Elio Modugno

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Voce a cura di Paolo Rumi e Giovanni Dall'Orto, liberamente modificabile[1].
File:Elio Modugno.jpg
Elio Modugno.

Elio Modugno (?, 1946 - Barcellona, agosto 1978) è stato un attivista delle origini del movimento di liberazione omosessuale italiano.

Biografia

Elio Modugno è stata una voce unica, sottovalutata e dimenticata del panorama gay (poi LGBT) italiano.

Il suo primo impegno fu animare da privato cittadino, con ripetuti interventi, le pagine delle prime riviste erotiche commerciali italiane (in particolare “Homo”) dirette al pubblico omosessuale.

Questo impegno lo avrebbe portato ai ferri corti con il nascente movimento di liberazione omosessuale italiano, che guardava con disprezzo a quelle riviste come a trappole del sistema capitalistico per sfruttare il mondo gay. Questo spiega come mai Modugno, pur essendo all'origine dei primi incontri informali da cui sarebbe nato il Fuori! di Milano, come ricorda Andrea Pini[2], non figurasse poi tra le sue figure di spicco al momento delle prime apparizioni. Modugno scelse infatti una strada separata, criticando la politica estremista del primo movimento gay, giudicato da lui troppo elitario e settario.

L'esperienza dell'Airdo (1972)

Fu per questo dissenso che il 13 dicembre 1972 il nome di Modugno figurò, assieme a quelli di Gino Olivari e successivamente Leslie Durhan, tra quelli dei fondatori dell'AIRDO, "Associazione Italiana per il Riconoscimento dei Diritti degli Omofili".

Modugno e l'Airdo stesso furono immediatamente criticati dal movimento gay sia per l'uso del termine "omofilo", deprecato perché giudicato espressione d'una visione superata, "riformista", dell'omosessualità, sia per l'associazione a un personaggio in quel periodo controverso (se non odiato) quale era Gino Olivari, come testimoniò Olivari stesso in un'intervista:

« Ricordo una conferenza, una volta, a cui erano presenti Angelo Pezzana ed Elio Modugno. Pezzana disse: "Se fate parlare Olivari io me ne vado". Modugno, che pure era mio amico, disse anche lui: "Non lasciate parlare Olivari". Questo perché sapevano che avrei detto cose su cui non sarebbero stati d'accordo. Tanto che ci fu anche chi mi difese dichiarando che non ero quello che si diceva ch'io fossi»

Soggetta a critiche fu persino la decisione di registrarsi con atto notarile, la prima volta in cui ciò avveniva per un'associazione omosessuale in Italia (il che creò un utile precedente), giudicata invece atto di "istituzionalizzazione", e quindi cedimento alle istituzioni "borghesi" e alla loro logica.

Nella sua storia del movimento di liberazione omosessuale italiano, Gianni Rossi Barilli sintetizza così lo scontro apertosi fra Elio Modugno e il resto del movimento gay italiano:

« Dalle colonne di "Homo", Elio Modugno lanciò una Proposta per una libera associazione, l'Airdo, che si prefiggeva di "aiutare tutti gli omosessuali indistintamente, senza porre una discriminante di nessun genere, di offrire servizi concreti come il sostegno medico, legale e psicologico e di combattere il pregiudizio con un paziente lavoro culturale".

"Prescindere dalla situazione sociale attuale e rifugiarsi nell'utopia di modelli sociali assurdi ed irreali", mandava a dire Modugno ai compagni del "Fuori!", "significa fare opera sterile e inconcludente"[3].
La risposta non si fece attendere: "Non a caso il suo appello [di Modugno, N.d.R.] viene ospitato dalla rivista "Homo", squallido mensile pornografico che valendosi di un'infida copertura pseudo-culturale, spaccia per opera di liberalizzazione la più volgare mercificazione del sesso, il più meschino sfruttamento di una delle condizioni di isolamento ed oppressione, quella di noi omosessuali"[4].
Chi collaborava con riviste del genere era colpevole di fuggire "nella schiavizzante sottomissione ad impresari eterosessuali privi di scrupoli che manipolano, ancora una volta, omosessuali, inibiti ed impediti". La pornografia, con il riformismo gay che la accettava, era insomma una delle più subdole astuzie del Capitale per distogliere le masse dal loro fine rivoluzionario.
Va detto, per la verità, che i giornali in questione apparirebbero oggi un po' troppo castigati persino per le allieve delle Orsoline, ma è indubbio che quando uscivano in edicola erano da considerarsi pornografici, con i loro nudi semi-integrali a illustrare pacate riflessioni sul progresso morale della società. Ed è altrettanto vero che la loro ragion d'essere, prevalentemente commerciale, contrastava in modo assoluto con i dogmi della sinistra. Di fronte alle pressioni interne ed esterne, dunque, il gruppo dirigente del Fuori sembrava apparentemente rinserrarsi nella purezza ideologica, secondo uno schema all'epoca molto diffuso[5]»

L'Airdo non si rivelò comunque un successo, attirando soprattutto persone di area "moderata" (in senso politico) in un contesto che al contrario andava rapidamente radicalizzandosi, laddove l'intenzione dei fondatori era stata piuttosto un'iniziativa politica gay moderata nei toni e nel modo d'interagire col sociale, ossia più "educativa" che rivendicativa. Una prospettiva, questa, va detto, che era stata tipica del movimento omofilo straniero negli anni Cinquanta e Sessanta, che però in Italia non aveva mai avuto realizzazione.
Il tentativo d'introdurre infine tale approccio "educativo" tramite l'"Airdo" avvenne però quando ormai tale approccio era superato dagli eventi (i gruppi "omofili" iniziarono a chiudere esattamente a partire da quel momento, soppiantati dai gruppi gay).
Paradossalmente l'iniziativa fu al tempo stesso troppo tardiva e troppo precoce, dato che l'approccio "educativo" sarebbe stato infine recuperato negli anni Novanta da Arcigay e Arcilesica.

L'esperienza del Collettivo di liberazione sessuale (1976)

Modugno si staccò quindi da questa esperienza per darsi a un impegno politico più deciso, in "Avanguardia Operaia" prima e "Democrazia Proletaria" poi, nel tentativo di maturare e configurare un approccio alla liberazione omosessuale che integrasse e considerasse anche problematiche di carattere economico e politico, nonché molteplici istanze culturali, in una complessa articolazione e in una prospettiva marxista, quasi un’inaspettata evoluzione “rebel” del socialismo filantropico.

In quel periodo, a Milano, il Fuori! era portato a un intervento e a una lotta legati al riconoscimento dei diritti sociali e civili, grazie anche alla federazione col Partito radicale. Invece gli scissionisti dei Collettivi Omosessuali Milanesi, che se ne staccarono nel gennaio 1976, puntarono l’attività (soprattutto con l’occupazione d'un palazzo del diciassettesimo secolo in via Morigi 8) verso pratiche di autocoscienza e autovalorizzazione, con una presenza pubblica visivamente e intenzionalmente provocatoria.
In alternativa a queste strategie, Modugno individuò la possibilità di un “terzo approccio”, con un percorso ricco e articolato nell’area dell’estrema sinistra, che era irregolare e curiosa, ma affermativa e già “legale”.

La sintesi di Modugno partiva dal polemico confronto con la psicanalisi: freudiana, lacaniana, reichiana e junghiana, collocandosi in questo modo all'interno del filone "freudo-marxista" a cui negli stessi anni attingeva anche Mario Mieli. Le sue conoscenze di biologia, antropologia, etologia, linguistica (con una sentita, pur se discreta conversione all’Islam) lo portarono a formare un gruppo autonomo, il "Collettivo di Liberazione Sessuale" di "Avanguardia Operaia" (in seguito "Democrazia Proletaria") che si riuniva ogni martedì nei locali del gruppo extraparlamentare, in via Vetere 3 di Milano.

La sua verve stuzzicante e polemica, unita a indubbie doti da divulgatore, gli aprirono poi le porte a una trasmissione a "Radio Canale 96" di via Pantano, l’emittente “libera” più ribelle e colorata della città, in cui già andavano in onda due trasmissioni gay, quella ufficiale dei Collettivi Omosessuali Milanesi dal 1976 e quella del provocatorio collettivo "Culo Selvaggio".

Quello di Modugno fu un approccio distintivo, radicalmente nuovo rispetto alle provocazioni iconoclaste dei COM. E con l’aiuto di un giovanissimo Paolo Rumi (in seguito conduttore de "L’Altro Martedì"), egli articolava in modo facile e comprensibile i contenuti “alti” di una vera e propria costruzione di controcultura omosessuale, confluiti infine nel novembre 1978 nel libro: La mistificazione eterosessuale, purtroppo uscito postumo.

La scomparsa improvvisa (1978)

Nell'agosto 1978, infatti, durante una vacanza in Spagna, Elio Modugno morì improvvisamente. I famigliari e la versione ufficiale insistettero a parlare di un infarto improvviso, mentre amici e conoscenti parlarono di un'uccisione violenta di tipo omofobico, che la versione ufficiale voleva solo coprire per non discutere dell'"imbarazzante" omosessualità della vittima.
Questo dramma improvviso costrinse a pubblicare il libro (che sarebbe successivamente stato riedito nel 1991) com’era, senza le correzioni e l’editing che l'autore avrebbe voluto fare.

Il pensiero

La rilettura e costruzione di Elio Modugno restano oggi interessanti, e precorrono saggi internazionali di molti anni successivi, come: L'invenzione della cultura eterosessuale di Louis-George Tin [6], che avrebbero fatto entrare questa prospettiva d’analisi nel campo d’azione della prestigiosa École des hautes études en sciences sociales.

Per Modugno l'"eterosessualità istituzionale", e ancora di più la famiglia mononucleare, sono costruzioni e imposizioni socioculturali, atte a coartare l’individuo e opprimere la donna. Il sistema capitalista strumentalizza le insicurezze e devia le pulsioni per definire “normali” atteggiamenti che tali non sono, con l’aiuto della pornografia, ad esempio. E le donne (secondo quanto già affermato da Simone De Beauvoir o Luce Irigaray) vengono trasformate in esseri “inutili”, in quanto non portatrici di fallo.

Scopo della liberazione non è dunque una lotta delle singole comunità o sottocomunità, ma la ricerca di un armonico utilizzo dell’eros come forza relazionale per stabilire risonanza emotiva, prima di tutto tra uomini e tra maschi. In questo senso va liberata l’omosessualità: non solo dall’eterosessualità-gendarme, bensì da se stessa, dai luoghi comuni e dal suo miserabile stato, perché possa diventare forza di relazione e non deviazione paranoide, come oggi è.
Impossibile dimenticare Elio che ripeteva - in radio o riunione - “il presunto maschio eterosessuale” con la S sorda e una impressività fonetica straordinaria.

Dopo la morte

Con la scomparsa di Modugno il Collettivo di Liberazione Sessuale intraprese un percorso inaspettato e sorprendente, su due vie.
Da un lato proseguendo sugli interessi e campo d’azione di Modugno, ma con nuova verve e impulso (come fece Mattia Morretta, poi psichiatra e saggista) integrando la pratica dell’autocoscienza.
Dall'altro con un lavoro sulla parola “bassa” e il ribaltamento delle convenzioni attraverso il paradosso, che attraverso la trasformazione in “Collettivo Le Meteore” (poi “Collettivo Patty Pravo“) sarebbe diventato infine (con Enzo Lancini come autore) un asse portante della storica trasmissione radiofonica gay “L’Altro Martedì” di Radio Popolare.

Note

  1. Paolo Rumi è stato compagno di militanza di Elio Modugno. La voce è stata scritta appositamente per "Wikipink".
  2. "Il Fuori milanese invece ruotò in un primo momento intorno a Elio Modugno, che aveva posizioni omofile alla Arcadia, e subito dopo attorno alla figura del giovanissimo e carismatico Mario Mieli e di altri tra cui Corrado Levi: le loro erano riunioni un po' anarchiche, discontinue, legate al concetto di «gayo comunismo», il cui nucleo portante è stato prima di tutto il percorso di autocoscienza". (Andrea Pini, Quando eravamo froci. Gli omosessuali nell'Italia della dolce vita, Il saggiatore, Milano 2011, p. 65).
  3. Elio Modugno, Proposta per una libera associazione, "Homo", n. 2.
  4. Anonimo, Omosessualità e controrivoluzione, "Fuori" n. 7, 1973.
  5. Gianni Rossi Barilli, Il movimento gay in Italia, Feltrinelli, Milano 1999, p. 65.
  6. Louis-George Tin, L'invenzione della cultura eterosessuale, :duepunti edizioni, 2010. ISBN 978-88-89987-47-6.

Voci correlate

Bibliografia

  • Elio Modugno, Proposta per una libera associazione, "Homo", n. 2 (novembre) 1972, p. 16.
  • Elio Modugno, L'omosessualità è un valore morale?, "Homo", n. 3 (dicembre) 1972, pp. 30-31. (A pag. 31 lettera di commento all'articolo di Modugno sul numero precedente).
  • Antonio Ganzina, Elio Modugno. Un discorso impegnato del presidente dell'Associazione Italiana per il Riconoscimento dei Diritti degli Omosessuali, "Homo", n. 4 (gennaio) 1973, pp. 5-6. (Intervista).
  • Elio Modugno, Sesso e società, "Homo", n. 4 (gennaio) 1973, pp. 28-29.
  • Elio Modugno, La posta di Elio Modugno, "Homo", n. 4 (gennaio) 1973, p. 29. (Lettera di un lettore e risposta di Modugno).
  • Collettivo redazionale, Omosessualità e controrivoluzione, "Fuori!", n. 7 (gennaio-febbraio) 1973, pp. 2-3.
  • Elio Modugno, Eterosessualità-omosessualità, "Homo", n. 5 (febbraio) 1973, pp. 29-30.
  • Elio Modugno, La posta di Elio Modugno, "Homo", n. 5 (febbraio) 1973, p. 30. (Lettera di un lettore e risposta).
  • Elio Modugno, Opinioni. Il volto della transessualità, "Homo", n. 6 (aprile) 1973, p. 55.
  • Elio Modugno, La posta di Elio Modugno, "Homo", n. 6 (aprile) 1973, p. 55. (Lettera di un lettore e risposta).
  • Elio Modugno, Per un nuovo umanesimo, "Homo", n. 7 (maggio) 1973, p. 3.
  • Elio Modugno, Omosessualità e decadentismo, "Homo", n. 7 (maggio) 1973, p. 55.
  • Elio Modugno, La posta di Elio Modugno, "Homo", n. 7 (maggio) 1973, p. 55. (Lettera di un lettore e risposta).
  • Elio Modugno, Editoriale. Il falso umanesimo, "Homo", n. 8 (giugno) 1973, p. 10.
  • Elio Modugno, Il piccolo Edipo non odia papà. A poco meno di un quarto di secolo dalla morte di Freud, molte teorie del padre della psicanalisi moderna vengono sottoposte a drastica revisione critica, "Homo", n. 8 (giugno) 1973, pp. 24-26. (Con questo numero cessa la collaborazione firmata di Modugno con la rivista "Homo").
  • Redazione di Lambda, A Elio..., "Lambda", n. 16-17, 1978, p. 15. (Ricordo dopo la scomparsa).
  • Elio Modugno, La mistificazione eterosessuale, Gammalibri, Milano 1978.
  • Elio Modugno, La mistificazione eterosessuale, Kaos, Milano 1991.
  • Gianni Rossi Barilli, Il movimento gay in Italia, Feltrinelli, Milano 1999, p. 65.
  • Andrea Pini, Quando eravamo froci. Gli omosessuali nell'Italia della dolce vita, Il saggiatore, Milano 2011, pp. 62 e 65.

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