Babilonia

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La rivista

Nasce nel 1982 per iniziativa di Felix Cossolo e Ivan Teobaldelli, che inglobano nel mensile anche il periodico di liberazione omosessuale Lambda, fondato da Cossolo nel 1977. Tra i primi collaboratori vi furono Gigi Malaroda, Beppe Ramina, Francesco Gnerre, Mattia Morretta e Roberto Polce. Aderirono all'iniziativa anche Mario Mieli, Gianni De Martino, Pier Vittorio Tondelli, Dario Bellezza, Corrado Levi e Massimo Consoli. Il numero 0, presentato in occasione del campeggio gay organizzato a Vieste da Lambda, esce in formato tabloid e porta in copertina un disegno firmato da Mario Schifano. Dal n. 1 il formato diviene quello della rivista-tipo, e si presenta come “mensile di cultura ed informazione gay” (dal n. 3 la parola “informazione” viene sostituita con “seduzione”).

Nascita ed espansione: (1982-1998)

Il nome deriva dal caos che contraddistinse la nascita della rivista, ma anche dal desiderio iniziale di mescolare tematiche gay e non, come anche collaboratori non strettamente legati al mondo LGBT, ad altri più vicini ad esso; dopo pochi mesi però questa mescolanza di temi e di collaboratori venne abbandonata. Rispetto ai periodici gay che l'avevano preceduta, distribuiti su abbonamento o nelle librerie alternative, "Babilonia" puntò alla distribuzione capillare nelle edicole. Questa politica ebbe molto successo, e per darne esempio basti ricordare che a fine anni ‘90 la rivista vendeva tra le 4.000 e le 5.000 copie mensili. Verso la fine degli anni ‘80 prima Felix Cossolo poi Ivan Teobaldelli abbandonarono la rivista, in favore di altri progetti (Cossolo fondò, con una divisione della società, la Libreria Babele a Milano, prima libreria gay in Italia). "Babilonia" viene così acquistata da alcuni collaboratori che già vi lavoravano, e amplia le sue attività, aprendo la prima casa editrice LGBT italiana, "La libreria di Babilonia", pubblicando un bimensile dedicato a foto di nudo maschile, "Speciale foto", ed un annuario di cultura gay, La fenice di Babilonia, tutti curati da Giovanni Dall'Orto, già collaboratore fisso della rivista dal 1985, e direttore responsabile della stessa dal 1997 al 1998. Negli anni tra la sua nascita ed il 1998, “Babilonia”, oltre alle attività editoriali connesse già citate (a cui va aggiunta la guida gay, impegno ricevuto in eredità da Lambda), pubblica articoli di notevole importanza socio-culturale; tra i primi in ordine cronologico il servizio dedicato a Leonardo (n. 4), quello su Genet (n. 5), sulla pedofilia (n. 7), la transessualità (n. 11), l’AIDS (n. 25), ed in particolare il servizio di Giovanni Dall’Orto sull’omosessualità ai tempi del fascismo (n.35 e 36). Tra le iniziative “esterne” al periodico va inoltre menzionato l’impegno per la lotta all’AIDS, che porterà alla costituzione, nel 1985, dell’ASA (Associazione Solidarietà AIDS), e l’organizzazione dei campeggi gay di Rodi Garganico (1983) e Porto Sant’Elpidio (1984).

Cambio di rotta e declino: (1999-2004)

Nel 1998 la direzione passa a Sarah Sajetti, ma nel febbraio 1999 la redazione deve affrontare una profonda crisi: da un lato infatti la minoranza dei collaboratori (ma maggioranza come quote) ritiene superato il modello seguito fino a quel momemto, a loro avviso troppo "militante" e "di sinistra", dall’altro la maggioranza (e minoranza come quote) ritiene che quella sia la strada giusta da seguire. Vince il confronto il primo dei due gruppi, che allontana il resto dei collaboratori, chiude tutte le attività editoriali precedentemente promosse (casa editrice, annuario di cultura gay, e bimensile di foto di nudo maschile), oltre ad archiviare il progetto di creare un mensile gratuito da distribuire nei locali gay. Iniziano ad apparire interventi di personaggi come Alessandra Mussolini, Oriana Fallaci, Giuliano Ferrara; queste scelte, non apprezzate dalla larga maggioranza dei lettori abituali della rivista, unite al fatto che cominciano a circolare i primi mensili gay distribuiti gratuitamente nei locali (tra quelli di maggior successo, a cui collaborano spesso ex collaboratori di "Babilonia", vi sono Guide,poi Guuidemagazine, Pride, Aut, Lui e Clubbing), provocano un sensibile calo delle vendite. Gli argomenti trattati in alcuni dei periodici gratuiti sopra menzionati sono spesso gli stessi di "Babilonia", che si trova ad avere molti e temibili avversari, perdendo oltre a lettori e collaboratori anche un numero cospicuo di inserzionisti. Con il calo delle vendite, il periodico entra in una crisi economica irreversibile, in un clima di tensione generale all’interno della redazione, che porta all’estromissione di nuovi soci.

Nuova gestione e chiusura definitiva: (2005-2009)

Nel 2005, dopo vari tentativi falliti a causa del peso debitorio accumulato dalla testata, “Babilonia” passa finalmente di proprietà, e viene acquistata (solo la testata, non la srl, per via dei debiti pendenti su di essa) da Ecocentodieci srl, società guidata da Lucia Contin e dal fotografo ed esperto di iniziative editoriali Matteo Macchiavello. La nuova proprietà decide di chiudere definitivamente con ogni forma di impostazione “politica”, e vira verso un appeal più generalista, e in sostanza meno rivolto alla comunità LGBT. Questa scelta si rivela fallimentare perché non tiene conto del fatto che in Italia la questione gay è ben lungi dal poter essere percepita come slegata dalla politica, vista la situazione ancora impari tra persone omosessuali ed eterosessuali, e la mancata approvazione dei PACS proprio nel 2005 ne è una conferma. Viene quindi chiamato (sempre nel 2005) Mario Cirrito, già collaboratore di gay.it, che decide di rivolgere nuovamente la maggior parte dei contenuti alla comuniutà LGBT, coinvolgendo vecchi collaboratori e riallacciando rapporti con esponenti dell’attivismo LGBT. L’egemonia dei periodici gay gratuiti però non permette che un risultato positivo effimero, e non frena la flessione nelle vendite. Si arriva così ad un nuovo passaggio editoriale: “Babilonia”, sempre guidata da Lucia Contin e Matteo Macchiavello, dal settembre 2006 viene gestita dalla Fantasy Communication, un gruppo che gestisce una serie di periodici non gay. La veste grafica viene rinnovata e si torna a dare enfasi a rubriche dedicate ai consumi, ai trend, alla moda. Anche questa volta l’operazione non riesce a risollevare le sorti della testata, che chiude definitivamente nel maggio 2009.

Voci correlate


Bibliografia