Modifica di Museo Archeologico di Napoli

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====Oggetti dalla Collezione Borgia====  
 
====Oggetti dalla Collezione Borgia====  
Il primo nucleo della '''''Collezione Borgia''''' risale alla fine del Seicento. Ma chi la incrementò enormemente fu il cardinale Stefano Borgia (Velletri 1731 - Lione 1804), uomo di grande cultura ed appassionato studioso di storia. Il suo interesse per l'arte e la storia delle civiltà lo spinsero a collezionare oggetti di ogni tipo e provenienza, in questo favorito anche dalle alte cariche che egli ricopriva, in particolare quella di segretario della Congregazione di Propaganda Fide, sollecitando egli i missionari ad inviargli oggetti dei popoli presso i quali essi si recavano per la loro opera evangelizzatrice. Così in brevissimo tempo egli realizzò una vasta collezione molto eterogenea (tipo ''Wunderkammer'') composta da oggetti d'arte, archeologici, etnografici, manoscritti, ecc. anche di grande valore artistico, storico, etnologico. Alla sua morte, il nipote Camillo Borgia decise di vendere la parte della collezione conservata nel palazzo di Velletri al Regno di Napoli, tentando dapprima con Murat, e riuscendo infine con Ferdinando IV di Borbone. Così mentre i preziosi libri e la maggior parte delle opere d'arte passarono al Vaticano, la raccolta di antichità giunse a Napoli. Essa è composta soprattutto da reperti egizi, monete, bronzetti antichi, non mancando fra essi numerosi oggetti falsi acquisiti o acquistati in vario modo, tutti degli ''unicum'' per i quali non esistono confronti. Gli oggetti della Collezione Borgia sono tutti privi di dati di rinvenimento o di provenienza.
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Il primo nucleo della '''''Collezione Borgia''''' risale alla fine del Seicento. Ma chi la incrementò enormemente fu il cardinale Stefano Borgia (Velletri 1731 - Lione 1804), uomo di grande cultura ed appassionato studioso di storia. Il suo interesse per l'arte e la storia delle civiltà lo spinsero a collezionare oggetti di ogni tipo e provenienza, in questo favorito anche dalle alte cariche che egli ricopriva, in particolare quella di segretario della Congregazione di Propaganda Fide, sollecitando i missionari ad inviargli oggetti dei popoli presso i quali essi si recavano per la loro opera evangelizzatrice. Così in brevissimo tempo egli realizzò una collezione molto eterogenea (tipo ''wunderkammer'') composta da oggetti d'arte, archeologici, etnografici, manoscritti, ecc. anche di grande valore artistico, storico, etnologico. Alla sua morte, il nipote Camillo Borgia decise di vendere la parte della collezione conservata nel palazzo di Velletri al Regno di Napoli, tentando dapprima con Murat, e riuscendo infine con Ferdinando IV di Borbone. Così mentre i preziosi libri e la maggior parte delle opere d'arte passarono al Vaticano, la raccolta di antichità giunse a Napoli. Essa è composta soprattutto da reperti egizi, monete, bronzetti antichi, non mancando fra essi numerosi oggetti falsi acquisiti o acquistati in vario modo, tutti degli ''unicum'' privi di confronti. Gli oggetti della Collezione Borgia sono tutti privi di dati di rinvenimento o di provenienza.
  
 
=====Bronzetti di dubbia antichità<ref>Stefano De Caro (a cura di), ''Il Gabinetto segreto'', Electa, Napoli 2000, p. 83.</ref>=====
 
=====Bronzetti di dubbia antichità<ref>Stefano De Caro (a cura di), ''Il Gabinetto segreto'', Electa, Napoli 2000, p. 83.</ref>=====

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