Terzo sesso
Il concetto di Terzo sesso (Drittes Geschlecht), definito anche Uranismo, è stato coniato dal militante omosessuale Karl Heinrich Ulrichs, che era convinto del fatto che l'omosessualità fosse una variante della sessualità umana consistente in una posizione intermedia fra il primo polo costituito dal sesso femminile e il secondo polo costituito dal sesso maschile. Quello omosessuale, a suo dire, era un vero e proprio terzo polo, il "terzo sesso", appunto, che la scienza non era ancora stata capace di riconoscere come tale.
Nel suo opuscolo Inclusa Ulrichs specificò il concetto con la definizione latina "Anima muliebris corpore virili inclusa", "Un'anima femminile imprigionata in un corpo maschile". Com'è facile notare, questa frase descrive meglio la condizione soggettiva della persona transessuale, ma poiché i concetti di omosessualità e transessualismo non furono separati fino al 1949, l'incongruenza passò inosservata.
La teoria di Ulrichs ebbe un certo successo fra gli scienziati, anche se probabilmente solo per il fatto che i tempi erano maturi per cercare una spiegazione di tipo biologico, "scientifica", relativa alle cause dell'omosessualità. La ricerca di una spiegazione che togliesse l'omosessualità dal campo della morale per portarlo in quello della scienza accomunava Ulrichs e gli scienziati del XIX secolo. Tuttavia, mentre lo scopo di Ulrichs era utilizzare la scienza per liberare l'omosessualità dalle condanne morali (e giuridiche), lo scopo degli scienziati era strappare l'omosessualità alla morale per portarla nel campo della medicina e della psichiatria, senza però preoccuparsi di modificare il giudizio morale della società, cosa che riuscirono in effetti a fare, nonostante le inutili e inascoltate proteste di Ulrichs.
La tesi del "terzo sesso" fu accolta sotto il nome di "Sentimento sessuale contrario" (Konträre sexualempfindung) dai ricercatori tedeschi ottocenteschi, alla ricerca di una traduzione della definizione, l'italiano Arrigo Tamassia propose nel 1870 "inversione sessuale", che ebbe successo non solo in italiano ma anche in molte altre lingue (inglese "sexual inversion", francese "inversion sexuelle" etc.). Da questa definizione deriva la parola "invertito" per definire un omosessuale ma essa, partita come definizione scientifica ed eufemistica, è oggi diventata esclusivamente un insulto.
In base alla scienza ottocentesca si volle individuare la base del "terzo sesso" in una conformazione patologica del cervello, o del sistema nervoso. Il neurologo Richard von Krafft-Ebing, ipotizzò ad un certo punto che il maschio omosessuale possedesse un cervello e un sistema nervoso di tipo femminile, dato che a suo dire le donne possedevano un cervello "inferiore", più piccolo e meno sviluppato.
La tesi del "terzo sesso" fu combattuta fin dal suo nascere da altri militanti omosessuali, che avevano sulla loro identità di genere meno dubbi di quanti ne avesse Ulrichs. In particolare fu Karl-Maria Kertbeny a creare un altro concetto e un'altra definizione, quella di omosessualità, che se all'inizio fra gli scienziati ebbe meno successo di quella di Ulrichs, finì per prevalere, ed è quella che usiamo anche oggi.
Ciò non toglie che la tesi del "terzo sesso" continuò ad avere un certo successo anche come concetto utile alle lotte del movimento di liberazione omosessuale quando fu recuperata dal medico Magnus Hirschfeld, fondatore del primo vero movimento omosessuale, sotto forma del concetto di "Sexuelle zwischenstüfen", "condizione sessuale intermedia", che si appoggiava ai recentissimi studi sugli ormoni sessuali per individuare per l'omosessualità una causa ormonale, (cioè fisiologica, e quindi moralmente non punibile per legge, perché non dipendente dalla volontà del soggetto).
Prima del secondo conflitto mondiale divenne però evidente che gli ormoni sessuali determinano gli aspetti sessuali del corpo, ma non quelli della psiche e tanto meno l'orientamento sessuale, nonostante gli "esperimenti" compiuti dai medici nazisti nei lager su cavie umane omosessuali, che non ebbero alcun risultato.
Entro il 1945, la tesi del "terzo sesso" era ormai screditata fra gli studiosi, e fu quindi facilmente sostituita dalla spiegazione di tipo psicoanalitico delle cause dell'omosessualità.
Il termine è oggi rimasto nel linguaggio corrente solo come insulto omofobico.
Bibliografia
- Stefano Bolognini, Siamo davvero il "terzo sesso", "Babilonia", novembre 2000.
- Giovanni Dall'Orto, Frugando nei cassetti del nonno. La condizione omosessuale italiana dell'Ottocento e del primo Novecento ricostruita dal punto di vista degli omosessuali stessi, "Babilonia" n. 43, gennaio 1987, pp. 18-21.