Prostituzione maschile

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Giove corteggia Ganimede, che ha una borsa di denaro in mano, prezzo della sua compiacenza. Incisione di Polidoro da Caravaggio.

La prostituzione maschile è la vendita di servizi di tipo sessuale (prostituzione) da parte di una persona di sesso biologico maschile. Per quanto la figura del prostituto faccia di solito pensare (specialmente in Occidente) a una persona nell'età della tarda adolescenza ("ragazzo di vita", "ragazzo di strada", o tossicodipendente), nella realtà la prostituzione è praticata da persona di ogni status sociale, economico e relazionale.

Prostituzione omosessuale

Prostituto a Praga intervistato per un progetto di recupero (Foto Richard Holcomb, WikiCommons).

Nella prostituzione maschile fra persone dello stesso sesso (indipendentemente dall'orientamento sessuale del prostituto) è difficile generalizzare sulla base degli atti in cui i contraenti possono essere coinvolti. Molti prostituti permettono al cliente unicamente di masturbarli, altri di eseguire un rapporto orale, altri ancora accettano unicamente il ruolo attivo nel rapporto anale, altri sono invece esclusivamente passivi sotto questo aspetto, altri ancora, infine, non pongono limitazioni.

Alcuni giovani arrivano alla prostituzione come mezzo temporaneo o occasionale di guadagnare, altri lo fanno una volta sola nella vita, altri lavorano come prostituti per un lungo periodo di tempo.

In molte nazioni in cui la pornografia è legale, alcuni prostituti incrementano le entrate lavorando anche come attori pornografici o modelli, altri lavorano pure come modelli di nudo, massaggiatori, ballerini erotici (go-go boys), esibendosi in spettacoli erotici o gestendo un sito erotico personale. Infine, altri hanno lavori "di giorno" che nulla hanno a che fare con l'industria del sesso, o sono studenti universitari.Gli incentivi economici possono essere la ragione principale per cui i prostituti iniziano questo lavoro, ma spesso non sono la sola ragione. In alcuni ambienti socioculturali, per esempio fra i giovani provenienti da culture extraeuropee, nelle quali l'omosessualità non è considerata una scelta di vita ammissibile in nessun modo, il giovane omosessuale può fare ricorso alla prostituzione come modo per dar sfogo alle proprie tendenze sessuali, giustificandosi comunque col bisogno di denaro (che peraltro spesso è reale).

Si noti però che i problemi relativi all'accettazione dell'omosessualità possono essere presenti con uguale frequenza anche nel cliente: molti clienti sono infatti uomini sposati, che conducono una "doppia vita" e non frequentano il mondo gay; solitamente non considerano se stessi omosessuali, e l'uso di prostituti permette loro di scaricare sul "puttano" il profondo disprezzo che provano verso se stessi e verso l'omosessualità.

I clienti che si identificano come eterosessuali possono preferire prostituti che sono travestiti o transessuali preoperazione, come alibi che nasconde il fatto che sia pure in vesti femminili, la persona che cercano è comunque di sesso maschile.

Un cambiamento

Tradizionalmente la prostituzione è stata il rifugio estremo per gruppi marginali in condizioni di estremo bisogno economico, quali sono tipicamente gli immigrati; a questi, da quando la loro struttura sociale tradizionale ha iniziato a disgregarsi si sono aggiunti in Italia anche gli zingari, specie molto giovani, che prima erano assenti da tale mercato. Spesso la prostituzione è stato un modo onesto (in alternativa al furto o alla manovalanza per la malavita) per rimediare un letto e un pasto per giovani (in genere eterosessuali) che arrivavano in un nuovo contesto sociale senza alcun appoggio, senza denaro e spesso senza sapere la lingua.

Le persone in questo tipo di situazione abbandonano, tipicamente, la prostituzione non appena riescono a trovare una sistemazione di qualsiasi tipo, ma il loro posto viene altrettanto tipicamente preso dagli ultimi arrivati, in una "staffetta" senza fine.

In questi contesti la prostituzione veniva e viene vista come una forma di atto "estremo" e "degradante", tipico di chi è letteralmente "disperato", e per le persone provenienti dalle culture più intensamente omofobe poteva e può generare situazioni di grave conflitto interiore che troppo spesso sono sfociati in atti di violenza estrema ai danni dei clienti, fino all'omicidio premeditato (i cosiddetti "omocidi").

Negli ultimi anni la prostituzione di stranieri, specie extracomunitari (albanesi, rumeni, magrebini, polacchi, ovvero le nazionalità più ricattabili perché ostacolate dalle leggi nel conseguimento del permesso di soggiorno) ha superato numericamente quella "italiana" (che non è scomparsa, ma si è concentrata sui livelli più alti, e quindi più redditizi, della professione). Si tratta in genere della tradizionale prostituzione da "ultima risorsa" Template:Rif

Un fenomeno particolarmente recente è l'arrivo di una nuova generazione di prostituti provenienti soprattutto dall'America Latina (ma non solo), spesso forniti di buona educazione e che in gran parte s'identificano apertamente come omosessuali, che hanno introdotto in Italia un approccio diverso alla prostituzione, vista come un lavoro da eseguire con professionalità per un periodo transitorio, e spesso predefinito, allo scopo di raccogliere il capitale per iniziare un'attività imprenditoriale "regolare" al proprio Paese d'origine, o in quello di accoglienza.

L'assenza di "protettori" o "papponi" nel mondo della prostituzione maschile permette infatti di risparmiare il denaro guadagnato prostituendosi, cosa che invece risulta spesso impossibile nel campo della prostituzione femminile, di solito gestita da mafie e associazioni criminali che lasciano alla donna poco più del necessario per sopravvivere.

Terminologia

In Italia, dove la prostituzione maschile non ha conosciuto l'articolazione che all'estero è stata resa possibile dall'enorme estensione delle metropoli, il fenomeno è relativamente più semplice, ed ha quindi meno sottodivisioni e specializzazioni che nei Paesi di solito indicati come paradigmatici negli studi, cioè gli Usa. Per questo motivo i termini che definiscono i prostituti sono meno numerosi che in lingua inglese.

Nel linguaggio quotidiano i termini per indicare il prostituto vanno dal colloquiale, e non necessariamente insultante, "marchetta" o "marchettaro", al decisamente insultante "puttano", fino ad eufemismi presi in prestito dall'inglese, come "escort" (oggi molto usato) e la sua traduzione "accompagnatore". Altri eufeminismi sono "ragazzo di vita", "ragazzo che fa la vita".

Per indicare i soli prostituti specializzati nella clientela femminile è comune il francesismo "gigolò".

Per la prostituzione dei travestiti è molto usato, anche sulla stampa, il termine brasiliano viado, che però è in realtà un insulto (da desviado: "deviato", "pervertito") e non un eufemismo.

Note

  1. Template:Note Maurizio de Mattei, Eastern gigolò a Milano.

Bibliografia

  • AA.VV., Porneia, 2003.
  • Edoardo Ballone, Uguali & diversi: i travestiti come e perché, Milano 1978.
  • Gavina C., Senza patente, Bompiani, Milano 1976 (autobiografia di un travestito).
  • Antonio Veneziani, I mignotti: vite vendute e storie vissute di prostituti, gigolo e travestiti, 1999 ISBN 88-8210-061-8.
  • Giulio Vignoli, Contributo ad una indagine sulla prostituzione maschile: 4, Circolo culturale Benedetto Croce, Savona 1973.
  • Phil Andros, Understanding the Male Hustler, 1991.
  • James Elias, Vern L. Bullough, Veronica Elias e Gwen Brewer (a cura di), Prostitution: On Whores, Hustlers, and Johns, 1998.
  • Mack Friedman, Strapped for cash: a history of American hustler culture, 2003.
  • John Preston, Hustling: A gentleman's guide to the fine art of homosexual prostitution, 1994.
  • Aaron Lawrence, The Male Escort's Handbook: Your Guide to Getting Rich the Hard Way, 2000.
  • Matt Bernstein Sycamore (cur.), Tricks and Treats: Sex Workers Write About Their Clients, 1999.
  • Ronald Weitzer, Sex for Sale: Prostitution, Pornography, and the Sex Industry, 1999.

Filmografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • Luca Oliviero, video-inchiesta "Rent boys - Voci dalla strada", Coop. Soc. Dedalus, presentato a "L'anello debole – Capodarco Corto Film Festival" edizione 2011.