle coppie omosessuali a parità di condizioni normative, il governo ha deciso di permettere alle coppie dello stesso sesso di entrare in questo istituto e di formare una famiglia come le coppie eterosessuali, sia attraverso un'unione di fatto che noi chiamiamo concubinage, sia attraverso un contratto, il PACS, sia attraverso il matrimonio.

È proprio questo istituto che il governo ha deciso di aprire alle coppie dello stesso sesso.

È un atto di uguaglianza.

Si tratta di un matrimonio identico a quello che è regolato attualmente nel nostro codice civile. Non si tratta di un matrimonio di seconda categoria, non si tratta di un'unione civile riadattata. Non si tratta di un imbroglio, di un inganno: si tratta di un matrimonio inteso quale contratto tra due persone e in quanto tale produttivo di regole d'ordine pubblico.

Sì, è proprio il matrimonio con tutto il suo carico simbolico e tutte le sue regole di ordine pubblico, che il governo apre alle coppie dello stesso sesso, alle stesse condizioni di età e di consenso da parte di ciascuno dei coniugi, con gli stessi divieti, le stesse proibizioni sull'incesto, sulla poligamia, con gli stessi doveri di assistenza, di fedeltà, di rispetto, stabiliti dalla legge del 2006, con gli stessi doveri per ciascun coniuge l'uno nei confronti dell'altro, gli stessi doveri dei figli verso i genitori e dei genitori verso i loro figli.

Sì è proprio questo matrimonio che noi apriremo alle coppie dello stesso sesso. Che qualcuno ci spieghi perché due persone che si sono incontrate, che si sono amate, che sono invecchiate insieme dovrebbero accettare la precarietà, la fragilità e perfino l'ingiustizia, per il solo fatto che la legge non riconosce loro gli stessi diritti che a un'altra coppia altrettanto stabile con un progetto di vita condiviso.

Che cosa toglie alle coppie eterosessuali il matrimonio omosessuale? Se non gli toglie niente, abbiamo il coraggio di definire per quello che sono sentimenti e comportamenti. Noi osiamo parlare di menzogne rispetto alle parole pronunciate in occasione di questa campagna di panico sulla presunta soppressione delle parole "padre" e "madre" dal codice civile e dal livret de famille (stato di famiglia?).

Abbiamo il coraggio di parlare di ipocrisia rispetto a coloro che si rifiutano di vedere le famiglie omoparentali e i loro figli esposti alle incertezze della vita. Abbiamo il coraggio di parlare di egoismo rispetto a coloro che pensano che un'istituzione della Repubblica possa essere riservata ad una categoria di cittadini.

Noi affermiamo che il matrimonio aperto alle coppie dello stesso sesso illustra bene il motto della nostra Repubblica. È un esempio di liberté, della libertà di scegliere, della libertà di decidere di vivere insieme.

Noi proclamiamo attraverso questo testo l'égalité, uguaglianza di tutte le coppie, di tutte le famiglie.

Infine affermiamo anche che in questo atto vi sia un avanzamento della fraternité, della solidarietà, poiché nessuna differenza può costituire un pretesto per una discriminazione di Stato. Voi protestate contro il fatto che il matrimonio e l'adozione siano aperti alle coppie dello stesso sesso esattamente le stesse condizioni delle coppie eterosessuali in nome di un presunto diritto al bambino (che, tra l'altro, non esiste). In altre parole, o voi state affermando che le coppie eterosessuali hanno diritto previsto dal codice civile ad avere un bambino, oppure questo diritto ad avere un bambino non esiste affatto – e infatti non esiste – e le coppie omosessuali avranno il diritto di adottare alle stesse condizioni delle coppie eterosessuali.

In nome di un tale preteso diritto al bambino, voi negate il riconoscimento di diritti a dei bambini che voi avete deciso di ignorare. Il testo che vi presentiamo non è affatto in contrasto con la Convenzione internazionale dei diritti dell'infanzia. Al contrario, protegge dei bambini che voi avete deciso di ignorare. Le coppie omosessuali potranno adottare alle stesse condizioni delle coppie eterosessuali, secondo le medesime procedure: l'autorizzazione sarà accordata alle stesse condizioni dai Consigli generali, l'adozione pronunciata alle stesse condizioni dal giudice, in base all'articolo 353 del Code civil a mente del quale l'adozione può essere pronunciata qualora sia nell’interesse del bambino. Conseguentemente le vostre obiezioni non hanno alcun fondamento, se non un'oggettiva difficoltà ad includere nelle vostre rappresentazioni la legittimità delle coppie dello stesso sesso. Eppure, i vostri figli e i nostri nipoti le includono già e le includeranno sempre di più in futuro. E voi sarete assai a disagio se, per curiosità, essi leggeranno i resoconti del nostro dibattito!

Noi abbiamo dunque deciso di aprire il matrimonio e l'adozione alle coppie dello stesso sesso. Il matrimonio, in base ai riferimenti storici e giuridici che ho già ricordato, è stata un'istituzione di proprietà dal momento che inizialmente è servita a unire patrimoni, eredità, le parentele. È stata un'istituzione di possesso dal momento che il marito e padre aveva un'autorità assoluta sulla sposa e sui figli. È stata un'istituzione di esclusione, l'abbiamo visto: il matrimonio civile ha posto fine all'esclusione dei credenti non cattolici e degli esercenti certi tipi di professione, dunque di tutta una serie di cittadini. Questo matrimonio, che è stata un'istituzione di esclusione, ora sta per divenire, grazie all'inclusione delle coppie dello stesso sesso, un'istituzione universale. Ecco dunque che il matrimonio diviene un'istituzione universale!

Potete continuare a rifiutarvi di vedere, a rifiutarvi di guardarvi intorno, a rifiutarvi di tollerare la presenza perfino vicino a voi e perfino, forse, nelle vostre famiglie, di coppie omosessuali. Potete continuare a rivolgere lo sguardo ostinatamente verso il passato, eppure guardando bene il passato vi troverete tracce indelebili di forme di riconoscimento ufficiale, anche da parte della Chiesa, di coppie omosessuali.

Avete scelto di protestare contro il riconoscimento dei diritti di queste coppie: sono affari vostri. Per quanto ci riguarda noi siamo fieri di ciò che facciamo. Siamo talmente fieri che vorrei definire l'atto che stiamo per compiere con le parole del poeta Léon-Gontran Damas: "bello / come una rosa / di cui la Tour Eiffel assediata all’alba / vede infine schiudersi i petali” . È "grande come un bisogno di cambiare aria". È "forte come l'accento acuto di un richiamo nella notte lunga".[5] »


« Signori deputati, non ci farete credere che vivete in un igloo e che non avete alcuna conoscenza della diversità delle famiglie in questo Paese, che voi ignorate completamente che ci sono delle famiglie omogenitoriali nel nostro paese, che non sapete che c'è tanto amore nelle coppie eterosessuali quanto in quelle omosessuali che c'è altrettanto amore per i loro figli e che tutti i loro figli sono figli della Francia.

Allora sì signori deputati, il governo presenta un testo di legge di grande progresso, di grande generosità, di fraternità, e di eguaglianza, e portiamo la sicurezza giuridica a tutti i bambini della Francia. E vi posso dire che ne sono particolarmente fiera![6] »

2013, Mike Freer - Regno Unito[modifica]

« Ho pensato a lungo e intensamente se cercare di parlare in questo dibattito. Sinceramente temevo il tono.

Quando i miei colleghi dicono che il matrimonio gay li fa nauseare o quando suggeriscono che è un passo verso la legalizzazione della poligamia o l'incesto hanno bisogno di ricordare che ci sono delle persone coinvolte. Le parole dette in questa camera colpiscono molto lontano. Quando sono stato eletto alla Camera dei Comuni nel 2010 è stato quasi il giorno più glorioso della mia vita. Il giorno più glorioso della mia vita è stato quando ho contratto la mia unione civile - sei anni fa con il mio partner con cui ho una relazione da 21 anni. La nostra unione civile è stata un enorme passo in avanti anche se molti possono obiettare affermando che dovremmo essere soddisfatti con la nostra unione civile - dopotutto, ci dà la stessa protezione legale del matrimonio. Ma vorrei chiedere ai miei colleghi sposati: vi siete sposati per la tutela legale? Vi siete inginocchiati dicendo "Tesoro, ti prego dammi la protezione che il matrimonio ci offre? Ovvio che no! La nostra unione civile è stato il nostro modo di dire "questo è chi amo". Questo è ciò che sono. Questo è quello con cui spero di passare il resto della mia vita. Non sto domandando un trattamento speciale. Sto soltanto chiedendo un trattamento uguale. Questo argomento ha causato ansia tra i colleghi e i costituenti. Alcuni hanno argomentato dicendo che non è il momento giusto e ancora nessuno ha saputo spiegarmi quando è il momento giusto. Se non è oggi, quando? Lunedì? La prossima settimana? Il prossimo anno? Per me il momento giusto è ora, e dovremmo semplicemente andare avanti con questo. Oggi abbiamo l'opportunità di fare quello che è giusto. Quello che è bene. Io sono membro di questo Parlamento e dico ai miei colleghi "siedo accanto a voi nelle commissioni, nei banchi e nelle sale da te. Faccio la fila accanto a voi al momento delle votazioni. Ma quando si tratta di matrimonio, perché mi chiedete di stare da una parte e unirmi a una fila separata? Se sono uguale in questa Camera, datemi ogni opportunità di essere uguale. Oggi abbiamo una possibilità di garantire questo diritto.

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Note[modifica]