Differenze tra le versioni di "Museo Archeologico di Napoli"

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Il '''Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN)''' è il più importante museo archeologico per opere d'arte ed oggetti di epoca romana. Consta principalmente di due settori : la Collezione Farnese, iniziata da papa Paolo III a metà del Cinquecento, e composta da sculture in marmo, gemme e monete provenienti da Roma e zone limitrofe; e poi le Collezioni Pompeiane realizzate dai re Borbone a partire dalla seconda metà del Settecento con opere d'arte ed oggetti di uso quotidiano rinvenuti negli scavi di Pompei, Ercolano, Stabia e Boscoreale. Fra le opere esposte, numerosi sono gli oggetti ed i soggetti interessanti il mondo LGBT, come di seguito illustrati. Essi sono esposti qui di seguito secondo come si snoda il percorso museale tra gallerie e sale.
 
 
==GRANDE SCALONE DEL MUSEO==
 
Nella nicchia centrale dello scalone monumentale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli è collocata la '''''Statua di Ferdinando I di Borbone re delle Due Sicilie vestito da Atena''''' di Antonio Canova. Posta nell'attuale nicchia il 12.12.1821, fu inaugurata il 7.2.1822. Dopo l'Unità d'Italia fu dapprima spostata in un magazzino (luglio 1862), per essere successivamente esposta in una sala dedicata al Canova (fine 1866). Trasferita nel 1871 nell'androne di ingresso della attigua Soprintendenza, ha subito alcuni danni (piccole scheggiature) a seguito dei combattimenti durante le Quattro Giornate di Napoli (settembre 1943). Solo in tempi recenti è stata riportata nella sua collocazione originaria, la nicchia sullo scalone del Museo. La lapide sottostante in latino recita: "''Statua in marmo dedicata con l'iscrizione nell'anno 1821 a Ferdinando I di Borbone, re pio felice e invitto del Regno delle Due Sicilie, conservatore invitto della religione e del pubblico bene; questo palazzo che un tempo sede delle scienze, già suo padre l'augusto re Carlo, allontanatane una guarnigione di soldati, restituì alle Muse, egli lo completò in forma più ampia e degna; ordinò che qui da ogni parte confluissero e si conservassero gran copia di quadri, ogni genere di statue, di libri e di manufatti artistici, insieme con l'avita biblioteca ed ogni tesoro di antichità della famiglia Farnese e quelli scavati a Pompei, a Ercolano e negli altri scavi, soprattutto preoccupandosi della gloria della patria e della comodità degli studiosi; a questo tanto insigne Museo diede il nome di Borbonico; e ad esso aggiunse la Società Borbonica degli scienziati, divisa in tre Accademie; ed ancora l'Accademia Ercolanese per le Antichità e le Belle Arti. Opera di Antonio Canova.''".
 
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File:Napoli BW 2013-05-16 14-52-02 DxO.jpg|Ferdinando di Borbone travesito da Minerva.
 
File:A. Canova Ferdinando I 01.jpg|Ferdinando di Borbone travesito da Minerva.
 
File:Napoli La statua di Ferdinando I BW 2013-05-16 16-09-26 DxO.jpg|particolare del busto
 
File:A. Canova Ferdinando I 02.jpg|particolare del busto
 
File:Napoli, museo archeologico (18366622898).jpg|scorcio
 
File:Napoli, museo archeologico (18549942942).jpg|scorcio del braccio
 
File:A. Canova Ferdinando I 05.jpg|particolare dei piedi
 
File:Naples Archaeology Museum (5914185525).jpg|particolare del piede
 
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==COLLEZIONE FARNESE ==
 
La Collezione Farnese al MANN è esposta intorno al cortile orientale del Museo e precisamente le sculture in marmo (statue e rilievi) nella galleria e sale al piano terra (sale 1-29); le gemme nelle sale 9-10 (alle spalle dell'Ercole Farnese); ed infine le monete al piano ammezzato nella Collezione Numismatica (sale 51-56).
 
 
===Sculture===
 
 
====[[Armodio e Aristogitone]]====
 
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File:Harmodio Aristogeiton Nápoles 06.jpg
 
File:Harmodio Aristogeiton Nápoles 07.jpg
 
File:Harmodius and Aristogeiton group (Naples).jpg
 
File:Harmodio Aristogeiton Nápoles 05.jpg
 
File:Tiranicidas 02.JPG
 
File:Tiranicidas 01.JPG
 
File:Tiranicidas 03.JPG
 
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====Ganimede con l'aquila====
 
Gruppo statuario ''Ganimede con aquila'', seconda metà II d.C. Copia di un modello tardo ellenistico derivante dal repertorio figurativo greco del IV sec a.C. Presso il Museo Archeologico di Napoli (Inventario: 6355). È proveniente dalla collezione Farnese; la testa è di restauro moderno. Il museo espone un altro esemplare con la stessa iconografia.
 
 
Il mito di Giove e Ganimede è il più diffuso e più rappresentato tra i miti omosessuali dell'antica Grecia e Roma: il pastorello Ganimede è rapito dal re degli dèi Giove sotto le sembianze di un'aquila per renderlo suo coppiere e amante.
 
 
''galleria''
 
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File:Ganimede con aquila-Napoli.jpg|Ganimede con aquila
 
File:Ganimede con aquila-Napoli1.jpg|Ganimede con aquila (mezzobusto)
 
File:Ganimede con aquila-Napoli2.jpg|Ganimede con aquila (particolare)
 
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====Busto di [[Adriano]], dalla collezione Farnese====
 
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Inventario 6067.
 
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File:Hadrian MAN Napoli Inv6067 n01.jpg
 
File:Hadrian bust wearing the cuirass, AD 130, Naples National Archaeological Museum (14387475218).jpg
 
File:Hadrian bust wearing the cuirass, AD 130, Naples National Archaeological Museum (14572349614).jpg
 
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====Altro busto di Adriano====
 
Inventario 6069.
 
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File:Hadrian, Naples1.jpg
 
File:Napoli, museo archeologico (18153837710).jpg
 
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====L'Antinoo Farnese====
 
Statua di marmo dell''''Antinoo Farnese''' del II secolo d.C.. appartenente alla Collezione Farnese.
 
È un'opera composita, la testa, appartenuta al cardinale Pietro Bembo (1470-1547), passata ad Alessandro Farnese (1520-1589), fu poi ricongiunta a un torso del medesimo periodo storico, sebbene non pertinente.
 
Dal 1817 è esposta stabilmente nel Museo Archeologico di Napoli.
 
L'opera è quindi una libera reinterpretazione dell'antico ma assumerà nella Storia dell'Arte un ruolo di primo piano nell'idealizzazione della statuaria romana e diventerà tra le più conosciute ed iconiche rappresentazioni di [[Antinoo]], il giovane amante dell'imperatore [[Adriano]].
 
La locale associazione di Arcigay Napoli prende il nome di "Comitato provinciale Arcigay Antinoo".
 
 
''Galleria''
 
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File:Antinoo Farnese 2020.JPG|Antinoo Farnese
 
File:Antinoo Farnese 2020-1.jpg|Antonoo Farnese (torso)
 
File:Antinoo Farnese 2020-2.jpg|Antonoo Farnese (capo)
 
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====[[Antinoo]] come Bacco====
 
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File:Antinous-Dionysos, MANN 6314.jpg
 
File:Napoli, museo archeologico (8105355900).jpg
 
File:Antinous-Bacchus, 2nd century AD, Naples Archaeological Museum (14589268785).jpg
 
File:Napoli, museo archeologico (18314174078).jpg
 
File:Napoli, museo archeologico (18497581942).jpg
 
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====Ercole Farnese====
 
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File:Herakles Farnese MAN Napoli Inv6001 n01.jpg
 
File:Naples Museum 165 (15208686248).jpg
 
File:Napoli, museo archeologico (8105315039).jpg
 
File:Herakles Farnese MAN Napoli Inv6001 n02.jpg
 
File:Herakles Farnese MAN Napoli Inv6001 n03.jpg
 
File:Herakles Farnese MAN Napoli Inv6001 n05.jpg
 
File:Herakles Farnese MAN Napoli Inv6001 n06.jpg
 
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File:Naples Archaeology Museum (5914221283).jpg|Alessandro Severo.
 
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==COLLEZIONI POMPEIANE==
 
Le Collezioni Pompeiane sono le più cospicue al MANN. Esse cominciano al piano ammezzato (affacciato sul cortile occidentale) con la sezione dei Mosaici (sale 57-64) seguita dal Gabinetto Segreto (sale 62 e 65). Proseguono al primo piano nelle gallerie e sale disposte intorno al cortile orientale e precisamente gli Affreschi (sale 66-78), il Tempio di Iside (sale79-84), il Plastico di Pompei (sala 96), vetri bronzi ossi avori argenti (sale 85-89), ed infine sul lato occidentale la Villa dei Papiri (sale 114-117). E' in fase di allestimento la statuaria pompeiana al piano terra nelle gallerie e sale dislocate intorno al cortile occidentale.
 
 
===Mosaici===
 
La '''''Preparazione di attori a un dramma satiresco''''' è un mosaico (cm 54 x 55) rinvenuto a Pompei nella Casa del Poeta Tragico (VI, 8, 3), esposto nella collezione dei mosaici al piano ammezzato del MANN (inv. 9986). Datato all'epoca di Vespasiano (69-79 d.C.), riproduce probabilmente una pittura votiva greca di fine IV - inizio III secolo a.C. Mostra un gruppo di attori che, in un ambiente oscuro caratterizzato da un soffitto a cassettoni (dietro le quinte di un teatro?), si preparano alla rappresentazione di un dramma satiresco. Seduto al centro è il maestro del coro che dà le ultime istruzioni a due attori vestiti con pelli di capra, di cui uno accenna a un passo di danza al suono del doppio flauto (''auloi'' o ''tibia'') eseguito da un personaggio in piedi riccamente vestito da donna ed inghirlandato (notoriamente in epoca greca e romana alle donne era vietato recitare nei teatri, per cui i ruoli femminili erano sempre impersonati da attori maschi). Sulla destra, intanto, un servo aiuta un altro attore a vestirsi. Maschere tragiche e sileniche sono poste su un tavolino e su uno sgabello, pronte per essere indossate. Interessante il gioco prospettico errato delle due colonne ioniche centrali che risultano al tempo stesso in primo piano a sostenere la trabeazione, e nel contempo in fondo all'ambiente, dietro al gruppo degli attori.
 
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File:Choregos actors MAN Napoli Inv9986.jpg|Attori che si travestono.
 
File:Pompeii - Casa del Poeta Tragico - Theater 1.jpg|particolare degli attori
 
File:Pompeii - Casa del Poeta Tragico - Theater 2.jpg|particolare del suonatore di ''aulos''
 
File:Pompeii - Casa del Poeta Tragico - Theater 3.jpg|particolare dell'attore capo
 
File:Corego e attore, da casa del poeta tragico a pompei, 9986, 05.JPG|particolare dei vestiti indossati dagli attori
 
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===Gabinetto Segreto===
 
'''Gabinetto segreto''' (o ''Gabinetto Pornografico'' o ''Gabinetto degli oggetti riservati'') è il nome che i Borbone hanno dato alla sezione del Reale Museo Borbonico in cui vennero raccolte tutte le opere d'arte a carattere erotico o pornografico e gli altri oggetti a carattere sessuale che man mano venivano alla luce negli scavi di Pompei ed Ercolano. L'attuale sezione museale, liberata definitivamente dalla censura nell'anno 2000, è regolarmente accessibile ai visitatori del Museo senza ulteriori formalità (i minori possono accedervi solo se accompagnati da un adulto che si assume implicitamente ogni responsabilità). Con la sua riapertura, gli oggetti sono stati suddivisi ed esposti secondo le loro originarie ambientazioni pompeiane : la casa, il giardino, il lupanare (bordello), il banchetto, la strada. All'ingresso della collezione sono invece esposte opere che non provengono dalle antiche città vesuviane. Fra essi :
 
 
====Sarcofago con scena di baccanale====
 
Il sarcofago con '''''Scena di culto dionisiaco (o Baccanale)''''' è un rilievo di grande qualità facente parte della Collezione Farnese, ma esposto nel "Gabinetto Segreto" (inv. 27710). Vi è rappresentato al centro Dioniso (nel suo aspetto greco), ebbro ed eccitato, sostenuto da due giovani satiri, mentre tutto intorno si scatenano Menadi in furiose danze e Panischi e Panische sono intenti in arditi giochi sessuali, e sulla destra il corteo bacchico si avvia con un giovane satiro che trasporta la cista mistica. A sinistra dorme una figura femminile, probabilmente Arianna, davanti al recinto di un santuario dal quale salta fuori il dio Pan.
 
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File:A Bacchanal, Silenus supported by two bacchants in the centre, at right a female satyr reclining on a bed and another pulling the horns on a statue of Priapus, various other figures fill the composition MET DP854162.jpg|disegno '500esco (speculare)
 
File:Sarcofago con scena di culto dionisiaco (farnese, gabinetto segreto), 27710, 01.JPG|Veduta generale
 
File:Sarcofago con scena di culto dionisiaco (farnese, gabinetto segreto), 27710, 02.JPG|particolare del tempio di Pan e Arianna addormentata
 
File:Sarcofago con scena di culto dionisiaco (farnese, gabinetto segreto), 27710, 03.JPG|parte centrale
 
File:Sarcofago con scena di culto dionisiaco (farnese, gabinetto segreto), 27710, 04.JPG|corteo bacchico incamminato a destra
 
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====Cippi sepolcrali etruschi====
 
I tre '''''cippi sepolcrali etruschi in tufo''''' provenienti dalla zona di Perugia e Chiusi sono conosciuti anche da altri esemplari esistenti in diversi musei e collezioni di antichità etrusche. Di forma fallica, banalmente viene affermato che essi sottolineano la virilità o forza procreatrice dell'uomo sepolto. L'inconsistenza di questa interpretazione viene attestata dai nomi dei personaggi incisi sui cippi, che non sono solo maschili ma anche femminili. La comprensione di essi va dunque spostata su di un altro livello che probabilmente è quello della speranza in una rinascita. Essere deposti nella terra è un discendere nel mondo femminile (la madre-terra, feconda e generatrice), dunque per rinascere ci vuole l'elemento maschile. Tuttavia si conoscono cippi simili che sono caratterizzati dalla punta segnata da numerose striature a forma di S per cui in questo caso saremmo di fronte a fiaccole e non a falli; e la fiaccola è notoriamente legata al mondo degli Inferi e a quello funerario (vedi Demetra e Persefone). Il problema dunque resta aperto.
 
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File:Napoli, museo archeologico (8105422950).jpg
 
File:Cippi sepolcrali etruschi a forma di fallo con nomi iscritti, da chiusi o perugia, II-I sec ac. ca. s.n..JPG
 
File:Cippo sepolcrale etrusco a forma di fallo con nomi iscritti, da chiusi o perugia, II-I sec ac. ca. s.n..JPG
 
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====Oggetti dalla Collezione Borgia====
 
Il primo nucleo della '''''Collezione Borgia''''' risale alla fine del Seicento. Ma chi la incrementò enormemente fu il cardinale Stefano Borgia (Velletri 1731 - Lione 1804), uomo di grande cultura ed appassionato studioso di storia. Il suo interesse per l'arte e la storia delle civiltà lo spinsero a collezionare oggetti di ogni tipo e provenienza, in questo favorito anche dalle alte cariche che egli ricopriva, in particolare quella di segretario della Congregazione di Propaganda Fide, sollecitando egli i missionari ad inviargli oggetti dei popoli presso i quali essi si recavano per la loro opera evangelizzatrice. Così in brevissimo tempo egli realizzò una vasta collezione molto eterogenea (tipo ''Wunderkammer'') composta da oggetti d'arte, archeologici, etnografici, manoscritti, ecc. anche di grande valore artistico, storico, etnologico. Alla sua morte, il nipote Camillo Borgia decise di vendere la parte della collezione conservata nel palazzo di Velletri al Regno di Napoli, tentando dapprima con Murat, e riuscendo infine con Ferdinando IV di Borbone. Così mentre i preziosi libri e la maggior parte delle opere d'arte passarono al Vaticano, la raccolta di antichità giunse a Napoli. Essa è composta soprattutto da reperti egizi, monete, bronzetti antichi, non mancando fra essi numerosi oggetti falsi acquisiti o acquistati in vario modo, tutti degli ''unicum'' per i quali non esistono confronti. Gli oggetti della Collezione Borgia sono tutti privi di dati di rinvenimento o di provenienza.
 
 
=====Bronzetti di dubbia antichità<ref>Stefano De Caro (a cura di), ''Il Gabinetto segreto'', Electa, Napoli 2000, p. 83.</ref>=====
 
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File:Bronzetto con scena di sodomia - Collezione Borgia3.jpg|Bronzetto con scena di sodomia su un ragazzo, cm 3,5 x 3,8 (27715)
 
File:Coll. borgia, testina con naso adunco e fallo sulla fronte, inv. 27852.JPG|Testina con fallo sulla fronte, cm 7 x 6,3 (27852)
 
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=====Nanerottoli itifallici egizi=====
 
Non del tutto infrequenti nelle collezioni egizie di tutto il mondo sono queste piccole statuine in pietra, di bambini o nanerottoli caratterizzati da un fallo enorme [https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Egyptian_ithyphallic_statuettes] che ora cavalcano, ora abbracciano o contemplano. Di epoca tolemaica, sono di non facile interpretazione. Fra gli esemplari esposti nel Gabinetto Segreto (inv. 27762-27677) vi è il bambino disteso con l'enorme fallo di fianco, interpretabile come Arpocrate (Horus bambino), il figlio di Iside ed Osiride, riconoscibile per la sua testa rasata e la trecciolina ricadente su di un lato.
 
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File:Coll. borgia, nano con doppia gobba e fallo smisurato, 27676.jpg|Nano con doppia gobba (27676)
 
File:Coll. borgia, nano seduto con fallo smisurato (forse Arpocrate), inv. 27678.jpg|Arpocrate? cm 10,8 x 6,9 (27678)
 
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=====Lucerna romana con fallo=====
 
La lucerna romana a vernice nera con grande fallo alato a decorazione del disco (inv. 27867), reputata da De Caro di dubbia antichità per la sua forma inconsueta <ref>Stefano De Caro (a cura di), ''Il Gabinetto segreto'', Electa, Napoli 2000, p. 83.</ref> è invece da considerarsi un oggetto autentico non solo per la sua argilla e verniciatura, ma anche per il soggetto che richiama un ''tintinnabulum'' (vedi più sotto) per cui dovrebbe avere la sua stessa funzione apotropaica. Inoltre esiste un esemplare molto simile nel British Museum [https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Terracotta_lamp_decorated_with_a_winged_phallus,_made_in_central_Italy,_about_50_BC_-_AD_10,_British_Museum_(14110189800).jpg]. Entrambe le lucerne si datano intorno al 50 a.C.
 
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File:Coll. borgia, lucerna con fallo alato, 50 dc ca., 27867.jpg|Lucerna romana con fallo alato (27867)
 
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====Ex-voto anatomici====
 
In ambito italico e magnogreco sono relativamente frequenti gli [https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Votives_for_healings ex-voto anatomici in terracotta]. Essi si ritrovano nei ''bothroi'' o ''favisse'' (fosse o pozzi sacri situati nei pressi di un tempio) in cui venivano periodicamente sepolti insieme ad altri oggetti donati alla divinità o al santuario (ceramiche, statuette, oggetti in bronzo, monete, ecc.). Analogamente agli ex-voto in argento che tuttora possiamo trovare esposti nei santuari e nelle chiese cattoliche più importanti, quelli di epoca antica in terracotta rappresentano anche essi tutte le parti del corpo umano che la divinità venerata aveva guarito. In questa vetrina nel Gabinetto Segreto sono esposti '''''ex-voto anatomici da un santuario dell'antica Cales''''' (città ausone, l'odierna Calvi Risorta, in prov. di Caserta). Certamente un santuario in cui si venerava una divinità salutifera, fra gli ex-voto riconosciamo numerosi peni, dei seni, un utero (inv. nr. 27768-27791, 21628-21665).
 
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File:Museo Nazionale Napoli Gabinetto Segreto Findings From Pompeji.jpg
 
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====Anfora etrusca con scena di sodomia====
 
[[File:Anfora etrusca con scena di sodomia 2020.JPG|thumb|right|250px|Anfora etrusca con scena di sodomia]]
 
Vaso etrusco a figure nere e fondo rosso delle produzione sviluppatasi in Campania a Capua nel V secolo a.C. già facente parte della collezione costituita a Palazzo Reale da Carolina di Borbone.
 
Rappresenta su di un lato, non visibile oggi al visitatore del Museo, due figure virili con una ascia corta.
 
Dall'altro due figure maschili impegnate in un rapporto intercrurale o anale da tergo uno delle quali, la ricevente, tiene una mano su di un cerchio.
 
Sul collo dell'anfora sono dipinti un bastone rituale, il sacro Tirso, tra due gru. Il tratto della decorazione e delle figure è rozzo e presenta delle incisioni.
 
 
Entrambe le scene sono di non facile interpretazione come pure ignoto è l'uso del vaso.
 
Nel 1836 César Famin (1799-1853) avanza l'ipotesi <ref>Famin, César (1799-1853), ''Musée royal de Naples, peintures, bronzes et statues érotiques du cabinet secret, avec leur explication'', Abel Ledoux, Paris 1836. Il testo è disponibile sul web a [https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k63310996/f7.item.texteImage.zoom questo link]</ref> che l'anfora rappresenti "uno dei più bizzarri giochi ginnici conosciuti dagli antichi.
 
 
Da un lato vediamo due atleti armati di una specie di corta ascia; dall'altro lato, il cerchio ha sostituito l'ascia, e questa volta lo sconfitto subisce la legge del vincitore.
 
Mentre il primo si piega per raccogliere il disco lui goffamente lasciato cadere, il secondo si avvicina e si prepara a godere della sua persona; era la legge del gioco : si può ridere del vinto, o disprezzarlo, ma non si riuscirebbe a invidiare la gloria del vincitore".
 
 
Ovviamente questo approccio interpretativo è mediato dalla cultura dell'epoca tanto che il Famin aggiunge quasi a scusarsi di aver analizzato l'anfora spiega che "Il numero di vasi greci, con figure oscene, è considerevole ed esistono in tutte le gallerie. tuttavia ne conosciamo solo una mezza dozzina circa nel Museo di Napoli, indipendentemente da quelli che abbiamo appena spiegato. I soggetti che rappresentano offrono una tale somiglianza quanto precede, che sarebbe stato inutile dare il
 
essina o spiegazione". Dei vasi ai quali allude Famin non è stato possibile al momento reperire altre notizie.
 
 
Stefano De Caro, in una guida del 2019 al Gabinetto segreto, suppone che "il mondo etrusco arcaico sembra aver desunto da quello greco le suo non frequenti iconografie erotiche. Deriva da immagini greche di palestra un'anfora capuana a figure nere, con la scena di un uomo che si unisce a un efebo intento a giocare a cerchio<ref>Stefano De Caro (a cura di), ''Il Gabinetto segreto'', Electa, Milano 2019, p. 11.</ref>".
 
 
Entrambi gli autori assumono quindi la scena nell'ambito di un momento di sport o di gioco. Il richiamo alla derivazione greca però non è sufficientemente supportato da fonti: non esiste nella rappresentazione artistica greca un'immagine ugualmente esplicita di rapporto sessuale da tergo tra uomini. Quanto dipinto sul vaso richiama e ricalca fedelmente la celebre scena di sodomia etrusca rappresentata nella [[Tomba dei tori]] di Tarquinia, al di là degli elementi di contorno tipo il cerchio nell'anfora e la pianta nella tomba. Sul terreno della rappresentazione della sodomia è possibile che gli etruschi abbiano avuto un loro percorso indipendente da quello greco.
 
 
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File:Anfora etrusca con scena di sodomia 2020-2.jpg|Anfora etrusca con scena di sodomia (particolare)
 
File:Anfora etrusca con scena di sodomia 1836.jpeg|Rappresentazione di Anfora etrusca con scena di sodomia da un testo del 1836<ref>Famin, César (1799-1853), ''Musée royal de Naples, peintures, bronzes et statues érotiques du cabinet secret, avec leur explication'', Abel Ledoux, Paris 1836. Il testo è disponibile sul web a [https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k63310996/f7.item.texteImage.zoom questo link]</ref>
 
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====Ermafrodito====
 
'''''Ermafrodito''''' è il figlio di Ermes e di Afrodite, caratterizzato da entrambi i generi, sia maschile che femminile, uniti in una sola persona. Il mito parla della ninfa Salmace che si innamorò a tal punto del giovane che, abbracciandolo strettamente ed implorando gli dèi di poter restare per sempre unita a lui, fu da essi esaudita nella fusione dei due corpi in uno solo.<br> Gli affreschi pompeiani che ritraggono Ermafrodito sono relativamente frequenti.
 
 
 
In questo affresco da Ercolano (cm 94 x 62, inv. 9224) '''''Ermafrodito è rappresentato in una posa statuaria mentre si sta svelando''''' con la sua mano destra, richiamando così l'iconografia di Venere Genitrice. Il mantello che gli sta cadendo lungo le gambe lascia intravedere il sesso maschile che lo identifica inequivocabilmente.
 
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File:Ermafrodito, affresco Romano di Ercolano (1–50 d.C., Museo Archeologico Nazionale di Napoli) - 01.jpg
 
File:Ermafrodito, affresco Romano di Ercolano (1–50 d.C., Museo Archeologico Nazionale di Napoli) - 02.jpg
 
File:French School, Hermaphroditus, from a Herculanese fresco (c.1800, coloured engraving).jpg
 
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Per l'affresco rinvenuto a Pompei nella  Casa dei Dioscuri, dell' '''''approccio sessuale di Pan ad Ermafrodito''''' (inv. 27700), vedere la descrizione più sotto.
 
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File:Roman fresco of Pan and Hermaphroditus, Pompeii.jpg
 
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Nell'affresco trovato a Pompei nella Casa di Epidio Sabino (IX, 1, 22) dell' '''''Ermafrodito che resiste agli approcci di un vecchio Satiro''''' (cm 50 x 50, inv. 27785) il giovane seduto tenta di resistere ad un vecchio Satiro che, avendolo visto molto eccitato, lo circuisce alle spalle afferrandolo per un braccio, mentre Ermafrodito gli strappa la barba. Accanto vi è una baccante - caratterizzata dai pampini sulla testa, un ''kalathos'' (coppa di vino) d'argento nella mano destra, ed un tamburello e tirso (il bastone con la pigna tipico dei baccanti) nella sua mano sinistra - intenta a guardarli un po' perplessa ma senza intervenire.
 
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File:Vecchio satiro ed ermafrodito, da casa di epidio sabino a pompei, 50-79 dc ca., 27875.jpg
 
File:Erotic scene Pompeii MAN Napoli Inv27875.jpg
 
File:Vecchio Satiro e Ermafrodito. Pompei (IX, 1,22), Casa di Epidio Sabino, tablino 50-75 d.C. National Archaeological Museum, Naples..jpg
 
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La '''''Zuffa erotica tra un Satiro ed Ermafrodito''''' è un affresco rinvenuto a Pompei (cm 51 x 56, inv. 110878) che mostra un satiro molto eccitato che vuole costringere Ermafrodito a soggiacere alle sue voglie, mentre quello non lo gradisce affatto, riuscendo a resistergli efficacemente. Anche se su questo affresco non si riconosce il doppio sesso del personaggio femmineo, essendo rappresentato di spalle, pur tuttavia sappiamo trattarsi di un Ermafrodito e non di una donna poiché [https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Erotic_fighting_among_Hermaphroditus_and_Satyr questo soggetto è ben conosciuto] anche da alcuni gruppi statuari, non ultimo quello rinvenuto presso la piscina della [https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Villa_Poppaea_(Torre_Annunziata) Villa di Poppea nella vicina Oplontis (Torre Annunziata)].
 
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File:Fragment of wall painting depicting Satyr and Hermaphrodite, from Pompeii, 1st half of 1st century AD, Naples National Archaeological Museum (17134881748).jpg
 
File:Satiro che tenta di congiungersi ad Ermafrodito 001.JPG
 
File:Satiro e Ermafrodito. Pompeii. National Archaeological Museum, Naples.jpg
 
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L'affresco di non ottimale conservazione di un '''''Satiro voglioso con riluttante Ermafrodito''''' rinvenuto ad Ercolano (cm 36 x 39, inv. 27701), mostra un Satiro nudo seduto che attira a sé Ermafrodito che gli sta accanto in piedi, in equilibrio instabile nel tentativo di sfuggire alla sua presa passionale. Interessante la rappresentazione standardizzata e molto diffusa dei due generi quando rappresentati ignudi, abbronzata e brunita quella dell'uomo e bianca candida quella della donna, candore qui assegnato all'Ermafrodito.
 
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File:Satiro ed Ermafrodita 001.JPG
 
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====Il dio Pan====
 
Il '''''dio Pan''''' è il dio della fecondità animale che ha una doppia natura, sia umana che caprina. Caratterizzato da zampe corna e coda caprine, mentre il torso irsuto è umano, vive nei boschi dove atterrisce chi lo incontra non solo per il suo aspetto selvatico ma anche per le sue urla che creano appunto ''panico''. Essendo Pan il dio della fecondità, egli è caratterizzato da un grosso membro perennemente eretto, grazie al quale egli si accoppia e congiunge con chiunque incontra. In quanto dio della fecondità animale è il protettore degli armenti e dei pastori, ma anche dei cacciatori. Conosce l'arte della guarigione ed ha anche facoltà divinatorie.
 
 
 
L'affresco di '''''Pan ed Ermafrodito''''' rinvenuto a Pompei nella Casa dei Dioscuri (ovvero di Castore e Polluce; VI, 9, 6.7; cm 143 x 91, inv. 27700) è una scena molto divertente e gustosa. Mostra Pan che ha scoperto una donna addormentata nel bosco, vorrebbe possederla, lei si risveglia, si accorge che non è una donna ma un ermafrodito e fugge inorridito (lei non è feconda !), mentre Ermafrodito gradirebbe oltremodo di averci un rapporto sessuale per cui, trattenendolo per un braccio, tenta di riattirarlo a sé.
 
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File:Pan ed ermafrodito, da casa dei dioscuri a pompei, 1-50 dc ca, 27700.JPG
 
File:Pan hermaphrodite.jpg
 
File:Roman fresco of Pan and Hermaphroditus, Pompeii.jpg
 
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L' '''''Accoppiamento del dio Pan con una capra''''' è un gruppo scultoreo in marmo (h. cm 44,2 x lungh. cm 47,5) rinvenuto ad Ercolano nella Villa dei Papiri (inv. 27709). La scultura rappresenta il dio Pan che si accoppia faccia a faccia con una capra che tiene ben ferma riversa sul dorso. Assai divertente il gioco di sguardi fra i due, molto voglioso quello del dio, remissivo ed in estasi quello della capra. Il gruppo datato al I a.C. - I d.C., era il pezzo più censurato e nascosto in epoca borbonica, non solo per la moralità corrente (sodomia e zoofilia !), ma anche in quanto divenuto simbolo e rivendicazione delle libertà civili. Nella nicchia in cui attualmente è collocato il pezzo, sono esposti anche due piccoli quadretti affrescati, a sfondo rosso, che mostrano il dio Pan che si scontra a cornate con dei caproni... naturalmente sono rivali in amore, ognuno vorrebbe la capretta per sé... Chissà chi vincerà?
 
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File:Pan goat MAN Napoli Inv27709 n02.jpg
 
File:Pan copulating with goat 2.JPG
 
File:Pan goat MAN Napoli Inv27709 n01.jpg
 
File:Napoli, museo archeologico (8105410297).jpg
 
File:Pan copulating with goat 1.JPG
 
File:Pan e Capra 100 4815.JPG
 
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====Il dio Priapo====
 
Il '''''dio Priapo''''' è l'altro dio della fecondità del mondo greco-romano, ma a differenza di Pan, Priapo è il dio della fecondità vegetale. Caratterizzato anche lui da un fallo di notevoli dimensioni e perennemente eretto, viene rappresentato sempre in piedi e drappeggiato, ora sotto forma di erma (corpo a pilastrino), ora in forma umana con il grembo pieno di frutta, oppure coperto dal lungo mantello che egli solleva per mostrare il grande fallo eretto. Trattandosi del dio che protegge i campi e gli orti, i suoi simulacri erano spesso usati come pietra di confine a garanzia del rispetto dei limiti agrari. Dai ''Carmina Priapea'' (raccolta di inni ed epigrammi latini, di autore ignoto, in cui perlopiù è Priapo ad esprimersi in prima persona) apprendiamo che Priapo puniva con la penetrazione anale chi spostava i confini e chi rubava la frutta nei campi.
 
 
 
La splendida '''''Erma di Priapo''''' in alabastro giallo, probabilmente parte della Collezione Farnese, si data al I sec. d.C. Purtroppo priva della testa, è un ''pastiche'' creato assemblando due frammenti gemelli non pertinenti (altezza cm 142, inv. S.N.). L'erma è vestita con un peplo pieghettato che copre il maestoso fallo eretto.
 
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File:Erma itifallica e panneggiata (frammento inferiore non pertinente), I sec dc. s.n..JPG
 
File:Herma Farnese Nápoles 01.JPG
 
File:Herma Farnese Nápoles 02.JPG
 
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Fra le varie statuette esposte in una apposita vetrina, oltre le statuette in terracotta di Priapo che si solleva la veste (inv. 27716-27718) fanno bella figura altre in bronzo fra cui '''''Priapo che solleva la veste, con frutta in grembo''''' (provenienza ignota, inv. 124168), e altre due in cui '''''Priapo fa una libagione sul proprio fallo''''' (cioè è intento a versare un liquido per onorare il suo fallo. La libagione è azione rituale che in genere si usa fare sopra un'ara o un altare), di cui una su basetta esagonale trovata ad Ercolano (h cm 23,8, inv. 27731), mentre l'altra su basetta cilindrica in sospetto di essere una copia moderna della precedente (dal Museo di Capodimonte, h cm 23,7, inv. 27732).
 
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File:Priapo con tunica da giardiniere che scopre il fallo, I sec dc., 124168.JPG|Priapo con frutta in grembo<br> (inv. 124168)
 
File:Statuette di priapo che versa un liquido sul proprio membro (a dx replica forse moderna), da ercolano, 27731 -32.JPG|Priapo fa una libagione sul proprio fallo<br> (inv. 27732-27731)
 
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====Il Lupanare====
 
====Il Lupanare====
Fra gli affreschi erotici di epoca romana si riconoscono due tipi: quelli legati al mondo della prostituzione che provengono dai bordelli (''lupanaria'') e quelli rinvenuti in case private. Le scene erotiche del mondo della prostituzione si riconoscono nettamente per il dominio del maschio sulla donna, dell'uomo libero sulla schiava, del ''dominus'' sull' ''ancilla'': il ruolo della donna è sempre e unicamente quello di servire l'uomo e di subire ogni suo desiderio. Queste stesse scene si ritrovano rappresentate sulle lucerne. Va ricordato e sottolineato che una donna romana libera e/o sposata non poteva mai essere rappresentata in questo modo. Di ben altro carattere sono gli affreschi erotici rinvenuti in case private (per esempio a Pompei), dove prevalgono gli amori degli dèi, oppure poi quelli umani ma in un'atmosfera più tranquilla e paritaria, dove dominano il corteggiamento, i preamboli, il bacio, il palpeggiamento dei seni.<br>
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Fra gli '''affreschi erotici di epoca romana''' si riconoscono due tipi: quelli legati al mondo della prostituzione che provengono dai bordelli (''lupanaria'') e quelli rinvenuti in case private. Le scene erotiche del mondo della prostituzione si riconoscono nettamente per il dominio del maschio sulla donna, dell'uomo libero sulla schiava, del ''dominus'' sull' ''ancilla'': il ruolo della donna è sempre e unicamente quello di servire l'uomo e di subire ogni suo desiderio. Queste stesse scene si ritrovano rappresentate sulle [https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Ancient_Roman_erotic_oil_lamps lucerne di epoca romana]. Va ricordato e sottolineato che una donna romana libera e/o sposata non poteva mai essere rappresentata in questo modo. Di ben altro carattere sono gli affreschi erotici rinvenuti in case private (per esempio a Pompei), dove prevalgono gli amori degli dèi, oppure poi quelli umani ma in un'atmosfera più tranquilla e paritaria, dove dominano il corteggiamento, i preamboli, il bacio, il palpeggiamento dei seni.<br>
  
 
Il bordello romano chiamato '''''Lupanare''''' deriva il suo nome da ''"lupa"'', animale con cui si designava una prostituta (oggi si direbbe ''zoccola''). Negli [https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Ancient_Roman_frescos_in_the_Lupanar_(Pompeii) affreschi dei lupanari] (conosciuti esclusivamente dai rinvenimenti a Pompei) non si trovano mai scene omosessuali ma sempre e solo quelle consumate (in modi e posizioni diverse) fra un uomo ed una donna. Solo di recente (alla fine degli anni '80) negli scavi delle [https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Suburban_Thermae_(Pompeii) Terme Suburbane presso porta Marina a Pompei], si sono rinvenuti sulla parete dello spogliatoio una [https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Erotic_frescos_in_the_Suburban_Thermae_(Pompeii) serie di affreschi pornografici, quadretti molto espliciti che escono fuori da ogni regola morale e consuetudine artistica dei Romani]: rapporti sessuali che coinvolgono più persone, oppure rapporti omosessuali fra maschi, o altre pratiche considerate indegne per l'uomo come il ''cunnilingus'', (che naturalmente i Romani praticavano ma non rappresentavano mai!), sono lì illustrate come straordinari ''unicum''.
 
Il bordello romano chiamato '''''Lupanare''''' deriva il suo nome da ''"lupa"'', animale con cui si designava una prostituta (oggi si direbbe ''zoccola''). Negli [https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Ancient_Roman_frescos_in_the_Lupanar_(Pompeii) affreschi dei lupanari] (conosciuti esclusivamente dai rinvenimenti a Pompei) non si trovano mai scene omosessuali ma sempre e solo quelle consumate (in modi e posizioni diverse) fra un uomo ed una donna. Solo di recente (alla fine degli anni '80) negli scavi delle [https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Suburban_Thermae_(Pompeii) Terme Suburbane presso porta Marina a Pompei], si sono rinvenuti sulla parete dello spogliatoio una [https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Erotic_frescos_in_the_Suburban_Thermae_(Pompeii) serie di affreschi pornografici, quadretti molto espliciti che escono fuori da ogni regola morale e consuetudine artistica dei Romani]: rapporti sessuali che coinvolgono più persone, oppure rapporti omosessuali fra maschi, o altre pratiche considerate indegne per l'uomo come il ''cunnilingus'', (che naturalmente i Romani praticavano ma non rappresentavano mai!), sono lì illustrate come straordinari ''unicum''.
  
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Gli affreschi di sesso esplicito che si trovano nei lupanari romani sono una pittura popolare non molto fine, anzi in genere alquanto grossolana, certamente non ascrivibile ad alcuno dei [https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Pompeian_painting_styles quattro stili di pittura pompeiana] riconosciuti.<br> Il quadretto qui proposto, rinvenuto a Pompei nella Casa del Re di Prussia (VII, 9, 33), una '''''Scena di rapporto anale di un uomo con una donna''''' (cm 43 x 34, inv. 27690) è interessante per l'iscrizione da cui è corredato. Mostra una donna caratterizzata da una folta capigliatura riccia e dallo ''strophion'' (la tipica fascia rossa che cinge i seni), inginocchiata alla pecorina su di un materasso azzurrino, che si volge indietro verso il giovanotto che la sta penetrando, anche lui ricciuto e con un fisico asciutto e tonico, per fargli una richiesta ben precisa. La scritta dipinta a caratteri cubitali neri, visibile poco al di sopra della prostituta, quasi un fumetto ''ante litteram'' recita '''LENTE IMPELLE''' ossia ''Spingi piano''.
 
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File:Fragment of wall painting with erotic scene, from Pompeii, Naples National Archaeological Museum (17136090070).jpg
 
File:Quadretto erotico da lupanare con 'lente impelle', 27690, da pompei, 1-50 dc ca..JPG
 
File:Quadretto erotico da lupanare con 'lente impelle', 27690, da pompei, 1-50 dc ca..JPG
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File:Pompeya Erotica2.jpg
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File:Casa del Re di Prussia - Erotic scene.jpg
 
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====Il banchetto====
 
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File:Napoli, museo archeologico (8105424522).jpg
 
File:Stolido, caricatura del filosofo cinico, da pompei, I sec dc, 27729.JPG
 
File:Statuette in bronzo di nanerottoli danzanti, da ercolano, I sec. dc, 27734 e -35.JPG
 
File:Lucerna in bronzo a forma di nanerottolo danzante, da pompei, I sec dc, 27870.JPG
 
File:Lucerna in bronzo a forma di nanerottolo danzante, da pompei, I sec dc, 27871.JPG
 
File:Lucerna in bronzo a forma di nanerottolo danzante, da pompei, I sec dc, 27872.JPG
 
File:Vervin Figurines from Pompei.JPG
 
File:Vasetti a forma di maschera con fallo mobile, I sec. dc, 27859.JPG
 
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====Il mondo magico====
 
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File:Brasero de Pompeya.jpg
 
File:Tintinnabulum Pompeii MAN Napoli Inv27854.jpg
 
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=====Tintinnabula=====
 
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File:Tintinnabulum a forma di fallo-leone, da pompei, I sec dc, 27835.jpg
 
File:Tintinnabulum in bronzo a forma di fallo-chimera, da ercolano, I sec. dc., 27837.JPG
 
File:Tintinnabulum Pompeii MAN Napoli Inv27839.jpg
 
File:Tintinnabulum Pompeii MAN Napoli Inv27840.jpg
 
File:Tintinnabulum forma di fallo percorso da un topo e una tartaruga, da pompei, I sec dc., 27841.JPG
 
File:Bronze tintinnabulum figure on phallus-lion with bells.jpg
 
File:Tintinnabulum-Fund in Herculaneum.jpg
 
File:Tintinnabulum di mercurio che cavalca un ariete itifallico, da pompei, I sec dc, 27855.JPG
 
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=====Amuleti=====
 
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File:Doppio amuleto di bronzo con gesto delle fiche e fallo, da pompei, I sec dc, 27812.JPG
 
File:Amuleto in osso a forma di fallo, da curti, II sec ac., 196428.JPG
 
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=====Insegne apotropaiche=====
 
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File:Pompeiian phallus, c.1-50 AD.JPG
 
File:Rilievo con fallo e iscrizione 'hic habitat felicitas', da panificio dell'insula della casa di pansa, I sec dc, 27741.JPG
 
File:Napoli, museo archeologico (8105423166).jpg
 
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'''''Mercurio-Priapo''''' è un affresco rinvenuto a Pompei (IX, 12, 6 ?) quale insegna di una bottega (cm 72 x 80, inv. S.N.). Il dio del commercio Mercurio (Hermes), caratterizzato dal caduceo e dalle ali ai piedi, presenta un fallo smisurato, amuleto molto diffuso presso i Romani, con funzioni apotropaiche, che tutela la bottega dalla mala sorte, dal malocchio e dall'invidia altrui. Al tempo stesso il dio stringe nella sua mano destra un sacco di monete, dunque si presenta anche come un talismano, che favorisce attira e porta la ricchezza.
 
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File:Mercurius-Priapus MAN Napoli SN.jpg
 
File:Mercurio che avanza 001.JPG
 
File:Museo Nazionale Napoli Gabinetto Segreto Mercury.jpg
 
File:Pompeii - IX.12.6 - Ithyphallic Mercurius.jpg
 
File:Pompeya erótica5.jpg
 
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====Varie====
 
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File:Lucerne a forma di satiro con fallo smisurato (forse dildo), I sec, da pompei, 27868-27869-116661.JPG
 
File:Asino che penetra un leone mentre la dea vitoria lo incorona, graffiti di gladiatori, da pompei VII, 6, 34-35, 27683, 01.JPG
 
 
 
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===Affreschi===
 
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File:Pompéi (Nîmes) 51 Narcisse.jpg|Narciso.
 
File:Affresco romano - Pompei - Narciso ed Eco.JPG|Narciso ed Eco. (inv. 9380), da Pompei.
 
File:Napoli BW 2013-05-16 15-37-13 DxO.jpg|Narciso e Amore. (inv. 9388), da Pompei.
 
File:Achille a Sciro2.JPG|Achille a Sciro, travestito da donna. (inv. 9110)
 
File:Achille travestito da donna, da casa dei dioscuri, 9110.JPG|Achille a Sciro, travestito da donna. (inv. 9110)
 
File:Attori in maschera, forse mito di auge e telefo, da casa dei dioscuri, 9039.JPG|Attori travestiti da donne.
 
File:Pompeia. Orestes and Pylades.jpeg|Gli amici [[Oreste e Pilade]].
 
File:Affresco romano -Ermafrodito e Sileno - Pompei.JPG|Ermafrodito e Sileno.
 
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===Villa dei Papiri===
 
====Pseudo Saffo====
 
Busto-ritratto in bronzo che ritrae una donna, databile tra il terzo e l’ultimo quarto del I sec. a.C.,  osso o avorio e pietre colorate.
 
Scoperto il  23 febbraio del 1757 presso la Villa dei Papiri dell’antica Herculaneum (Ercolano), dapprima conservato nel Museo Ercolanese all’interno della Villa Reale di Portici, l’opera fu poi fatta trasportare da Ferdinando a Napoli nel Real Museo Borbonico agli inizi del XIX secolo.
 
È ritenuto copia di un ritratto della poetessa Saffo.
 
 
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File:Pseudo Saffo - Napoli.JPG|La pseudo Saffo del Museo Archeologico di Napoli
 
File:Safo villa dei Papiri.JPG|Cosiddetta "Saffo".
 
File:Safo2.JPG|Cosiddetta "Saffo".
 
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File:Dionysos-Priapus MAN Napoli Inv5618 n01.jpg
 
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==Note==
 
<references/>
 
 
==Voci correlate ==
 
* [[Antinoo]]
 
* [[Glandes perusinae]]
 
* [[Graffito omoerotico da Fratte]]
 
* [[Omosessualità nella storia]]
 
 
[[Category:Napoli]]
 
[[Categoria:Musei italiani]]
 
[[Category:Roma antica]]
 
[[Category:Grecia antica]]
 
[[Category:Etruschi]]
 
[[Category:Antinoo]]
 
[[Categoria:Storia]]
 
[[Categoria:Arte]]
 
[[Categoria:Museo archeologico nazionale di Napoli]]
 

Versione delle 12:23, 3 apr 2020

Il Lupanare

Fra gli affreschi erotici di epoca romana si riconoscono due tipi: quelli legati al mondo della prostituzione che provengono dai bordelli (lupanaria) e quelli rinvenuti in case private. Le scene erotiche del mondo della prostituzione si riconoscono nettamente per il dominio del maschio sulla donna, dell'uomo libero sulla schiava, del dominus sull' ancilla: il ruolo della donna è sempre e unicamente quello di servire l'uomo e di subire ogni suo desiderio. Queste stesse scene si ritrovano rappresentate sulle lucerne di epoca romana. Va ricordato e sottolineato che una donna romana libera e/o sposata non poteva mai essere rappresentata in questo modo. Di ben altro carattere sono gli affreschi erotici rinvenuti in case private (per esempio a Pompei), dove prevalgono gli amori degli dèi, oppure poi quelli umani ma in un'atmosfera più tranquilla e paritaria, dove dominano il corteggiamento, i preamboli, il bacio, il palpeggiamento dei seni.

Il bordello romano chiamato Lupanare deriva il suo nome da "lupa", animale con cui si designava una prostituta (oggi si direbbe zoccola). Negli affreschi dei lupanari (conosciuti esclusivamente dai rinvenimenti a Pompei) non si trovano mai scene omosessuali ma sempre e solo quelle consumate (in modi e posizioni diverse) fra un uomo ed una donna. Solo di recente (alla fine degli anni '80) negli scavi delle Terme Suburbane presso porta Marina a Pompei, si sono rinvenuti sulla parete dello spogliatoio una serie di affreschi pornografici, quadretti molto espliciti che escono fuori da ogni regola morale e consuetudine artistica dei Romani: rapporti sessuali che coinvolgono più persone, oppure rapporti omosessuali fra maschi, o altre pratiche considerate indegne per l'uomo come il cunnilingus, (che naturalmente i Romani praticavano ma non rappresentavano mai!), sono lì illustrate come straordinari unicum.


Gli affreschi di sesso esplicito che si trovano nei lupanari romani sono una pittura popolare non molto fine, anzi in genere alquanto grossolana, certamente non ascrivibile ad alcuno dei quattro stili di pittura pompeiana riconosciuti.
Il quadretto qui proposto, rinvenuto a Pompei nella Casa del Re di Prussia (VII, 9, 33), una Scena di rapporto anale di un uomo con una donna (cm 43 x 34, inv. 27690) è interessante per l'iscrizione da cui è corredato. Mostra una donna caratterizzata da una folta capigliatura riccia e dallo strophion (la tipica fascia rossa che cinge i seni), inginocchiata alla pecorina su di un materasso azzurrino, che si volge indietro verso il giovanotto che la sta penetrando, anche lui ricciuto e con un fisico asciutto e tonico, per fargli una richiesta ben precisa. La scritta dipinta a caratteri cubitali neri, visibile poco al di sopra della prostituta, quasi un fumetto ante litteram recita LENTE IMPELLE ossia Spingi piano.