Utente:Andrea.pizzocaro/Sandbox/Genere (Gender)

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Voce a cura di Andrea Pizzocaro (2018). 

Gender è prima di tutto un termine, una parola inglese che ha riscosso un considerevole successo nel corso del Novecento in diversi ambiti del sapere umano, quali: la psicologia, la sociologia, l’antropologia, la storia, la filosofia e gli studi letterari. Prima di conoscere questa affermazione, con questa parola ci si riferiva – e tuttora si continua a farlo – ad una nozione che comprende più specie (in inglese oggi si usa perlopiù kind e non gender); ad esempio “musica pop” indica il genere che comprende i brani di Micheal Jackson, Madonna, Britney Spears, che ne sono la specie. Inoltre, gender o genere possono essere utilizzati in grammatica per individuare le parole maschili e femminili (“l’albero”, “la mela”). Nel Novecento si è andato ad intensificare il rapporto con la parola sesso e il termine gender – perlopiù in inglese che in italiano – è stato usato per identificare dei tratti della personalità legati alla differenza sessuale o a identificare una sorta di entità immateriale che è in grado di organizzare la nostra vita sociale. Recentemente è stato oggetto di forti critiche da parte del femminismo e dai movimenti reazionari in Europa, ma anche in paesi anglofoni.

Un po' di storia

Gender è prima di tutto un termine, una parola inglese che ha riscosso un considerevole successo nel corso del Novecento in diversi ambiti del sapere umano, quali: la psicologia, la sociologia, l’antropologia, la storia, la filosofia e gli studi letterari. L’Oxford English Dictionary riporta che tale termine vanta una storia secolare.[1] Deriva dal francese antico gendre, che a sua volta trae origine dal latino genus, traduzione del greco genos. Nell’evoluzione della parola genos figurano attualmente, oltre a gender, il francese genre, lo spagnolo género e l’italiano genere.

La scelta di parlare inizialmente del gender come di una semplice parola è dovuta al fatto che, essendosi diffusa ampiamente in numerosi campi della conoscenza umana, ad oggi sono diversi i significati che le si sono stati attribuiti. Inoltre, se si fosse scelto un significato rispetto ad un altro, si sarebbe anche preferito una delle tante discipline alle altre, quando invece non esiste alcuna gerarchia tra queste. Il gender non è un concetto, casomai sono diversi i concetti fatti corrispondere con questa parola. Tuttavia non è detto che per tutti questi concetti di gender non si possa trovare un minimo comun denominatore, diciamo, che possa esserci un senso unitario di cosa andavano affermando gli studiosi che negli ultimi decenni hanno sentito la necessità di adoperalo.

Il discorso va allora spostato su come il termine è stato impiegato. Rimanendo ancorati ad un punto di vista lessicale, a seconda dei contesti in cui vengono usati, i termini genere e gender sono stati utilizzati in almeno tre usi. Un primo uso è quello di un raggruppamento di oggetti che hanno qualcosa in comune, ad esempio “genere umano” riunisce sotto un’unica categoria (l’umanità) tutti gli animali conosciuti come “uomini”. In questo caso però solo la versione italiana può essere usata; in inglese infatti dall’inizio del secolo scorso il termine kind ha preso il posto di gender in queste circostanze (vedi “mankind”, che si scrive tutto unito, tuttavia). In secondo luogo, genere corrisponde ad una categoria grammaticale impiegata per classificare nomi e aggettivi, ad esempio “la casa” è di genere femminile e “l’albero” è di genere maschile. A questi due significati va poi aggiunto un uso particolare. Sin dai tempi dei greci, il termine genere viene rapportato con il fenomeno della differenza sessuale o brevemente con “sesso”. Dei tre usi, è quest'ultimo quello che ha innescato le controversie più accese negli ultimi anni ed è anche quello di cui ci occuperemo in questa voce.

Sesso e genere

Nel corso del Novecento per parlare dell’esistenza, della vita sociale, affettiva, sentimentale e sessuale degli esseri umani si è attestato l’utilizzo dei termini sesso, genere e orientamento sessuale.[2] Con sesso viene spesso solamente inteso l’anatomia sessuale di un individuo, conosciuta anche come i caratteri sessuali primari. Questi sono i genitali (il pene, lo scroto /le labbra, la clitoride, etc.) le gonadi (i testicoli/ le ovaie) e le strutture interne (la prostata, etc. / l’utero, etc.). Si può aggiungere che maschi e femmine differiscono qualitativamente per quanto riguarda l’anatomia sessuale, nel senso che solo i maschi possiedono il pene e non le femmine, mentre solo le femmine possiedono l’utero. Quando invece una persona presenta un mix dell’anatomia sessuale dei maschi e delle femmine la identifichiamo come intersessuale, sebbene molto probabilmente per la legge del paese in cui è nato è un maschio o una femmina. Sempre col termine sesso vengono identificati i caratteri sessuali secondari, come la presenza di pelo e barba, di massa muscolare e grassa, la crescita del seno e del pene, etc. A differenza di quelli primari i caratteri secondari non sono essenziali per essere un maschio o una femmina; maschi e femmine differiscono quantitativamente per quanto riguarda questi caratteri sessuali. In quest'ordine si può parlare di differenze tra i due sessi - il corpo maschile è coperto da più peluria di quello femminile, ad esempio - e differenze tra soggetti appartenenti al medesimo sesso - non è detto, continuando l'esempio, che tutti i maschi siano pelosi nella stessa misura, alcuni potrebbero presentare meno pelo e barba rispetto ad altri.

Il genere come tratto della personalità

Il genere come entità esterna

Genere e orientamento sessuale

Bibliografia

  • G.G. Bolich (2007) Conversing on gender, Psyche Press, North Carolina, USA, pp. 450.

Note

  1. Voce online Gender, in "Oxford English Dictionary", consultato l'utlima volta il 18 giugno 2017.
  2. Già Freud concepiva una tripartizione simile, e nello stesso ordine, ossia "caratteri sessuali fisici", "caratteri sessuali psichici" e "genere di scelta oggettuale". Vedi Freud, Psicogenesi di un caso di omosessualità in una donna