Renata Borgatti

Da Wikipink - L'Enciclopedia LGBT+ italiana.
Jump to navigation Jump to search
Renata Borgatti ritratta da John Singer Sargent.

Renata Borgatti (1894 - 8 marzo 1964) fu figlia del tenore wagneriano Giuseppe Borgatti. Studiò come ballerina, ma abbandonò la danza per diventare concertista di pianoforte, specializzandosi nel repertorio di Debussy.

Capri[modifica]

Omosessuale dichiarata, nel 1918 si stabilì a Capri, dove essendo presente una folta comunità di persone omosessuali il suo stile di vita destava meno scandalo che altrove.
A questo periodo risale il ritratto "a chiave" fattone dal Compton Mackenzie nel suo romanzo Donne pericolose sotto il nome di "Cléo Gazay". La moglie di Compton,

« Faith Mackenzie, era sedotta da Renata, e a detta di alcuni, addirittura innamorata. Andava spesso ai recital di Punta Tragara [dove la Borgatti aveva uno studio, oggi demolito, NdR], e invitava Renata a "La Solitaria", dove suonava per ore Wagner, cantandone talora dei pezzi con la sua profonda e roca voce mascolina.[1] »

A Capri Borgatti s'era inizialmente innamorata, ventiquatrenne, d'una profuga russa eterosessuale, Lica Riola (anch'essa presente nel romanzo di Mackenzie col nome di "Olga Linati"), che ovviamente non ricambiava i suoi sentimenti. Ebbe allora una breve relazione con la baronessa Mimì Franchetti, una delle più celebri bellezze mondane dell'epoca, e poi con la pittrice Romaine Brooks:

« Renata Borgatti, anche lei sempre alle prese coi soldi, si innamorava di continuo di altre donne, una via l'altra. Nel 1918 era toccato a Mimì Franchetti, nel 1919 alla stessa Romaine Brooks. L'interesse di Romaine durò poco: l'anno dopo scriveva a Natalie Barney, sua amante parigina dal 1915, che "stava tentando di stornare una nuova visita di Renata, e di non aiutarla finanziariamente come in passato".

Una testimonianza di quella fugace relazione sta in uno dei più intensi quadri di Romaine, Renata Borgatti au piano [del 1920, NdR], su toni neri, grigi, bianchi.
Renata ebbe un brutto colpo quando il suo studio a Punta Tragara fu demolito per far posto al palazzo di Vismara. Se ne andò dall'isola [nel 1920] (...)
Per un periodo fu in preda a una forte depressione. Tornò però presto a fare vita mondana, imponendosi con la sua forte personalità. Nel maggio del 1921, da Bologna, dove si era provvisoriamente stabilita, venne per una fuggevole visita a Capri.(...) Renata passò la maggior parte del suo tempo a Parigi, e poi, nauseata della vita mondana, si iscrisse a una scuola di musica a Monaco, ridedicandosi al pianoforte.[2] »

Concerti e insegnamento[modifica]

Renata Borgatti nel dopoguerra.

Dopo la fine della parentesi caprese, Renata Borgatti si diede a una vita di concerti e insegnamento musicale. Negli anni Venti si esibì spesso con la violinista Olga Rudge, nonostante l'amante della Rudge, Ezra Pound, all'epoca critico musicale, liquidasse ingenerosamente il suo modo di suonare come "strimpellamento".
Negli anni Trenta fu legata alla pianista romena Clara Haskil, giungendo secondo Money, a farsi apposta un taglio a un dito prima di un recital perché Clara potesse suonare al suo posto.[3]. Fu anche amante di Winnareta Singer, "principessa di Polignac", celebrità mondana.
Poco prima della guerra abbandonò progressivamente i palcoscenici e si diede all'insegnamento della musica; durante e dopo la guerra insegnò in una scuola svizzera, fino alla sua chiusura negli anni Cinquanta. Si trasferì poi a Roma, dove all'improvviso s'ammalò di leucemia.
Morì a Roma l'8 marzo del 1964. Aveva espresso il desiderio di morire ascoltando la Passione secondo san Matteo di Bach, che fu suonata dall'alba a mezzogiorno, quando si spense, attorniata da una folla di amici ed allievi. [4] Fu sepolta nel cimitero di Palestrina.[5]

Note[modifica]

  1. James Money, Capri. La storia e i suoi protagonisti, Rusconi, Milano 1993, p. 182.
  2. James Money, Op. cit., p. 217.
  3. James Money, Op. cit., p. 297
  4. Tito Fiorani, Le dimore del mito, La Conchiglia, Capri 1996, pp. 219-220.
  5. Money, Op. cit., p. 297

Voci correlate[modifica]

Bibliografia[modifica]

  • Robert Aldrich & Gary Wotherspoon (a cura di), Who's who in gay and lesbian history, from antiquity to WWII, Routledge, London 2001, ad vocem.
  • C. A., Renata Borgatti, "Il mondo della musica", II 1964, pp. 65-sgg.
  • Tito Fiorani, Le dimore del mito, La Conchiglia, Capri 1996, pp. 219-221.
  • Compton Mackenzie, Donne pericolose [1928], Longanesi, Milano 1946 (e successive edizioni). La Borgatti appare in questo romanzo sotto il nome di "Cléo Gazay".
  • James Money, Capri. La storia e i suoi protagonisti, Rusconi, Milano 1993, p. 182, 217, 297.
  • Giovanna Olivieri, Ladies' Almanack. Artiste e scrittici a Parigi e Londra negli anni Venti e Trenta, &stro, Firenze 1992, p. 37.
  • Roger Peyrefitte, L'esule di Capri, Longanesi, Milano 1959 (che chiama la Borgatti, che era ancora viva, Rina Beretti), pp. 325-236.
  • Lea Vergine (a cura di), Capri 1905/1940. Frammenti postumi, Feltrinelli, Milano 1983, p. 58.

Link esterni[modifica]