Modifica di Museo Archeologico di Napoli
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==COLLEZIONI POMPEIANE== | ==COLLEZIONI POMPEIANE== | ||
− | Le Collezioni Pompeiane sono le più cospicue al MANN. Esse cominciano al piano ammezzato (affacciato sul cortile occidentale) con la sezione dei Mosaici (sale 57-64) seguita dal Gabinetto Segreto (sale 62 e 65). Proseguono al primo piano nelle gallerie e sale disposte intorno al cortile orientale e precisamente gli Affreschi (sale 66-78), il Tempio di Iside (sale79-84), il Plastico di Pompei (sala 96), vetri bronzi | + | Le Collezioni Pompeiane sono le più cospicue al MANN. Esse cominciano al piano ammezzato (affacciato sul cortile occidentale) con la sezione dei Mosaici (sale 57-64) seguita dal Gabinetto Segreto (sale 62 e 65). Proseguono al primo piano nelle gallerie e sale disposte intorno al cortile orientale e precisamente gli Affreschi (sale 66-78), il Tempio di Iside (sale79-84), il Plastico di Pompei (sala 96), vetri bronzi ossi avori argenti (sale 85-89), ed infine sul lato occidentale la Villa dei Papiri (sale 114-117). E' in fase di allestimento la statuaria pompeiana al piano terra nelle gallerie e sale dislocate intorno al cortile occidentale. |
===Mosaici=== | ===Mosaici=== | ||
− | La '''''Preparazione di attori a un dramma satiresco''''' è un mosaico (cm 54 x 55) rinvenuto a Pompei nella Casa del Poeta Tragico (VI, 8, 3), esposto nella collezione dei mosaici al piano ammezzato del MANN (inv. 9986). Datato all'epoca di Vespasiano (69-79 d.C.), riproduce probabilmente una pittura votiva greca di fine IV - inizio III secolo a.C. Mostra un gruppo di attori che, in un ambiente oscuro caratterizzato da un soffitto a cassettoni (dietro le quinte di un teatro?), si preparano alla rappresentazione di un dramma satiresco. Seduto al centro | + | La '''''Preparazione di attori a un dramma satiresco''''' è un mosaico (cm 54 x 55) rinvenuto a Pompei nella Casa del Poeta Tragico (VI, 8, 3), esposto nella collezione dei mosaici al piano ammezzato del MANN (inv. 9986). Datato all'epoca di Vespasiano (69-79 d.C.), riproduce probabilmente una pittura votiva greca di fine IV - inizio III secolo a.C. Mostra un gruppo di attori che, in un ambiente oscuro caratterizzato da un soffitto a cassettoni (dietro le quinte di un teatro?), si preparano alla rappresentazione di un dramma satiresco. Seduto al centro è il maestro del coro che dà le ultime istruzioni a due attori vestiti con pelli di capra, di cui uno accenna a un passo di danza al suono del doppio flauto (''auloi'' o ''tibia'') eseguito da un personaggio in piedi riccamente vestito da donna ed inghirlandato (notoriamente in epoca greca e romana alle donne era vietato recitare nei teatri, per cui i ruoli femminili erano sempre impersonati da attori maschi). Sulla destra, intanto, un servo aiuta un altro attore a vestirsi. Maschere tragiche e sileniche sono poste su un tavolino e su uno sgabello, pronte per essere indossate. Interessante il gioco prospettico errato delle due colonne ioniche centrali che risultano al tempo stesso in primo piano a sostenere la trabeazione, e nel contempo in fondo all'ambiente, dietro al gruppo degli attori. |
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File:Choregos actors MAN Napoli Inv9986.jpg|Attori che si travestono. | File:Choregos actors MAN Napoli Inv9986.jpg|Attori che si travestono. | ||
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'''Gabinetto segreto''' (o ''Gabinetto Pornografico'' o ''Gabinetto degli oggetti riservati'') è il nome che i Borbone hanno dato alla sezione del Reale Museo Borbonico in cui vennero raccolte tutte le opere d'arte a carattere erotico o pornografico e gli altri oggetti a carattere sessuale che man mano venivano alla luce negli scavi di Pompei ed Ercolano. L'attuale sezione museale, liberata definitivamente dalla censura nell'anno 2000, è regolarmente accessibile ai visitatori del Museo senza ulteriori formalità (i minori possono accedervi solo se accompagnati da un adulto che si assume implicitamente ogni responsabilità). Con la sua riapertura, gli oggetti sono stati suddivisi ed esposti secondo le loro originarie ambientazioni pompeiane : la casa, il giardino, il lupanare (bordello), la strada. | '''Gabinetto segreto''' (o ''Gabinetto Pornografico'' o ''Gabinetto degli oggetti riservati'') è il nome che i Borbone hanno dato alla sezione del Reale Museo Borbonico in cui vennero raccolte tutte le opere d'arte a carattere erotico o pornografico e gli altri oggetti a carattere sessuale che man mano venivano alla luce negli scavi di Pompei ed Ercolano. L'attuale sezione museale, liberata definitivamente dalla censura nell'anno 2000, è regolarmente accessibile ai visitatori del Museo senza ulteriori formalità (i minori possono accedervi solo se accompagnati da un adulto che si assume implicitamente ogni responsabilità). Con la sua riapertura, gli oggetti sono stati suddivisi ed esposti secondo le loro originarie ambientazioni pompeiane : la casa, il giardino, il lupanare (bordello), la strada. | ||
− | + | All'ingresso della collezione sono esposte opere che non provengono dalle antiche città vesuviane. Fra essi : | |
− | All'ingresso della collezione sono esposte opere che non provengono dalle antiche città vesuviane. Fra | ||
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====Sarcofago con scena di baccanale==== | ====Sarcofago con scena di baccanale==== | ||
Il sarcofago con '''''Scena di culto dionisiaco (o Baccanale)''''' è un rilievo di grande qualità facente parte della Collezione Farnese, ma esposto nel "Gabinetto Segreto" (inv. 27710). Vi è rappresentato al centro Dioniso (nel suo aspetto greco), ebbro ed eccitato, sostenuto da due giovani satiri, mentre tutto intorno si scatenano Menadi in furiose danze e Panischi e Panische sono intenti in arditi giochi sessuali, e sulla destra il corteo bacchico si avvia con un giovane satiro che trasporta la cista mistica. A sinistra dorme una figura femminile, probabilmente Arianna, davanti al recinto di un santuario dal quale salta fuori il dio Pan. | Il sarcofago con '''''Scena di culto dionisiaco (o Baccanale)''''' è un rilievo di grande qualità facente parte della Collezione Farnese, ma esposto nel "Gabinetto Segreto" (inv. 27710). Vi è rappresentato al centro Dioniso (nel suo aspetto greco), ebbro ed eccitato, sostenuto da due giovani satiri, mentre tutto intorno si scatenano Menadi in furiose danze e Panischi e Panische sono intenti in arditi giochi sessuali, e sulla destra il corteo bacchico si avvia con un giovane satiro che trasporta la cista mistica. A sinistra dorme una figura femminile, probabilmente Arianna, davanti al recinto di un santuario dal quale salta fuori il dio Pan. | ||
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[[File:Anfora etrusca con scena di sodomia 1836.jpeg|thumb|right|250px|Rappresentazione di Anfora etrusca con scena di sodomia da un testo del 1836]] | [[File:Anfora etrusca con scena di sodomia 1836.jpeg|thumb|right|250px|Rappresentazione di Anfora etrusca con scena di sodomia da un testo del 1836]] | ||
− | NOTA STORICA - Ci si può chiedere come mai un disegno dell’Ottocento che voglia riprodurre un reperto così particolare come questa anforetta, risulti infine tanto approssimativo ed impreciso da sorprenderci persino che sia stato pubblicato | + | NOTA STORICA - Ci si può chiedere come mai un disegno dell’Ottocento che voglia riprodurre un reperto così particolare come questa anforetta, risulti infine tanto approssimativo ed impreciso da sorprenderci persino che sia stato pubblicato[5]. In realtà bisogna considerare due aspetti non irrilevanti. <br> |
1) Le collezioni di arte e di antichità un tempo appartenevano ai re, erano un patrimonio personale del re; del resto l’origine delle stesse collezioni erano determinate dal desiderio di realizzare qualcosa che desse prestigio a sé e al proprio casato. Con la rivoluzione francese ed il successivo avvento dell’epoca napoleonica, molte case reali persero insieme al regno anche i loro possedimenti, collezioni d’arte incluse. Dopo la caduta di Napoleone, con il Congresso di Vienna le varie case reali riottennero indietro insieme ai loro regni anche le collezioni d’arte un tempo di loro proprietà. Se tutto ciò fu ristabilito, una cosa essi non poterono più ignorare: l’idea illuministica che oramai si era diffusa, che la cultura appartiene al popolo. Per questa ragione, con la restaurazione, le case reali furono obbligate a rendere accessibili a chiunque le loro collezioni d’arte private. E’ così che i più grandi musei d’ Europa vennero fondati in gran parte dopo il 1815. Le collezioni in essi contenuti restavano di proprietà del re, ma diventavano pubbliche, accessibili e fruibili a tutti e non più solo a nobili e reali.<br> | 1) Le collezioni di arte e di antichità un tempo appartenevano ai re, erano un patrimonio personale del re; del resto l’origine delle stesse collezioni erano determinate dal desiderio di realizzare qualcosa che desse prestigio a sé e al proprio casato. Con la rivoluzione francese ed il successivo avvento dell’epoca napoleonica, molte case reali persero insieme al regno anche i loro possedimenti, collezioni d’arte incluse. Dopo la caduta di Napoleone, con il Congresso di Vienna le varie case reali riottennero indietro insieme ai loro regni anche le collezioni d’arte un tempo di loro proprietà. Se tutto ciò fu ristabilito, una cosa essi non poterono più ignorare: l’idea illuministica che oramai si era diffusa, che la cultura appartiene al popolo. Per questa ragione, con la restaurazione, le case reali furono obbligate a rendere accessibili a chiunque le loro collezioni d’arte private. E’ così che i più grandi musei d’ Europa vennero fondati in gran parte dopo il 1815. Le collezioni in essi contenuti restavano di proprietà del re, ma diventavano pubbliche, accessibili e fruibili a tutti e non più solo a nobili e reali.<br> | ||
2) La stessa cosa avvenne nel Regno di Napoli, poi Regno delle Due Sicilie. Il 22 febbraio 1816 Ferdinando I decretava ufficialmente l'istituzione del "Real Museo Borbonico" nel quale confluirono le collezioni d’arte farnesiane ereditate da sua nonna Elisabetta Farnese, e quelle pompeiane derivate dagli scavi archeologici effettuati a Pompei ed Ercolano. Specialmente queste ultime davano un lustro particolare ai Borbone di Napoli per l’unicità dei reperti. Per questa ragione opere d’arte ed oggetti antichi del Museo Borbonico non solo erano un patrimonio personale del re, ma pure la loro pubblicazione era appannaggio esclusivo della casa reale che ne curava la conoscenza tramite gli splendidi volumi del “Le Antichità di Ercolano”. Va da sé che a nessuno studioso o artista che visitava il Museo era permesso di riprodurre in disegno o in pittura le opere esposte; addirittura per impedire che ne eseguissero anche dei veloci schizzi, era loro concesso di sostare davanti alle opere solo per un tempo brevissimo. Pertanto i disegni prodotti da questi personaggi erano realizzati solo a posteriori, in base alle impressioni ed osservazioni che essi erano riusciti a raccogliere e a fissare nella mente in un tempo limitatissimo di visione dell'oggetto. Naturalmente queste limitazioni così severe vennero col tempo allentate, dapprima con l’apertura al pubblico del Museo, ed ancora di più dopo il 1860 con l’unità d’Italia, quando le collezioni dei Borbone passarono di proprietà allo Stato italiano. Agli artisti che riproducevano le opere dal vivo (i cosiddetti “copisti”), con l’invenzione e l’avvento della fotografia a partire dalla metà Ottocento, si aggiunsero e diffusero viepiù le riproduzioni in foto. | 2) La stessa cosa avvenne nel Regno di Napoli, poi Regno delle Due Sicilie. Il 22 febbraio 1816 Ferdinando I decretava ufficialmente l'istituzione del "Real Museo Borbonico" nel quale confluirono le collezioni d’arte farnesiane ereditate da sua nonna Elisabetta Farnese, e quelle pompeiane derivate dagli scavi archeologici effettuati a Pompei ed Ercolano. Specialmente queste ultime davano un lustro particolare ai Borbone di Napoli per l’unicità dei reperti. Per questa ragione opere d’arte ed oggetti antichi del Museo Borbonico non solo erano un patrimonio personale del re, ma pure la loro pubblicazione era appannaggio esclusivo della casa reale che ne curava la conoscenza tramite gli splendidi volumi del “Le Antichità di Ercolano”. Va da sé che a nessuno studioso o artista che visitava il Museo era permesso di riprodurre in disegno o in pittura le opere esposte; addirittura per impedire che ne eseguissero anche dei veloci schizzi, era loro concesso di sostare davanti alle opere solo per un tempo brevissimo. Pertanto i disegni prodotti da questi personaggi erano realizzati solo a posteriori, in base alle impressioni ed osservazioni che essi erano riusciti a raccogliere e a fissare nella mente in un tempo limitatissimo di visione dell'oggetto. Naturalmente queste limitazioni così severe vennero col tempo allentate, dapprima con l’apertura al pubblico del Museo, ed ancora di più dopo il 1860 con l’unità d’Italia, quando le collezioni dei Borbone passarono di proprietà allo Stato italiano. Agli artisti che riproducevano le opere dal vivo (i cosiddetti “copisti”), con l’invenzione e l’avvento della fotografia a partire dalla metà Ottocento, si aggiunsero e diffusero viepiù le riproduzioni in foto. | ||
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− | Per l'affresco rinvenuto a Pompei nella Casa dei Dioscuri, dell' '''''approccio sessuale di Pan ad Ermafrodito''''' (inv. 27700), vedere la descrizione più sotto | + | Per l'affresco rinvenuto a Pompei nella Casa dei Dioscuri, dell' '''''approccio sessuale di Pan ad Ermafrodito''''' (inv. 27700), vedere la descrizione più sotto. |
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File:Roman fresco of Pan and Hermaphroditus, Pompeii.jpg | File:Roman fresco of Pan and Hermaphroditus, Pompeii.jpg | ||
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File:Satiro ed Ermafrodita 001.JPG | File:Satiro ed Ermafrodita 001.JPG | ||
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File:Pan copulating with goat 1.JPG | File:Pan copulating with goat 1.JPG | ||
File:Pan e Capra 100 4815.JPG | File:Pan e Capra 100 4815.JPG | ||
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====Il banchetto==== | ====Il banchetto==== | ||
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− | File:Napoli, museo archeologico (8105424522).jpg | + | File:Napoli, museo archeologico (8105424522).jpg |
− | + | File:Stolido, caricatura del filosofo cinico, da pompei, I sec dc, 27729.JPG | |
− | + | File:Statuette in bronzo di nanerottoli danzanti, da ercolano, I sec. dc, 27734 e -35.JPG | |
− | + | File:Lucerna in bronzo a forma di nanerottolo danzante, da pompei, I sec dc, 27870.JPG | |
− | + | File:Lucerna in bronzo a forma di nanerottolo danzante, da pompei, I sec dc, 27871.JPG | |
− | + | File:Lucerna in bronzo a forma di nanerottolo danzante, da pompei, I sec dc, 27872.JPG | |
− | File:Lucerna in bronzo a forma di nanerottolo danzante, da pompei, I sec dc, 27870.JPG | + | File:Vervin Figurines from Pompei.JPG |
− | File:Lucerna in bronzo a forma di nanerottolo danzante, da pompei, I sec dc, 27871.JPG | + | File:Vasetti a forma di maschera con fallo mobile, I sec. dc, 27859.JPG |
− | File:Lucerna in bronzo a forma di nanerottolo danzante, da pompei, I sec dc, 27872.JPG | ||
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In una seconda grande vetrina abbiamo oggetti attribuibili per gran parte al mondo della magia e della superstizione. | In una seconda grande vetrina abbiamo oggetti attribuibili per gran parte al mondo della magia e della superstizione. | ||
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====Il mondo magico==== | ====Il mondo magico==== | ||
Gli antichi Romani temevano moltissimo la mala sorte, la sfortuna, e più di tutti il malocchio e l'invidia altrui. Oggetto d'eccellenza e rimedio efficace che neutralizzava tutto questo male era il ''fascinum'', l'amuleto a forma di fallo eretto. La forma fallica - è innegabile! - attira lo sguardo; dunque uno sguardo malevolo o invidioso finiva per colpire l'amuleto e non la persona o l'oggetto dell'invidia. Esso si esprime dunque in vario modo e ricorre in numerosi oggetti come esemplificato qui di seguito. | Gli antichi Romani temevano moltissimo la mala sorte, la sfortuna, e più di tutti il malocchio e l'invidia altrui. Oggetto d'eccellenza e rimedio efficace che neutralizzava tutto questo male era il ''fascinum'', l'amuleto a forma di fallo eretto. La forma fallica - è innegabile! - attira lo sguardo; dunque uno sguardo malevolo o invidioso finiva per colpire l'amuleto e non la persona o l'oggetto dell'invidia. Esso si esprime dunque in vario modo e ricorre in numerosi oggetti come esemplificato qui di seguito. | ||
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=====Tintinnabula===== | =====Tintinnabula===== | ||
− | Come già spiegato sopra, l'amuleto più diffuso nel mondo romano, potentissimo rimedio contro il malocchio e lo sguardo invidioso, era il ''fascinum'', il fallo eretto. Quando esso è corredato da numerosi campanelli (''crepitacula'') il cui scampanellio pure scacciava gli spiriti malvagi, viene chiamato ''tintinnabulum''. Nelle antiche città di Pompei ed Ercolano se ne sono trovati diversi, oggetti esclusivi e raffinati in quanto di bronzo, che venivano sospesi agli ingressi di case o botteghe a loro difesa. Il ''tintinnabulum'' classico e più diffuso è un grosso fallo eretto, spesso provvisto di ali, con un corpo di quadrupede caratterizzato da una coda fallica, zampe falliche e fra di esse un fallo in erezione (p.es. inv. 27840). | + | Come già spiegato sopra, l'amuleto più diffuso nel mondo romano, potentissimo rimedio contro il malocchio e lo sguardo invidioso, era il ''fascinum'', il fallo eretto. Quando esso è corredato da numerosi campanelli (''crepitacula'') il cui scampanellio pure scacciava gli spiriti malvagi, viene chiamato ''tintinnabulum''. Nelle antiche città di Pompei ed Ercolano se ne sono trovati diversi, oggetti esclusivi e raffinati in quanto di bronzo, che venivano sospesi agli ingressi di case o botteghe a loro difesa. Il ''tintinnabulum'' classico e più diffuso è un grosso fallo eretto, spesso provvisto di ali, con un corpo di quadrupede caratterizzato da una coda fallica, zampe falliche e fra di esse un fallo in erezione (p.es. inv. 27840). Nella cospicua collezione esposta al Gabinetto Segreto, l' '''esemplare più bello e maestoso''' è contrassegnato dal numero di inv. 27835. Un altro ha un '''corpo leonino''' ed è piegato in avanti in atteggiamento minaccioso e di attacco (inv. 27839), mentre un altro ancora richiama una '''chimera''' essendo provvisto di un piccolo corno fallico (inv. 27837). La fantasia non ha limiti: un tintinnabolo è caratterizzato da un fallo che fuoriesce da un '''guscio a chiocciola''' (inv. 27831), mentre un altro presenta un '''topolino sulla groppa''' (inv. 27841). Poiché anche la risata tiene alla larga il male o mette in fuga gli spiriti maligni, molti tintinnaboli causano ilarità. Divertente il '''grande fallo cavalcato da un pigmeo''' che, tutto concentrato ad incoronarne il glande, non si avvede che la coda fallica è prossima a penetrarlo (inv. 27844). Ad un secondo esemplare simile è andata persa purtroppo la coda (inv. 27843). Un ''tintinnabulum'' straordinario è in forma di '''gladiatore che combatte con un pugnale contro il suo stesso fallo''' trasformato in una pantera aggressiva (inv. 27853), probabilmente un'allusione al fatto che ognuno se la deve vedere da sé e combattere da solo contro i propri istinti sessuali più irruenti. Infine un tintinnabolo molto raffinato mostra '''Mercurio che cavalca un ariete itifallico''' : il dio tiene nella mano destra un sacco di monete, quindi è di nuovo bene augurante per un guadagno proficuo, favorisce che la ricchezza entri in casa (inv. 27855). |
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− | Nella cospicua collezione esposta al Gabinetto Segreto, l' '''esemplare più bello e maestoso''' è contrassegnato dal numero di inv. 27835. Un altro ha un '''corpo leonino''' ed è piegato in avanti in atteggiamento minaccioso e di attacco (inv. 27839), mentre un altro ancora richiama una '''chimera''' essendo provvisto di un piccolo corno fallico (inv. 27837). La fantasia non ha limiti: un tintinnabolo è caratterizzato da un fallo che fuoriesce da un '''guscio a chiocciola''' (inv. 27831), mentre un altro presenta un '''topolino sulla groppa''' (inv. 27841). | ||
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File:Tintinnabulum Pompeii MAN Napoli Inv27840.jpg|Tintinnabulum comune, da Pompei (27840) | File:Tintinnabulum Pompeii MAN Napoli Inv27840.jpg|Tintinnabulum comune, da Pompei (27840) | ||
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File:Tintinnabula, da pompei, I sec. dc.JPG|Tintinnabulum con guscio di lumaca,<br> da Ercolano (27831) | File:Tintinnabula, da pompei, I sec. dc.JPG|Tintinnabulum con guscio di lumaca,<br> da Ercolano (27831) | ||
File:Tintinnabulum forma di fallo percorso da un topo e una tartaruga, da pompei, I sec dc., 27841.JPG|Tintinnabulum con topolino sulla groppa,<br> da Pompei (27841) | File:Tintinnabulum forma di fallo percorso da un topo e una tartaruga, da pompei, I sec dc., 27841.JPG|Tintinnabulum con topolino sulla groppa,<br> da Pompei (27841) | ||
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File:Bronze tintinnabulum figure on phallus-lion with bells.jpg|Tintinnabulum con pigmeo fantino,<br> da Pompei (27844) | File:Bronze tintinnabulum figure on phallus-lion with bells.jpg|Tintinnabulum con pigmeo fantino,<br> da Pompei (27844) | ||
File:Tintinnabulum a forma di fantino che monta e incorona un grosso fallo alato, da pompei, I sec, 27843.JPG|Tintinnabulum simile al precedente, lacunoso, da Ercolano (27843) | File:Tintinnabulum a forma di fantino che monta e incorona un grosso fallo alato, da pompei, I sec, 27843.JPG|Tintinnabulum simile al precedente, lacunoso, da Ercolano (27843) | ||
File:Tintinnabulum-Fund in Herculaneum.jpg|Tintinnabulum a gladiatore combattente,<br> da Ercolano (27853) | File:Tintinnabulum-Fund in Herculaneum.jpg|Tintinnabulum a gladiatore combattente,<br> da Ercolano (27853) | ||
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File:Tintinnabulum di mercurio che cavalca un ariete itifallico, da pompei, I sec dc, 27855.JPG|Tintinnabulum con Mercurio su ariete,<br> da Pompei (27855) | File:Tintinnabulum di mercurio che cavalca un ariete itifallico, da pompei, I sec dc, 27855.JPG|Tintinnabulum con Mercurio su ariete,<br> da Pompei (27855) | ||
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=====Amuleti===== | =====Amuleti===== | ||
− | L’amuleto del | + | L’amuleto del ‘’fascinum’’ era molto diffuso anche sotto forma di pendaglio, e poteva presentarsi in materiale diverso (bronzo, osso, fajence, argento). In genere questi amuleti venivano sospesi al collo dei bambini per difenderli dagli incidenti, seppure non fossero destinati esclusivamente a loro. [https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Fascinum_-_Bronze_amulets Rinvenuti in tutti i luoghi un tempo parte dell’impero romano sono gli amuleti in bronzo] con questa forma molto caratteristica di un anellino che sostiene un pene infantile ed è attraversato trasversalmente da un elemento a falce, che da un lato è un fallo eretto mentre dall’altro è un braccio con la mano nel tipico [https://it.wikipedia.org/wiki/Gesto_delle_fiche gesto delle “fiche”]. Questo gesto che rappresenta una mano chiusa a pugno con il pollice che spunta fra le quattro dita, è chiaramente allusione e simbolo dell’atto sessuale, ed era considerato pure esso un potente talismano. Qui al Gabinetto Segreto ve ne sono esposti diversi (inv. 27808, 27812, 27819). Un altro amuleto realizzato in osso rappresenta invece un pene infantile caratterizzato da un elemento superiore a disco con foro passante per il laccetto (inv. 196428) : è particolarmente interessante per i quattro cerchietti concentrici distribuiti sui testicoli ed il passa-laccetto, chiaramente occhi stilizzati che attraggono lo sguardo, quindi con funzioni apotropaiche. Rinvenuto in una fossa di rifiuti di una fattoria romana lungo la via Appia alle porte dell’antica Capua, essendo associato a piatti a vernice nera e ad altri oggetti in osso lavorato (cucchiaini, stiletti, aghi crinali, un anello) si può datare al II sec. a.C. (rinv. t.w.). |
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File:Doppio amuleto di bronzo con gesto delle fiche e fallo, da pompei, I sec dc, 27812.JPG|Amuleto in bronzo con le fiche, da Pompei (27812) | File:Doppio amuleto di bronzo con gesto delle fiche e fallo, da pompei, I sec dc, 27812.JPG|Amuleto in bronzo con le fiche, da Pompei (27812) | ||
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File:Amuleto in osso a forma di fallo, da curti, II sec ac., 196428.JPG|Amuleto in osso con occhi stilizzati, da Capua Vetere (196428) | File:Amuleto in osso a forma di fallo, da curti, II sec ac., 196428.JPG|Amuleto in osso con occhi stilizzati, da Capua Vetere (196428) | ||
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=====Insegne apotropaiche===== | =====Insegne apotropaiche===== | ||
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− | File:Rilievo con fallo e iscrizione 'hic habitat felicitas', da panificio dell'insula della casa di pansa, I sec dc, 27741.JPG | ||
File:Napoli, museo archeologico (8105423166).jpg | File:Napoli, museo archeologico (8105423166).jpg | ||
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− | + | L' '''''affresco di Mercurio itifallico''''' rinvenuto a Pompei (IX, 12, 6 ?) quale insegna di una bottega (cm 72 x 80, inv. S.N.) viene spesso denominato in modo improprio "Mercurio-Priapo" se non del tutto scorretto "Priapo", dal momento che non ha nulla a che vedere con il dio della fecondità vegetale. Il dio del commercio Mercurio (Ermes), caratterizzato dal caduceo e dalle ali ai piedi, presenta qui un fallo smisurato, amuleto molto diffuso presso i Romani, con funzioni apotropaiche, che tutela la bottega dalla mala sorte, dal malocchio e dall'invidia altrui. Al tempo stesso il dio stringe nella sua mano destra un sacco di monete, dunque si presenta anche come un talismano, che favorisce attira e porta la ricchezza. Il soggetto di questo affresco è assimilabile alla "Statuetta di Mercurio itifallico con falli sulla testa" (vedi più sopra). | |
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− | L' '''''affresco di Mercurio itifallico''''' (cm 72 x 80, inv. S.N. | ||
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File:Mercurius-Priapus MAN Napoli SN.jpg | File:Mercurius-Priapus MAN Napoli SN.jpg | ||
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− | ====Varie==== | + | =====Varie===== |
− | Un affresco davvero inusuale | + | Un oggetto mal compreso <br> |
+ | Un affresco davvero inusuale | ||
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+ | File:Lucerne a forma di satiro con fallo smisurato (forse dildo), I sec, da pompei, 27868-27869-116661.JPG | ||
File:Asino che penetra un leone mentre la dea vitoria lo incorona, graffiti di gladiatori, da pompei VII, 6, 34-35, 27683, 01.JPG | File:Asino che penetra un leone mentre la dea vitoria lo incorona, graffiti di gladiatori, da pompei VII, 6, 34-35, 27683, 01.JPG | ||
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===Affreschi=== | ===Affreschi=== | ||
<big><big>WORK IN PROGRESS</big></big><br> | <big><big>WORK IN PROGRESS</big></big><br> | ||
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− | < | + | File:Pompéi (Nîmes) 51 Narcisse.jpg|Narciso. |
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File:Affresco romano - Pompei - Narciso ed Eco.JPG|Narciso ed Eco. (inv. 9380), da Pompei. | File:Affresco romano - Pompei - Narciso ed Eco.JPG|Narciso ed Eco. (inv. 9380), da Pompei. | ||
File:Napoli BW 2013-05-16 15-37-13 DxO.jpg|Narciso e Amore. (inv. 9388), da Pompei. | File:Napoli BW 2013-05-16 15-37-13 DxO.jpg|Narciso e Amore. (inv. 9388), da Pompei. | ||
+ | File:Achille a Sciro2.JPG|Achille a Sciro, travestito da donna. (inv. 9110) | ||
+ | File:Achille travestito da donna, da casa dei dioscuri, 9110.JPG|Achille a Sciro, travestito da donna. (inv. 9110) | ||
+ | File:Attori in maschera, forse mito di auge e telefo, da casa dei dioscuri, 9039.JPG|Attori travestiti da donne. | ||
+ | File:Pompeia. Orestes and Pylades.jpeg|Gli amici [[Oreste e Pilade]]. | ||
+ | File:Affresco romano -Ermafrodito e Sileno - Pompei.JPG|Ermafrodito e Sileno. | ||
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===Villa dei Papiri=== | ===Villa dei Papiri=== | ||
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<big><big>WORK IN PROGRESS</big></big><br> | <big><big>WORK IN PROGRESS</big></big><br> | ||
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====Pseudo Saffo==== | ====Pseudo Saffo==== | ||
Busto-ritratto in bronzo che ritrae una donna, databile tra il terzo e l’ultimo quarto del I sec. a.C., osso o avorio e pietre colorate. | Busto-ritratto in bronzo che ritrae una donna, databile tra il terzo e l’ultimo quarto del I sec. a.C., osso o avorio e pietre colorate. | ||
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− | File: | + | File:Pseudo Saffo - Napoli.JPG|La pseudo Saffo del Museo Archeologico di Napoli |
− | + | File:Safo villa dei Papiri.JPG|Cosiddetta "Saffo". | |
− | File:Safo villa dei Papiri.JPG | + | File:Safo2.JPG|Cosiddetta "Saffo". |
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File:Dionysos-Priapus MAN Napoli Inv5618 n01.jpg | File:Dionysos-Priapus MAN Napoli Inv5618 n01.jpg | ||
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